Smaltita la sbornia, ed i relativi colpi ad effetto, della free agency, nuovi equilibri si sono delineati all'interno della National Basket Association. Se si guarda al solo affaire Lebron New York ne esce con le ossa rotte, sconfitta tra le sconfitte.
Chi non ha pensato, almeno negli ultimi giorni, che l'ex icona dei Cavs fosse diretto verso la grande mela, alzi la mano. Invece colpo di scena ed ecco che il trio delle meraviglie si è concretizzato a casa Wade.
Meno male che il carrozzone mediatico con tanto di annuncio in diretta e sfilate in Ohio da parte delle varie franchigie è terminato. Conseguentemente alla scelta di Lebron si è messo in moto il meccanismo delle trades per cercare di contrastare i nuovi equilibri ad est successivi alla formazione del trio di Miami.
New York si era mossa in anticipo cercando di convincere Lebron utilizzando la carta Amare Stoudemire, ma evidentemente il prescelto ha giudicato troppo acerbo il roster dei Knicks, o almeno non competitivo quanto ciò che avevano da offrire gli Heat.
Perso James, New York ha deciso di muoversi in un altra direzione, ha inchiostrato Amare ed ha cercato di migliorare una squadra con molte carenze in vari ruoli.
La scelta di mettere sotto contratto l'ex ala dei Suns ha determinato la contestuale rinuncia a David Lee, miglior giocatore newyorkese delle ultime stagioni. I Knicks hanno imbastito un sign and trade con Golden State scambiando Lee per Ronny Turiaf, Kelenna Azubuike e soprattutto Anthony Randolph.
Un fresco All Star per due role players ed un giovane di grande potenziale come Randolph, ancora atteso dal definitivo salto di qualità . Una scommessa a breve termine, in quanto i giocatori arrivati hanno tutti contratti non ingombranti e prossimi alla scadenza.
In precedenza il draft aveva portato in dote una guardia tiratrice (Andy Rautins), un ala fisica (Landry Fields) ed un centro (Jerome Jordan). Successivamente è stato messo sotto contratto anche il centro ex Kimki Timofei Mozgov.
Tuttavia il ruolo chiave di point guard era ancora scoperto, con pochi giocatori di qualità disponibili sul mercato. I rumors delle ultime settimane vedevano avvicendarsi i nomi di Steve Blake, finito poi a Lakers, e Luke Ridnour, approdato a Minnesota.
Un po' a sorpresa i Knicks hanno messo sotto contratto Raymond Felton, ottimo giocatore dalle indiscusse qualità difensive, ma tutto da verificare nel sistema di D'Antoni. Felton era probabilmente il più talentuoso delle point guard free agent, ciononostante i Knicks si sono impegnati con un triennale da circa 25 milioni in modo da non ingessare il monte salari qualora l'ex North Carolina non dovesse essere all'altezza delle aspettative.
Non è inoltre da escludere che lo stesso Felton possa essere una pedina per futuri scambi, qualora pezzi del calibro di Paul o Parker dovessero essere disponibili sul mercato.
Sullo stesso Paul sono circolate nelle ultime settimane voci circa una sua richiesta di essere scambiato, coi Knicks in testa alle preferenze del play di New Orleans. Al momento le smentite degli Hornets hanno calmierato le richieste dei pretendenti, per i quali serve l'approval degli Hornets per poter parlare col giocatore.
La situazione potrebbe evolversi nei prossimi mesi soprattutto se a New Orleans dovessero decidere di investire su Collison e monetizzare dalla cessione di Paul.
Capitolo giocatori in scadenza: New York ha deciso di non trattenere Sergio Rodriguez, Eddie House e Tracy McGrady refusi del mercato di febbraio servito soprattutto a liberare spazio salariale. Il play spagnolo si è accasato al Real Madrid senza troppi rimpianti visti i suoi limiti di gestione della squadra e le sue deficienze al tiro.
