L'abbraccio di Jason Varitek e Jonathan Papelbon dopo la vittoria
La festa è iniziata, i Boston Red Sox, con la vittoria in gara 4 delle World Series, ai danni dei Colorado Rockies giocata la scorsa notte a Coors Field di Denver, hanno scritto l'ultima pagina di una fenomenale post season che li ha portati a vincere l'anello di campioni del mondo, per la seconda volta in quattro anni.
Si era detto alla vigilia dell'ALCS tra gli stessi Red Sox e gli Indians, che chi fosse uscito vincente da quella serie sarebbe stato favorito per il titolo, ed in effetti già dalla prima gara di WS a Boston, i padroni di casa avevano dimostrato una schiacciante superiorità , a tratti addirittura imbarazzante, poi una gara 2 tirata e vinta di misura, e poi tutti a Denver a familiarizzare con cose tipo altura, aria rarefatta, umidificatori, ma con lo stesso risultato.
Il momento del verdetto
Dunque si iniziava gara 4 sul 3-0 nella serie, ed il matchup tra i pitchers era inedito: Aaron Cook per i padroni di casa e Jon Lester per gli ospiti. Il primo era al rientro dopo oltre 2 mesi di stop a causa di uno stiramento, ed il secondo, di cui tutti conosciamo la storia della lotta contro un cancro lo scorso anno, era in realtà un partente di emergenza avendo Tim Wakefield dato forfait alla vigilia della serie per i soliti acciacchi alla schiena.
I Red Sox iniziavano subito bene con il un doppio del leadoff Jacoby Ellsbury, successivamente spinto a casa dalla valida di David Ortiz, e poi poca roba fino al quinto inning, quando erano ancora gli ospiti a segnare, con Mike Lowell che dopo aver battuto un doppio si rendeva poi protagonista di una bella corsa sul singolo di Jason Varitek, vanificando il tentativo di eliminazione del catcher Yorvit Torrealba che riceveva il tiro dell'esterno destro Brad Hawpe.
Nel settimo ancora Lowell protagonista con un fuoricampo che portava il punteggio sul 3-0, ed a quel punto iniziavano i cambi: il manager dei Rockies Clint Hurdle richiamava Cook per Jeremy Affeldt, mentre Terry Francona aveva già sostituito Lester con Manny Delcarmen per chiudere il sesto, e decideva di tenerlo anche per il successivo innning, quando veniva colpito da un solo HR di Hawpe. Ci pensava allora Mike Timlin a chiudere l'inning con due pesantissimi strikeout. Probabilmente il sigillo di fine carriera per lui.
Nell'ottavo poi Brian Fuentes prendeva il posto di Affeldt sul monte, però al primissimo lancio veniva punito dal primissimo giro di mazza di Bobby Kielty entrato come pinch hitter: 4-1 e partita apparentemente in ghiaccio mentre i rilievi più forti si scaldavano nell bullpen dei Red Sox, eppure non era finita: proprio Hideki Okajima, arrivato a fine stagione con la spia della riserva accesa, dopo un out e una valida, concedeva un 2R HR a Garrett Atkins, che portava il punteggio sul 4-3 e riaccendeva le speranze dei padroni di casa. A quel punto Francona giocava il tutto per tutto inserendo il super closer Jonathan Papelbon, chiamato a fare i 5 out finali con 1 solo punto di vantaggio. Quando si dice salvezza difficile. Ed erano mani sicure quelle del ragazzone nativo della Louisiana, che infatti non concedeva neanche una valida e dopo un brivido su una profonda battuta di Jamey Carroll presa da Ellsbury alla warning track, chiudeva con uno strikeout su Seth Smith che consegnava il titolo ai Red Sox.
E adesso?
E adesso niente più baseball per 4 mesi. Spazio agli awards, alle chiacchiere, alla Hall of Fame, al mercato, ma niente più baseball giocato fino a marzo. La squadra che ha vinto le il titolo è una squadra fortissima, costituita per una parte dai reduci della gloriosa impresa del 2004, ma anche in gran parte da parecchi giovani, molti dei quali cresciuti all'interno della farm. Inoltre ci sono due ragazzi, Mike Lowell (al quale è andato il riconoscimento come World Series MVP) e Josh Beckett che sono arrivati insieme due anni fa dai Florida Marlins e con quella squadra avevano vinto l'anello nel 2003. Insomma un bel mix di esperienza e freschezza atletica. Poi c'è Theo Epstein, grande general manager ed immenso stratega, c'è una batteria di coaches che hanno avuto il merito di portare la squadra al top della forma ad ottobre, e poi c'è lui, Terry Francona, discusso da una parte, osannato dall'altra ed ora diventato intoccabile. Ha giocato in carriera 8 gare di World Series e le ha vinte tutte, o meglio, è stato alla guida di una squadra che le ha vinte, comunque è un record in MLB, e sicuramente parte del merito va anche a lui.
Ma come non nominarli tutti, i giocatori, quelli che sono i veri protagonisti: oltre a quelli già citati dovremmo elencare anche gli altri facenti parte di questo strepitoso roster, ma basta leggere le cronache delle partite precedenti per ritrovarli uno per uno, e per rendersi conto che sono stati in un modo o in un altro tutti protagonisti, e che ciascuno di loro è riuscito a dare il proprio contributo a questa splendida vittoria.
E' vero che in questa serie Boston si è trovata di fronte una squadra la cui forza si è sciolta come la neve al sole, e poi c'è il solito discorso del confronto tra una squadra di American League ed una di National League, per cui la vera finale l'avevano probabilmente vinta già contro gli Indians, ma comunque ora e per qualche giorno ci sarà spazio solo per i festeggiamenti dei tifosi, con le ormai celebri danze celtiche di Papelbon, articoli sui giornali, libri, celebrazioni, ma soprattutto sul grande almanacco dei vincitori, un nuovo anno, il 2007, con scritto accanto un vecchio nome: i Red Sox.