Il nuovo arrivato Joe Borowski è chiamato a dare stabilità al bullpen
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa preview sulla stagione dei Cleveland Indians da parte del nostro assiduo forumista TheFan17.
Nel 2005 infiammarono la seconda parte di stagione, sfiorando una rimonta incredibile ai danni dei Chicago White Sox poi Campioni del Mondo e mancando l'accesso ai playoff per una manciata di partite. Nel 2006, con tutti i pronostici della vigilia a favore che li indicavano come sicuri contender, hanno poi fallito sotto ogni profilo schiacciati forse, da una pressione insostenibile per il gran numero di giovani presenti nel roster chiamati alla prova del nove.
In questo 2007, con la stagione alle porte, i Cleveland Indians avranno un solo compito: giocare a baseball. Niente pressioni, niente obblighi verso i bookmakers, solo scendere in campo nelle prossime 162 partite cercando di fare il meglio possibile.
Durante l'inverno, il GM Mark Shapiro ha ritoccato la squadra inserendo i pezzi mancanti al lineup e rivoltando totalmente il bullpen, il buco nero della passata stagione, dando a Eric Wedge una squadra, almeno sulla carta, molto più affidabile.
Pitching e Difesa
Le speranze di tutti sono riposte ancora una volta in CC Sabathia (13-12, 3.22 ERA, 172 K). Quest'anno come mai prima d'ora. A 27 anni è arrivato alla maturazione completa come giocatore ed è pronto per dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, l'enorme talento di cui è in possesso. Se i malanni fisici non lo tormenteranno e lui riuscirà a gestirsi durante la stagione, ci troveremo di fronte ad uno dei migliori pitcher in assoluto di tutta la lega, in grado di dominare le partite come pochi.
Alle spalle di Sabathia, Jake Westbrook (15-10, 4.17 ERA, 109 K). Alzi la mano chi non vorrebbe Big Jake nella rotazione della priopria squadra? Uno degli ultimi baluardi della sinker, garantirà agli Indians tutto il solido apporto che ne ha sempre contraddistinto la carriera.
Il terzo pitcher della rotazione sarà un altro mancino, ovvero, Cliff Lee (14-11, 4.40 ERA, 129 K). Stagione 2006 non molto esaltante per lui, con un rendimento sottotono per buona parte di essa e atteso ad un miglioramento sostanziale nella prossima.
Il veterano Paul Byrd (10-9, 4.88 ERA), sarà il più esperto della rotazione e si spera che nel 2007 possa contribuire alla causa con un rendimento almeno accettabile per colui che nella scorsa stagione sarebbe dovuto essere il sostituto di Kevin Millwood.
Il futuro del reparto, appartiene a Jeremy Sowers (7-4, 3.54 ERA, 35 K). Dopo un inizio difficile, il buon Jeremy è venuto fuori alla grande nella seconda parte di stagione, mostrando grande carattere e potenzialità culminate con due complete game shutouts in due partenze consecutive. A Cleveland puntano moltissimo su di lui e il talento c'è.
Nota fondamentale per il bullpen, artefice nella maggior parte degli insuccessi dello scorso campionato. Come anticipato, Shapiro l'ha rivoltato come un guanto. Gli acquisti mirati di Roberto Hernandez dai Mets e da Aaron Fultz dai Phillies ne sono la prova lampante.
Alla veneranda età di 42 anni, Hernandez è stato il primo innesto durante l'offseason ed è stato chiamato a Cleveland per portare solidità ed esperienza come mix-setup, mentre Fultz sarà lo specialista contro i battitori mancini, anche se probabilmente riuscirà a ritagliarsi un ruolo più completo.
Rafael Betancourt (3-4, 3.81 ERA, 3 SV) continuerà ad essere il setup primario e dividerà il grosso del lavoro con Hernandez.
Parentesi a parte per quanto riguarda il ruolo di closer. L'anno scorso fu un mezzo disastro, la partenza di Wickman a metà stagione, il fallimento di Fausto Carmona come suo successore, prima dell'inadeguatezza di Jason Davis e il finale di stagione con Tom Mastny, il meno peggio del lotto.
Quest'anno, Shapiro è andato sul sicuro: dopo una stagione da 36 salvezze su 43 opportunità , i Cleveland Indians hanno messo sotto contratto, Joe Borowski, rilievo classe '71 dei Florida Marlins, già closer dei Cubs, uno dei pezzi pregiati del mercato free-agent.
Ma il front-office della squadra dell'Ohio non si è fermato qui e dopo una lunga trattativa è arrivata anche la firma di Keith Foulke, storico closer dei Red Sox 2004. Nella mente di Shapiro, la combo Borowski-Foulke per la gestione dei finali di partita è la chiave della stagione 2007.
Però come in tutte le cose, ci sono storie che non potranno mai avere inizio e infatti, Foulke poche ore prima di iniziare lo spring-training con la nuova maglia, annuncia prematuramente il ritiro, chiudendo definitivamente il dubbio sul ruolo di closer che finisce così interamente nelle mani di Borowski.
Lineup
Si potrebbe impiegare un giorno intero ad esaminare tutte le possibili varianti del lineup, considerata la grande flessibilità del roster. Solo per fare un esempio, in prima base potrebbero esserci tre opzioni differenti, anche se con ogni probabilità ad occupare il sacchetto di prima, perlomeno contro i lanciatori destri, ci sarà Casey Blake (.282, 19 HR, 68 RBI) "Mr. Versatility", in grado di giocare in quasi tutti i ruoli con un rendimento costante.
