Dustin Pedroia, piccolo grande rookie
Provate ad immaginare cosa possa passare per la testa un giovane rookie che disputa la sua prima post season in MLB, e nella decisiva gara 7 della serie, in casa, col punteggio ancora in bilico, batte un fuoricampo che permette alla propria squadra di mettere al sicuro il punteggio ed aggiudicarsi partita, serie ed accesso alle World Series.
Ebbene questo ragazzo ha un nome ed un cognome, Dustin Pedroia; 24 anni, fisico non certo da super atleta, alla sua prima stagione da titolare in Major League, la scorsa notte è stato decisivo nella gara che assegnava il pennant dell'American League, tra i Boston Red Sox ed i Cleveland Indians,con 3 valide, di cui appunto un 2R-HR ed un bases-clearing double che ha definitivamente seppellito i temuti avversari.
Ma sarebbe ingiusto non citare anche tutti gli altri, di questa squadra che ha fatto della tenacia l'arma vincente e che in molti davano per spacciata dopo essere andati sotto per 3-1 nella serie e che invece ha saputo ritrovarsi, tirare fuori gli attributi ed il talento dei singoli e recuperare l'inerzia perduta ad inizio serie.
La cronaca
Ma veniamo al dettaglio della gara di ieri: I partenti erano Jake Westbrook per gli Indians e Daisuke Matsuzaka per i Red Sox, gli stessi di gara 3 della serie, ed allora la gara era andata a Cleveland.
La squadra di casa si portava in vantaggio fin dall'inizio e dava l'impressione di poter dominare il lanciatore ospite, ma dopo i primi inning anche il Rookie nipponico andava in difficoltà , e il manager Terry Francona decideva di lasciarlo comunque in campo fino alla fine del 5 inning, quando il punteggio era sul 3-2 per i padroni di casa.
Tutti si aspettavano uno o due innings da parte di Josh Beckett, eroe della postseason di Boston e nominato MVP dell'ALCS, ed invece entrava l'altro giapponese Hideki Okajima che resisteva per due scoreless innings, ma in quel momento la squadra di casa correva il rischio maggiore, infatti nella parte alta del settimo, con un solo out e Kenny Lofton in seconda, Franklin Gutierrez batteva un singolo che innescava la corsa di Lofton che però inspiegabilmente veniva fermato dal coach di terza base Joel Skinner; subito dopo Casey Blake batteva in un doppio gioco che chiudeva l'inning.
Dall'altra parte invece, il manager Eric Wedge sostituiva Westbrook proprio quando sembrava avesse trovato il ritmo giusto, ed aveva eliminato 8 battitori di fila, ed il conto dei lanci non era nemmeno troppo alto; decideva così di affidarsi a Rafael Betancourt, che veniva però ripetutamente colpito duro dalle mazze di Boston; dopo l' HR di Pedroia al settimo la squadra perdeva concentrazione, testimone all'ottavo inning l'incomprensione degli infielders di sinistra che si ostacolavano su un innocuo pop-up di Jason Varitek, trasformandolo in un doppio che spingeva Drew in terza.
La successiva base intenzionale a Jacoby Ellsbury (prima in carriera) riempiva le basi e dopo l'out di Julio Lugo, ancora Dustin Pedroia con un doppio portava tutti a casa. Inevitabile a quel punto il cambio del lanciatore, ma anche Jensen Lewis, al secondo lancio su Kevin Youkilis, veniva punito con un impressionante fuoricampo a cui solo i bottiglioni pubblicitari della Coca Cola sul Green Monster impedivano di finire in un'altra contea.
La festa
Ed in quel momento, mentre l'impietosa regia della Fox indugiava sui volti sconsolati dei giocatori di Cleveland, consapevoli di aver sprecato tre match-point, per i giocatori di Boston iniziava la festa anticipata, con David Ortiz che alla faccia della scaramanzia si aggirava nel dugout indossando già la divisa da bagno di Champagne e gli occhialetti da piscina. Spazio anche per Coco Crisp nella parte alta del nono, che conoscendo come le proprie tasche ogni centimetro dell'esterno centro di Fenway Park si rendeva protagonista di due belle prese al volo, l'ultima delle quali, quella che di fatto ha chiuso la gara, con tanto di tuffo ed impatto contro il muro, tra il delirio assoluto della folla. Questa è una delle immagini che i tifosi di Boston non dimenticheranno, assieme all'abbraccio di Big Papi dopo il fuoricampo di Pedroia.
Vincitori e vinti
A questo punto sono d'obbligo un paio di considerazioni: I Red Sox hanno dimostrato di essere una squadra in gran forma e molto affiatata; tutti hanno ritrovato costanza nelle prestazioni; Drew, Lowell, Varitek ci sono, e quando i grandi sluggers rallentano ci pensano gli altri; in particolare i rookies hanno deciso gara 7, Matsuzaka, Okajima, Ellsbury, Pedroia, tutti protagonisti assoluti. Lasciamo spazio ad ogni genere di commento sull'operato di Francona, che sembra voler far soffrire i tifosi con scelte talvolta discutibili ma che alla fine portano a casa il risultato.
Forse si tratta solo di fortuna o forse di precisi rischi calcolati, tant'è che fino ad oggi gli obiettivi sono stati raggiunti; ora manca quello più importante: altre quatto vittorie per la storia, in una serie difficile da decifrare a priori come sempre succede quando si affrontano due squadre di leghe diverse.
Infine una riflessine sugli sconfitti: lascia un po' di amaro in bocca pensare che una di queste due squadre abbia dovuto abbandonare la scena al termine di una serie così avvincente e combattuta, ma questi Indians, che hanno molti simpatizzanti in tutto il mondo e che ad un certo punto sembravano meritare la vittoria, sono stati traditi da alcuni giocatori chiave: su tutti i lanciatori più quotati CC Sabathia e Fausto Carmona, zero vittorie in quattro partenze nella serie contro Boston, ma anche in attacco hanno deluso gli attesissimi Grady Sizemore eTravis Hafner. A tutti loro va comunque un grazie per aver dato luogo ad una sfida sportiva così emozionante ed un in bocca al lupo per la prossima stagione.
Ma ora spazio ai vincitori.