L'innesto di Carlos Lee consentirà agli Astros il salto di qualità
Dopo un'annata sfortunata, culminata con l'incompiuta rincorsa ai St. Louis Cardinals poi campioni del mondo, gli Houston Astros si presentano al nastro di partenza del 2007 come una delle più serie candidate a dire la propria in Ottobre. Il gruppo coeso a disposizione del manager Phil Garner ha avuto degli innesti importanti, primo tra tutti l'arrivo del due volte All Star Carlos Lee, fortemente voluti dal GM Tim Purpura per compiere il definitivo salto di qualità .
Oggi gli Astros, pur non potendo più contare sull'esperienza ed il carisma di The Rocket Roger Clemens, sono una squadra più completa di quella che negli anni scorsi aveva ben figurato nella NL Central con quattro secondi posti - due dei quali valevoli come Wild Card e che hanno portato ad un NLCS (2004) ed una World Series (2005). La storia recente di successo farà da sprone alla conquista di quel pennant che manca dal 2001 al Minute Maid Park.
Pitching & Difesa
Pur privi di due assi della stagione scorsa, come il già citato Clemens ed Andy Pettitte (ceduto agli Yankees), la rotation sembra ben assestata e non preoccupa il management di Houston.
I primi tre dell'ordine sono già decisi: a partire nell'opening day sarà il destro Roy Oswalt, una garanzia di solidità (ha lanciato almeno 220 inning in 4 degli ultimi cinque anni) ed un brillante record in carriera di 98-47, interamente a beneficio degli Astros.
A seguirlo saranno due nuovi arrivi quali Jason Jennings e Woody Williams, due lanciatori destri giunti rispettivamente da Colorado e San Diego. Jennings, texano di Dallas, sarà atteso a dimostrare in "pianura" se i suoi numeri insoddisfacenti (58-56 in carriera con ERA 4.58 non sembrano rendere merito alle sue qualità ) fossero determinati dalla thin air del Coors Field di Denver; il veterano Williams da parte sua dovrà dimostrare a 40 anni suonati di avere ancora il controllo della situazione, e sarà interessante vederlo adattarsi ad un chiaro hitters' park dopo due anni trascorsi nell'ampia superficie del Petco Park.
Per i rimanenti due spot c'è ancora bagarre. La necessità di almeno un mancino in rotazione pone quale favorito il dominicano Wandy Rodriguez, un giovane alla terza stagione che - pur avendo tutt'altro che entusiasmato nei suoi primi due anni di MLB (19-20, ERA 5.58) - pare avere la fiducia di Garner. Lo spot nr. 5 è invece tuttora incerto: a contenderselo sono i rookies Matt Albers e Chris Sampson ed il veterano ex-Marlins Brian Moehler. Verosimilmente, il posto non sarà appannaggio di colui che sarà valutato come il migliore tra i tre, in quanto spot critico nella squadra (e dunque da coprire in via primaria) è quello di middle reliever.
Parlando del Bullpen, il back end è sistemato da tempo: due setup men di livello come Chad Qualls e Dan Wheeler a supportare il closer Brad Lidge, ma anche pronti a subentrargli nel nono inning se Lidge dovesse ripetere la brutta annata 2006 (32 salvezze ma ben 7 blown saves he addirittura gli erano costati temporaneamente il posto… a vantaggio proprio di Wheeler. Non è dunque escluso che un paio di volte alla settimana Garner inserisca a chiudere quest'ultimo, anche in virtù del record dell'anno scorso che lo vide piazzare un'ERA due volte minore del titolare (2.52 per Wheeler, 5.24 per Lidge).
I ruoli di middle relieving sono ancora in alto mare proprio per quanto ancora da decidere sul quinto spot in rotation: i due sconfitti in quella corsa faranno compagnia al rookie Fernando Nieve ed a Dave Borkowski, entrambi destri.
In generale, una pecca di questo assemblaggio è la scarsità di mancini: oltre a Rodriguez, solo il rilievo di secondo piano Trever Miller lancia con il braccio sinistro, e questa carenza di alternative potrebbe alla lunga costare valide e punti.
Lineup
Se alcuni ruoli sono stati rivoluzionati, tra i position players, uno che non è mai stato in dubbio è quello di catcher. Brad Ausmus è dal 2001 il leader della batteria di Houston, ed il suo ruolo difensivo impareggiabile si è riconfermato nella stagione scorsa (solo 2 errori ed una passed ball, per una fielding ptc. di .998 che è stata la migliore tra i C della NL): purtroppo non si può dire altrettanto della sua produzione offensiva, decisamente povera con 2 HR e 39 RBI per un mero .230 di media battuta. Ausmus, 38 anni, è probabilmente alla sua ultima stagione in carriera, e la scelta del suo backup (che al momento pare essere il giovane venezuelano Humberto Quintero) sarà motivata non solo come potenziale pinch-hitting ma anche in prospettiva 2008.
