Considerazioni sulla difesa

Manny non è un grande difensore

Prima di procedere all'analisi degli esterni, dopo aver parlato di tutti i ruoli degli interni fino a questo momento, dobbiamo fare delle precisazioni e parlare un po' di più delle statistiche difensive.

Discorso Generale

Abbiamo detto varie volte che le statistiche difensive stiano guadagnando molta credibilità  tra gli addetti ai lavori (parliamo del management delle squadre). I tifosi ed i giornalisti però ancora non ci credono e continuano a fidarsi delle loro osservazioni.
A noi questo sembra piuttosto incredibile sinceramente. Facciamo un'analogia con l'attacco: anche gli osservatori costanti (parliamo di quelli che vedono le partite ogni giorno), prima di dire se un giocatore abbia disputato una buona stagione offensiva, vanno a controllare le statistiche. Perchè? Perchè durante una stagione completa ci sono circa 600 apparizioni al piatto (in realtà  spesso di più, specie per i leadoff). Come si può pretendere che, come semplice memoria, ci si ricordi se un giocatore abbia battuto 167 o 181 valide? Eppure è la differenza tra un hitter da .279 ed uno da .302! La differenza tra questi giocatori nel corso di una stagione completa è anche sensibile, ma ad occhio nudo non sarà  mai notabile, perchè 14 valide su 162 partite equivalgono ad una valida ogni 2 settimane: un giocatore batte una velenosa ogni 12 partite ed è un “.300 hitter”, mentre uno che non lo fa non batte neanche .280! Per questo in altri articoli abbiamo parlato anche di fortuna e BABIP – ma questo è un altro soggetto. Il punto è che nonostante ci sia una differenza sostanziale, non è una differenza visibile con l'occhio umano e non può essere facilmente compresa senza guardare le statistiche. Senza guardare i numeri, sapreste dire chi abbia battuto più fuoricampo tra Carlos Pena (46) e Prince Fielder (50)? Davvero avreste la sensibilità  di notare la differenza di 4 HR nel corso di 162 incontri e 600-650 turni di battuta?
Ovviamente nel baseball, offensivamente, la cosa più importante è non fare out: ce ne sono 27 a partita, ed ognuno di essi ci avvicina alla sconfitta. Ogni out non fatto ci avvicina alla vittoria. Ovviamente l'obiettivo della difesa deve essere quello di massimizzare le eliminazioni degli avversari, quindi è particolarmente importante ogni eliminazione in più che viene effettuata. La differenza tra un giocatore appena sopra media difensivamente, ed uno appena sotto media, è quasi impossibile da vedere ad occhio nudo, ma a volte alcuni pensano di poter giudicare l'abilità  di un giocatore semplicemente osservandolo, magari addirittura osservandone gli highlights. Uno fa una grande giocata ed è un grande difensore. Che senso ha? Fernando Tatis ha battuto 2 GS nello stesso inning. Mai nessuno lo ha fatto oltre a lui, ma c'è qualcuno che avrebbe il coraggio di definirlo il più grande fuoricampista della storia? Perchè con la difesa spesso vengono utilizzati criteri relativamente analoghi.

Bisogna considerare che spesso un giocatore costretto a fare parecchie giocate atletiche o in tuffo magari era posizionato male o ha reagito tardivamente alla battuta. Un buon difensore potrebbe avere ottimi istinti e reazioni, trovandosi coi piedi piantati sulla palla battuta dall'hitter, mentre un difensore inferiore potrebbe essere costretto a tuffarsi. A quel punto se il difensore migliore effettua la giocata di routine ed il difensore peggiore effettua la giocata stando sulle ginocchia dopo il tuffo, che differenza fa? Il secondo si è messo nei guai da solo ed alla fine ciò che davvero conta è effettuare l'out, non certo la spettacolarità . I tifosi invece si fanno condizionare perchè l'attenzione sul difensore viene spostata solo dopo la battuta, ma nel momento in cui il difensore viene guardato (dai tifosi allo stadio ed ancora di più dalle telecamere televisive) buona parte del suo lavoro (nello spostamento laterale o frontale) è già  stato effettuato. Anche per questo è importante osservare le statistiche oggettive. Non a caso i difensori più sopravvalutati sono quelli spettacolari (effetto-Jeter), nonostante la spettacolarità  nel caso specifico sia figlia del range ridotto, ed i difensori bravi nella propria zona, abili a prendere tutte le palle semplici, sebbene facciano meno out complessivamente.

