Detroit Tigers: Preview

Justin Verlander, uomo simbolo della rinascita dei Tigers

Un vecchio adagio (non solo sportivo) dice che la cosa più difficile non è arrivare in alto ma riuscire a rimanerci e così, per i campioni in carica della American League, l'avventura in questa stagione 2007 inizia con un carico di responsabilità  non certo trascurabile. Confermarsi ai vertici della division e nello scomodo ruolo di contender è però certamente nelle potenzialità  di questo gruppo che non solo si presenta allo spring training praticamente confermato in blocco rispetto allo scorso anno (squadra che vince non si cambia, no?) ma può vantare addirittura l'innesto, al centro dell'ordine di battuta, di un campione del calibro di Gary Sheffield. La società , sotto la sapiente guida del General Manager Dave Dombrowski, si è quindi saputa muovere nel corso della offseason in modo impeccabile anche se da un primo superficiale esame potrebbe sembrare reduce da un inverno tranquillo trascorso adagiata sugli allori di un 2006 da favola (a parte chiaramente il finale a Saint Louis degno del miglior Nightmare). Pochi acquisti, è vero, ma una saggia gestione della situazione contrattuale ha cementato e motivato la squadra fallendo solo nel caso del rilievo mancino Jamie Walker, lasciato partire con destinazione Baltimora forse con troppa leggerezza. Ci riferiamo al prolungamento del contratto a Jeremy Bonderman (4 anni per $ 38 milioni), all'accordo economico trovato con tutti e quattro i giocatori eleggibili per il salary arbitration (Craig Monroe, Nate Robertson, Fernando Rodney e Omar Infante) e alla riconferma del free agent Sean Casey che, a guardar bene, sono mosse di mercato tanto importanti quanto le nuove acquisizioni. Passiamo quindi ad un'analisi più approfondita di questo gruppo che si presenta così compatto alla nuova sfida della stagione 2007.

