Separati dalla nascita
La valutazione del draft è uno degli studi più difficili da fare nel corso degli anni, figuriamoci a pochi giorni dall'evento con i prospetti che devono ancora mettere piede sul rettangolo di gioco e le squadre che devono ancora rimettere a posto gli assetti in vista della prossima stagione, non poco se consideriamo la tipologia di Free Agency che ci aspetta in questi giorni di luglio.
Di seguito però abbiamo cercato di elencare chi nella serata del 24 giugno ha svolto il proprio compitino nel modo giusto e chi invece l'ha toppato clamorosamente, o almeno così pare.
Giocatori e squadre, non salviamo nessuno.
WASHINGTON WIZARDS
La maglietta di John Wall era in stampa sin dal momento in cui hanno tirato su la pallina che consegnava ai Wizards la scelta n°1, ma c'è da valutare anche come si sono mossi per riprendersi da una stagione a dir poco deludente perchè da solo, il ragazzo da Kentucky, può fare poco se non seguito da ambizioni.
Ed è per questo che c'è da elogiare l'acquisizione di Hinrich, ottimo innesto per far crescere con la giusta calma la prima scelta assoluta garantendo solidità in regia e tanta difesa, oltre che una valida alternativa ad Arenas qualora si rimetta a fare le bizze.
Seraphin è interessante in prospettiva futura e verrà lasciato in patria per maturare adegatamente. mentre Trevor Booker potrebbe portare sostanza sotto canestro in un ruolo dove c'è tanto talento, in parte inespresso, ma poca cattiveria.
Partenza incoraggiante per un nuovo corso. WINNER
TORONTO RAPTORS
Con Bosh in uscita al 99% è giusto pensare ad una ricostruzione, soprattutto se il tuo secondo violino appena finita la stagione si lancia in dichiarazioni al vetriolo che invitano la dirigenza a prendere in seria considerazione una sua cessione, dopo neanche un anno dalla firma del contratto.
La scelta di Ed Davis a questo punto potrebbe essere comprensibile perché a potenziale rimaneva uno dei migliori del lotto e c'era la necessità di mettere centimetri sotto canestro.
Il problema è che l'ex-TarHeel sembra tutto tranne che un giocatore su cui puntare la ricostruzione, visto i grossi problemi attitudinali e di concentrazione (e sappiamo che Triano non è neanche il coach adatto per queste tipologie di prospetti), uniti al fatto che anche questo mal si accoppia con, a questo punto, l'unica speranza su cui si pone la franchigia canadese, ovvero il nostro Andrea Bargnani.
Vero che a quel punto era una scelta da fare, ma c'era decisamente bisogno di altro.
Si sono ripresi acquisendo Alabi, caduto alla 50, per mettere un po' di difesa sul pitturato, ma comunque questo non li salva. LOSER
OKLAHOMA CITY THUNDER
Presti quando vuole una cosa la ottiene.
Ai Thunder manca il lungo difensivo che lotta sotto le plance tale da permettere ai suoi ragazzotti talentuosi di agire sul perimetro in tuta tranquillità ? Ecco arrivare Cole Aldrich dopo una scalata di ben 10 posizioni cedendo i diritti di due prime scelte buone ma sacrificabili.
Punta il tedescone che ha fatto sbavare mezza Europa per combinazione di QI e fisico? Ecco che Tibor Pleiss approda metaforicamente a Durantlandia.
Perché metaforicamente? Beh, vista la profondità del roster possono benissimo permettersi di lasciarlo in Germania o in qualunque parte dell'Europa lui voglia in modo da maturare con calma e senza fretta. Inoltre pochi giorni prima aggiunge anche il guastatore da panchina, arrivato sottoforma di Daquean Cook.
Se Aldrich si rivela quello che in molti si aspettano preparatevi ad un ulteriore passo avanti, stavolta però sto passo rischia di assomigliare troppo ad un salto. WINNER
ATLANTA HAWKS
Poche idee e molto confuse.
In un draft in cui si poteva pescare molto bene anche dopo la 20, perché andare a prendere Jordan Crawford, che non è altro che un clone dell'altro JC, il quale ha trovato la sua dimensione perfetta proprio nel ruolo di sesto uomo?
La carenza sotto canestro a questo punto continua a farsi sentire, ed è un peccato, visto che erano disponibili prospetti come Whiteside, Orton, Varando, Alabi e Lawal; gente che non cambiava le carte in tavola, ma che Al Horford avrebbe non poco gradito vista la solitudine in vernice. LOSER
NEW YORK KNICKS E MIAMI HEAT
Con sole scelte al secondo giro, un roster scarno e le aspettative estive di portare almeno due top FA in faretra, le due franchigie della Eastern Conference dovevano muoversi nel modo migliore per rimpolpare delle panchine che nella prossima stagione dovrebbero avere un ruolo fondamentale. Ed i risultati non sono stati assolutamente malvagi.
La squadra di D'Antoni ha scelto la personalità e la faccia tosta, andando a prendere Andy Rautins, leader degli ultimi Orangemen e agonista di primissimo livello, e Landry Fields, realizzatore da Stanford capace di dare sin da subito tiro ed atletismo.
Miami invece ha messo due paletti molto interessanti sotto canestro come Dexter Pittman, in cui probabilmente Riley vede una sorta di nuovo Haslem, e Jarvis Varnado, e spera nel recupero di Da'Sean Butler, tiratore che farebbe molto comodo accanto ad un Wade, sempre che rifirmi con gli Heat.
