Lo scontro decisivo fra Rodriguez e Snow, che ha dato il passaggio del turno ai Marlins…
Per raccontare in breve cosa siano state le division series tra Giants e Marlins è forse il caso di seguire l'odiosa abitudine di chi è solito andare subito a leggiucchiare le ultime righe di un libro per farsene un'idea. Partire dall'epilogo insomma.
Gara 4, elimination game per i Giants, punteggio di 7-6 nel nono inning in favore dei Marlins. In situazione di due eliminati e J.T. Snow in seconda, si presenta al piatto Jeffrey Hammonds che batte un singolo in campo esterno sinistro. Jeff Conine recupera prontamente la pallina e spara il lancio verso casa base.
L'indiscusso MVP della serie, il catcher di Florida Ivan Rodriguez, si piazza di fronte al piatto, riceve la pallina e si prepara alla collisione con il prima base dei Giants. Snow, superstar di football a livello di high school si scontra con Rodriguez nella speranza che questi perda il controllo della palla, proprio come accaduto nell'ottavo inning al catcher dei Giants Yorvit Torrealba, nella giocata che ha dato il vantaggio di 7-5 ai Marlins (il corridore a propiziare l'errore era stato lo stesso Rodriguez).
Ma la presa del catcher di Florida è ben salda, l'arbitro chiama l'eliminazione e Snow resta a terra mani nei capelli mentre cominciano ad impazzare i festeggiamenti. I Marlins sono di nuovo alle championship series come nel 1997, anno della vittoria alle World Series; di nuovo entrano come wild card ed eliminano i favoriti Giants al primo turno grazie ad una duplice vittoria casalinga.
E' la prima serie di postseason della storia a terminare con il potenziale punto del pareggio eliminato a casa base. Suo malgrado J.T. Snow entra così nella storia, e come se non bastasse deve subire commenti ironici come quello dell'esterno centro dei Marlins Juan Pierre, leader stagionale di basi rubate con 65.
“Ho visto la valida e ho pensato 'Oh, No!', poi mi sono accorto che era Snow e ho detto 'Oh, sì!'”, con riferimento alla scarsa velocità di corsa del prima base e svariate volte gold glove dei Giants.
Nelle discussioni del dopo partita molti si sono chiesti perché Felipe Alou non abbia inserito un pinch runner al posto di Snow, sostituzione che con il senno di poi avrebbe garantito il punto del pareggio ai Giants. Tuttavia terminati i bench players a disposizione, il manager dei Giants aveva bisogno di Snow in prima base in caso di pareggio e di extra-inning.
Alou ha ammesso che avrebbe rischiato il pinch runner solo se avesse rappresentato il punto della vittoria, e in tal caso per la parte bassa del nono avrebbe schierato in prima base niente meno che il partente di gara 2 Sidney Ponson!
La giocata che ha concluso la serie è l'emblema delle armi principali che hanno portato i Marlins a rinverdire i fasti del '97: una squadra che ha vinto decine di partite punto a punto e negli extra inning, con un baseball improntato alla velocità e all'aggressività sulle basi, e soprattutto una difesa solida e affidabile che consente ai lanciatori di cercare con maggiore continuità l'area di strike.
La chiave di volta del sistema difensivo dei Marlins è l'infield coach Perry Hill, forse il migliore in assoluto nel ruolo. Il reparto interni di Florida è diventato sotto la sua guida il primo della National League per fielding percentage e il secondo per errori, con giocatori solidi come Mike Lowell in terza, Luis Castillo in seconda, Derrek Lee in prima e Alex Gonzalez come shortstop, gli ultimi due ormai riconosciuti ai vertici difensivi delle intere majors nei rispettivi ruoli.
Non estraneo a quest'affidabilità un innovativo sistema ideato da Hill per posizionare gli interni in modo ottimale in relazione ai battitori avversari, oltre che la consuetudine unica nella lega di usare il batting practice per allenare difensivamente gli interni, riserve comprese.
Da non sottovalutare anche l'apporto di un rookie sorprendente e già affidabile a livello di playoffs come Dontrelle Willis, partente in gara 3, che già l'hanno passato partecipò ad una gara di postseason al Pac Bell Park" come spettatore però, visto che è originario della baia. “Non ho potuto però assistere alle World Series perché allora il prezzo dei biglietti era fuori dalle mie possibilità di spesa”.
I Giants invece dopo un'esaltante stagione da 100 vittorie sono rimasti vittima di un improvviso calo difensivo, con alcuni errori eclatanti come la clamorosa presa mancata da Julio Cruz Jr. nell'undicesimo inning di gara 3, oltre che dell'incapacità di battere le valide nei momenti decisivi (un record in gara 3 di 18 corridori lasciati in base, di cui 14 in posizione punto).
Se Edgardo Alfonzo ha punito con continuità le basi intenzionali concesse a Bonds, è la parte bassa del line up che è risultata completamente improduttiva. Ed ora per i tifosi di San Francisco si annunciano tempi duri, visto che il GM Brian Sabean ha annunciato un taglio del payroll di 10 milioni di dollari, e visto anche l'elevato numero di giocatori in scadenza: Santiago, Aurilia, Ponson, Worrel e con ogni probabilità anche Snow, Rodriguez e Cruz Jr. Caro Barry hai forse perso l'ultimo treno per vincere il titolo?
NLW Division Series Words of Wisdom:
– “Come faccio a saperlo?” (risposta del manager dei Marlins Jack McKeon ai giornalisti che chiedevano come il lanciatore Mark Redman che non aveva mai incontrato i Giants si aspettava di affrontarli)
– “Sì, se non riusciamo a fare una trade del frattempo” (risposta di McKeon alla domanda se Willis sarebbe stato il partente di gara 3)
– “CRUZ FOR MVP” (striscione con cui alcuni tifosi dei Marlins hanno accolto l'esterno sinistro dei Giants dopo il tragico errore di gara 3; l'interessato ha risposto salutando con il cappello)
– Un'altra perla del mitico Jack McKeon: i rappresentati della MLB nelle conferenze stampa delle gare di playoffs sono soliti ripetere al microfono le domande in modo che tutti i giornalisti possano sentirle. Il 72enne manager dei Marlins ha confessato di aver capito solo dopo gara 3 che si trattava di un'usanza abituale e non di un bel gesto nei suoi confronti visti i suoi problemi di udito"