Ce la faranno i Diamondbacks anche senza Orlando Hudson?
Dopo una regular season che ha sconvolto quasi tutti i pronostici di inizio campionato, ci accingiamo a vivere l'esaltazione dei playoff con quattro squadre protagoniste di altrettante storie esaltanti.
Nella East Division il pennant è andato ai Philadelphia Phillies dopo una incredibile rincorsa che li ha portati a bruciare i Mets, che avevano guidato la division praticamente per tutta la stagione.
La striscia vincente finale (13-3) sembrava finalizzata ad una equilibratissima lotta per la wild card, senonchè il crollo dei Mets (5-12) ha reso possibile l'improbabile, consentendo a Philadelphia una soddisfazione che non provava dal 1993.
Quasi inutile sottolineare che questo risultato è dovuto in gran parte al devastante attacco che i Phillies possono esibire: Rollins, Rowand, Howard, Utley e Burrell hanno messo insieme 156 home runs, con una slugging superiore a .500 per tutti e cinque, e 519 RBI.
Meno efficace è stato il settore dei pitchers dove il solo Hamels è risultato più che affidabile: la sua più che discreta ERA (3.39) lo ha portato ad un record di 15-5 che lo consacra nettamente al numero 1 della rotazione. Bene anche Kendrick (10-4, ERA 3.87) mentre altalenanti sono stati Eaton, Moyer e Lohse.
Nella Central hanno invece trionfato i Chicago Cubs.
Dopo una partenza a dir poco stentata ( ad inizio di giugno erano 9 gare sotto il .500) i Cubs hanno iniziato la loro rimonta ai danni di Milwaukee completandola in agosto e poi mantanendo la leadership fino alla vittoria del pennant, anche se con il peggior record di tutte le quattro qualificate alla post season.
I super acquisti Aramis Ramirez (in realtà un free agent confermato) e Soriano hanno atteso settembre per far volare l'attacco di Chicago che ha manifestato mancanza di potenza per lunghi tratti della stagione, complice anche la stagione sotto media di Derrek Lee in battuta.
A salvare la baracca, oltre al calo dei Brewers, sono stati soprattutto Zambrano e Lilly, ben spalleggiati da Hill e Marquis che hanno consentito ai Cubs di fregiarsi del secondo miglior monte della NL dietro solo a S. Diego.
Le 18 vittorie di Zambrano però non ingannino, in regular season è stato Lilly (15-8) a lanciare meglio anche se lo slot n° 1 in rotazione sarà ancora dell'asso venezuelano.
Serviranno le loro prestazioni se Chicago vorrà vincere le World Series dopo 99 lunghissimi anni.
I Cubs si troveranno davanti la sorpresa più inaspettata della stagione: gli Arizona Diamondbacks.
Partiti dietro a quasi tutti nei pronostici della vigilia, i D'Backs si sono mantenuti in scia a Dodgers e Padres fino alla sosta per l'All Star Game per poi scavalcarli e dare vita ad un entusiasmante duello fino all'ultima giornata con i Padres dove hanno potuto meritatamente festeggiare il titolo, tra le altre cose con il miglior record di tutta la NL.
Una squadra costruita sui giovani, a cui era stato aggiunto il super veterano Randy Johnson che è stato perso per infortunio a metà stagione, che ha dimostrato di crederci sempre e di non mollare mai.
Certamente anche la fortuna ha dato il suo aiuto, se si pensa che Arizona ha subito 20 punti in più di quelli che ha segnato; il differenziale di vittorie attese con uno score simile è di 11 vittorie in meno delle 90 totalizzate effettivamente.
In parte è dovuto al fatto che Arizona ha vinto molte partite sul filo di lana, subendo a volte rovesci clamorosi che hanno fatto pendere molto la bilancia dal lato dei punti subiti.
I lanciatori, soprattutto il fenomeno Brandon Webb, hanno fatto la fortuna di Arizona mentre l'attacco, pur non esibendo numeri da favola, ha saputo colpire al momento giusto.