House è un giocatore di striscia, spesso discontinuo sul quale New York ha deciso di non investire risorse mentre McGrady è lontano parente del giocatore ammirato ad inizio carriera.
TMac è apparso in calo ed ancora condizionato dai problemi a schiena e ginocchia, motivi che hanno spinto anche Bulls e Clippers a non metterlo sotto contratto (attualmente si parla di un interesse di Minnesota). Vedremo se è solo una mossa per vendere biglietti o se effettivamente Tracy avrà la voglia di rimettersi in gioco ai Timberwolves. A New York nessuno lo rimpiange.
Ma il quesito che molti si pongono è: "I Knicks hanno lavorato bene, e sono effettivamente migliorati?"
Secondo me si. Per arrivare fin qui è stato fatto molto lavoro, si sono ceduti i contratti più onerosi e rivoluzionato il contesto tecnico; si è deciso di puntare su Stoudemire e gli si sono affiancati dei buoni giocatori capaci di contribuire fin da subito.
Si è speso quindi ma con criterio, senza scialacquare, perché una volta persa la corsa a Lebron (Wade non lo considero nemmeno visto che non credo abbia mai avuto intenzione di lasciare Miami) tanto valeva cercare di costruire una squadra il più possibile competitiva, senza però intasare di nuovo il monte salari.
Il piano B era evidentemente questo, Amare più una buona base per i play off, e poi di nuovo a lavorare in vista del prossimo mercato. Sempre con la consapevolezza che non ci sarà nessuna garanzia di arrivare a i vari Anthony, Tony Parker o Chris Paul. Miami ha aperto una strada che molti altri giocatori, e squadre, potrebbero seguire.
Lo stesso Chris Paul ha scherzato sulla possibilità di un terzetto Stoudemire-Melo-CP3 in quel di New York.
Se il campionato iniziasse domani New York dovrebbe schierare:
Felton – Douglas
Chandler – Walker
Gallinari – Azubuike
Randolph – Turiaf
Stoudemire – Mozgov
I rookies Rautins, Fields e Jordan dovranno rendersi utili e contribuire alla causa quando sarà concessa loro un opportunità .
Rautins era probabilmente il miglior tiratore disponibile al draft, anche se alla Summer League di Las Vegas ha stentato parecchio. Fields è un ala che può garantire punti in post basso ed essere efficace a rimbalzo, mentre Jordan è stato scelto da Milwaukee ed acquisito da New York; il giamaicano ha notevoli mezzi fisici tuttavia appare ancora molto grezzo sia a rimbalzo che in difesa.
Molto dipenderà da come si deciderà di impiegare Amare, se come ai tempi di Phoenix giocherà da centro, con Randolph ala forte, oppure da ala; in tal caso il ruolo di centro potrebbe essere coperto dallo stesso Randolph (anche se appare decisamente leggerino per il ruolo) oppure dall'oggetto misterioso Mozgov con Turiaf pronto a dare minuti dalla panchina.
Un team tutto da assemblare e verificare ma indubbiamente un passo avanti rispetto al meltin pot delle ultime due stagioni
La coppia Felton – Douglas da maggiori garanzie del duo Duhon - Rodriguez. Raymond Felton ha alle spalle 5 stagioni nella lega, è un ottimo difensore e nel corso dell'ultima stagione ha mostrato dei miglioramenti sia nel passaggio che nel tiro da fuori.
Douglas è atteso a confermare l'ottimo finale di stagione e potrà dare dei minuti di sostanza sia da back up di Raimondo che da guardia tiratrice nei momenti in cui sarà richiesto il suo apporto.
Il ruolo di shooting guard è uno degli anelli deboli del team. Wilson Chandler è un giovane interessante con ottimi mezzi atletici ed in grado di attaccare il ferro con aggressività , tuttavia non ha ancora il tiro e la perimetralità richieste ad una top guard NBA.
