Un tifoso chiede il premio di MVP per Jimmy Rollins. Sarà ascoltato!
Most Valuable Player
American League – Alex Rodriguez – 3B – New York Yankees
National League – Jimmy Rollins – SS – Philadelphia Phillies
Cy Young Award
American League – C.C. Sabathia – SP – Cleveland Indians
National League – Jake Peavy – SP – San Diego Padres
Rookie of the Year
American League – Dustin Pedroia – 2B – Boston Red Sox
National League – Ryan Braun – 3B – Milwaukee Brewers
Manager of the Year
American League – Eric Wedge – Cleveland Indians
National League – Bob Melvin – Arizona Diamondbacks
Il mese di Novembre è noto soprattuto per la diramazione dei vari premi per quanto riguarda la stagione regolare finita a settembre. In MLB quest'anno ci sono stati due giocatori che hanno messo assieme numeri talmente imponenti da ipotecare con largo anticipo un paio di ambiti riconoscimenti.
Alex Rodriguez è diventato il secondo Yankee nella storia per Homer nelle prime quattro stagioni di militanza con i Bronx Bombers, ed il più giovane giocatore della storia a raggiungere i 500 fuoricampo. Ha guidato la lega in HR, RBI e punti, in un dominio che gli ha garantito una vittoria sfolgorante con 26 voti, 2 in meno dell'unanimità . La grande stagione di Magglio Ordonez gli ha assicurato il secondo posto, mentre al terzo c'è un altro grande della mazza, Vladimir Guerrero.
A-Rod ha avuto un impatto decisivo sulla stagione opaca per gli standard degli Yankees, che li ha visti vincere la Wild Card della American nonostante un inizio di campionato molto stentato e le prestazioni di alcuni giocatori, molto sotto la norma. Il 32enne terza base porta ovviamente a casa anche il titolo di Silver Slugger per la sua posizione e l'Hank Aron Award, oltre al neonato Clutch Performer Award votato dai fan del baseball tramite internet.
Il giocatore dichiara che vorrebbe ridare indietro i tre titoli di MVP vinti finora per un titolo di campione del Mondo, chiarendo che lui è andato agli Yankees per vincere le World Series. Certo ci stupiremmo qualora non riuscisse a farlo, visto che ha tutte le carte in regola per diventare uno dei più grandi attaccanti della storia delle MLB. Per ora, in un decennio anni di carriera, ha riempito la teca di casa con un numero impressionante di award, e per il futuro ha la chiara intenzione di superare Barry Bonds nel numero di Home Run messi a segno.
Dall'altra parte delle recinzioni, in National League, Jake Peavy riesce nell'impresa di susseguire a Randy Johnson nella vittoria della Triple Crown. Ha lanciato più K e vittorie di tutti, oltre ad avere la migliore ERA. Il Cy Young Award che è arrivato pochi giorni fa è la naturale conseguenza di questa situazione, e la decisione unanime ci sembra calzante. Lo stesso Peavy dichiarerà che il Cy Young è il maggior riconoscimento a cui ambiva, almeno individualmente e che farà di tutto per essere ancora aggressivo come lo è stato quest'anno.
Alle sue spalle si è schierato Brandon Webb, ed è la prima volta che il Cy Young uscente prima si classifichi secondo dai tempi di Tom Glavine. Le statistiche di Peavy in trasferta sono confortanti per i Padres: 10 vittorie e una sconfitta e un'ERA pari a 2.57. Il partente destro è più che felice di fare parte della squadra di San Diego, per la quale ha vinto 4 partite in settembre. Il capitolo finale della sua stagione è stato però amaro, e ha fatto fatica nei 6 inning ed un terzo giocati nell'incredibile sconfitta contro i Rockies; dargli però la croce dell'eliminazione dei suoi dalla corsa ai Playoff sarebbe una pratica ridicola.
I premi meno scontati
Jimmy Rollins ha sufficientemente meritato il suo titolo di MVP della National League, grazie a grosse prestazione soprattutto contro i rivali dei Mets, a cui avrebbe tolto il posto nei playoff. E' stato titolare in tutte le 162 partite, in quasi tutte come leadoff, e il pubblico dei Phillies ha avuto ragione a celebrarlo come MVP già durante i playoff. Lo shortstop dei Phillies ha sicuramente avuto la sua stagione migliore, battendo più di 200 valide e 30 HR.
La vittoria è stata risicata in quanto Matt Holliday dei favolosi Rockies ha tallonato Jimmy nei voti dei giurati, determinando la nona vittoria più stretta della storia dell'MVP della National League. Tuttavia, il premio per il giocatore nato a Oakland ci sembra giusto per quanto ha saputo aggiungere al lineup dei Phillies, facendo molto più di quanto gli veniva richiesto.