Pitching & Difesa

La vera anima dei Tigers, anche in questa stagione 2007, resta sempre il monte di lancio. Solido, profondo, ben assortito e assolutamente dominante, si ripresenta ai blocchi di partenza praticamente con gli stessi uomini che hanno conquistato l'American League, ad eccezione del mancino Jamie Walker (passato a Baltimora) sostituito dal veterano Jose Mesa.
La rotazione dei partenti è una delle più forti e complete della lega ed ha il suo uomo guida, almeno dal punto di vista del temperamento e del carisma, nel veterano mancino Kenny Rogers, eroe dei playoffs 2006 e capace in carriera di un record di 207-139, 4,19 ERA; seguono poi i due giovani power pitcher Jeremy Bonderman e Justin Verlander, entrambi destri e sempre alla ricerca dello strike out; chiudono i due mancini Nate Robertson e Mike Maroth, lanciatori che non fanno certo della potenza il loro biglietto da visita, ma che grazie ad un buon controllo della zona di strike sono più che competitivi.
Passiamo ora in rassegna i cinque alfieri della rotazione:
LHP - Kenny Rogers, nato a Savannah, GA (USA) il 10/11/1964; 2006 stats: 17-8, 3,84 ERA, 204,0 IP, 99 K, 62 BB. Outlook: nonostante i suoi 42 anni suonati, Rogers sembra ancora nel fiore della sua maturità  sportiva. Non è dotato di particolare velocità  ma la sua fastball, che raramente raggiunge le 89 mph, disegna il piatto alla perfezione e risulta più efficace quando viene alternata ad una curva (contro i destri) o ad una cut fastball (contro i mancini). Completa il suo arsenale un buon changeup che gli permette di mettere fuori equilibrio i battitori avversari. Molto solido mentalmente, l'unica perplessità  è relativa alla sua carta d'identità .
RHP - Jeremy Bonderman, nato a Kennewick, WA (USA) il 28/10/1982; 2006 stats: 14-8, 4,08 ERA, 214,0 IP, 202 K, 64 BB. Outlook: è il prototipo del power pitcher con una fastball che lancia tra le 92 e 97 mph e uno slider molto robusto che per poco non tocca le 90. Durante l'inverno ha lavorato molto sul cambio di velocità  in modo tale da variare ulteriormente il suo repertorio di lanci, ma almeno ad inizio stagione lo vedremo raramente ricorrere a questa arma. Il talento (ed il braccio) sono da numero uno, deve migliorare ancora l'approccio mentale alla gara.
RHP - Justin Verlander, nato a Manakin-Sabot, VA (USA) il 20/02/1983; 2006 stats: 17-9, 3,63 ERA, 186,0 IP, 124 K, 60 BB. Outlook: un vero fenomeno, con una fastball che viaggia sulle 92-99 mph, una curva che disegna gli angoli della zona di strike ed un cambio di velocità  che raramente raggiunge le 80 mph. Sia la fastball che il cambio hanno un buon movimento e la curva spezza in maniera evidente in prossimità  del piatto. Classe cristallina, ha tutte le carte in regola per diventare un campione ma deve ancora guadagnare sul monte tale appellativo.
LHP - Nate Robertson, nato a Wichita, KS (USA) il 03/09/1977; 2006 stats: 13-13, 3,84 ERA, 208,2 IP, 137 K, 67 BB. Outlook: si è meritato il rispetto e la stima dei compagni combattendo su ogni lancio dimostrando un carattere insospettabile fino a qualche stagione fa. Si affida principalmente ad una fastball sulle 92 mph con cui si tiene lontano dai lanciatori destri con ripetuti lanci esterni. E' in possesso anche di uno slider molto efficace e di un cambio di velocità  di discreto livello, ma la sua dote principale resta sempre un temperamento da gladiatore.
LHP - Mike Maroth, nato a Orlando, FL (USA) il 17/08/1977; 2006 stats: 5-2, 4,19 ERA, 53,2 IP, 24 K, 16 BB. Outlook: protagonista di un inizio di stagione esaltante, è stato costretto ad un lungo stop causa problemi al gomito. E' molto simile come caratteristiche a Rogers, con una fastball che viaggia sulle 86-88 mph, una curva ed un cambio di velocità . La fastball e la curva sono di buon livello, ma in qualche occasione perde il controllo dei lanci e si offre alle mazze avversarie in maniera evidente. Nelle prime settimane del 2006 era sembrato un lanciatore diverso rispetto al passato, ripetersi non sarà  facile ma tutto dipenderà  da location e concentrazione.

Anche il bullpen è tra i migliori nel baseball a stelle e strisce nonostante risulti piuttosto carente di lanciatori mancini. Il closer è il veterano Todd Jones, navigato interprete del nono inning, ma la leadership del reparto risiede nei due giovani setup Fernando Rodney e Joel Zumaya. La presenza di Rodney è, tra l'altro, uno dei motivi principali per cui non si è provveduto a sostituire l'ottimo mancino Jamie Walker. Le sue cifre contro i battitori mancini (.202 AVG.) sono infatti più che soddisfacenti e garantiscono al bullpen un certo equilibrio. Ciò detto di Rodney, resta comunque Joel Zumaya la principale opzione nel ruolo di setup grazie alla sua potenza straordinaria ed ad un istinto naturale per affrontare le situazioni chiave. Dopo questi due cavalli di razza, troviamo il solido veterano Jose Mesa ed il mancino Wilfredo Ledezma entrambi utilizzabili come middle relievers, ma anche in situazioni più delicate. Per gli ultimi posti disponibili sono in corsa Jason Grilli, Roman Colon, Zach Miner ed Edward Campusano. Merita una menzione particolare il giovane mancino Andrew Miller che forse inizierà  la stagione nella Triplo A di Toledo, ma non tarderà  certo ad arrivare in MLB grazie al suo enorme talento.
Conosciamo ora più da vicino i principali protagonisti di questo bullpen:
RHP - Todd Jones, nato a Marietta, GA (USA) il 24/04/1968; 2006 stats: 2-6, 3,94 ERA, 37 SV, 64,0 IP, 28 K, 11 BB. Outlook: non è il closer potente e dominante che ci potrebbe aspettare. Si affida ad una fastball tra le 90-93 mph, che lancia sia interna che esterna con buon controllo, ed occasionalmente ad una cutter. Il suo miglior pregio è l'esperienza che gli consente un approccio sempre freddo e determinato nei momenti chiave della partita. Non è una garanzia ma conosce bene il mestiere e nella maggior parte dei casi riesce a portare a casa la salvezza, non senza però qualche patema.
RHP - Joel Zumaya, nato a Chula Vista, CA (USA) il 09/11/1984; 2006 stats: 6-3, 1,94 ERA, 83,1 IP, 97 K, 42 BB. Outlook: è quanto di più esaltante si sia visto sul monte di lancio in questi ultimi anni. Una palla veloce che parte dalle 95 mph per toccare addirittura le 102 mph, uno slider che viaggia sulle 90 mph ed un cambio di velocità  di ottima fattura. Se a questo sommiamo un controllo già  più che buono ed una grinta seconda solo alla sua incoscienza, abbiamo davanti il rilievo più dominante della lega. Questo è l'anno della verità  (nel 2006 era un rookie), ma se tanto mi da' tanto ""il californiano ci farà  divertire un bel po'!
RHP - Fernando Rodney, nato a Samana, (Repubblica Domenicana) il 18/03/1977; 2006 stats: 7-4, 3,52 ERA, 72,2 IP, 65 K, 34 BB. Outlook: resta uno dei migliori setup della lega anche se la sua adrenalina a volte lo porta ad esagerare. Alterna una fastball sulle 93-96 mph con un cambio intorno alle 80 mph che diventa quasi intoccabile grazie ad un'ottima velocità  di braccio nel suo rilascio. Molto efficace contro i battitori mancini, può essere utilizzato anche in più di una occasione salvezza.

