Dustin Pedroia è il logico favorito per il premio di Rookie of the Year
Mancano ancora un paio di giorni all'assegnazione dei premi individuali per la Major League. Il voto si è concluso dopo la Regular Season, e non include dunque i playoffs, ma i risultati verranno divulgati soltanto dopo il 12 novembre. Noi vi diamo i nostri premi, limitandoci a MVP, Cy Young, Rookie of the Year e Manager of the Year. I Gold Gloves vengono trattati a parte, negli articoli sulla difesa. In certi casi useremo le statistiche difensive che stiamo pubblicando in questi giorni e statistiche avanzate come VORP (Value Over Replacement Player) ed EqA (Equivalent Average). Il VORP stima il contributo offensivo del giocatore in termini di punti segnati (in relazione alla posizione difensiva giocata - più facile la posizione e più basso è il contributo), mentre l'EqA è un sistema molto più efficace della media battuta per determinare una media offensiva (che funziona su scala analoga alla BA) che includa SB, BB ed in pratica tutte le giocate offensive prodotte. Iniziamo coi premi dell'American League.
AL MVP
Come si fa a non dare il premio ad Alex Rodriguez? Ha tenuto la squadra a galla ad inizio stagione, quando stava per affondare, ha giocato in maniera stellare ed ha anche battuto un walkoff Grand Slam (con cartolina ai suoi critici che lo accusavano di essere poco clutch). Ha guidato l'MLB in VORP con 96.6, in OPS con 1.067 ed ha guidato l'AL in EqA con .340, oltre che ovviamente in fuoricampo (54) ed RBI (156). Straordinario. La sua difesa di poco sotto media non ne intacca il valore.
Al secondo posto David Ortiz. Si è parlato del ridotto apporto offensivo dello slugger dominicano, ma non è proprio corretto: è vero che ha avuto problemi al ginocchio per tutto l'anno che lo costringeranno ad un'operazione e che ne hanno ridotto la potenza, ma è riuscito nonostante tutto ad aumentare la propria OPS per l'ottavo anno di fila, ed ha guidato l'MLB in valide da extra base ed OBP. E' stato secondo in MLB in OPS con 1.066, secondo in AL in EqA con .338 e terzo in AL in VORP con 86.2. Il poco gap che ha avuto con A-Rod, nonostante le esagerazioni di quest'ultimo, dimostra quanto abbia giocato bene.
Completa il podio Jorge Posada: stagione della vita quando molti pensano a ritirarsi. Ha giocato alla grande offensivamente, ed essendo un catcher, merita questo riconoscimento più di tanti altri giocatori. Ha contribuito anche lui a tenere a galla gli Yankees. I suoi rankings in termini di VORP (4° in AL con 73.4) lo vedono penalizzato in virtù del fatto che essendo un catcher abbia saltato mediamente più partite di altri. In ogni caso è stato quinto in EqA con .322 e quarto per BA con .338.
Appena fuori dal podio finisce Magglio Ordonez, batting champion dell'American League. Grandiosa stagione la sua alla fine. Secondo in OBP, quarto in OPS, secondo in VORP e terzo in EqA all'interno della sua lega. Complimenti, ma i primi due sono stati inarrivabili, e Posada si è meritato applausi extra per il suo ruolo e la sua utilità difensiva.
Quinto è Carlos Pena. Grande sorpresa di Tampa Bay. Ha giocato meravigliosamente in difesa, è stato secondo in HR, terzo in OPS, quinto in VORP e quarto in EqA. Merita applausi ma adesso dovrà riconfermarsi e non sarà certo facile per lui.
Fuori dai primi cinque c'è Curtis Granderson, che ha fatto una stagione migliore di Jimmy Rollins (acclamatissimo) in NL, con cifre molto simili e giocando molto meglio in difesa, ma l'AL quest'anno ha presentato una competizione troppo feroce per metterlo più in alto. Un piccolo appunto: Sabathia finisce davanti a Beckett per i tanti IP in più lanciati durante la stagione (241 a 200.2). Beckett è stato migliore di Sabathia in quasi tutte le statistiche, marginalmente, ma qui si parla di "valore" di giocatore per una squadra, ed il fatto di lanciare 40 innings in più chiaramente fornisce un valore aggiunto notevolissimo, che cancella il piccolo vantaggio qualitativo di Beckett.
