In genere quando gli avversari hanno dei grandi realizzatori i coach scelgono fra due diversi approcci difensivi, uno che negli states chiamano: "se dobbiamo perdere, facciamoci battere da lui, ma non dagli altri", e consiste nel marcare normalmente la stella, senza eccedere e raddoppiare, lasciandogli magari parecchi punti, ma impedendogli facili passaggi a compagni smarcati, l'altro chiamato "Facciamoci battere da chiunque, ma non da lui", e cioè si cerca di limitare in ogni modo la stella avversaria.
I due allenatori dei Lakers e dei Celtics hanno scelto questa seconda ipotesi e, se era prevedibile che in gara 3 i Lakers avrebbero trovato punti da Derek Fisher, non credo qualcuno avesse previsto che in una gara delle finali NBA i due giocatori decisivi avrebbero potuto essere Glen "Big baby" Davis e Nate "Kryptonate" Robinson. Come ha simpaticamente scherzato Nate a fine partita, Shreck e Ciuchino.
Lo sguardo di Phil Jackson in conferenza stampa era insolitamente smarrito, come se il re dei "mind games" per una volte fosse rimasto vittima del mind game di qualcun altro: "La loro panchina ci ha distrutto".
Probabilmente nelle scelta dei termini c'è anche la consapevolezza che Doc Rivers è stato stavolta più bravo di lui, schierando per un sacco di tempo giovanotti in cui solo lui crede, come Nate Robinson, messo ai margini da Mike D'Antoni e considerato da mezza NBA giusto un fenomeno da baraccone adatto alla gara delle schiacciate, Glen Davis, lungo (oddio, lungo, si fa per dire, è alto poco più di una guardia media) larghissimo e con la tendenza a distrarsi e deprimersi, Tony Allen, guardia poco talentuosa data mille volte per finita dopo tanti infortuni, lo stesso Sheed Wallace, scaricato a Detroit, preso con una eccezione salariale, reduce da una stagione regolare raccapricciante.
Una panca a basso costo che si è rivelata decisiva, Davis e Robinson con i loro punti, Wallace ed Allen con la loro difesa su Gasol e Bryant. Rivers è stato bravissimo a bacchettare severamente questi giocatori quando non si comportavano come lui voleva, metterli in un angolo, fargli capire che le regole dello spogliatoio erano sacre senza però mai rompere i rapporti con loro, facendogli comprendere che per loro c'era spazio e se si fossero comportati in campo e fuori secondo i dettami del coaching staff avrebbero avuto modo di trovare le loro occasioni.
La panca dei Lakers costa complessivamente di più, ma rende molto ma molto di meno. I contratti dati a Vujacic e Walton sono lunghi e piuttosto onerosi (entrambi guadagnano circa 5 milioni di dollari l'anno) per gente che si alza dalla panca e rende solo quando raggiunge un apice della forma che arriva davvero di rado, Farmar e Brown (che sfidò Lebron James in un'epica gara delle schiacciate alle scuole superiori) sono attesi da anni ad una maturazione che non arriva mai, si rischia facciano come quel vino cattivo che da acerbo diventa direttamente aceto, persino Lamar Odom, che si alza dalla panca principalmente per dare fiducia a Bynum non sta incidendo come ci si aspettava.
Bynum è stato l'unico giocatore dei Lakers a rendere oltre le aspettative, ma il suo rendimento è legato ad un ginocchio che viene siringato quasi ogni giorno e, purtroppo, nelle incredibili siringone che vengono usate, più simili ad un fiasco di Chianti che alle siringhe che teniamo in casa noi comuni mortali, oltre al liquido lubrificante prodotto dal ginocchio c'è anche del sangue, segno che il bambinone dovrebbe operarsi quanto prima per pulire il menisco.
Non è però ora il momento, Bynum, incredibile a dirsi solo un paio di settimane fa, è al momento un giocatore fondamentale. In primo luogo la sua presenza nel pitturato, le sue stoppate, la sua mole danno molto fastidio ai giocatori che vanno in penetrazione, cosa che non accade quando la coppia di lunghi è quella formata da Odom e Gasol.
Oltre a quanto detto in tutte queste sfide, come già nel 2008, vince sempre chi prende più rimbalzi e se nel 2008 si aveva l'impressione che nelle due partite vinte dai Lakers fossero stati i Celtics a rilassarsi, adesso la sfida è vera, epica, ricorda i grandi duelli del passato e bisogna lottare fino in fondo, a costo di farlo come Beckembauer a Messico 1970 o come Willis Reed nelle finali dello stesso anno.
