Conference Finals: Preview

Twellman tenta di portare i Revs alla 3ª Finale consecutiva…

Questa sera alle 19.30 (ora della costa Est) al Gillette Stadium di Foxboro avrà  luogo l'Eastern Conference Championship tra New England Revolution e Chicago Fire; sabato sera, invece, alle ore 20.30 al Robertson Stadium di Houston, i padroni di casa Dynamo e i Kansas City Wizards si sfideranno per il Western Conference Championship. In questo articolo analizziamo entrambe le gare tentando di individuare i motivi di interesse e le tematiche legate a ogni squadra.

EASTERN CONFERENCE CHAMPIONSHIP

New England Revolution - Chicago Fire
(regular season: 2 vittorie Chicago - 1 vittoria Boston)

Prima di tutto partiamo dal dato della stagione regolare: Chicago ha avuto la meglio su Boston in 2 occasioni su 3. Ciò significa che, almeno potenzialmente, i Fire sanno come fermare i Revs e potrebbero dimostrarlo anche questa sera.

Se ad inizio stagione avremmo dato per scontata una presenza dei Revolution nella Finale di Conference, la stessa cosa non possiamo dirla per i Fire, anzi prospettavamo per loro una stagione fatta più di ombre che di luci. Ma è evidente come l'arrivo di Cuahutemoc Blanco e la guida tecnica di Juan Carlos Osorio abbia letteralmente trasformato questi Fire, che ora giocano in maniera molto più "latina" rispetto alla maggioranza degli altri team della MLS.

Che Chicago abbia una connotazione decisamente votata alla costruzione del gioco, del resto, è risultato chiaro durante le Conference Semifinals contro Washington. I capitolini erano migliori sotto tutti i punti di vista, ma hanno pagato a caro prezzo una condizione fisica fattasi deficitaria nelle ultime settimane; Osorio ha capito che aggredendoli fin dall'inizio avrebbe potuto sorprenderli e sfruttare un notevole vantaggio.

Questo è stato vero sia all'andata (vittoria dei Fire) sia, forse più ancora, al ritorno (pareggio per 2-2 ma Chicago conduceva per 2-0), quando la rimonta dei United non si è concretizzata proprio per l'evidente carenza di fiato.

E questo risultato non avrebbe potuto verificarsi se, col tempo, i Fire non avessero adottato una tattica più offensiva, che mirasse più a costruire trame interessanti piuttosto che limitarsi a distruggere quelle avversarie.

Osorio è un coach che predilige adattare la squadra all'occasione e all'avversario, variando tra un 3-4-1-2 e un 4-3-1-2. Ad ogni modo, è sempre Blanco che giostra da rifinitore dietro 2 punte, individuate in Wanchope e Barrett. Rolfe si è evoluto nel ruolo di centrocampista offensivo, generalmente sulla fascia destra; quando occasionalmente Osorio ha provato un inedito 3-3-2-2, Blanco e Rolfe hanno agito come punte esterne. Pause e Robinson possono giocare sia come centrali che come esterni di centrocampo e Robinson all'occorrenza può scalare come centrale difensivo. Conde è un difensore centrale che può giocare come esterno di sinistra in difesa, mentre Gutierrez è più a suo agio sul lato sinistro.

Il punto focale di tutto questo secondo noi è il centrocampista Armas. 35 anni, centrocampista difensivo che di solito si occupa di rendere inoffensivo il cervello pensante della squadra avversaria, Armas quest'anno sembra aver sviluppato anche doti di mediano, risultando decisivo nel far salire la squadra.

Dobbiamo ricordarci comunque che parliamo di una squadra da 10 W, 10 L e 10 T, che ha concesso 36 reti in stagione regolare e ne ha segnate solo 31, perciò esiste più di un punto debole: la difesa dei Fire, pur duttile, non è ermetica e soffre la pressione se aggredita con continuità  (il 2° tempo della gara contro Washington lo dimostra). Inoltre Wanchope e Barrett non sono un esempio di prolificità ; una buona organizzazione difensiva potrebbe ridurne di molto la pericolosità .

Organizzazione difensiva che i Revolution (o meglio, il loro coach Steve Nicol) sono maestri nel mettere in atto. Nicol è ricorso al suo schema preferito, il 3-5-2, per il 3° anno consecutivo, identificando quindi i Revs con questo schema tattico. Forse non si tratta di uno schema particolarmente spettacolare, ma è molto redditizio.

5 centrocampisti garantiscono un'ottima copertura difensiva dando al contempo un supporto considerevole alla manovra d'attacco. La difesa a 3, in cui agisce da centrale Parkhurst (appena nominato Difensore dell'Anno), con ai lati John e Heaps, concede poche penetrazioni ai cursori avversari grazie al filtro di centrocampo. Dopo la dipartita di Dempsey, Ralston è diventato centrocampista di destra, fornendo assist in quantità  (1° nella classifica ogni-tempo della MLS), e Thompson si è spostato sulla fascia sinistra dando a Dorman il compito di giostrare dietro le punte. Larentowicz e Joseph formano il backcourt di centrocampo, con il 2° che si prende spesso il lusso di fornire assist di pregio (si veda la gara contro New York), grazie ad una lucidità  sempre viva anche nei momenti di maggior confusione: è lui il cervello pensante di questa squadra. La coppia d'attacco Twellman-Noonan è una garanzia, anche se su Noonan incombe sempre il pericolo di qualche infortunio dell'ultima ora.

