John Wall, point guard in forza ai Washington Wizards: ha dimostrato per l'ennesima volta di avere un potenziale immenso.
E' noto a tutti che il livello di talento espresso nella Summer League non è assolutamente paragonabile alla stagione regolare, ma in attesa di vedere i nuovi prospetti usciti dal draft 2010 all'opera in partite notevolmente più importanti, può essere interessante vedere all'opera questi giocatori.
Non solo giocatori scelti quest'anno, ma anche atleti con più esperienza che hanno deciso di imparare un nuovo ruolo (vedi OJ Majo, arrivato a Las Vegas con l'obiettivo di "esercitarsi" nell'inedito ruolo di playmaker, su suggerimento di Memphis) oppure per riuscire a strappare un contratto per la stagione regolare. Almeno sotto il punto di vista delle motivazioni, la sfida è stata molto agonistica.
5 partite non danno un'indicazione precisa, ma possono sicuramente mettere allo scoperto tendenze e punti forti/deboli di un determinato giocatore, dando la possibilità ai General Manager delle varie franchigie di valutare attentamente e decidere quali giocatori mettere sotto contratto e quali no.
La battaglia per il miglior giocatore del torneo è stata tutta in casa Kentucky: John Wall e DeMarcus Cousins hanno dimostrato di essere all'altezza delle attese, sfoderando prestazioni molto positive.
La point guard scelta da Washington con la prima chiamata assoluta ha chiuso il torneo guidando sia la classifica marcatori (23.5 ppg) che quella assistman (7.8 apg), e come se questo non fosse abbastanza per descrivere il talento del numero 2, egli ha anche dimostrato una notevole leadership ed un carisma fuori dal comune.
Vi sono sicuramente aspetti del suo gioco da migliorare: ad esempio limitare le palle perse (ben 5 turnover a partita) e il tiro da tre punti, giacché in questo fondamentale ha dimostrato di essere ancora grezzo (solo 1 a bersaglio su 8 tentativi).
Il centro dei Sacramento Kings ha disputato quattro ottime partite, perdendosi un po' solo nell'ultima, nella quale ha segnato solo 6 punti (1/12 dal campo) e catturato 6 rimbalzi. Questo però non toglie nulla all'ex Kentucky, che ha comunque dimostrato di essere uno dei candidati al Rookie of the Year della prossima stagione grazie ai suoi 14.5 punti e 9.8 rimbalzi ad allacciata di scarpe.
In una NBA in cui i centri fisici vecchio stampo sono sempre più merce rara, lui potrà sicuramente risultare decisivo se confermerà tutto ciò che di buono si è visto a Las Vegas: sperando che gli infortuni non lo fermino come successo nel caso di Greg Oden, molto simile tecnicamente a Cousins ma con due ginocchia molto fragili.
Altri giocatori che hanno dato un buon segnale alle rispettive squadre sono DeMar DeRozan e Ed Davis di Toronto, Dominique Jones di Dallas, Landry Fields scelto al secondo giro dai New York Knicks, Greg Monroe e DaJuan Summers in maglia Pistons e infine Derrick Caracter dei Los Angeles Lakers.
Non solo luci però, ma anche molte ombre in questo mese di luglio, che hanno avuto come protagonista in negativo Evan Turner, guardia uscita da Ohio State e scelta con la seconda chiamata assoluta da Philadelphia: solo 9.4 punti, 5.6 rimbalzi e 2.8 assistenze a partita, per un giocatore che al college aveva dato tutt'altra impressione.
Avrà sicuramente la possibilità di rifarsi sin dalla pre-season, ma è chiaro che queste non sono cifre da giocatore con un talento al di fuori dalla norma.
Anche Derrick Favors, chiamato con la #3 dai New Jersey Nets, ha giocato leggermente al di sotto delle sue potenzialità . Si sapeva che non sarebbe stato un giocatore pronto subito per il grande palcoscenico, ma sia il suo immenso potenziale sia la giovanissima età (classe '91) lo porteranno a essere un buon giocatore da NBA.
Inoltre ha anche patito molto la presenza di Terrence Williams, tanto che Derrick ha sfoderato la miglior prestazione del torneo proprio quando il sophomore è rimasto in campo solo 5 minuti, contro Boston.
Infine vi è stata l'ennesima prova deludente di Hasheem Thabeet: l'ex Connecticut, scelto con la #2 da Memphis nel draft 2009, ha avuto un solo lampo nella terza partita, in cui ha segnato 21 punti, catturato 10 rimbalzi e piazzato ben 6 stoppate. Per il resto un torneo ancora deludente e ricco di falli, per un giocatore che solo un anno fa prometteva di essere un fattore difensivo (e non solo) in NBA.
Giudizio rimandato invece per Epke Udoh e Wesley Johnson: il primo rimarrà fermo anche per l'inizio della regular season, siccome si è infortunato al polso e starà fuori per ben 6 mesi, mentre l'ex ala di Syracuse (adesso in forza ai Minnesota Timberwolves) sembra si possa riprendere a breve.