Le ex Twin Towers

Ecco gli ex compagni uno contro l'altro…

Quando nel draft del 2001 i Bulls scelsero alla numero quattro Eddy Curry, ed acquisirono i diritti di Tyson Chandler, scelto alla seconda posizione dai Clippers, in cambio di Elton Brand, la decisione di Krause, General Manager di Chicago, era sembrata un po' azzardata; Brand, infatti, prima scelta assoluta del 1999, non si stava comportando male, in una squadra che stava cercando di ricostruirsi da zero, dopo l'era Jordan.

I risultati di Chandler e Curry nei primi anni insieme nella Nba, però, non aiutarono a togliere questi dubbi, molti pensavano che non potessero coesistere, altri che non sarebbero mai stati determinanti, altri ancora sostenevano che non erano giocatori completi; e forse proprio partendo da quest'ultimo punto debole di entrambi, il nuovo GM Paxson decise di costruire il front-court dei Bulls, sfruttando le loro caratteristiche differenti, la forza fisica, il gioco in post e le doti realizzative di Curry, la mobilità , l'atletismo e l'attitudine per rimbalzi e stoppate di Chandler.

Nel loro primo anno insieme, il 2001/2002, Curry finisce la stagione con 6.7 punti e 3.8 rimbalzi, mentre Chandler con 6.1 punti, 4.8 rimbalzi e 1.3 stoppate, troppo poco per i tifosi dei Bulls, che sicuramente si aspettavano di più da due scelte molto alte al draft; l'anno da rookie come si sa, però, è un anno particolare, dove ci si deve abituare ai ritmi e alle pressioni dell'ambiente, e dove, due diciannovenni (nessuno dei due è andato al college), raramente possono giocare ad alti livelli.

Nel secondo anno sia le cifre, che il gioco dei due crescono, per Curry 10.5 punti e 4.4 rimbalzi, per Chandler 9.2 punti (massimo in carriera finora), 6.9 rimbalzi e 1.4 stoppate, e per la prima volta, viene utilizzato il termine "Twin Towers" , per identificare una delle coppie di lunghi più futuribile della Lega.

Nel 2003/2004, però, Tyson perde 47 partite a causa di un infortunio, ridimensionando le proprie cifre e lasciando tutto il peso del reparto al "gemello", che, anche sfruttando la maggiore libertà , continua nella sua maturazione, mettendo insieme ottimi numeri (14.7 punti e 6.2 rimbalzi) ed affermandosi some uno dei migliori centri della Nba.

Nell'anno successivo, l'ultimo giocato assieme, i due hanno avuto la loro miglior stagione, 8 punti, 9.7 rimbalzi e 1.8 stoppate per Chandler, 16.1+5.4 per Eddy Curry, riportando la squadra ai playoff per la prima volta dopo l'era Jordan, aiutati anche da giocatori del calibro di Hinrich, Gordon, Deng e Nocioni; le "Twin Towers", insomma, avevano risposto alle aspettative del General Manager, che dopo essere stato criticato per le sue scelte, le vedeva ripagate.

Nell'estate del 2005, però, i medici trovano una piccola disfunzione cardiaca ad Eddy Curry, prima di firmare la sua estensione di contratto quindi, i vertici dei Bulls gli chiedono di fare ulteriori controlli per verificare questo problema; il giocatore da Thornwood in South Holland High School, però si oppone a questi controlli, ne nasce un caso mediatico, fino a che i rapporti tra le due parti si rompono completamente, e Curry firma un contratto da quasi 9 milioni di dollari l'anno con New York.

Da qui le carriere dei due si separano, non si parla più delle "Twins Towers", ora si parla solo di Tyson Chandler e di Eddy Curry.

Il primo anno in due squadre diverse è problematico per entrambi, il californiano vive la sua peggior stagione da quando è entrato nella Nba, segnando solo 5.3 punti e raccogliendo 9 rimbalzi, ed incidendo poco nel gioco dei Bulls, come detto da lui stesso:

L'evento più imbarazzante, per me, da quando sono entrato nella Lega, è stato sicuramente l'intero anno scorso. Non ho giocato come so di poter fare, e non ho aiutato la squadra quando ne aveva maggiormente bisogno

.

Curry, intanto, a New York si scontra con l'uragano Larry Brown e nella stagione più travagliata dei Knicks degli ultimi anni, così che non riesce ad esprimersi al massimo del suo potenziale, dando molti spunti alla stampa newyorkese per criticare lui e la sua scelta da parte della società . Le sue parole appena arrivato nella Città  della Mela erano, però, molto decise:

New York è il massimo che ogni giocatore può chiedere, il Garden è fantastico e ti fa venire la pelle d'oca ogni volta che ci giochi. Voglio far diventare questo ambiente la mia casa, voglio giocare qui per i prossimi 12-14 anni

.

Nell'estate del 2006, Chicago perde anche l'altro "gemello", con una trade che porta Chandler agli Hornets e Pj Brown e JR Smith (poi ceduto a Denver) ai Bulls, chiudendo un periodo di cinque anni e facendo piovere moltissime critiche addosso a Paxson; il californiano commenta così la sua cessione, dovuta sopratutto alle incomprensioni con coach Skiles:

Dopo una stagione dove ho giocato male, sono riuscito a ritrovare il divertimento di giocare, se ci si diverte, è molto più facile aiutare la squadra a raggiungere gli obiettivi. Coach Scott mi permette di giocare molti minuti, e questo mi dà  la possibilità  di entrare in ritmo, segnando e prendendo rimbalzi

.

I due giocatori, lontani dalla "Città  del vento", hanno trovato la loro miglior dimensione, Curry, infatti, dopo il primo anno d'assestamento nel pazzo ambiente dei Knicks, si è trovato decisamente bene con coach Isiah Thomas, che punta molto su di lui, e che l'ha fatto diventare uno dei centri più forti attualmente presenti nel panorama cestistico, e le cifre parlano da sole, 19.4 punti (miglior realizzatore della squadra) e 7 rimbalzi, con un impatto tutt'altro che da sottovalutare.

Anche Chandler, nonostante la squadra falcidiata dagli infortuni, sta avendo un grande impatto, non tanto in fase realizzativa dove non ha mai brillato, solo 9.5 punti, ma quanto in quella atletica e difensiva, 12.4 rimbalzi e 1.8 stoppate di media, due categorie dov'è tra i primi in classifica della stagione regolare.

Insomma, probabilmente il GM dei Bulls aveva fatto la scelta giusta con questi due giocatori, l'unico vero problema a Chicago, è stata l'età  dei due, perchè a diciannove anni è molto difficile riuscire a controllare pressioni ed emozioni.

Il loro approdo nelle nuove squadre, potrebbe vederli esplodere del tutto, diventando due giocatori decisivi, anche se molto probabilmente non saranno mai completi, le mancanze intraviste in questi anni, infatti, non sono facilmente recuperabili, ma intanto New York e gli Hornets se li godono così come sono.

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