Intervista a Chris Antonetti

Chris Antonetti (a sinistra) col GM Mark Shapiro

Dopo l'intervista di un paio di giorni fa a Craig Shipley, continuiamo la nostra serie interpellando Chris Antonetti, vice-presidente con delega alle operazioni sportive dei Cleveland Indians. Si tratta in pratica dell'assistente del GM Mark Shapiro, e nonostante sia un momento molto complesso dell'off-season, ha accettato di regalarci quest'intervista esclusiva.
Antonetti, 33 anni, è estremamente rispettato ed il suo nome viene citato costantemente tra i nomi di possibili GM. Ad inizio mese il nativo del Connecticut è stato collegato ai Cardinals, ma ha rifiutato il posto per rimanere tra gli Indians. Nonostante sia giovanissimo, è molto stimato ed è visto come motore trainante dell'intera organizzazione degli Indians, anche grazie al suo sistema innovativo chiamato Diamond View, che gli ha fatto ereditare la reputazione di ottimo conoscitore dell'analisi statistica ed oggettiva.
Antonetti, va precisato, non ha alcuna esperienza nel baseball giocato, ma ha una laurea ottenuta a Georgetown (dove ha anche allenato la squadra di basket, nel 1996) ed un master ottenuto alla University of Massachusetts in management sportivo.

Come prima cosa, come hai iniziato in questo lavoro?

Ho iniziato da stagista presso i Montreal Expos (oggi Washington Nationals, ndr) nel loro dipartimento di sviluppo giocatori.

E come sei finito agli Indians?

Dopo il mio stage, sono stato fortunato abbastanza da essere promosso ad assistente del Direttore delle squadre giovanili ed ho tenuto quest'occupazione per un anno prima di venire a Cleveland prima della stagione 1999 in qualità  di assistente del General Manager per le operazioni sportive.

In questa off-season ti hanno offerto il posto di GM dei St. Louis Cardinals, ma l'hai rifiutato, e i media hanno speculato sul fatto che sia perché hai già  la garanzia di essere il futuro GM degli Indians quando Mark Shapiro verrà  promosso alla funzione di Presidente dell'organizzazione. Cosa ci puoi dire a riguardo?

Quelle sono speculazioni. Più di qualsiasi altra cosa, le mie ragioni riguardano questioni personali e professionali qui a Cleveland. Lavoro con un bel gruppo di collaboratori nell'organizzazione, dai manager agli allenatori agli osservatori fino ai giocatori. Mi sento a mio agio in questa posizione e ruolo e con queste responsabilità  attuali. Sono contento di rimanere qui adesso a prescindere dalla direzione futura che prenderà  la mia carriera.

Volevo chiederti delle politiche internazionali dell'MLB. E' fresca la notizia dell'apertura della stagione 2008 in Giappone tra Boston ed Oakland (sarà  la terza volta in Giappone e la quinta fuori dagli Stati Uniti). Credi che si stia facendo abbastanza per diffondere il baseball?

Si, e credo che sia importante per il nostro sport continuare a globalizzarsi e guadagnare visibilità  a livello internazionale. Un esempio è il successo avuto da NBA ed NFL nell'ampliare la base dei propri fan internazionalmente. Penso che sia molto importante per continuare la crescita a lungo termine e fornire nuove energie.

E' tua opinione che sia responsabilità  dell'MLB e dunque del Commissioner Bud Selig provvedere alla diffusione dello sport, o anche le squadre individuali hanno una responsabilità  in tal senso?

Noi facciamo quello che possiamo nel nostro piccolo, soprattutto nelle aree di nostro interesse come l'America Latina e l'Asia. Cerchiamo di far crescere lo sport e la nostra presenza nei paesi stranieri. A livello globale comunque è l'MLB a doversi fare carico di attirare l'attenzione dei tifosi e mercati stranieri.

A proposito di Asia e mercati stranieri, al mondiale di baseball c'erano degli scout degli Indians?

Si, abbiamo inviato degli scout per osservare i giovani talenti all'opera.

Cosa ci puoi dire invece dell'Accademia Europea? Inviate osservatori anche lì?

Siamo a conoscenza dell'Accademia e diciamo che effettuiamo valutazioni indirette dei giocatori presenti.

Se l'MLB decidesse di giocare partite di esibizione in Europa, gli Indians sarebbero interessati a promuovere lo sforzo di globalizzazione del baseball in prima persona, o ritenete che sia un po' prematuro parlare di iniziative del genere?

E' difficile per me speculare su questo discorso, nel senso che è l'MLB che deve prendere certe decisioni ed iniziative. Quello che posso dire è che supportiamo pienamente ogni sforzo riguardante la diffusione del baseball, e saremmo onorati di contribuire in qualsivoglia maniera ai programmi internazionali dell'MLB.