Nell'assegnazione del Cy Young della American abbiamo assistito ad un rematch delle ALCS. C.C. Sabathia, questa volta, ha sopravanzato Josh Beckett, vincendo con un margine che riteniamo un po' troppo pronunciato sul campione del Mondo. Sabathia si è reso protagonista di una stagione ottima, con 3.21 di ERA e 209 K. Il numero di strikeout è la prima statistica per cui il nativo di Vallejo ha migliorato il suo rendimento. L'Indian non aveva mai vinto 19 partite in una stagione e non ne aveva mai perse 7. Il suo apporto è stato quanto mai decisivo per portare Ckeveland al titolo della AL Central.
Dando uno scguardo alle statistiche del suo rivale, quel Josh Beckett che lo eliminerà dai playoff, non vediamo grosse differenze: il Red Sox ha vinto 20 partite e perse 7, con un'ERA leggermente superiore, meno HR lanciati e una decina di K in meno. In effetti la comparazione tra questi due grossi campioni è inutile usando i soli numeri, ed evidentemente i giurati hanno preferito privilegiare l'uomo che all'interno della sua squadra è stato di più riferimento.
Dalle prime indiscrezioni apparse sul sito della lega, il titolo di Manager dell'anno per la National sarebbe dovuto andare a Clint Hurdle, il simpatico allenatore dei Colorado Rockies, capaci di vincere 21 partite su 22 per chiudere la loro stagione. Così non è stato, e a gioire è stato Bob Melvin, dei Diamondbacks. Nelle dichiarazioni di questi giorni, egli ha ripetuto che questo è un premio alla squadra ed alla società , e lo spirito di gruppo è stato l'ago della bilancia in suo favore. Ha portato i DBacks al titolo nella division, sapendoli motivare giustamente fino al miglior record della National League.
Hurdle è finito terzo, persino dietro al manager dei Phillies, Charlie Manuel, mentre Lou Piniella è arrivato quarto, assicurandosi anche 2 voti per la prima piazza. A parte la simpatia che nutriamo per i Rockies ed il suo manager, le 32 partite vinte di un punto da Arizona, crediamo possano mettere d'accordo tutti.
In conclusione, citiamo il Manager of the Year per Eric Wedge, che porta nella teca degli Indians un altro award. La fantastica stagione degli indiani, conclusasi solo in gara 7 contro dei fantasmagorici Red sox, è anche merito di questo 39enne, che crede nei suoi giocatori e che li tratta, a suo dire, sapendo quanto sia dura giocare in MLB. Cleveland si è saputa rialzare soprattutto grazie a lui dal record perdente dell'anno passato, chiudendo 96-66 il 2007. Quest'altro, legittimissimo, award dimostra come gli Indians fossero una squadra da titolo, e dimostra anche come fosse impossibile fermare Boston quest'anno.
Al secondo posto c'è Mike Scioscia degli Angels, arrivati ai playoff, e la piazza d'onore è per Joe Torre, principalmente per aver saputo motivare degli Yankees che dopo i primi mesi dell'anno erano molto in ritardo alla corsa alla Wild Card che poi avrebbero vinto.
Giovani Leoni
Nella American League, Dustin Pedroia ha stracciato tutti: è lui il Rookie of the Year del 2007. A parte il trionfo finale, dovuto in parte anche alle sue prestazioni stellari, il seconda base di Boston ha meritato il riconoscimento a causa del carattere, oltre al talento offensivo. Aveva battuto .182 nel mese di aprile, ma ha saputo reagire bene alla fiducia riposta in lui da Terry Francona e dallo staff dei Sox. Ha chiuso con .318, una media da veterano. Ringrazia i due compagni Mike Lowell e Alex Cora, che gli cede il posto senza fare troppi problemi, e lo aiuta dicendo che lo vuole aiutare ad essere uno dei grandi della lega. Missione compiuta, almeno per il momento, e siamo sicuri che Pedroia non sarà un fuoco di paglia.
Il futuro è roseo anche per Ryan Braun, terza base dei Milwaukee Brewers, che si impadronisce del titolo della National League sconfiggendo la agguerritissima concorrenza di Troy Tulowitzki. I giurati si sono divisi equamente tra i due candidati, e Braun ha avuto la meglio per due miseri punticini. In effetti il confronto tra lui e il Rocky è serratissimo. Se Braun ha la migliore slugging percentage della storia per un rookie MLB, grazie ai suoi 34 homer, Tulowitzki ha più di 170 valide e 104 punti segnati, a cui va aggiunto l'approdo ai playoff, una delle cose che poteva far pendere la bilancia dalla sua parte.
Evidentemente la giuria, formata dalla Baseball Writers Association of America, ha pensato di premiare uno slugger puro piuttosto che un ottimo giocatore; scelta comprensibile, che comunque non è stata di intralcio ad una corsa all'award emozionante.
Ed il resto dei premi?
In settimana discuteremo degli altri premi, cioè Silver Slugger, Gold Glove e dei premi minori.