Maurice Clarett saluta la NCAA con la speranza di rivederla solo in TV
Maurice Clarett, il running back di Ohio State sospeso per tutta la stagione per aver violato alcune regole della NCAA, ha deciso di fare causa alla NFL per chiedere l'ammissione al draft del prossimo anno. La cosa era nell'aria da più di un anno ma il giocatore alla fine della scorsa stagione aveva assicurato di non aver intenzione di lasciare Ohio State.
Dopo la sospensione Clarett ha però evidentemente cambiato idea ed ha deciso di portare in tribunale la NFL. L'attuale regolamento della lega professionistica prevede che un giocatore debba aspettare almeno 3 anni da quando la sua classe accademica si e' diplomata per dichiararsi eleggibile per il draft.
Clarett ed il suo avvocato, Adam C. Milstein, sostengono che la regola dei 3 anni violi le leggi dell'antitrust e danneggia la concorrenza perché impedisce ad alcuni giocatori di entrare sul mercato. L'avvocato va oltre sostenendo anche che l'intera struttura del draft viola l'antitrust perché il Collective Bargaining Agreement firmato da NFL e unione dei giocatori obbliga chi viene scelto al draft a contrattare soltanto con la franchigia che lo ha chiamato, senza la possibilità di valutare le offerte delle altre squadre.
Proprio il CBA potrebbe essere un punto a favore di Clarett perché in nessuna delle 250 pagine del documento viene espressamente quantificato il limite dei 3 anni. Questo perché quando Paul Tagliabue, commissioner della NFL, e Gene Upshaw, capo dell'associazione dei giocatori della lega, firmarono l'attuale accordo non pensarono di dover scrivere nero su bianco la regola perché la consideravano come una cosa implicita e che tutti davano per scontata.
Vanno a favore del giocatore anche tre precedenti: i casi di Barry Sanders nel 1989 e Eric Swann nel 1991 e soprattutto la sentenza favorevole a Spencer Haywood nel 1971 contro la NBA. Fino ad allora la lega di basket, come la NFL fa adesso, imponeva ai giocatori usciti dal liceo un'attesa di 4 anni prima di potersi dichiarare eleggibile per il draft.
Haywood decise di fare causa soprattutto a causa dei problemi economici della famiglia: "Mia madre veniva pagata 2 dollari e mezzo al giorno per raccogliere cotone e volevo toglierla dai campi il prima possibile quindi decisi di voler diventare subito un professionista". Il giudice annullò la regola NBA e da allora sono entrati nel draft anche giocatori appena usciti dal liceo o che non hanno completato il quadriennio collegiale.
Il limite di 4 anni, l'intera carriera collegiale, è resistito nella NFL fino al 1990 perché l'anno prima la lega aveva fatto un'eccezione per Sanders, talentuoso running back di Oklahoma State, che aveva minacciato di adire alle vie legali. In quel caso la lega per evitare di finire in tribunale decise di ammettere Sanders al draft e dall'anno successivo abbassò il limite di un anno.
Nel 1991 Swann, defensive lineman uscito 2 anni prima dal liceo, venne scelto dagli Arizona Cardinals con la sesta scelta assoluta. In quel caso la NFL "chiuse un occhio" perché impegnata in una causa con l'unione dei giocatori che aveva trascinato in tribunale la lega perché voleva un cambiamento nelle regole su free-agency ed altri aspetti ritenuti una violazione all'antitrust.
Da parte sua la NFL ritiene che la regola dei 3 anni sia un'eccezione alle regole dell'antitrust perché fa parte, anche se indirettamente, del CBA. La legge statunitense, infatti, sostiene che le regole stipulate in un contratto collettivo non sono soggette all'antitrust.
Nel 1996 la lega usò questa scappatoia per imporre la scala salariale da applicare ai giocatori delle development squad senza che l'unione fosse d'accordo. Quest'ultima ricorse in tribunale ma il giudice, in una sentenza a lungo criticata da accademici, diede ragione alla NFL perché anche se la scala salariale non faceva parte del CBA riguardava argomenti coperti dal contratto.
Ora accadrà presumibilmente la stessa cosa. La NFL sosterrà che la regola dei 3 anni fa ovviamente parte del draft e quest'ultimo e' coperto dal CBA quindi la domanda di Clarett deve essere respinta.
Un punto a favore della NFL e' il tempo. Il giocatore ha infatti richiesto un'ingiunzione veloce per avere la possibilità di entrare nel draft il prossimo anno e non dover aspettare il 2005, anno in cui acquisterebbe comunque il diritto di essere scelto perché sarebbero trascorsi i 3 anni dall'uscita dal liceo.
L'unico modo per l'avvocato di Clarett di ottenere una rapida risoluzione della controversia e' di dimostrare che la NFL ha causato al giocatore un danno irreparabile e che la sua richiesta e' nel pubblico interesse. Se non si dovesse arrivare ad un accordo rapido e' probabile che Clarett chieda un risarcimento per poi presentarsi al draft del 2005.