Gli errori inoltre non contano niente, perchè possono essere effettuati solo da un giocatore che arriva sulla palla: uno con poco range (che dunque non arriva sulla palla) commetterà  meno errori per definizione. Gli errori equivalgono esattamente ad una giocata non fatta, ossia ad una palla non raggiunta, nonostante siano più vistosi e magari frustranti.

Posto che non si discuta su chi sia il giocatore più utile tra uno con .400 di OBP ed uno da .350, allo stesso modo un difensore che fa più eliminazione di altri è molto più utile alla propria squadra. Alcuni ritengono che se la differenza tra due giocatori è di 10-15 giocate durante una stagione, allora la difesa possa essere poco considerata, ma non è proprio così. Il primo fattore da considerare è che ci siano meno giocate difensive che offensive, quindi 10-15 equivalgono ad una percentuale relativamente alta di giocate. Prendiamo il caso dei prima base. Il prima base medio in 1134 IP ha fatto 129 giocate utili su 175, più 27 fuori zona per un totale di 156. Considerato che Pujols faccia 29 giocate sopra media, questo significa che un giocatore contro di lui abbia l'equivalente di .166 punti di media battuta in meno, rispetto al difensore medio! Non parliamo neanche di quelli sotto media, ma chiunque potrà  notare la differenza tra un hitter da .366 ed uno da .200, no? Inoltre 29 giocate su 175 equivalgono a 99 eliminazioni in più su 600 turni di battuta. Un giocatore offensivo con 99 eliminazioni in più di un altro, su 600 turni di battuta, non sarebbe mai considerato altrettanto valido; perchè non deve accadere lo stesso coi difensori?

Il numero relativamente ridotto di occasioni difensive riduce la differenza visiva tra un buon giocatore ed uno scarso, ma ne aumenta l'incidenza in proporzione, proprio perchè un paio di giocate acquisiscono un'importanza maggiore.

Un altro fattore incomprensibile è che i giornalisti indichino la variazione nelle prestazioni dei giocatori (come nel caso di Ensberg negli ultimi anni) e le portino come “dimostrazione” dell'inaffidabilità  delle statistiche. Questo è un controsenso perchè ovviamente tutti hanno anni buoni e negativi. Se Andruw Jones può battere .220, perchè Ensberg o Lowell non possono avere crolli nelle loro prestazioni? Naturalmente siccome si paragona solo all'interno degli stessi ruoli, la variazione può essere superiore: basta perdere 13-14 posizioni e si passa dai migliori in assoluto ai peggiori in assoluto, perchè regolarmente ci sono solo circa 20 giocatori che giocano abbastanza da essere “qualificati” per le considerazioni. Nelle statistiche offensive invece i ruoli si mischiano e l'effetto è meno visibile, ma non per questo meno esistente.

Bisogna solo abituarsi ed aprire la mente, ma finalmente abbiamo dei metodi nuovi e potenti per valutare la difesa dei giocatori (aspetto notevolmente sottovalutato negli anni scorsi), lato importantissimo del gioco. Purtroppo siamo consci del fatto che servano anni per valutare definitivamente l'impatto di queste statistiche sul pubblico generale, ma la gestione della maggior parte delle squadre le utilizza già . Naturalmente noi abbiamo un nostro metodo, e ne esistono altri, con vantaggi e controindicazioni. Con gli anni verranno perfezionate, ma già  adesso c'è pochissima discordanza qualitativa (i migliori sono migliori ed i peggiori sono peggiori con tutti i sistemi), ed al massimo la differenza è quantitativa (di quanto è il migliore Pujols? Davvero di 29 giocate o sono di meno/di più?), ed è comunque molto ridotta. Alcuni sistemi, visto il ridotto numero di opportunità  anno per anno, trovano più opportuno valutare la prestazione difensiva nell'arco di 3 anni (l'UZR lo fa in parte, ad esempio), in maniera da attenuare l'effetto di un'annata negativa di un ottimo giocatore, ma in sostanza il discorso è che un'analisi oggettiva è assolutamente indispensabile per distinguere giocatori di Major League tra loro.