Nonostante il festival di errori (o orrori?) collezionati nel corso delle ultime World Series, la difesa è sicuramente adeguata alle ambizioni della squadra. Il talento difensivo del catcher Ivan Rodriguez non ha bisogno di presentazioni e lo stesso tandem da doppio gioco formato da Carlos Guillen (SS) e Placido Polanco (2B) offre ottime garanzie. Entrambi infatti presentano una buona copertura della posizione, un accurato uso del guanto ed un braccio piuttosto preciso. Gli uomini agli angoli, Sean Casey (1B) e Brandon Inge (3B), non sono certo noti per la loro difesa anche se non palesano evidenti lacune e coprono il ruolo in maniera più che sufficiente. Per quanto riguarda gli esterni, Curtis Granderson (al centro) e Craig Monroe (a sinistra) sono molto dotati fisicamente ma il braccio non è altrettanto potente e calibrato, mentre Magglio Ordonez (a destra) è più limitato negli spostamenti ma maggiormente abile nelle assistenze. Nel complesso una difesa discreta che comunque farà  parlare poco di sé (sia nel bene che nel male).

Lineup

Un lineup che esce dall'inverno addirittura rinforzato rispetto alla scorsa stagione grazie all'acquisto della potente mazza di Gary Sheffield, anche se mantiene ancora una tendenza, in qualche uomo in particolare, a girare la mazza con troppa fretta e a non mettere con continuità  uomini in base. Quindi alla testa dell'attacco troviamo in Curtis Granderson un leadoff anomalo (solo .335 OBP), seguito dal sempre costante e presente Placido Polanco per poi crescere in consistenza e produttività  con il trio Carlos Guillen, Gary Sheffield e Magglio Ordonez (ai n° 3, 4 e 5) e terminare, passando per la mazza solida di Sean Casey e Ivan Rodriguez, con Craig Monroe e Brandon Inge, due battitori tanto potenti quanto indisciplinati.
Questo è il probabile lineup titolare:
CF – Curtis Granderson, nato a Blue Island, IL (USA) il 16/03/1981; 2006 stats: .260 AVG, 90 R, 19 HR, 68 RBI, 66 BB, 8 SB. Outlook: battitore giovane, incisivo e dotato di una discreta potenza ma non ancora consapevole fino in fondo delle responsabilità  e dei doveri del ruolo di leadoff. Troppo fiducioso nei suoi mezzi, tende a girare la mazza in maniera troppo aggressiva incassando un po' troppi strike out (174 nella scorsa stagione). Deve migliorare disciplina al piatto e media di arrivi in base (.335 OBP nel 2006), ma in fondo è ancora giovane ed ha tutte le caratteristiche per essere un buon leadoff.
2B - Placido Polanco, nato a Santo Domingo (Repubblica Domenicana) il 10/10/1975; 2006 stats: .295 AVG, 58 R, 4 HR, 52 RBI, 17 BB, 1 SB. Outlook: prezioso n° 2 del lineup che da quando è arrivato in Michigan nel corso della stagione 2005 ha sempre viaggiato su medie in battuta di primo livello (.338 nel 2005, .295 nel 2006). Poca potenza ma tanta sostanza, sfrutta al meglio le sue doti da line-drive hitter mettendo sempre la valida al momento giusto. Uomo squadra che emerge nei momenti importanti, una garanzia.
SS - Carlos Guillen, nato a Maracay (Venezuela) il 30/09/1975; 2006 stats: .320 AVG, 100 R, 19 HR, 85 RBI, 71 BB, 20 SB. Outlook: nella scorsa stagione è stato uno dei giocatori cardine della squadra grazie ad un bagaglio tecnico davvero completo. Esemplare nel suo approccio al piatto è in grado sia di cercare il contatto (.289 AVG. in carriera) che di mettere la palla oltre le recinzioni e, nonostante i problemi alle ginocchia, ha rubato 1/3 delle basi di tutte le tigri (20 su 60). Non è celebrato a sufficienza dalla stampa, ma batterà  n° 3 nel lineup e questo la dice lunga sulla sua importanza.