A livello di squadra, avete degli scout professionisti in Europa per osservare i giovani del vecchio continente?

Non abbiamo scout a tempo pieno in Europa, ma valutiamo l'area osservando vari tornei e inviando saltuariamente un po' della nostra gente nei più importanti paesi europei, ma non è una zona che copriamo con regolarità .

E' nei vostri futuri piani l'aumento della copertura?

Noi effettuiamo valutazioni continue in materia, quindi è decisamente possibile, ma già  adesso riusciamo ad ottenere abbastanza dati sui giocatori europei.

Torniamo a parlare degli Indians in America. Vorrei chiederti qualcosa di Diamond View, un sistema che è stato definito come molto innovativo dai media, e parte del vostro successo come innovazione degli ultimi anni. So che c'è molta gente che contribuisce, ma tu sei il responsabile numero 1. Puoi descriverci di cosa si tratti?

Certo. Quello che Diamond View ci permette di fare è raccogliere, accumulare ed immagazzinare efficacemente le informazioni che otteniamo su ogni giocatore in circolazione. Nel passato sprecavamo il 90% del tempo nell'organizzazione dei dati a nostra disposizione, e 10% del tempo nell'analisi. Adesso invece è il contrario e la valutazione e l'analisi prendono il 90% del tempo, permettendoci di essere più accurati ed approfonditi.
In fin dei conti altro non è che un database avanzato di nostra proprietà .

Vari anni fa non c'era una grande ricchezza di informazioni su internet. Oggi invece attraverso i vari blog e siti, o Baseball Prospectus o Baseball Reference è possibile avere accesso molto semplice e diretto ad una varietà  incredibile di dati, fornendo una comprensione migliore del lato statistico ed analitico anche al fan medio. Quanto impatto credi che la rivoluzione statistica, analitica e più specificamente sabermetrica abbia avuto negli ultimi anni sullo sport?

Ritengo che le squadre cerchino continuamente di migliorare i loro processi riguardanti l'analisi e la selezione dei giocatori, e l'aumento della quantità  e qualità  delle informazioni analitiche ed oggettive a disposizione hanno permesso alle squadre di effettuare decisioni molto più efficaci ed efficienti, grazie all'utilizzo di tutti i dati in circolazione.

Una cosa che mi ha colpito in questo senso è la sessione di domanda e risposta che c'è stata qualche settimana fa con Neil Huntington, neo-GM dei Pittsburgh Pirates e proveniente proprio dall'organizzazione dei Cleveland Indians. Ha citato metodi di analisi oggettiva sconosciuti alla maggior parte dei tifosi, ed è stato molto rinfrescante vedere un GM così incline al loro utilizzo, quando anni fa questo non sarebbe accaduto e c'era quasi uno sdegno nei confronti dei numeri.

Si, ha citato una lista lunghissima di statistiche e questo forse indica che lo sport abbia girato l'angolo in tal senso. Siamo arrivati ad un punto in cui vengono utilizzati sia i dati oggettivi sia le analisi soggettive per valutare i giocatori, e senza alcun dubbio questo è il modo migliore per fare le cose. Alla fine l'obiettivo è sempre quello di bilanciare le informazioni di qualità  di ogni genere a nostra disposizione, ma è importante che vengano utilizzati dati senza discriminazione. Se abbiamo un'informazione di qualità , è giusto che venga utilizzata a prescindere dalla sua provenienza.
Noi dobbiamo raccogliere le informazioni a nostra disposizione, analizzarle e soppesarle, a prescindere dal fatto che provengano da osservatori o statistiche. Ci sono anche altri fattori ai quali noi diamo importanza, come la personalità  o il lato medico o fisico o anche mentale e psicologico di un giocatore. Si cerca di ottenere qualità  e le migliori informazioni da ciascuna di queste aree, per poi soppesare il tutto e prendere le migliori decisioni finali per migliorare la squadra.

Quale credi che sia l'area dove ci sono stati i maggiori avanzamenti negli ultimi anni? Abbiamo parlato delle statistiche, ma c'è altro?

Noi, in quanto squadre, cerchiamo sempre di migliorare in ogni aspetto della valutazione. Il nostro obiettivo è quello di aiutare i nostri osservatori a migliorare nel loro lavoro, così come di supportare i nostri medici con maggiori informazioni su come si faccia ad evitare infortuni e mantenere in salute i giocatori. Cerchiamo anche di sviluppare meglio le nostre analisi oggettive delle performance dei giocatori e cerchiamo i migliori da questo punto di vista (nel 2007 gli Indians hanno assunto, tra gli altri, Keith Woolner di Baseball Prospectus proprio per migliorare sotto questo profilo, ndr).