Anche Boston non è però priva di ombre: segnare 51 gol è uno score di tutto rispetto, ma concederne 43 significa che ogni tanto anche nel sistema difensivo dei Revs c'è qualche buco; però è vero che molti dei gol presi dai Revs sono arrivati nelle ultime giornate, quando evidentemente Nicol aveva deciso di tirare un po' i remi in barca.

Dal punto di vista della spettacolarità  non ci aspettiamo molto da questa gara: i Fire potrebbero decidere di aggredire Boston per sorprenderla, oppure aspettare che siano i Revs a fare la partita per tentare di pungere con qualche contropiede ficcante. Ma la velocità  è un'arma che a Chicago non dispongono, mentre Boston può rovesciare il fronte in un amen, anche perché è squadra coriacea, dal grande killer instinct.

Secondo noi fondamentale sarà  il duello a distanza tra Armas e Joseph: chi dei 2 prenderà  in mano le redini della gara risulterà  decisivo.

WESTERN CONFERENCE CHAMPIONSHIP

Houston Dynamo - Kansas City Wizards
(regular season: 1 vittoria Houston - 1 pareggio)

Partita più equilibrata di quanto possa sembrare vedendo i nomi delle sfidanti. Al pari di Chicago, anche Kansas City è guidata da un coach "latino". Curt Onalfo, infatti, è brasiliano (anche se naturalizzato americano), e anch'egli predilige una tattica più basata sulla costruzione del proprio gioco.

Grazie ad un atteggiamento più offensivo, infatti, è riuscito nell'impresa di restituire le luci della ribalta a Eddie Johnson, attaccante che parla sempre troppo rispetto a quanto segna, ma almeno quest'anno ha fatto parlare anche i suoi piedi: 15 gol e 6 assist sono un gran bel bottino e il ragazzo sembra lanciato verso altri traguardi.

Teniamo però presente che i Wizards si sono classificati al 5° posto della Eastern Conference: questo, oltre a essere testimonianza di una supremazia dell'Est sull'Ovest, indica che la squadra ha comunque alcuni punti deboli.

Curt Onalfo ha sempre mantenuto un 4-4-2 di base, modificandolo di poco a seconda delle circostanze. In difesa c'è stabilmente Burciaga a sinistra, con Garcà­a e capitan Conrad centrali e Jewsbury a destra. Wahl e Hohlbein possono giocare sia in difesa che come centrali di centrocampo. In mediana troviamo un rombo costituito da Zavagnin (o Victorine), il rookie Harrington e Arnaud ai lati e Marinelli dietro le 2 punte, che sono Johnson e Sealy, che però possono essere raggiunte dallo stesso Arnaud nei rari casi in cui Onalfo passa al 4-3-3.

Harrington è proprio il caso di rookie subito utile per la squadra; dopo un necessario periodo di ambientamento ha subito fatto vedere di che pasta è fatto guadagnandosi il posto di titolare. Però la squadra subisce troppi gol (46 nella regular season) e, anche se ne segna molti (45), Onalfo è sempre alla ricerca di un assetto che garantisca più copertura senza perdere in penetrazione.

Di questi attimi di sbandamento potrebbero approfittare i Dynamo, che con un reparto di centrocampo formato da Mulrooney, Mullan, Davis e De Rosario sono qualitativamente superiori nella zona nevralgica del campo.

Il coach dei Dynamo Dominic Kinnear schiera la squadra con uno speculare 4-4-2. Detto del centrocampo, in attacco troviamo Ching e Dalglish, che a causa di infortuni spesso lasciano il posto a Jaqua e/o Ngwenya (non sempre con gli stessi risultati). Jaqua può giocare comunque anche come esterno di centrocampo. In difesa il capitano Barrett, Cochrane, Robinson e Waibel costituiscono la linea a 4, che può diventare a 3 se Cochrane lascia il posto a Clarke che va a posizionarsi a centrocampo, facendo così avanzare Mulrooney.

In ogni caso Kinnear ha a sua disposizione qualche variante tattica che Onalfo non ha, ma soprattutto è sotto l'aspetto qualitativo e dell'organizzazione difensiva che il bilancio del pronostico pende a favore di Houston.

Entrambe le squadre giocano per segnare un gol in più rispetto all'avversario, ma non c'è dubbio che la difesa dei Dynamo sia molto più organizzata di quella dei Wizards, oltre che molto più abituata a giocare per certi traguardi.

Il duello da seguire sarà  quello a distanza tra De Rosario e Marinelli: la fantasia al potere contro il ragionatore di centrocampo.

Potremmo assistere ad una gara molto accesa, con poche mosse tattiche ma di grande impatto se entrambi i coach decideranno di giocare a viso aperto; se viceversa qualcuno alzerà  le barricate chi ci perderà  sarà  lo spettacolo.

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