Perkins a terra. La sua serie si ferma qui.
Eccoci arrivati. Il momento che milioni di tifosi volevano stanotte diventerà realtà .
La finale con più fascino della storia dell'NBA, quella tra Lakers e Celtics, all'epilogo più emozionante, quello di Gara7. Il più euforico di tutti, ovviamente, è David Stern, commissioner della lega, che calcolatrice alla mano sta già conteggiando i ricavi derivanti dal ritorno d'immagine di un finale così affascinante.
Tutti contenti quindi?
No, fuori dal coro ci sono i tifosi e soprattutto lo staff dei Celtics.
Il motivo dello scarso entusiasmo è ovviamente il fatto che la gara decisiva si giocherà a casa dei campioni in carica dei Lakers, e soprattutto dopo la più brutta sconfitta della serie, patita in Gara6 allo Staples. Una sconfitta di 22 punti dettata da un dominio gialloviola da metà primo quarto in poi.
Il ginocchio di Perkins
Il momento chiave della partita è stato l'infortunio patito da Kendrik Perkins a 5:30 dalla fine del primo quarto. Il numero 43, saltando a rimbalzo, ha appoggiato male il ginocchio e ha subito attirato l'attenzione dello staff sanitario tenendosi la gamba destra e non lasciando presagire nulla di buono.
Portato fuori con l'aiuto di un dirigente e di Shelden Williams, Perkins è stato accompagnato negli spogliatoi e non è più rientrato, sottoponendosi subito ai primi esami. Nel momento in cui il centro è uscito, i Celtics erano a meno 6, poi, complice un attacco molto fluido dei Lakers ma soprattutto la mancanza di peso sotto i tabelloni da parte dei verdi, si è arrivati velocemente alla doppia cifra abbondante di svantaggio, a cui i Celtics non hanno saputo rispondere.
“Ho capito subito che c'era qualcosa che non andava”, ha detto Kendrick Perkins, “la gamba mi faceva male e non riuscivo a camminare, il dolore era forte”.
Con l'uscita del loro centro titolare già dal primo quarto le rotazioni di coach Rivers sono dovute adeguarsi, e la tendenza ai falli di Rasheed Wallace ha costretto Boston a mettere in campo il quinto lungo, Shelden Williams, che ha fatto fatica a stare con Gasol e Bynum.
Purtroppo nella giornata di ieri è arrivata la conferma di quanto tutti temevano. I Celtics dovranno fare a meno di Perkins anche nella decisiva Gara7.
Questo non vuol dire però che Boston debba essere data per sconfitta in partenza, come precisa anche il capitano Paul Pierce “Già da martedi sera sapevamo di dover fare a meno di Kendrick nella partita di giovedì. E' una sfortuna per noi dover fare a meno di un lungo così importante per noi in questi playoff, ma questo vorrà dire che gli altri ragazzi alzeranno il loro livello e daranno qualcosa in più per sopperire alla sua assenza. Abbiamo Big Baby, Rasheed ed eventualmente Shelden Williams che faranno il loro meglio. Gli chiediamo di dare tutto in quest'ultima partita”.
Gioco fisico
Tutti abbiamo ancora negli occhi il primo scontro fisico della serie, quello occorso tra Artest e Pierce dopo 37 secondi di Gara1. Quell'episodio probabilmente è stato il motivo per cui sono arrivati molti fischi da parte degli arbitri, che non vogliono lasciarsi sfuggire di mano la situazione.
Il metro arbitrale però non ha evitato che in alcuni momenti del gioco lo scontro sia stato parecchio fisico. In Gara5 dopo un brutto fallo su Garnett, Ron Artest è stato spintonato da Rondo, facendo un po' di scena per far prendere il tecnico al play dei Celtics.
Le parole seguite a quel gesto, con Rondo che affermava “Artest è uno dei giocatori più fisici dell'NBA. Sicuramente il più fisico in questa serie. Non credo di avergli dato un colpo tanto forte da farlo cadere a terra in quel modo”, devono aver urtato la suscettibilità di Ron Ron, che in Gara 6 ha voluto far vedere quanto effettivamente sia fisico il suo gioco, rifilando una gomitata, non si sa quanto involontaria, proprio a Rondo in entrata.
La gomitata è stata considerata un normale contatto di gioco da parte degli arbitri, che non hanno fischiato il fallo, ma sono poi costati 17 punti al play dei Celtics. Rondo minimizza il danno, ma fa presente agli arbitri che hanno sbagliato a non fischiare.
“E' solo un taglio, un piccolo taglio, però mi hanno dovuto mettere diciassette punti. Diciassette. E non è stato fischiato fallo. E' stato uno dei tanti falli non fischiati in questa serie”. In realtà il taglio ha richiesto solo 4 punti per essere suturato, però rimane valido il punto di vista di Rajon sul fatto che quel fallo fosse da fischiare.