Il discorso sulla salute dei giocatori è particolarmente interessante. Avete effettuato particolari scoperte riguardo alla meccanica o all'utilizzo dei giocatori, per tenerli in salute?

Noi facciamo parecchia attenzione a questo, ed effettivamente abbiamo lavorato negli ultimi anni per cercare di tenere sul campo i nostri giocatori, riducendo al minimo i giorni trascorsi in DL. Abbiamo avuto successo negli ultimi 2 anni, ma vedo questo come un prodotto sia di un buon processo organizzativo e sia di fortuna. Senza fortuna è tutto inutile perché gli infortuni traumatici non si possono prevedere né evitare, e non è un fattore che si possa controllare.

Per quanto riguarda la valutazione dei difensori invece? Fino a pochi anni fa bisognava per forza basarsi su giudizi soggettivi o addirittura sul numero degli errori, che come statistica è perfettamente inutile visto che non indica nulla sull'abilità  del giocatore e sul suo range (se un giocatore arriva sulla palla e commette un errore, o non ci arriva proprio, non c'è una differenza in abilità , ma il numero degli errori varia, ndr). Adesso invece ci sono UZR, PMR, Plus/Minus, FRAR ed altri dati ancora, tra cui per esempio lo studio che abbiamo condotto noi stessi su questo sito. Come effettuate le vostre valutazioni?

Tra le analisi oggettive degli ultimi anni, quella sui difensori è sicuramente quella meno sviluppata, e c'è l'opportunità  per la creazione di sistemi migliori. Nell'ultimo paio di anni, come hai detto, ci sono stati tanti sistemi sviluppati che hanno fatto fare passi da gigante alla valutazione dei difensori, ma ancora non esiste un sistema che riesca ad includere tutti gli aspetti (effettivamente, ad esempio il nostro sistema non considera la forza di tiro degli esterni, come più volte ripetuto, e questo è un problema col quale si devono confrontare praticamente tutti i sistemi in circolazione, ndr) e che dunque riesca a fornire una valutazione globale precisa.

Voi avete una metodologia di vostra proprietà  che utilizzate?

Si, precisamente.

E siete contenti di come la vostra difesa si sia comportata in campo nel 2007?

Diciamo che siamo molto contenti di quanto sia avanzata la qualità  della nostra valutazione delle performance dei nostri difensori. Diciamo anche che ci sia sempre margine di miglioramento, sia nelle prestazioni, sia nelle nostre analisi.

E' stata una grande stagione per voi, e siete stati un po' sfortunati. Con un po' di aiuto della Dea Bendata, avreste chiuso con degli anelli al dito. Billy Beane è famoso per aver affermato che i playoffs fossero condizionati pesantemente dalla fortuna (usò termini precisi lievemente diversi, ndr), viste le sole 5 o 7 partite per ogni serie, cosa ne pensi?

E' così. In ogni caso noi siamo estremamente contenti della nostra stagione, visto che siamo stati la seconda squadra con più partite vinte, inclusi i playoffs, dopo i Red Sox. La piena soddisfazione comunque arriverà  soltanto quando vinceremo l'ultima partita dell'annata, perché il nostro obiettivo è quello di vincere il titolo, sebbene il 2007 vada qualificato come un anno di successo. Avremo una nuova opportunità  l'anno prossimo e continueremo a lottare per ottenere il nostro vero obiettivo.

Non potete avvicinarvi molto di più senza vincere, d'altronde. So che il vostro coach di terza base, Joel Skinner, sia stato molto criticato per quanto accaduto in gara 7 dell'ALCS a Fenway, ma non credo che si possa attribuire esclusivamente a lui tutta la colpa della sconfitta, anche perché le decisioni in quei momenti vanno prese in un attimo.

Si, e comunque la nostra stagione non è stata decisa da alcun evento individuale a mio avviso. Non si può effettuare una forzatura ed indicare un'unica situazione che sia stata responsabile della nostra eliminazione.

Tornando ad un concetto molto in voga nella comunità  sabermetrica, volevo chiederti del "relief ace". Secondo Bill James (adesso impiegato dai Red Sox, ndr) il miglior rilievo non deve essere necessariamente il closer, ma deve essere quello utilizzato nei momenti più delicati di ogni incontro, a prescindere dal momento in cui avvengano (e potrebbero non avvenire in situazione di salvezza, al nono). Quest'anno pare che il vostro manager Eric Wedge abbia sfruttato quest'idea, utilizzando Borowski come closer e Betancourt (rilievo molto migliore) come asso nei momenti più delicati, permettendo a Borowski di lanciare inning più tranquilli. E' stato qualcosa di esplicitamente voluto dal management o è stata una decisione di Wedge?

