La magia e la crudeltà delle Finals NBA.
L’eroe di gara 2 (Allen) cade impietosamente ed il solito sospetto (Fisher) si prende quel palcoscenico che sa calcare come nessun altro.
Vince Los Angeles che cambia l’inerzia di questa rapsodica serie piena di emozioni, difesa, errori e tanto cuore. Quello di Fisher non conosce confini. Quello dei Celtics renderà la strada dei Lakers verso il 16° titolo ancora difficile e piena di ostacoli.
Bisogna aspettare solo 48 ore. Per scoprire quale sarà l’eroe che cade e quello che trionfa.
Recap
Il pubblico del TD Garden non fa in tempo a sedersi che deve subito rialzarsi per lo straordinario inizio di Kevin Garnett che in meno di 80” segna 3 canestri, uno dei quali con finta su un Gasol un po’ troppo leggero difensivamente
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L’ambiente del palazzo dei Celtics da caldo diventa subito bollente.
Los Angeles s’affida a Fisher che smorza l’inerzia con un gioco da 3 punti ma Artest si fa subito fischiare due falli (il primo molto dubbio) e dall’altra parte Rajon Rondo resta sul pezzo del suo fantastico 4° quarto di gara 2 dello Staples Center e segna 3 canestri consecutivi. Boston è già sul 12-5 con Jackson che chiama un insolito time out che di fatti cambia il trend della gara.
L’attacco dei Celtics è retto dalla ditta Rondo-KG (primi 16 punti di Boston) con Allen e Pierce che falliscono i primi 10 tiri della loro partita mentre Bryant a suo modo entra nella gara con un “catch and shot” di altissima qualità che trova anche il 2° fallo di Rajon Rondo.
Dopo aver dato il particolare benvenuto della seria a Lamar Odom con la tripla di tabella non dichiarata, la difesa di Gasol resta insufficiente contro l’inizio incandescente di un Garnett che arriva subito alla doppia cifra ma Los Angeles si ritrova avanti dopo aver infilato un parziale di 8-0.
La difesa in transizione di L.A. è da applausi con Boston che costruisce solo tiri difficili e a bassissima percentuale mentre a 40” Tony Allen (dalla lunetta) segna il primo punto di un Celtic che non sia Rondo o KG.
Los Angeles scappa sul finire del 1° quarto con il gioco da 3 punti di Lamar Odom che a sette decimi dalla sirena trova la penetrazione, il fallo di Wallace e i punti che lanciano i Lakers sul +9. Il parziale si allunga. Dopo il buon inizio dei padroni di casa, siamo 21-5 L.A.
Il trend, all’inizio del secondo quarto, non cambia. Altro giro, altro gioco da 3 punti e doppia cifra anche per Kobe che penetra e pesca il fallo di Tony Allen con Shannon Brown che porta il massimo vantaggio nell’ordine delle 14 lunghezze.
Il timone del comando dei Boston Celtics (19 errori dei primi 30 tiri) è nelle ondivaghe ed imprevedibili mani di Robinson che infila la tripla prima che Lamar Odom infili il 7° canestro consecutivo dei Lakers che scappano sul +17 con l’impatto del newyorkese (+16 di plus/minus) che lievita di minuto in minuto.
Dopo 17’ di pessimo approccio difensivo, i padroni di casa mettono sul parquet due competenti difese consecutive che limitano Bryant e Gasol con il gap che si riduce grazie al 6° canestro di Garnett e alle penetrazioni di Rondo che muovono la difesa dei Lakers che subisce un parziale di 9-0 che riporta sotto la doppia cifra di svantaggio la squadra di Doc Rivers.
Paul Pierce infila la prima tripla della serie ma Kobe Bryant pur forzando un po’ troppo, prende il comando della gara e la indirizza nuovamente sui binari di Los Angeles con un salvataggio clamoroso sulla linea di fondo che propizia l’ennesimo gioco da 3 punti targato L.A. (di Bynum) e con due canestri da campione (sempre con il pick ‘n roll) per il nuovo +12.
L’ultimo possesso del primo tempo è per i Celtics. Pierce sbaglia il 7° dei suoi 8 tiri ed insieme ad Allen e Wallace combina per un orrido 1/16 dal campo.
Nel secondo tempo parte meglio Los Angeles ma Paul Pierce infila la 2° tripla della sua gara e Allen toglie lo zero dalla casella dei punti con il viaggio dalla lunetta ma non riesce a cancellare la virgola dai tiri dal campo. Altri errori e 0/9 complessivo mentre Paul Pierce si “toglie” per l’ennesima volta dalla partita con il 4° fallo personale.
A centro area il dominio dei Lakers è evidenziato dalle 5 stoppate e dai 34 rimbalzi con Gasol e Bynum che contestano ogni singolo avvicinamento a tabellone dei Celtics che faticano a trovare contropiede e ritmo in attacco.
Le difese salgono di colpi e Kobe Bryant rifila la terza stoppata della sua gara e continua ad attaccare dalla punta ed in isolamento. Il risultato è sempre lo stesso: la retina si muove.
Dall’altra parte, Ray Allen prova a mettersi in ritmo con gli assist per i compagni ma gli errori consecutivi al tiro diventano incredibilmente 11 ed i Lakers restano costantemente sui 9 punti di vantaggio.
Tony Allen con una signora linea di fondo trova il -5 ma sul possesso successivo, la sirena dei 24” e Kobe Bryant si incontrano come al solito per una pazzesca tripla del 24 che zittisce il crescente tifo del TD Garden.
