Rich Harden – Dalla sua salute dipende buona parte del successo di Oakland nel 2007
Nel 2006 gli Athletics erano costruiti per vincere la Division e, come previsto, ce l'hanno fatta.
Il General Manager Billy Beane, memore della valanga di infortuni che aveva compromesso la corsa al titolo nel 2005, aveva costruito una squadra a prova di malasorte: la dea sbendata ha provato in più modi a mettere sassolini nell'ingranaggio di Oakland, ma la profondità e la versatilità volute da Beane hanno fatto fronte alle inevitabili avversità .
Come affronterà la nuova stagione la franchigia verde-oro?
Senza il miglior lanciatore e il miglior battitore della passata stagione.
Come rimedierà a due simili perdite?
Leggete i prossimi paragrafi e lo scoprirete.
Pitching & Difesa
Barry Zito non c'è più, ha attraversato il Golden Gate; per la verità nessuno si aspettava di vederlo tanto a lungo a Oakland: con lui se ne vanno 16 vittorie e 34 partenze; se Rich Harden riuscirà a star lontano da infortuni, potrebbe quasi da solo sopperire alla partenza del numero 75. L'arsenale di Harden è anche migliore di quello del free-agent andato a caccia d'oro a San Francisco: deve solo riuscire a giocare!
Il resto della rotazione dovrebbe essere costituito da Dan Haren, Esteban Loaiza, Joe Blanton e Joe Kennedy, quest'ultimo di rientro dal bullpen per offrire un braccio mancino ogni cinque giorni.
Il quintetto è di tutto rispetto e, se Loaiza si conferma quello delle ultime uscite del 2006, ecco che il buco lasciato da Zito sarà completamente colmato; i cinque offrono nel complesso un'ottima varietà di lanci e velocità , tali da costringere gli avversari che si apprestano a una serie contro di loro a qualche sessione video in più.
Il bullpen, secondo in American League solo a quello dei Twins, è rimasto quasi inalterato; l'ottima prestazione dei rilievi è avvenuta nonostante le 11 blown saves di Huston Street, comunque un affidabile closer con sole due stagioni di MLB alle spalle.
A portare la partita nelle sue mani saranno ancora Justin Duchscherer, Kiko Calero, Chad Gaudin, Brad Halsey, Ron Flores e Jay Witasick, a cui si aggiunge il nuovo arrivo Alan Embree: le leve ci sono, basta azionarle nel modo giusto.
Passiamo al resto della difesa.
In campo esterno, lo scorso anno si schieravano, da destra a sinistra, Milton Bradley, Mark Kotsay e uno tra Nick Swisher e Bobby Kielty, con la possibilità di intercambiare tutti secondo necessità ; i quattro sono riconfermati, non ci sarà più Jay Payton come ulteriore opzione, sostituito da Shannon Stewart.
Agli angoli del diamante saranno ancora Eric Chavez, terza base di prim'ordine ma fortemente limitato dagli infortuni nel 2006 (anche quando era in campo), e uno tra Dan Johnson e Swisher (quando non schierato in campo esterno); Johnson è reduce da una pessima stagione, che pare sia stata causata da un difetto visivo… staremo a vedere – è il caso di dirlo! Per il ruolo di prima base c'è in attesa anche Daric Barton, il miglior prospetto dell'organizzazione: anche lui ha passato il 2006 tra campo e infermeria; il suo progresso si è – temporaneamente, sperano nella baia – fermato. Manca la potenza, ma non la tanto apprezzata disciplna nel box.
Il middle-infield sarebbe roba per Marc Ellis (2B) e Bobby Crosby (SS), ma infortuni vari (e ci risiamo!) hanno limitato il loro contributo nelle ultime due stagioni; se i ragazzi saranno in campo e la desuetudine al gioco non si farà sentire, gli A's stanno bene anche up-the-middle. In caso contrario, si ricorrerà come al solito a Marco Scutaro, il perfetto back-up per il diamante: lo scorso anno ha giocato con frequenza in tre posizioni… viene quasi il dubbio che qualche volta abbia ricoperto due ruoli contemporaneamente!
A gestire la squadra dietro al piatto, sarà ancora il sottovalutato Jason Kendall, non un fucile al posto del braccio, ma adeguato a controllare il running game degli avversari; il suo back-up è Adam Melhuse (che può giocare anche in prima), poi c'è il neo-acquisto Mike Piazza, preso per fare il DH, ma che può ancora sparare un paio di cartucce in difesa, se necessario.
Non ci sono guanti d'oro sparsi per il campo, ma Oakland sarebbe difensivamente solida… il condizionale è d'obbligo: se i titolari si rompono, le riserve diventano titolari e la profondità viene meno; Scutaro e Antonio Perez dalla panchina sono un lusso, in campo regolarmente no.