Eric è bravissimo nella gestione del bullpen e sa come mettere i giocatori in una posizione per avere successo. Noi parliamo di argomenti del genere con gli allenatori in continuazione ma Eric e Carl Willis (il pitching coach, ndr) hanno fatto un ottimo lavoro nella gestione dei rilievi e siamo contenti del successo che abbiano avuto. Alla fine la cosa più importante è utilizzare i giocatori in una maniera che massimizzi la loro possibilità  di avere successo, e questo è esattamente ciò che è avvenuto.

Parliamo della farm. Siete contenti del vostro parco giovani? Adam Miller per esempio è considerato un potenziale fenomeno da tantissimi addetti ai lavori, ma non riesce a rimanere in salute. Avrà  la possibilità  di essere in rotazione per il 2008?

Non siamo mai soddisfatti col talento che abbiamo nell'organizzazione, che sia a livello di MLB o di minor league. Al tempo stesso, crediamo di avere una discreta profondità  nel nostro sistema. Le squadre però cercano sempre di aggiungere qualità .
Per quello che riguarda Adam, finalmente è in salute ed ha lanciato nell'Arizona Fall League. Ci aspettiamo che sia al 100% per lo Spring Training e che possa competere per un posto in rotazione. Se non riuscirà  ad aggiudicarsi un posto, sarà  nella rotazione a Buffalo (in AAA, ndr).

Quindi gli verrà  data la possibilità  di entrare in rotazione già  l'anno prossimo.

Si, ma sarà  difficile perché abbiamo molta profondità . Sicuramente però se dovessimo liberare un posto o se ci saranno infortuni, Adam sarà  un candidato. A questo punto però è poco probabile che riesca ad aggiudicarsi un posto per il 2008.

Avete già  4 posti riempiti (Sabathia, Carmona, Westbrook e Byrd, ndr) ed il quinto immagino che se lo giochino Laffey, Sowers e Cliff Lee, dunque.

E' esattamente così per il momento. Non ci aspettiamo di effettuare grossi cambiamenti o investimenti durante l'off-season.

Sul draft amatoriale: quali saranno le decisioni sullo slotting da parte degli Indians? Pagherete più di quanto suggerito a seconda della posizione del draft o manterrete basse le spese?

Ogni decisione che prendiamo è strettamente basata sul valore individuale del giocatore e quanto egli possa generare. Se raggiungiamo un costo che a nostro avviso vada oltre il suo valore, ci tireremo indietro, ma la decisioni verranno prese singolarmente, caso per caso.

Voi draftate secondo il talento o secondo le necessità  organizzative a seconda delle posizioni?

Assolutamente sempre secondo il talento. In realtà  dovrei dire secondo il valore dei giocatori, perché la posizione di un giocatore rientra all'interno di questo concetto e ci sono posizioni che tendono ad essere globalmente più scarse come produzione di talento. Questo è un discorso che noi valutiamo, ma in generale non ci limitiamo a guardare ai possibili buchi della nostra organizzazione e ci concentriamo sul valore dei singoli giocatori.

Per concludere, una battuta su questa off-season. Abbiamo già  parlato della rotazione, ma cosa cercherete di migliorare in vista della prossima stagione?

Daremo ulteriore profondità  al bullpen e siamo per concludere un affare in tal senso (poche ore dopo l'intervista, è stato firmato il rilievo giapponese Masahide Kobayashi, ndr). Questo è perché nonostante i nostri rilievi siano stati ottimi, è l'area in cui c'è più variazione di performance, per vari motivi, di anno in anno e quindi bisogna sempre avere una profondità  adeguata.

Invece per quanto riguarda il lineup? Scambierete per esempio le posizioni di Asdrubal Cabrera e Jhonny Peralta, come suggerito da molti?

No, Jhonny rimarrà  il nostro interbase.

E Casey Blake rimarrà  in terza?

Attualmente l'idea è questa ed è anche quello che ci aspettiamo per la prossima stagione, ma tutto può cambiare perché noi continueremo attivamente a cercare opportunità  per migliorare la squadra da ogni punto di vista. L'importante è che comunque non sentiamo che ci siano necessità  particolari a cui rivolgere le nostre attenzioni.

Confermerete Kenny Lofton o cercherete una mazza mancina a basso costo, come magari Brad Wilkerson, con cui compensare Jason Michaels a sinistra?

Beh, David Dellucci è sotto contratto per quest'anno, ed abbiamo anche dei giovani molto promettenti che sono andati bene l'anno scorso, e questi giocatori avranno un'altra opportunità . Parlo di gente come Gutierrez, Choo e Francisco.

Bene, questo è tutto. Grazie per averci concesso questa intervista.

Grazie a voi ed ai fan italiani per l'interesse nella nostra organizzazione.

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