Byrnes e Hudson (purtroppo fuori per la post season) sono stati i catalizzatori, ma spettacolare è stata la stagione del rookie Chris Young che, con i suoi 32 home run, guida una serie di nove battitori tutti in doppia cifra in questa statistica.
Da segnalare anche la forza del bullpen e soprattutto del trio Pena, Lyon e Valverde che ha dominato gli ultimi innings numerosissime volte, concludendo l'ottimo lavoro che i vari Webb, Davis, Hernandez e Owings facevano per sei innings.
Insieme ad Arizona, la NL West fornirà l'ultima protagonista dei playoff: i Colorado Rockies.
La loro qualificazione è stata ancora più incredibile di quella dei Phillies in quanto a rimonta e pari a quella di Arizona in quanto a imprevedibilità ; in più, è stata ottenuta in modo a dir poco rocambolesco in uno spareggio che ha rischiato di provocare più di un infarto tra i tifosi di Denver.
Indietro per tutta la stagione e stabilmente al quarto posto della division, Colorado non si è mai arresa e partita su partita ha iniziato ad avvicinarsi alla testa fino al rush finale: a due partite dalla fine sembrava finita ma S. Diego le ha perse entrambe e Colorado è riuscita in extremis ad agganciare i Padres, complice una rara defaillance del closer Hoffman che ha sprecato una salvezza (dopo essere stato ad uno strike dal portarla a casa).
Lo spareggio è stato ancora più incredibile: avanti Colorado 4-0, rimonta fino al 5-4 S. Diego, nuovo sorpasso Rockies 6-5 ed infine pari all'ottavo su errore difensivo di valutazione di Holliday ed extra innings.
Nel 13°, home run di S. Diego (con Hairston) per due punti e partita compromessa: entra Hoffman e Colorado riesce a segnarne 3 per agganciare la wild card e la seconda qualificazione alla post-season della storia della franchigia, 12 anni dopo la prima. Il punto del walkoff vittorioso arriva su una controversa volata di sacrificio di Carroll che porta a casa Holliday dalla terza (dove era arrivato dopo un triplo). Probabilmente l'esterno dei Rockies non ha toccato il piatto di casa base (successivamente al contatto con Barrett), ma per l'arbitro Tim McClelland ce l'ha invece fatta e l'ha chiamato salvo. I Padres hanno accettato il verdetto con molta sportività senza protestare, compostamente.
Il tutto ottenuto con i 3/5 della rotazione fuori per infortunio e grazie ad un attacco esplosivo, specialmente quando gioca al Coors Field: Holliday è stato semplicemente strepitoso ma ha potuto contare su un cast di supporto altrettanto efficace.
Helton, Hawpe, Atkins ed il rookie Tulowitzki non lo hanno certo fatto sentire solo nel costante bombardamento dei pitcher avversari.
Sul monte, Colorado ha contato soprattutto sui superstiti Francis e Fogg ma ha avuto responsi positivi anche da Jimenez e Morales, chiamati a rimpinguare una rotazione ridotta veramente all'osso.
Le sfide
Phillies vs Rockies
Si sfidano i due migliori attacchi della NL e non ci sarà certo da annoiarsi: inoltre sono le due squadre che arrivano ai playoff con l'inerzia maggiore ed il morale alle stelle.
Indubbiamente hanno dimostrato di essere le più in forma: quella che non pagherà il fatto di pensare troppo all'impresa già compiuta ma si concentrerà su quella da compiere potrà prevalere in una sfida che si annuncia equilibratissima.
Vedo Phila leggermente favorita (ha il fattore campo dalla sua) e dico 3-2.
Arizona vs Cubs
Altro scontro di difficile interpretazione a causa della giovane età dei giocatori di Arizona: come reagiranno in partite dentro o fuori, come quelle dei playoff, senza Hudson?
Qua la sfida invece si gioca sul monte e riesce difficile capire cove si indirizzerà .
Azzardo Cubs in cinque partite, ma rischio una figuraccia.