Oltre a gonfiare il numero di punti per esagerare un po', Rondo ha anche fatto capire che Artest tutto sommato lo ha solo graffiato, e che ci vuole ben altro per buttarlo a terra, minimizzando l'incidente.
“Non credo sia stata volontaria, anche se il fallo c'era. Però questo è il gioco, devi continuare a giocare e sicuramente il mio gioco dopo l'incidente non è stato influenzato in alcun modo. Certo, sono poi stato poco in campo perchè la gara era andata”
I presupposti per una Gara7 che sarà una battaglia, con giocatori che se la sono promessa e con i lunghi di Boston che dovranno necessariamente essere aggressivi per sopperire all'assenza di Perkins.
Chiudere la difesa per correre in attacco
Come detto anche in altri episodi della serie soprattutto riportando le parole di Doc Rivers, per poter avere un attacco efficace bisogna correre, e per poter correre bisogna difendere forte e recuperare palloni.
Non si può fare contropiede da canestro subito perchè la difesa di Los Angeles nel frattempo è schierata e pronta a chiudere gli spazi ai Celtics. Su questo tasto insiste proprio Rajon Rondo che è sulla stessa lunghezza d'onda del suo allenatore “Non siamo riusciti a fermare il loro attacco. E senza fermare il loro attacco non puoi correre. Dobbiamo fare un lavoro migliore in difesa per fermarli”.
Rajon sembra molto carico per il capitolo finale della saga, ma alla domanda se si aspetta un Rondo sopra le righe in Gara7, Doc Rivers risponde: “Abbiamo bisogno che Rondo giochi da Rondo. Non c'è bisogno che nessuno giochi in modo grandioso. Rondo è importantissimo in questo team, ma è importante che ognuno giochi come sa”.
Ovviamente anche Coach Rivers punta il dito sulla necessità di aumentare l'intensità difensiva “Nella scorsa gara non siamo stati bravi. Loro hanno segnato con ottime percentuali, e quando sbagliavano riuscivano a prendere il rimbalzo per una seconda opportunità . Nella prossima partita dovremo evitare tutto questo”.
Altro punto su cui fare attenzione, sono le palle perse. In Gara6 sono state 14 ma sono state particolarmente sanguinose, perchè arrivate in momenti in cui bisognava cercare di fare un parziale che permettesse di avvicinarsi nel punteggio agli avversari.
La resa dei conti
Arrivati a questo punto, conteranno gli aggiustamenti, migliorare i punti descritti sopra che non hanno funzionato bene, ma anche avere la sorte dalla propria parte, come anche afferma Coach Rivers “Adesso bisogna lavorare bene ed essere fortunati, e più si lavora bene più la fortuna ti sorride”.
I Celtics si presentano all'appuntamento senza il loro centro titolare, e dovranno chiedere qualcosa di più ai lunghi in particolare, ma in generale tutti saranno ovviamente chiamati a dare tutto quello che hanno. Le rotazioni saranno ridotte al minimo e si cercheranno di sfruttare le stelle per il maggior tempo possibile.
Prevedibile quindi un minutaggio sui 40 minuti oltre che per Rondo ed Allen, che sono quelli che in questa serie hanno avuto maggior spazio, anche per Pierce e Garnett. Il primo sarà chiamato a prendere in mano l'attacco dei verdi, come fatto in Gara5, in quello che potrebbe essere uno scontro all'ultimo canestro con Kobe Bryant, il secondo sarà invece chiamato a giocare più del solito, dovendo fornire centimetri quando in campo ci sarà Davis e dovrà occuparsi di Gasol difensivamente cercando di estraniarlo dal gioco.
Sui possibili minutaggi ovviamente Rivers non si sbilancia troppo “Il massimo è 48 minuti. Ma bisognerà vedere durante la partita. Dobbiamo capire per quanti minuti i giocatori potranno essere produttivi, senza sovra-utilizzarli. Di certo gli si chiederà di dare qualcosa in più”.
L'unico su cui certamente si punterà per molto più tempo, sperando che resti lontano dai falli e che sia concentrato, sarà Rasheed Wallace, a cui si chiederanno presumibilmente invece che i 15-18 minuti avuti fino ad ora, 25-30 minuti.
Interrogato sulla fiducia di poter contare su così tanto tempo su Raheed, Rivers ha dichiarato sicuro: “Si, siamo convinti che sia in grado di farli”.
Giocarsi la gara decisiva non al completo non è mai un grande affare, ma la fiducia dei Celtics non pare essersi scalfita. Con queste premesse la Gara7 sarà la gara che tutti sognavano. Tutti tranne i Celtics, forse…