Gli Angels alle World Series !

Il seconda base Adam Kennedy è stato a sorpresa l'uomo decisivo per gli Angels…

Adesso nessuno si ricorderà  più di Dave Henderson e del fuoricampo da due punti che mise a segno contro Donnie Moore, quando gli Angels si trovavano ad un solo out dall'eliminare Boston ed accedere finalmente alle World Series. Boston vinse quella partita e si aggiudicò le successive due gare al Fenway Park"roba vecchia, roba di sedici anni fa"

Quando David Eckstein si è trovato in mano la pallina per l'ultima benedetta eliminazione, ed i giocatori usciti di corsa dal dugout, hanno cominciato a saltare e ad abbracciarsi e a darsi pacche sulle spalle, tutto era già  dimenticato"eppure i fantasmi del passato, si erano riaffacciati in questa gara 5 delle Championship Series dell'American League" si erano riaffacciati ad inizio partita, quando i Twins sembravano essere usciti dai blocchi con maggiore determinazione, portandosi sul due a zero dopo i primi due innings grazie a Ramon Ortiz e a A.J. Pierzynski"erano tornati di nuovo quando il ventenne Francisco Rodriguez, nel sesto, concedeva la base al pinch hitter Kielty facendo entrare il punto del pareggio, dopodiché lasciava partire un wild pitch e concedeva la volata di sacrificio per il consistente sorpasso targato Twins: 5 a 3.

Ma le squadre del destino le chiamano così anche per questo, perché riescono a tirarsi fuori da situazioni difficili grazie a risorse a dir poco insperate"ed il destino in questo caso, si manifestava nelle fattezze e nella verve al piatto del seconda base Adam Kennedy, mai conosciuto per essere un power hitter, con 470 partite di regular season alle spalle e solamente 23 home runs in 1652 turni di battuta.

Dopo il fuoricampo nella serie contro gli Yankees, Kennedy si presentava a gara 5 con un poco rassicurante 1-10 nei precedenti quattro incontri, utilizzato come nono giocatore nell'ordine di battuta. Poco male. Lo score di fine gara diceva 3 HR, 4 battute valide e 5 punti battuti a casa.

Kennedy sbatteva fuori un lancio del dominatore di gara 1 Joe Mays per dare il via alla rimonta, si ripeteva per dare agli Angels un esiguo vantaggio prima dei disastri del sesto inning, dopodiché firmava l'homer da tre punti che innescava una ripresa (la settima) in cui i poveri Twins erano costretti a dover ruotare quattro pitchers per arginare una squadra in totale stato di grazia, come testimoniano i 10 punti andati a referto per la vittoria 13 a 5 che schiudeva ai californiani le porte delle World Series"Ron Gardenhire, il primo ad ammettere la superiorità  degli avversari dichiarava: "questi giocatori non mollano mai e sono tutti in grado di girare la mazza"non credo di aver mai visto un inning come quello"non riuscivamo a mettere out nessuno, continuavano a battere negli spazi"".

Forse non si sentiranno più mugugni, quelli che avevano accolto l'arrivo nei rossi, di Adam Kennedy"sì perché se adesso i cartelli dei fans, inneggiano a "Kennedy for President", per lungo tempo si è pensato che la trade orchestrata da Bill Stoneman nel 2000 e che aveva visto l'approdo dell'esterno Jim Edmonds ai Cardinals, non fosse esattamente degna del premio di GM dell'anno. Edmonds, considerato una superstar se ne andava ed al suo posto, arrivava questo giovane, che solo potenzialmente poteva rivelarsi un ottimo giocatore"le cose vanno così"

Adesso Kennedy è l'uomo copertina (essendo diventato il quinto giocatore della storia a battere tre homers in una gara di playoffs) e ad Edmonds (ragazzo della Southern California) non rimane che dichiararsi felice per i suoi ex compagni e per l'intera comunità "

Già , la comunità "conosciuta principalmente per essere la meta delle migliaia di visitatori che affollano Disneyland, Anaheim è balzata finalmente agli onori della cronaca per qualcosa che non siano le evoluzioni di Pippo Pluto o Paperino, ed il sindaco Tom Daly è entusiasta del completo coinvolgimento della città  con questa squadra: "E' uno dei momenti più importanti, nella storia di Anaheim ed Orange County".

Gli oltre 44.000 tifosi, vestiti prevalentemente in rosso, accorsi a sostenere i ragazzi di Mike Scioscia, non possono dargli torto e per chi, come il quarantasettenne Archie Dove, c'era anche ai tempi di Donnie Moore, la sensazione di essersi liberati da un peso enorme è palese, e l'amore per questi giocatori, incondizionato: "in questa squadra, sono tutti speciali!".