Alle sue spalle, ci sarà Ryan Garko, che almeno all'inzio partirà come backup e verrà impiegato, con l'eventuale spostamento di Blake all'esterno, nei matchup contro i pitcher mancini.
Il fiore all'occhiello del mercato degli Indians, è stato sicuramente Josh Barfield (.280, 13 HR, 58 RBI, 21 SB). L'ex rookie dei San Diego Padres è arrivato a Cleveland per colmare la voragine nel ruolo di seconda base, portando buona difesa (.987 FPCT, 9 errori in 147 partite) e altrettanto buon potenziale offensivo. Con ogni probabilità occuperà il secondo slot in battuta, dietro Sizemore.
Nel ruolo di interbase, Jhonny Peralta. L'erede di Omar Vizquel è atteso alla stagione del riscatto dopo un 2006 tragico sotto tutti gli aspetti, anche di tenuta psicologica. Peralta ha passato quasi tutto l'inverno in isolamento nella Repubblica Dominicana, lavorando a un duro programma specifico di preparazione a questa nuova stagione.
In terza base e a tempo pieno, ci sarà il talento di Andy Marte. Grande difesa e ottimo braccio, decisamente piacevole nel gesto tecnico, deve solo prendere più consistenza in battuta, dove ha lasciato intravedere discrete cose solo nel finale dello scorso campionato. Potenziale da futuro Golden Glove.
Sugli esterni, c'è l'imbarazzo della scelta. Gli arrivi di David Dellucci e Trot Nixon portano maggior esperienza e affidabilità agli angoli. Da valutare pure gli eventuali cambi, con Jason Michaels che potrebbe giocare a sinistra mentre dalla parte opposta potrebbero esserci, oltre al solito Blake, anche il coreano Shin-Soo Choo, diamante grezzo dal futuro assicurato.
In mezzo Grady Sizemore. Talento sconfinato, già uno dei migliori outfielder della lega e destinato a dominarla negli anni a venire. Lead-off quasi sprecato, grandissimo colpitore di extra-basi (28 HR, 53 doppi, 11 tripli), difensore di alto livello. E' pronto per una stagione da MVP.
Nel ruolo di catcher ci sarà Victor Martinez (.316, 16 HR, 93 RBI) forse il giocatore più decisivo di questa squadra. Il valore offensivo non è in discussione, pochi catcher possono permettersi un rendimento di questo genere, ma è la difesa il suo tallone d'achille rappresentando un'autentica manna dal cielo per i rubatori di basi. Attenzione alla prima parte di stagione, solita partenza fredda per poi esplodere da metà in avanti. Come backup ecco Kelly Shoppach, buon catcher di riserva che consentirà allo stesso Victor Martinez di giocare in prima base.
Come battitore designato, Travis Hafner. L'idolo incontrastato dei tifosi del Jacobs Field è pronto per stupire ancora. Reduce da una stagione terrificante conlusa con .308 AVG, 42 HR, 117 RBI, 6 GS, .659 SLG, 1.097 OPS sarà la principale arma da fuoco della squadra e avrà il compito di innescare le frecce di Sizemore e Barfield che batteranno prima di lui.
Arrivi
Roberto Hernandez (RP, Mets); Aaron Fultz (RP, Phillies); David Dellucci (OF, Phillies); Josh Barfield (2B, Padres); Joe Borowski (RP, Marlins); Trot Nixon (OF, Red Sox); Cliff Politte (RP, White Sox).
Giocatore Chiave
La scelta del giocatore chiave potrebbe ricadere fra Hafner, Sabathia, Martinez o Sizemore e non farebbe certo nessuna piega. Ma nonostante una stagione 2006 ampiamente insufficiente, conclusasi con un record negativo e molto prima del previsto, i quattro sopracitati hanno avuto comunque un altissimo rendimento a dimostrazione di possedere il DNA dei campioni che sanno emergere nelle difficoltà . Le lacune emerse sono state ben altre a partire da un bullpen fin troppo inconsistente. Shapiro ha investito non su fuoriclassi, ma su gente esperta, in grado di compiere il proprio lavoro quando gli si chiede di farlo. Se ci fosse da scegliere "il reparto chiave" direi senza ombra di dubbio, il bullpen. Ma c'è da scegliere un solo giocatore e scelgo Joe Borowski. Se riuscirà a mantenersi sui livelli della scorsa stagione, gli Indians si ritroveranno in men che non si dica a metà dell'opera.
Giudizio Finale
Come anticipato all'inzio, in questa stagione gli Indians dovranno pensare esclusivamente a giocare a baseball senza pressioni di nessun genere. Partire dal "lato sporco della pista" dietro a Tigers, Twins e White Sox potrebbe rivelarsi un bene costringendo gli avversari diretti a giocare sotto i riflettori. Sulla carta, la squadra è solida e affidabile, con giocatori di esperienza che dovrebbero evitare il tracollo psicologico del campionato scorso. Lottare fino all'ultimo per un posto nella post-season è l'obiettivo minimo. Ma i Tigers insegnano che l'appetito vien mangiando e una buona partenza rivitalizzerebbe tutto l'ambiente e potrebbbe regalare a tutta la città di Cleveland quelle soddisfazioni che da tempo si merita.