5 senior, a dimostrazione che le squadre puntano all'immediato. WINNERS.
UNDERCLASSMEN NON DRAFTATI
La paura di un lockout non giustifica la fretta di dichiararsi al draft.
Giocatori che il prossimo anno potevano dire la loro nella Ncaa da protagonisti e darsi un'altra opportunità per poter scalare posizioni su posizioni anche sfruttando magari una buona stagione collegiale ora si ritrovano a dover lottare in Summer League per un posto in un roster Nba.
Chi sarà fortunato avrà un ruolo da journeyman (Don Nelson permettendo), mentre gli altri dovranno mettersi in gioco in giro per il mondo per trovare un contratto professionistico e tentare ogni anno l'approdo nella Lega più importante nel mondo.
Giocatori come Samardo Samuels, Courtney Fortson, AJ Ogilvy, Manny Harris, Elijah Millsap, Mac Koshwal, Sylven Landesberg e Tommy Mason-Griffin con un po' di sale in zucca avrebbero fatto un'altra scelta. LOSER
GORDON HAYWARD
Si aspettava una scelta dopo la lottery nonostante il grande Torneo disputato ed i provini in cui non ha per niente sfigurato, ed invece il sig. Sloan ha deciso di puntare sul ragazzino dell'Indiana per aggiungere tasso tecnico al perimetro, un po' troppo assente nei momenti in cui non c'è Deron.
Giusta conclusione di un'annata strepitosa in cui ha portato da protagonista la sua piccola università ad un millimetro dalla vittoria della Ncaa, prendendosi una rivincita sui college che hanno preferito non accollarsi questo ragazzetto mingherlino ma con tantissima forza di volontà .
Se poi quella che era al tavolo con lui era veramente la Sig.na Hayward, come fai a non metterlo tra i vincitori? WINNER
LUKE BABBITT
L'altra faccia della medaglia della vittoria morale di Gordon Hayward.
Babbitt era quasi destinato ai Jazz, ma a Salt Lake City hanno preferito un ala che potesse giocare sul perimetro tranquillamente anche ai ritmi Nba, cosa che secondo molti Babbitt non è in grado di fare.
Dopo aver aspettato invano la scelta dei Grizzlies, Minnie lo ha chiamato sul palco da Stern, ma neanche il tempo di aggiustarsi la visiera del cappellino che il suo destino era già rivolto verso l'Oregon. Una brutta discesa dopo un periodo in cui si tessevano continue lodi. LOSER
PAUL GEORGE
Passato tutto l'anno nel mistero, giocando (bene) a Fresno State in una Conference che non era proprio il massimo della visibilità per un ragazzo che decide di dichiararsi dopo soli due anni.
Nonostante le prime previsioni lo proiettassero ai limiti del primo giro con rischio del secondo dietro l'angolo, George ha lavorato sodo ed alla Combine e nei workout è arrivato in forma strepitosa lasciando a bocca aperta molti addetti ai lavori che si sono trovati davanti una possibile guardia di 205 cm con atletismo e tiro.
Quotazioni impennate ed i Pacers, passato l'idolo di casa Hayward, non ci hanno pensato due volte a pescare il ragazzo californiano, che ora con Granger può formare una coppia di esterni alta e completissima offensivamente, sempre che le qualità dimostrate nei giorni antecedenti al draft siano rispettate anche sul campo. WINNER
DANIEL ORTON E HASSAN WHITESIDE
E' rinomato che la fretta è cattiva consigliera, e se viene affiancata anche ad arroganza e incoscienza abbiamo di fronte un mix non molto tranquillizzante. Due freshman reduci da stagioni differenti ma comunque a loro modo simili per incognite e per le poche sicurezze che davano.
Orton è il quinto giocatore scelto proveniente da Kentucky, ma ad un certo punto sembrava dove essere il quarto se non il terzo nonostante nella stagione abbia giocato la "bellezza" di 15 minuti a partita.
Abbagliati i Gm per il modo in cui difendeva e per il potenziale sebbene venisse continuamente oscurato dal ben più quotato DeMarcus Cousins. I workout comunque hanno "smascherato" il ragazzo, in grossa difficoltà contro i pariruolo e con un problema al ginocchio che ha fatto storcere qualche naso. Ed ecco che si è ritrovato alla 29.
Con Whiteside invece i nasi hanno iniziato a storcersi dopo le interviste predraft dove il ragazzo, vero e proprio mistero per la stagione vissuta molto lontano dai radar, si è paragonato ad una versione migliorata di uno dei migliori giocatori del ruolo di ogni tempo, ovvero Hakeem Olajuwon.
Forse voleva dimostrare di essere ambizioso, ma chi di dovere ha sorriso sotto i baffi prendendola come una specie di superbia inutile, visti i grossi enigmi sulla valutazione del suo gioco al college. Anche lui, inizialmente previsto a ridosso dei primi 10, si è ritrovato in basso, addirittura al secondo giro.
Magari questa sconfitta potrebbe assomigliare molto ad un successo, dato che a questo punto le aspettative su di loro si affievoliscono, ma per ora i grandi perdenti individuali sono loro. LOSERS
AL FAROUQ AMINU
Usciamo dalla palla a spicchi e premiamo il coraggio del ragazzo di Wake Forest che si presenta alla Green Room in stile SteveUrkelgiante, con occhiali da Nerd che hanno rubato la scena anche agli improbabilissimi pantaloni a quadri di Wesley Johnson.
Fenomeno fashion della serata. Decisamente WINNER