Servirà molto lavoro da parte sua su questo aspetto, altrimenti i Knicks potrebbero inserirlo in qualche scambio. Bill Walker è stato la sorpresa della scorsa stagione, il jolly insperato della trade coi Celtics; quest'anno dovrà confermarsi su alti livelli garantendo le giocate atletiche e la pericolosità dall'arco che hanno contraddistinto il suo scampolo di stagione in maglia Knicks.
In ala piccola il titolare sarà Gallinari, atteso ad un ulteriore miglioramento dopo la più che soddisfacente regular season giocata. Accanto a lui ci sarà un giocatore rodato e produttivo dalla panchina come Kelenna Azubuike, il quale ha già dimostrato ai Warriors di ben adattarsi in un sistema offensivo.
L'ala forte è un rebus. Non mancano giocatori di ruolo ma tutto dipenderà da dove giocherà Stoudemire, il quale non ha mai nascosto di preferire la posizione da ala anziché da centro.
Amare è il giocatore che conosciamo, potenzialmente devastante in attacco se ben innescato quanto deficitario in difesa; inoltre i suoi infortuni alle ginocchia hanno fatto storcere il naso di fronte al quinquennale da 100 milioni di $ scarsi che i Knicks gli hanno fatto firmare.
Molto dipenderà dalla sua intesa con Felton, tuttavia Amare è per attitudini e caratteristiche un secondo violino, non una stella di prima grandezza. È il primo tassello della ricostruzione, in attesa di aggiungere altre colonne necessarie alla rinascita di New York.
Se l'ala forte sarà invece Randolph, come credo sia più probabile, allora i Knicks dovranno cercare di far crescere un giocatore dal potenziale enorme ma ancora grezzo e limitato, almeno per quanto fatto vedere sinora nella baia di Golden State.
Randolph è un eccellente rimbalzista e stoppatore, doti che servono come il pane ai Knicks, tuttavia è ancora troppo limitato in attacco, nonostante sia mancino e quindi più imprevedibile da marcare. Inutile dire che il vero obiettivo del sign & trade con i Warriors era lui.
Walsh e D'Antoni non hanno nascosto che il ragazzo avrà molti minuti a disposizione per dimostrare ai suoi detrattori di essere pronto a fare il necessario salto di qualità .
Il ruolo di centro è subordinato a quello di power forward.
Se Randolph sarà il 4 titolare allora Amare partirà da centro con la coppia Mozgov-Turiaf a fare da back up. Il russo è uno sconosciuto ai più, tuttavia aveva già svolto dei work out con i Knicks a maggio facendo una buonissima impressione a D'Antoni, di qui la decisione di fargli firmare un triennale da seppur non garantito.
Ronny Turiaf è un giocatore d'energia che può dare una quindicina di minuti di impatto dal pino, a patto che recuperi dai problemi fisici che lo hanno limitato molto nelle ultime due stagioni a Golden State.
Il terzo anno della gestione D'Antoni dovrà essere necessariamente positivo perché la squadra è stata fatta su precisa indicazione di tecnico e dirigenza, dopo i primi due anni di transizione. Se le cose non andranno come da copione (qualificazione ai play off) Mike sarà messo in discussione per la prima volta nella sua avventura newyorkese.
Inoltre la strada che New York sarà in grado di compiere questa stagione potrebbe essere determinante per il futuro prossimo della franchigia, e sulla capacità di attrarre dei top player. L'aver mancato la caccia a Lebron potrebbe paradossalmente rivelarsi un vantaggio per i Knicks, ai quali si chiederà si di qualificarsi ai play off, tuttavia senza avere delle pretese maggiori se non quella di giocare un ruolo da outsider.
L'estate 2010 non si è rivelata produttiva come si aspettavano tifosi e dirigenza ma per la prima volta ha consentito di partire con un progetto che non avesse dei condizionamenti di gestioni precedenti.
Adesso non rimane che lavorare sodo e dimostrare che la squadra è in crescita e che i Knicks meritano l'affetto della città .