Limiti sugli esterni

Prima di presentare la nostra analisi sugli esterni, dobbiamo parlare delle limitazioni del nostro sistema nella loro valutazione. Se per gli interni riteniamo estremamente efficaci i nostri calcoli, per gli esterni ci sono tanti altri fattori da prendere in considerazione, per i quali non abbiamo a nostra disposizione sufficienti dati. Analizziamoli assieme.

Mentre per gli interni il campo di gioco è sempre lo stesso come dimensioni, e dunque come aree di gioco, per gli esterni non è così. Ogni campo ha le sue personalissime dimensioni, concedendo dunque più o meno spazio agli esterni, che si posizioneranno in maniera sempre diversa. Un esempio è Fenway Park: le palle che colpiscono il muro farebbero parte dell'area controllata dall'esterno sinistro, quindi Manny Ramirez in particolare fa una figura molto peggiore del suo valore effettivo, dal momento che anche se la palla colpisce ad 8 metri di altezza, risulta come una che lui avrebbe dovuto prendere. Questa è un'inefficienza del sistema, ma purtroppo in questo momento coi dati a nostra disposizione non si può fare di più. Ci sono sistemi indipendenti che correggono fattori del genere in ogni caso, e negli anni verranno senz'altro incorporati. Le statistiche difensive però, come più volte detto, sono in stato embrionale e per il momento non si può fare di più.

Un altro importante aspetto sul quale non possiamo fare di più è quello del braccio di tiro. Il nostro sistema prende in considerazione le giocate in cui vengono fatti degli out, e se per gli interni questo è perfettamente giusto, per gli esterni spesso è importante avere un buon braccio per prevenire l'avanzamento da extra-base del corridore. Sfortunatamente un metodo inefficace per valutare la forza del braccio di tiro è quello di guardare gli assist degli esterni: tante volte i migliori esterni non vengono sfidati al tiro, e pertanto totalizzano meno assist di altri che invece vengono sfidati costantemente e riescono ogni tanto ad eliminare qualcuno. Il nostro sistema non prende in considerazione le giocate non fatte (come gli esterni non sfidati) e dunque la forza di tiro non è presa in considerazione. Anche in questo caso, sono stati fatti studi estremamente complessi ed indipendenti per valutare chi abbia il braccio migliore (Guerrero e Rios hanno due braccioni tra gli esterni destri, giusto per citarne 2), uno dei quali anche a cura del nostro Prof. Pepper un paio d'anni fa, ma risulta impossibile per noi accorparli al nostro studio.

Valutare gli esterni dunque non risulta tanto semplice ed efficace quanto valutare gli interni. Questo non significa che i nostri studi siano da scartare, ma vuole solo dire che quando si analizzano i dati bisogna dare un'occhiata a chi potrebbe essere stato penalizzato da aspetti non presi in considerazione (un campo molto particolare, oppure una forza del braccio eccellente che ne aumenta il valore complessivo). Con questo non vogliamo dire neanche per un istante che Manny Ramirez sia bravo ed Ichiro non lo sia, ma soltanto che ci sono fattori (ad esempio l'abitudine e la bravura nel giocare davanti al muro di Fenway) che mitigano i risultati negativi del primo. Rimane in ogni caso indiscutibile che la qualità  principale, quella che costituisce la maggior parte dell'abilità  totale di un difensore, ossia la capacità  di produrre out, sia efficacemente presa in considerazione. Per amore di chiarezza però ci è sembrato giusto chiarire che i nostri dati, pur essendo affidabili, non saranno tanto accurati e precisi quanto per gli interni.