Il terzo quarto è dei Celtics (21-15) che chiudono bene con un ottimo Tony Allen sui due lati del campo. Boston è a -6 con la ditta Pierce/Allen arrivata a 2/20 dal campo e parte alla grande nel 4° periodo nonostante due fischi rivedibili degli arbitri, di cui uno importantissimo (il 5° di Paul Pierce).
Due canestri molto tecnici di Davis e la zingarata di Rondo trascinano i Celtics verso un impensabile -1, merito di un quintetto operaio, di un Tony Allen determinante ed di un cuore che fa provincia.
Nel momento più importante della partita (e della serie) esce fuori come il sole in estate, Derek Fisher che deposita tre canestri da veterano e tiene a galla i Lakers (+6) mentre sull’altro fronte la buona difesa di squadra non riesce a generare buoni attacchi. In 5 possessi, segna solo Garnett dalla media.
Il magico 4° periodo di Fisher continua. Altro canestro da campione (4 degli ultimi 5 dei Lakers) e +5 Lakers che si dimezza dopo la tripla di Pierce, sedato dai 5 falli a carico.
Odom si prende la linea di fondo ed il canestro contro Glen Davis mentre la risposta di Garnett è da cineteca. Gran canestro in faccia a Gasol che si prende la rivincita il giocando con la differenza di centimetri con Davis. +4 Lakers.
Due rimesse controverse trovano l’ausilio dell’istant replay e si arriva al momento più importante. Ultimo minuto di gioco, Allen sbaglia il suo 13° tiro di fila e Fisher mette un altro capolavoro all’interno della sua gara e della sua carriera. Canestro con fallo che regala il +7 Lakers a 47”.
Il gioco da 3 punti non convertito di Pierce è l’ultimo sussulto degli indomiti Celtics.
Lakers corsari già in gara 3. La firma è quella inconfondibile di Derek Fisher.
Boston Celtics
RONDO 6 – Parte con 3 canestri di fila e 2 assist per l’indiavolato KG. Da lì in poi la sua pallacanestro scende d’intensità e di ritmo con la transizione che non arriva quasi mai. Smista 8 assist che sono tanti in relazione ai 13 errori di Allen.
ALLEN 4 – Dopo le 8 triple di gara 2, i 13 errori di gara 3. Nessun canestro in 42’ di gioco è un assunto difficile da spiegare. Giornata storta anche se sulle 8 triple sbagliate, una buona metà erano ben costruite (e con molto spazio).
PIERCE 5 – Dopo un primo tempo opaco (e non per colpa di Artest) convive per l’intera ripresa con il problema dei falli con la sfortuna di vedersi fischiare un 5° molto dubbio. Come in gara 1, i suoi punti (15) sono da pesare.
GARNETT 8.5 – L’orgoglio del campione. Una gara perfetta. 6 rimbalzi sono ancora sotto il suo standard ma in attacco è letteralmente una furia. Umilia Gasol da tutte le posizioni. 25 punti in 31’ con 11/16 dal campo.
PERKINS 5.5 – E’ l’unico che battaglia a rimbalzo contro la frontline dei Lakers. Ne cattura 11 ma in attacco è troppo molle. 3 errori, 3 stoppate subite.
DAVIS 7 – Il suo 4° quarto tutto cuore e tecnica è da ricordare. Il suo ingresso nel primo tempo coincide con il 21-5 L.A. che cambia la gara. Si riscatta decisamente dopo con alcuni canestri da antologia. In difesa è troppo piccolo per difendere su Gasol e Odom.
ALLEN 7.5 – Sui 19 errori al tiro di Kobe c’è sempre il suo perfido zampino. Difesa tecnica e competente ed in attacco non danneggia. 7 punti in 20’.
WALLACE 6 – Le sue difese su Gasol sono da mettere da parte. In attacco non prende ritmo.
ROBINSON 6 – Solita scarica offensiva alla Nate: 5 minuti, 5 punti, 4 tiri.
Los Angeles Lakers
FISHER 9 – Avevate ancora qualche dubbio? Anche queste Finals prendono la tinta di Derek. Un 4° quarto pazzesco e commovente (come il suo sguardo nell’intervista del dopo gara). Canestri da cineteca e gioco da 3 punti che chiude la gara. Bene anche in contenimento su Allen. Eterno.
BRYANT 7.5 – Verrebbe da dire: il vecchio Kobe Bryant. Attacca in isolamento e forza per la maggior parte dei suoi possessi. 29 tiri in 43’ sono tanti ma lo sono anche i canestri fondamentali di questa gara 3. Chiude con 3 stoppate e 4 assist a referto.
ARTEST 5 – Il tassametro offensivo galoppa. Siamo a 7/24 dal campo nella serie. In questa gara 3 resta in campo solo 23’ nel quale alterna buone giocate difensive al solito anonimato in attacco.
GASOL 6 – In attacco è il solito principe (13 punti, 10 rimbalzi). Sfrutta il “mis-match” con Davis nel finale. In difesa viene “scherzato” da Garnett. Fondamentali i 4 assist.
BYNUM 6.5 – Un passo indietro rispetto alla gare dello Staples Center ma sempre vitale per l’economia dei Lakers. E’ l’unico che limita KG e cattura 10 rimbalzi di cui 5 in attacco.
ODOM 8 – Primo tempo da antologia. Esce dal torpore con la tabellata non dichiarata che scuote lui e tutti i Lakers. Chiude senza errori dal campo (5/5) e con un plus/minus di +13
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BROWN 6.5 – Difende meglio sulle uscite di Allen (difficile far peggio di gara 2…). In attacco regala sempre imprevedibilità .
WALTON 7 – La mossa a sorpresa si Phil Jackson paga. Difende senza soffrire Paul Pierce e la sua presenza si fa sempre sentire (+14 L.A. con lui in campo)
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