"Non so quali saranno le sue condizioni, avrà una visita poco prima della partita."
Certo, affermazioni simili da parte di Phil Jackson sappiamo tutti che valgono davvero poco, lui di sicuro sa già in quali condizioni ragionevolmente potrà essere il giovane lungo.
Il problema della panchina però comincia ad essere sentito in queste finali. Due anni fa dalla panca si alzavano Ariza e Bynum limitati dai rispettivi infortuni, Walton in forma e pronto a contribuire, Vujacic mai in forma come in quel periodo in tutta la sua carriera, Farmar che pareva star trovando la fiducia.
Quella panchina, allora, era più forte di quella dei Celtics e lo dimostrò, pur nella sconfitta. Adesso fra le due panchine non c'è paragone. Poco, davvero poco per i Lakers, 4 giocatori decisivi per i Celtics, fra cui un Tony Allen che ha molto infastidito Kobe Bryant: "L'ho visto stanco, non è riuscito a concludere la partita come avrebbe voluto."
In effetti possiamo in parte concordare con Phil Jackson, Bryant ed i Lakers tutti sono calati nell'ultimo quarto, ma questo è un problema che c'è stato per tutta la serie contro i Suns e si sta presentando in tutte le partite contro i Celtics.
Poi magari arriva un Bryant che piazza qualche canestro ben assestato, oppure un Fisher che fa faville e gli avversari non possono completare la rimonta, ma abbiamo visto come in tutte le partite i Celtics abbiano giocato meglio nell'ultimo quarto, come già i Suns nelle finali di conference. Il perchè si capisce facilmente.
La squadra è esperta, il nucleo va dai 30 anni di Gasol ai 32 di Bryant, con l'eccezione di un Bynum debilitato per via del ginocchio e di un Fisher decisivo, si, ma pur sempre con 36 primavere sulle spalle.
Questo nucleo è sicuramente adatto a vincere, non a caso è alla terza finale consecutiva, ma è composto da giocatori che non possono giocare 40' a partita e rendere sempre al massimo, hanno bisogno di qualche minuto di riposo che al momento non possono prendersi.
Se riescono a prevalere a rimbalzo possono evitare almeno le transizioni avversarie e reggere meglio, ma se oltretutto sono obbligati a scattare come centometristi sulle tracce di Rondo, Robinson e Pierce, allora nell'ultimo quarto arrivano con il fiatone. Anche così si giustificano le pessime scelte di gioco nel finale di Bryant e soci.
Di solito, quando vediamo palla a Bryant con gli avversari sopra di 6 punti a 30 secondi dalla fine, siamo abituati a pensare che i distacco è in realtà di 3 punti e bisogna pressare per recuperare palla ed avere l'ultimo tiro per pareggiare.
Invece stavolta abbiamo visto uno splendido assist del Mamba per il contropiede di Rajon Rondo che ha definitivamente chiuso la partita, e complessivamente tre errori al tiro altrettanto decisivi negli ultimi 4 minuti, fino al punteggio conclusivo di 89 a 96. Sempre nell'ultimo quarto solo Ron Artest aveva ancora le gambe per andare a rimbalzo opponendosi a Davis e Garnett, e l'eroe di gara 3, Derek Fisher, non è riuscito a mettere neanche un canestro.
Purtroppo se Fisher ha giocato 31', un tempo ragionevolissimo, anche se i sostituti non hanno incantato, Odom ha giocato 39', viste le condizioni di un Bynum che ha potuto giocare poco più di 10 minuti, Gasol, Bryant e Artest hanno giocato rispettivamente 44, 43 e 42 minuti. Questo è un problema che Phil Jackson dovrà assolutamente affrontare e risolvere.
Oltre, naturalmente, ad obbligare i suoi giocatori a giocare la triangolo anche nell'ultimo quarto, anziché avventurarsi in giochi a due ed isolamenti che non hanno più le gambe per eseguire bene. Ed ora una gara 5 non decisiva come gara 3, ma comunque fondamentale.
Se i Lakers riuscissero a vincerla sarebbero di fatto campioni, ben difficilmente i Celtics potrebbero vincerne due di fila a Los Angeles e ne sono assolutamente consapevoli, ma qualora i fossero i biancoverdi di Boston a prevalere, allora dovrebbero vincerne una su due allo Staples Center, possono farlo, l'hanno già fatto e sono consapevoli anche di questo.
Di sicuro gara 5 sarà una battaglia combattuta dalle due squadre al limite delle loro possibilità .