DH - Gary Sheffield, nato a Tampa, FL (USA) il 18/11/1968; 2006 stats: .298 AVG, 22 R, 6 HR, 55 RBI, 13 BB, 5 SB. Outlook: reduce da una stagione piena di infortuni, sembra comunque aver recuperato la forma migliore per affrontare questa nuova avventura con i Tigers. Le sue statistiche in carriera (.297 AVG., 455 HR e 1.501 RBI) parlano di una velocità  di mazza assolutamente impressionante e di un timing sulla palla che ne hanno fatto per anni uno dei migliori killer di fastball della lega. Allo stesso tempo è molto paziente al piatto (1,33 BB/K ratio in carriera) risultando molto difficile da mettere out. Se riesce a rimanere lontano da guai fisici, si prospetta l'anno della rinascita.
RF - Magglio Ordonez, nato a Caracas (Venezuela) il 28/01/1974; 2006 stats: .298 AVG, 82 R, 24 HR, 104 RBI, 45 BB, 1 SB. Outlook: giocatore in grado di essere tra i leader della squadra sia in media battuta, che in fuoricampo che in punti battuti a casa. Adesso che ha risolto i problemi al ginocchio, è un piacere vedere il suo ampio swing tornato fluido come ai tempi d'oro dei White Sox. Il ragazzo ha talento, si vede, e protetto nel lineup da Sheffield può migliorare in ogni categoria rispetto alla scorsa stagione.
1B - Sean Casey, nato a Willingsboro, NJ (USA) il 02/07/1974; 2006 stats: .272 AVG, 47 R, 8 HR, 59 RBI, 33 BB, 0 SB. Outlook: giocatore di puro contatto che negli anni si è trasformato da battitore di discreta potenza (24 HR nel 2004) a line-drive gap hitter. Mazza mancina comunque importante a questo punto del lineup, Casey si è forse lasciato alle spalle i suoi anni migliori ma nonostante tutto contribuirà  alla causa con una buona media in battuta.
C - Ivan Rodriguez, nato a Vega Baja (Porto Rico) il 30/11/1971; 2006 stats: .300 AVG, 74 R, 13 HR, 69 RBI, 26 BB, 8 SB. Outlook: immenso catcher che vanta tredici apparizioni all'All Star Game, resta una delle pietre angolari della squadra. Se è vero che negli ultimi anni ha perso un po' di potenza ed i suoi numeri offensivi sono in costante flessione, è altrettanto vero che continua a battere valido con notevole continuità  andando a colpire ogni zona dell'ampio campo di gioco del Comerica Park. Grinta e temperamento sono quelle di sempre ed è una presenza fondamentale nella clubhouse.
LF - Craig Monroe, nato a Texarkana, TX (USA) il 27/02/1977; 2006 stats: .255 AVG, 89 R, 28 HR, 92 RBI, 37 BB, 2 SB. Outlook: il trentenne texano è il battitore che nel 2006 ha ottenuto il maggior numero di fuoricampo nel lineup dei Tigers. E' in possesso di un giro di mazza di notevole qualità , ma allo stesso tempo non è altrettanto bravo nella selezione dei lanci cadendo spesso vittima di strike out. Ottimo contro i mancini, sta migliorando anche contro i destri anche se i progressi più importanti sono attesi nella disciplina al piatto.
3B - Brandon Inge, nato a Lynchburg, VA (USA) il 19/05/1977; 2006 stats: .253 AVG, 83 R, 27 HR, 83 RBI, 43 BB, 7 SB. Outlook: ha trovato solo nello scorso anno una collocazione stabile in terza base dopo aver ricoperto anche i ruoli di catcher e di esterno. Si è dimostrato capace di battere con sorprendente potenza senza però riuscire ad ottenere una media in battuta convincente. L'obbiettivo è confermare l'esplosività  del 2006 magari mettendo in campo qualche valida in più, anche se la sua dimensione è forse leggermente al di sotto di quanto fatto vedere nella passata stagione.