Aggiornamento sui Gold Gloves 2007

I pezzi su prima base, seconda base e terza base sono stati pubblicati prima della nomina dei Gold Gloves di quest'anno.
In prima base hanno vinto Kevin Youkilis e Derrek Lee. Quest'ultimo ha beneficiato della nomea di grande difensore, confermata dal “nostro” Gold Glove del 2005. Nel 2007 però è stato medio e non avrebbe meritato un nuovo premio. Youkilis invece, come già  detto nel pezzo sulla prima base, non è uno scandalo, anche se ci sarebbero stati giocatori più meritevoli. Come sempre in ogni caso è stato un po' sopravvalutato il giocatore con pochi errori (0 in questo caso!) ed un'ottima copertura della propria zona, anche se con un po' meno range.
In seconda base si sono portati a casa il premio Placido Polanco e Orlando Hudson. Per Hudson si parla ancora una volta di nome, sebbene fosse terzo tra i difensori della NL: Phillips e soprattutto Utley erano molto superiori. Siamo estremamente sorpresi dal fatto che non abbia vinto il fuoriclasse dei Phillies. La scelta di Polanco invece ci sta tutta: praticamente alla pari con Ellis e Kinsler, e chiunque tra loro l'avrebbe meritato. Per i votanti probabilmente è stata decisiva la casella dello 0 tra gli errori (come per Youkilis).
In terza, Gold Gloves a Adrian Beltre e David Wright. Sul giocatore dei Mets, niente da ridire. Siamo stati sorpresi dal trovarlo davanti a Rolen, Chipper Jones e Zimmerman, ma soprattutto davanti a Feliz. In generale comunque ha meritato il premio e controfirmiamo la scelta dei votanti. Per quanto riguarda Beltre, ci sarebbero state scelte migliori. Glaus ha sorpreso quest'anno, ma ha giocato relativamente poco (928 innings). Inge sarebbe stato una scelta migliore, ma Beltre è pur sempre tra i migliori in circolazione (subito dopo Inge), quindi la scelta non è stata disastrosa.

Per questi primi tre ruoli l'unica scelta perfetta, secondo il nostro sistema, è stata quella di Wright, ma quasi tutte (tranne Hudson e Lee) sono accettabili, e non si sono visti particolari errori (come invece ci sono stati tra gli interbase, ma ne abbiamo parlato nell'articolo relativo).

Ma è già  un successo questa serie di scelte da parte dei votanti. Di solito va pure peggio! E cosa possiamo attenderci, quando il modus operandi è già  stato dettagliato da Buster Olney (reporter di ESPN, anni fa incaricato di ritirare i voti per il Gold Glove, la citazione, presa dal suo blog, è tradotta):

Stanza piena di allenatori

Allenatore 1: “Prima base, hmmm…, chi sono i migliori in prima?”
Allenatore 2: “Quello che gioca per la squadra che abbiamo appena affrontato è abbastanza bravo”
Allenatore 1: “Si, giusto. Non sa tirare per niente, ma le sa prendere.”
Allenatore 2: “Che ne dite di X?”

Tutti gli allenatori: “si, ottima scelta”

Col risultato seguente che tutti gli allenatori, senza statistiche, senza analisi e senza neanche considerare altri candidati, votano in massa per il Candidato X. La votazione è stata ponderata per circa 1 minuto e si è basata su memoria selettiva (che naturalmente viene aiutata dal fatto che il giocatore abbia un “nome” ed abbia vinto il premio in passato). C'è approssimazione, ed il premio non ha alcuna credibilità . Alcuni allenatori (tipo i suggeritori di terza base) fanno attenzione alle statistiche (è il loro lavoro), ma a tutti gli altri non interessa minimamente di assegnare con equità  questo premio.

Abbiamo più volte detto che le statistiche difensive siano solo all'inizio. Il nostro sistema è uno dei primi basati sul play-by-play (ne esisteranno giusto 4-5 riconosciuti) ed è naturale che la credibilità  vada costruita nel tempo. Sfortunatamente, molti ancora non credono nella loro applicazione, ma piuttosto si fidano magari della bravura di chi ha vinto un premio (assegnato nel modo succitato). Pian piano, le cose cambiano e continueranno a farlo però. Nei prossimi giorni, analizzeremo anche gli esterni.

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