Ecco, forse il bersaglio è stato centrato"gli Angels non hanno nomi, non hanno individualità  che spiccano sulle altre"non hanno Bonds o Jeff Kent, come nel caso dei Giants prossimi avversari nelle World Seires"non hanno quel Dream Team che sembrano i New York Yankees, tutti belli, ricchi e famosi"questi Angels sono meno ricchi, sono meno belli (basti pensare a Erstad") e sicuramente non sono famosi, o almeno non lo erano fino a ieri, e non hanno un giocatore che possa ambire al ruolo di superstar assoluta, l'equivalente, per intendersi, di A-Rod nei Rangers"non cercano le big plays ad ogni costo, non disponendo di un vero e proprio power hitter, ma sono piuttosto tutti dei grandi clutch hitter, giocatori che riescono a battere quando i compagni si trovano in base, quando occorre far entrare i punti, quando il lanciatore avversario attraversa un momento di difficoltà "forse anche per questo sarà  affascinante la sfida contro i vicini di casa della Frisco Bay" due filosofie opposte, per due squadre che più diverse non potrebbero essere" da una parte giocatori anonimi che hanno come motto "tutti per uno, uno per tutti", dall'altra la squadra della stella più luminosa del firmamento, il recordman Barry Bonds, circondato da giocatori di esperienza (gente dai trenta in su in tutte le otto posizioni) con un buon numero di apparizione all'All Star Game alle spalle ed una rissa nel dugout ripresa dalla televisione proprio durante questa stagione"

Sarà  lo scontro tra due squadre entrate nei playoffs dalla porta di servizio, i Giants, dopo aver battuto i Dodgers nella volata per la wild card nella National e gli Angels che con 99 partite vinte in stagione, si sono visti battere nella AL West, dagli Oakland Athletics"in sette anni dall'introduzione della wild card, due sole squadre, fino ad oggi, avevano raggiunto le World Series senza aver vinto le proprie division, i Mets, sconfitti nelle Subway Series due anni fa e i Florida Marlins campioni nel 1997.

Saranno le prime finali tutte californiane dalle Bay Bridge Series di 13 anni fa, quando Oakland sconfisse San Francisco per quattro a zero e se Anaheim ha vinto tutte e tre le sfide nella Cactus League di quest'anno, i Giants conducono 11 a 5 in incontri di regular season, con Bonds fuoricampista in ben cinque occasioni.

Ma saranno anche le finali di Tim Salmon, the King Fish, il veterano da ben undici stagioni in maglia Angels, che più di ogni altro incarna il sentimento e le ambizioni di un'intera città . "Un'altra stagione come questa e potrei anche ritirarmi"" aveva detto alla moglie dopo un 2001 da dimenticare, in cui aveva fatto segnare le proprie peggiori statistiche in termini di homers, RBIs e media battuta"poi un brutto avvio di 2002, con la squadra che stenta e una media al piatto di .182, le voci dei critici che ne sanciscono un prematuro declino"mai fans, i fans quelli no, non lo hanno mai abbandonato e i pensieri di Salmon sono quasi tutti per loro, mentre gira intorno all'infield brandendo il trofeo dell'American League, atteso per quarantadue anni: "Aver fatto parte di questa organizzazione per così tanto tempo, mi rende forse più consapevole del momento che stanno vivendo i fans, rispetto agli altri miei compagni; aver condiviso con i tifosi anni di delusioni, di frustrazioni, senza che il loro supporto ci venisse mai a mancare" sono orgoglioso di loro, aver alzato questo trofeo di fronte a questo pubblico è incredibile"".

Manca ancora qualcuno da ringraziare e ricordare però, l'uomo che ha atteso questo momento più di ogni altro e che è deceduto quattro anni fa, prima di veder andare in porto il proprio progetto, il proprietario e fondatore Gene Autry, il "singing cowboy" di tante produzioni hollywoodiane. "Penso a Mr.Autry – dice Salmon – sono sicuro che il cowboy ci sta guardando e sta sorridendo adesso""

E non si può dargli torto, con lo stadio ridotto ad una sola ed immensa macchia rossa di tifosi inneggianti, che brandiscono i loro ThunderStix (dei bastoncini di plastica) con la scritta "the Halos are back!", una squadra con un gran cuore, una serie di finale che deve cominciare ed una minaccia: "non è ancora finita"".

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