Sammy Sosa, il traguardo dei 600 HR in carriera è ormai ad un passo
Nel coltivare la passione per il baseball nell'Italia pallonara, ho sempre avvertito la mancanza di poter condividere anche solo un briciolo delle emozioni che regala questo sport con la quasi totalità delle persone che mi circondano. Dopo un primo periodo di risposte del tipo qual è già il baseball, ah sì è quello dove c'è uno in ginocchio mascherato! oppure ma tu sei quello che batte o quello che corre? e così via fino ad arrivare all'eresia più assoluta (un gioco dove non succede mai nulla"), mi sono rassegnato all'evidenza che è quasi impossibile (al di là di ambienti in cui il gioco si pratica) fare quattro chiacchiere in relax parlando dell'old ballgame. Proprio prendendo spunto da queste considerazioni nasce l'idea di una nuova rubrica in cui poter scambiare liberamente le proprie opinioni sui vari argomenti del baseball a stelle e strisce che di volta in volta saranno trattati e approfonditi. Un po' come si farebbe lungo i corridoi di scuola o durante la pausa caffè in ufficio.
Chiaramente ogni commento aggiungerà qualcosa in più alla discussione e quindi l'invito è proprio quello di lasciare, lunga o corta che sia, la propria opinione sull'argomento. Io mi limito a lanciare la palla, adesso sta a voi colpirla" il più lontano possibile!
Il ritorno di Slamming Sammy
Il ritorno al baseball di Samuel (Sammy) Peralta Sosa non può essere ignorato o in ogni caso essere trattato come l'ennesimo patetico ritorno allo sport di un vecchio campione nostalgico che non riesce ad accettare il suo declino. In realtà la notizia ha un peso specifico ben diverso. Se infatti l'opinione pubblica tende in generale ad avere la memoria fin troppo corta riguardo ai meriti sportivi degli atleti, questo non è quasi mai successo e non deve succedere nel mondo del baseball MLB, al di là di ogni opinione personale sull'integrità morale del giocatore. Mi sembra infatti che il personaggio Sammy Sosa, a causa di alcune ombre nel suo recente passato, sia stato eccessivamente ridimensionato e poco pubblicizzato rispetto a quanto ha fatto per questo sport. Ci hanno sfinito con le ginocchia di Barry Bonds o con l'arrivo del nipponico Daisuke Matsuzaka, ma è quasi passato sotto silenzio che uno dei più grandi battitori di tutti i tempi è tornato a giocare!. Se serve un po' di fosforo per la memoria, eccovi qualche numero.
E' bene infatti ricordare che il trentottenne di San Pedro De Macoris (Repubblica Domenicana) appartiene già alla storia di questo sport grazie ai numeri strepitosi che fino ad ora è riuscito ad ottenere in carriera. Dotato di una potenza fuori dal comune, Sosa può vantare il terzo posto nella classifica di tutti i tempi per fuoricampo realizzati in una sola stagione (66 nel 1998) ed è l'unico giocatore nella storia con tre stagioni oltre i 60 HR (oltre al '98, 63 nel 1999 e 64 nel 2001). In più è quinto in assoluto per HR realizzati in carriera con 591 palline scagliate oltre la recinzione ed i suoi 1.585 RBI lo pongono attualmente al 34° posto tra i lifetime leaders di questa specifica categoria. Questo solo per citare alcuni dei suoi record. Se i numeri lo pongono senza dubbio nell'Olimpo di questo sport, purtroppo non si può dimenticare come la sua immagine di sportivo modello sia stata in più di una occasione offuscata da episodi piuttosto controversi. Il più clamoroso ed evidente ci riporta al 3 giugno 2003 quando, nel rompere la mazza in una partita contro i Devil Rays, la stessa si rivelò imbottita di sughero tanto da essere più leggera e maneggevole nel box di battuta. L'espulsione e la squalifica furono inevitabili, ma ancor più pesante fu il sospetto e il dubbio che quel sughero aveva ormai definitivamente generato sulla regolarità di tutti i suoi precedenti fuoricampo. A nulla valsero le spiegazioni circa la casualità dell'accaduto e la sua estraneità ai fatti, perché il campione non era più senza macchia e senza paura a prescindere da quale fosse poi la verità . Se a questo si sommano le varie accuse di doping che lo hanno colpito negli ultimi anni, anch'esse peraltro rimaste solo a livello di voci e di sospetti, si può facilmente capire perché Sammy Sosa si sia ritirato nel 2005 quasi nell'indifferenza di giornali e televisioni e senza un saluto degno del suo valore.
Vorrei tornare adesso al suo rientro all'agonismo e a quale sia in realtà il suo significato più profondo. A quasi 39 anni, già tra i migliori giocatori di sempre, con un conto in banca straripante e la possibilità di godersi a pieno la vita, che motivi ci sono per rimettersi ancora in discussione firmando un contratto da minor leaguer con i Rangers (tra l'altro la sua prima squadra nel 1989) e senza neanche la certezza di un posto da titolare? Apparentemente nessuna ragione razionale, considerando anche quante siano le possibilità di andare verso un clamoroso flop. L'unico motivo possibile è quindi che il baseball sia ancora una delle componenti fondamentali della sua vita e che non riesca a starne lontano, nel bene o nel male. Penso che questo bagno di umiltà ce lo restituisca più vero e umano rispetto alle sue ultime sofferte stagioni e che questa sia la risposta migliore che abbia mai dato a tutte le accuse di falsità e disonestà che gli sono piovute addosso. Se ti rimetti in discussione alla soglia dei quaranta (rischiando di alimentare ancora sospetti e polemiche) solo per amore del gioco e per il desiderio di calcare ancora il diamante, puoi avere ingannato tutta la vita i tuoi tifosi e soprattutto te stesso con trucchetti e sostanze dopanti? Chiamatemi pure ingenuo, ma penso di no. O almeno, questo suo rientro in sordina mi sta portando a questa conclusione.
Non so se Sosa fosse dopato o se si sia presentato al piatto più di una volta con la mazza truccata, posso solo limitarmi a sperare il contrario. Sono invece sicuro che ami il baseball e che sia un grande campione al di là di ogni presunto illecito e come tale deve essere salutato e celebrato.