1. Alex Rodriguez - 3B
2. David Ortiz – DH
3. Jorge Posada - C
4. Magglio Ordonez - RF
5. Carlos Pena - 1B
6. Curtis Granderson - CF
7. Ichiro Suzuki - CF
8. C.C. Sabathia - SP
9. Vladimir Guerrero - RF
10. Josh Beckett - SP
AL Cy Young
Ne abbiamo già parlato ampiamente qui. Beckett vince perché il premio è dedicato al miglior pitcher, qualitativamente. Come detto prima, Sabathia ha avuto più valore quest'anno, con pochi dubbi, ma Beckett, pur lanciando molto meno, è stato molto lievemente superiore.
1. Josh Beckett - SP
2. C. C. Sabathia - SP
3. John Lackey - SP
AL Rookie of the Year
L'annata spaventosa di Dustin Pedroia non lascia davvero scampo a tutti gli altri. Ha guidato tutti i rookies in BA, OBP, VORP ed EqA, giocando una difesa abbondantemente sopra media. Dopo un cattivo aprile (sfortunato più che altro), si è ripreso ed è decollato lasciando agli altri le briciole. Gli altri hitters non valgono neanche troppa considerazione. Gente valida come Jacoby Ellsbury o Billy Butler è salita troppo tardi per dare fastidio (Ellsbury sarà rookie anche l'anno prossimo peraltro), e Travis Buck, Brendan Harris, Akinori Iwamura e Reggie Willits sono stati troppo discontinui per essere presi seriamente in considerazione (Buck a causa degli infortuni). In particolare ci ha deluso Iwamura.
Tra i pitchers, impossibile non notare l'annata eccezionale di Hideki Okajima e Joakim Soria come rilievi. Il primo non è proprio un rookie (come Daisuke Matsuzaka), ma è stato fondamentale per i successi di Boston quest'anno, Soria invece è stato una scelta al Rule 5 Draft. Riteniamo in ogni caso più importanti i contributi dei partenti, per il semplice fatto che abbiano giocato circa il triplo dei rilievi. Di questi, Jeremy Guthrie ha avuto una stagione stellare, ma gli preferiamo comunque Daisuke Matsuzaka, che non è un rookie vero ma come tale viene qualificato. Matsuzaka ha avuto una stagione stellare per le prime 26 partenze, prima di crollare sfinito. Guthrie (come Brian Bannister dei Royals) ha cifre migliori, ma ha avuto il lusso appunto di dover fare a sua volta solo 26 partenze. Considerato che in quel lasso di tempo Daisuke sia stato migliore, e considerato che successivamente sia peggiorato ma abbia comunque mangiato più innings (ed abbia bucato i 200 K stagionali), il secondo posto tocca a lui.
1. Dustin Pedroia - 2B
2. Daisuke Matsuzaka - SP
3. Jeremy Guthrie - SP/RP
AL Manager of the Year
Non basta guardare il record per valutare un manager. Se così fosse, i migliori sarebbero sempre quelli con le squadre con maggior tasso tecnico. Essendo un premio soggettivo, e che dovrebbe basarsi più sulla conduzione delle gare che sui risultati finali, dobbiamo dare il primo posto ad Eric Wedge, che pur arrivando al 2007 con una reputazione discutibile è riuscito a far rendere al massimo i suoi Indians. Ha gestito perfettamente il bullpen, non avendo paura di dare ruoli importanti a Betancourt, Rafael Perez e Lewis, e nonostante la scena muta fatta quest'anno da Hafner, ha gestito bene anche il lineup.
Secondo posto a Jim Leyland. I suoi pitchers (e Sheffield) si sono autodistrutti, tra infortuni ripetuti e delusioni stagionali (la seconda parte di Bonderman), ma i Tigers sono stati nella lotta fino all'ultimo, sulle ali sue e del duo Granderson-Ordonez. C'è voluto coraggio a lanciare Maybin e tagliare Monroe, ma ha fatto bene.
Terzo posto, di stima, a Bob Geren. Altra squadra soffocata dagli infortuni: si sono fatti male persino il quinto ed il sesto esterno! Lui è riuscito a non farla mollare mai, ha mischiato bene i rookies lanciati nella mischia ed ha concluso la stagione dignitosamente, vincendo molte più partite di quante ne avrebbero vinte tanti altri manager al suo posto.
1. Eric Wedge
2. Jim Leyland
3. Bob Geren