Oltre ad un lineup di grande sostanza, anche in panchina i Tigers possono contare su più di un giocatore interessante. Come backup di Ivan Rodriguez torna Vance Wilson, un catcher solido difensivamente che sa anche farsi rispettare al piatto. Per quanto riguarda gli interni sia Ramon Santiago che Neifi Perez sono importanti rincalzi esclusivamente da un punto di vista difensivo (come middle infielder) mentre nel box di battuta possono fornire un contributo solo marginale. Discorso che invece non può farsi per Omar Infante, vero e proprio utilityman capace di giocare sia come infielder sia in esterno centro, visto che è in grado di battere con buona continuità  ed anche con occasionale potenza. Come quarto esterno e prima opzione per sostituire Sheffield nel ruolo di DH troviamo Marcus Thames, giocatore potente (26 HR e 60 RBI nel 2006) in grado di risolvere la partita con un giro di mazza ma anche lui con medie in battuta non certo elevate. Tra gli altri ancora dubbi sull'utilizzo del prima base Chris Shelton e del giovane esterno Brent Cleven che si giocheranno le loro carte durante lo spring training.

Arrivi

Jose Mesa (RP, COL) e Gary Sheffield (OF/DH, NYY)

Giocatore Chiave

La chiave della prossima stagione sta nel riuscire a confermarsi sul monte di lancio e questo dipenderà  soprattutto dal rendimento di due lanciatori partenti in particolare. Per motivi opposti sia Kenny Rogers che Justin Verlander, assoluti protagonisti nel 2006, saranno attesi ad importanti conferme in questo 2007. Il veterano Rogers perché a 42 anni ogni stagione può essere quella di un naturale declino, ed il giovane Verlander perché dopo una favolosa stagione da rookie sarebbe comprensibile una flessione di assestamento. Monitorate il rendimento di questi lanciatori e se sapranno ripetersi almeno su livelli accettabili, per i Tigers si prospetta un altro anno pieno di soddisfazioni.

Giudizio Finale

I Tigers quindi restano una delle squadre più forti della American League ma forse, rispetto allo scorso anno, non potranno più contare sull'effetto sorpresa e pagheranno di certo una maggiore pressione sulle spalle. Anche se l'attenzione verrà  concentrata maggiormente sulle prestazioni dell'attacco, la chiave di una stagione vincente passerà , come abbiamo visto, ancora dal monte di lancio che se riuscirà  a ripetersi sui livelli del 2006, garantirà  a Detroit l'accesso ai playoffs e forse qualcosa in più"".

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