Passando al resto del diamante, sugli angoli la situazione appare capovolta rispetto al 2006. L'anno scorso lo hot corner di terza era garantito per Morgan Ensberg, mentre in prima si alternavano due delle "killer bees", Jeff Bagwell e Lance Berkman. Oggi, con il grande Bagwell ormai ritirato, Berkman è l'indiscusso padrone del sacchetto di prima; mentre in terza Ensberg ha fatto seguire alla stagione All Star del 2005 la propria peggiore annata in carriera (23 HR ma solo 58 RBI ed una deludente media battuta di .235), ed il suo posto è messo in discussione dalla versatilità di due solidi infielders quali Mike Lamb ed il neo-acquisto dai Red Sox Mark Loretta.
Al centro del campo interno il panorama sarà il medesimo degli ultimi sei anni: Adam Everett a shortstop ed il veteranissimo (19 stagioni in maglia Astros) Craig Biggio in seconda. Biggio, alla ricerca della sua battuta valida numero 3000 (ne mancano solo 70), sarà il titolare ma godrà di giorni di riposo concessi dalla presenza del già citato Loretta: in questo modo Garner auspica di risollevare il suo capitano dallo slump degli ultimi due mesi del 2006, in cui Biggio batté un misero .196 di media. Dal canto suo, Everett è un giocatore estremamente affidabile e costante, strepitoso difensore ma storico numero 8 del lineup in virtù del suo penoso .249 di avg. in carriera MLB: perlomeno si è dimostrato disciplinato in batting practice, ed è stato nel 2006 in grado di postare il record di RBI in carriera con 59.
Nell'outfield, resta ancora da decidere a chi verrà assegnato il campo destro, mentre gli altri due ruoli appaiono decisi.
Il colpo dell'anno di Houston, l'uomo da 100 milioni di dollari (in sei anni) Carlos Lee sarà indiscusso titolare in LF ed apporterà un molto atteso boost ad un lineup che scarseggia in potenza: Lee, reduce da una stagione ottima in cui tra Milwaukee e Texas ha battuto .300 mettendo insieme 37 HR e 119 RBI, non batte meno di 30 fuoricampo e 100 RBI da quattro stagioni ed è pronto a mantenere le sue medie recenti anche al Minute Maid Park. Troppo spesso la capacità degli Astros di ottenere delle BB è andata poi sprecata, e l'elevata OBP invece di trasformarsi in runs ha prodotto LOB e tanti rimpianti. Compito primario di Lee sarà occuparsi dello spot di cleanup e far pagare ogni imprecisione dei lanciatori avversari.
Al centro, ceduto Willy Taveras ai Rockies nella trade per Jennings, sarà l'ex 2B Chris Burke a partire titolare nell'Opening Day. Burke non ha il braccio stratosferico né la velocità del suo predecessore, ma sembra più accurato e dovrebbe comunque garantire la necessaria affidabilità in difesa; piuttosto, è in attacco che dà adito a dubbi, dopo uno Spring Training deludente in cui ha battuto un incredibile .059 (2-su-34). Per ora il suo posto non é in discussione, ma non si può escludere che il giovane interessante prospetto Hunter Pence (che invece ha avuto una media di .652 in prestagione) possa essere richiamato dalle Minors per prendere il suo posto.
Come detto, a destra c'è ancora incertezza. Ad oggi, in pole position pare esserci il giovane Luke Scott, che divenuto titolare dopo l'All Star Game 2006 a scapito di Preston Wilson (ora non più a Houston) ha ben figurato battendo .336 con 10 HR e 37 RBI. A contendergli il right field sarà il più esperto Jason Lane, reduce da una pessima stagione in cui ha raggiunto a stento media .201 prima di essere panchinato nella prima metà dell'annata.
Arrivi
Carlos Lee (OF, Texas); Woody Williams (SP, San Diego); Mark Loretta (2B, Boston); Jason Jennings (SP, Colorado).
Giocatore Chiave
Houston è una squadra solida e ben guidata dal proprio manager, composta di un amalgamato mix di giovani e veterani. Per la ricetta della squadra vincente, l'ingrediente mancante era la grande mazza in grado di risolvere, da sola, i momenti difficili: la dirigenza e i tifosi texani confidano di averla trovata nel panamense Carlos Lee, battitore potente e consistente. Lee ha ben figurato in tutte le squadre in cui ha giocato, in AL e NL, per cui non sembrano esserci particolari dubbi sulla sua capacità di adattamento a Houston: se manterrà quanto promesso, sarà un fondamentale asset per questa organizzazione per i prossimi anni.
Giudizio Finale
Il giudizio sugli Astros non può che essere positivo. Parafrasando una frase storica, si potrebbe dire "Houston, non abbiamo alcun problema!"
Benché la rotation abbia perso due dei partenti dell'anno scorso, nel complesso i valori sul monte sono ancora positivi, ed al piatto l'acquisizione di Lee potrà avere conseguenze esplosive sulla produzione offensiva della squadra. Sul manager non abbiamo dubbi, così come non ne abbiamo su un gruppo affidabile guidato dal capitano di lungo corso Craig Biggio.
Obiettivo realistico non può che essere la conquista di quel pennant sfiorato nel 2006, che consentirebbe un meritato approdo alla postseason, senza passare dalle forche caudine della Wild Card. La NL Central è forse in assoluto la division più dura del baseball, ma questa compagine non ha nulla da invidiare alle rivali, e possiamo dire che se non sarà in campo in Ottobre, la stagione sarà stata deludente.