Lineup
Arriva un altro punto dolente… o no?
Frank Thomas, la grande scommessa di Beane del 2006, ha capitalizzato la stagione della rinascita, portando i suoi 39 HR a Toronto, per una cifra molto superiore a quella che percepiva a Oakland; l'anno scorso non ci si aspettava nemmeno tanto da The Big Hurt, ma la sua produzione va comunque rimpiazzata.
Il nuovo DH è Mike Piazza. Nella passata stagione ne ha spedite fuori 20, giocando metà delle partite al PETCO, un vero paradiso per lanciatori; se si aggiungono un centinaio di AB perché quest'anno non farà il catcher e si sottrae un po' di stanchezza per lo stesso motivo, non c'è da stupirsi se Michelino colmerà da solo il vuoto lasciato da Thomas.
In ogni caso, è lecito aspettarsi che Chavez rientri nei propri standard e Swisher continui i progressi.
Come sempre ciò che caratterizzerà i nove battitori verde-oro sarà la pazienza nel box; lo scorso anno solo i Red Sox hanno visto più lanci degli A's: a Boston hanno un approccio simile nella costruzione del lineup… e un portafogli molto più gonfio.
Piazza, la principale pedina nuova, è uno da 3.8 palle per turno in battuta; dunque si inserirà benissimo nella macchina Moneyball.
Jason Kendall aprirà come sempre le danze, garantendo un'elevata media arrivi in base e un fuoricampo ogni due o tre anni.
In coda batteranno i due middle infielders, chiunque essi saranno, preceduti probabilmente dal caratteristico platoon Johnson-Kielty: il primo gioca in prima quando le avversarie schierano lanciatori destri, il secondo all'esterno sinistro contro i mancini (Shannon Stewart potrebbe quest'anno subentrare al “pel di carota”); in ogni caso è Swisher quello che si alterna tra un angolo dell'infield e quello opposto dell'outfield.
Il cuore del lineup è da definire, come ordine.
Il massimo della potenza arriverà da Swisher, Piazza e Chavez; Bradley e Kotsay prenderanno posto negli slot rimasti liberi.
Arrivi
Approfittiamo di questo paragrafo per dar spazio a Bob Geren.
Il manager, alla prima esperienza in Major, non è in realtà un arrivo, essendo nell'organizzazione Atheltics da parecchio tempo; subentra a Ken Macha, e gli si chiede di migliorare il rapporto comunicativo con i giocatori instaurato (o non instaurato) dal suo predecessore.
Sarà nell'ingrata posizione di manager di una squadra che pare essere azionata, anche sul campo, dal suo geniale GM; non ci saranno problemi con Beane… i due sono grandi amici (Bob è stato testimone di nozze di Billy), tanto che i maligni sostengono che il tergiversare nella scelta del nuovo skipper fosse un disegno affinché gli altri candidati si accasassero altrove.
Ora la lista delle novità in campo.
Lenny DiNardo (LHP, Red Sox), Alan Embree (LHP, Padres), Donnie Murphy (2B, Royals), Mike Piazza (C, Padres), David Shafer (RHP, Reds), Shannon Stewart (OF, Twins).
Giocatore Chiave
C'è una pila di 25 piatti posata sul tavolo; qualcuno arriva e prova a sfilare con forza il piatto il primo piatto, quello a contatto col tavolo. Che cosa succede?
Un disastro, anche se qualche volta Topolino e Bugs Bunny ci vogliono far credere che possa filar via liscia.
Il piatto in fondo alla pila è Rich Harden… e si trova sul bordo del tavolo!
Giudizio Finale
Nella preview del 2006 avevo scritto che Oakland avrebbe vinto la Division, senza timore di smentite: per ogni cosa che poteva andare male era già prevista una soluzione; esclusa la scommessa su Frank Thomas, tutto è andato nel peggiore dei modi, ma Oakland ha vinto ugualmente.
Quest'anno la sfera di cristallo fornisce, quale responso, un enorme punto interrogativo.
I ragazzi della Baia potrebbero vincere alla grande o fallire alla grande.
Se i protagonisti presentati in questo racconto saranno in campo, la squadra, benché priva di nomi altisonanti, terrà testa a chiunque; se faranno la spola tra l'infermeria e la sala operatoria, i rivali di Los Angeles avranno vita facile, e persino Texas e Seattle potrebbero diventare clienti scomodi.
Sono due anni che gli infortuni dettano la formazione al manager di Oakland; c'è da sperare in un po' di tregua. D'altro canto, se Harden, Crosby e Ellis non riescono a giocare una stagione intera, probabilmente non c'è altro da fare che tener conto della loro fragilità e prepararsi all'inevitabile.
Tanto per gradire, mentre chiudevamo l'articolo, è stata annunciata una lunga assenza per Mark Kotsay, che si opererà alla schiena.