L'entità della richiesta non e' ovviamente ancora stata decisa ma l'avvocato del giocatore sostiene che Clarett sarebbe stato scelto sicuramente al primo round quindi le perdite andrebbero da un minimo di 3 milioni di dollari (signing bonus per l'ultima scelta del primo round) ad un massimo di 14 (bonus della prima scelta assoluta, Carson Palmer).
Nei giorni scorsi si sono presentati davanti al giudice che si occuperà del caso gli avvocati di Clarett e della NFL e sono stati decisi i termini di presentazione dei riassunti legali (fine ottobre e fine novembre rispettivamente). Al termine della sessione il giudice ha dichiarato che farà tutto il possibile per arrivare ad una sentenza entro il primo di febbraio.
In attesa del giudizio del giudice Clarett ha deciso di tornare a frequentare le lezioni ad Ohio State per non perdere l'eleggibilità ' per il prossimo anno nella NCAA. Dovrà accumulare almeno 24 ore di crediti per avere la possibilità di tornare in campo il prossimo anno con la maglia dei Buckeyes.
Il giocatore avrebbe potuto aspettare il prossimo semestre ma ha voluto fare una buona impressione con il corpo dirigenziale dell'università che dovrà decidere, il prossimo anno, se chiedere alla NCAA la reintegrazione del tailback. "Vogliamo vedere come si comporta nei prossimi mesi e poi decideremo cosa fare", ha dichiarato il direttore della sezione atletica di Ohio State, Andy Geiger.
Sono arrivate molto prima invece le opinioni di giocatori ed osservatori sul caso. Jim Brown, consigliere della famiglia Clarett, ha detto che "Maurice vuole mostrare che il sistema e' sbagliato. Penso che sia un atto molto coraggioso perché la maggior parte dei giocatori prende i soldi e non fa niente per migliorare le cose".
"Sa di poter essere un pioniere per la NFL. Vuole aiutare i giocatori che si trovano nelle sue stesse condizioni", continua l'ex giocatore dei Browns, "Per questo sta combattendo contro una delle organizzazioni più potenti del mondo che può contare sui migliori avvocati e su un'enorme quantità di denaro".
Un altro parere favorevole e' quello di Emmitt Smith, ex running back dei Dallas Cowboys ed ora con i Cardinals. "Penso che un uomo debba avere l'opportunità ' di guadagnarsi da vivere e non dovrebbero essergli imposti dei limiti”.
"Clarett ha molto talento ed e' giovane. Lui pensa di potercela fare quindi perché impedirglielo? Quando arriverà nella NFL vedremo cosa è in grado di fare. Ho visto giocatori molto più esperti di lui che dopo un solo giorno o due di camp decidono che il football non fa per loro", continua il tre volte campione del mondo, "L'unico consiglio che gli do e' di non esporsi troppo con i media perché la sua immagine potrebbe risentirne".
Di parere contrario e' invece Jamal Lewis, running back dei Baltimore Ravens. "Clarett non ha idea di cosa vuol dire far parte della NFL. Questo e' un business, non e' più il college. Comunque se dovesse riuscire a vincere la causa gli auguro buona fortuna perché per quel poco che ho visto e' un buon back".
E' della stessa opinione anche Jon Gruden, allenatore dei campioni in carica: "Non riesco a capire come fa uno di 18 o 19 anni a dire di essere pronto per la NFL. Questo e' un lavoro che richiede 12 mesi ai massimi livelli e non penso che un anno al college gli abbia già dato quel tipo di mentalità . Personalmente non voglio nessun 19enne nel mio spogliatoio".
Sono in molti, in effetti, a chiedersi se Clarett riuscirà a ripetere nella NFL quanto di buono ha fatto intravedere lo scorso anno al college. Nessuno mette in dubbio le sue doti di running back ma quello che più preoccupa gli scout e' la scarsa resistenza fisica che gli ha aveva causato diversi problemi già al liceo e che lo hanno tormentato per 5 partite su 12 la scorsa stagione.
In sostanza quello che tutti si chiedono e' se Clarett riuscirà a sopportare i colpi di giocatori molto più dotati fisicamente e molto più veloci di quelli affrontati al college. In nessun ruolo come quello di running back e' necessario saper assorbire i colpi ed il tailback di Ohio State non ha convinto molto sotto questo punto di vista.
C'e' infine un altro aspetto che i dirigenti NFL stanno valutando. Clarett e' pronto a sopportare lo stress della lega professionistica? I problemi accademici e soprattutto l'episodio della falsa dichiarazione resa alla polizia riguardo un furto subito con le relative bugie dette alla NCAA non depongono certo in favore della maturità del giocatore.