Con le sue triple Ray Allen ha distrutto i Lakers
Gara2 in archivio per i Celtics che riescono nell'impresa di sbancare lo Staples Center e portarsi sull'1 a 1, obiettivo dichiarato di inizio serie.
La vittoria è arrivata grazie ad un'ottima prestazione da parte di Rondo e soprattutto Allen, che hanno portato mattoni importanti per tutta la gara.
Non tutto è oro ciò che luccica e a fare da contraltare alla prestazione dei due esterni c'è da far notare la prestazione ancora una volta sottotono da parte di Garnett, le percentuali non eccelse di Paul Pierce, che deve ancora segnare un canestro da tre nella serie, e in generale di tutta la squadra nel tiro da due compensato però da un letale 11 su 16 da tre, e l'aver subito in modo netto i lunghi titolari dei Lakers, autori tra l'altro di 13 stoppate in coppia.
Quello che conta però, soprattutto a questo punto della stagione, è la vittoria finale, e i mezzi per arrivarci non sono necessariamente campanelli d'allarme per le gare successive, anche grazie alla bravura degli staff delle due squadre nell'apportare aggiustamenti.
La cosa fondamentale, quindi, è l'essere riusciti a portare a casa una gara in trasferta e aver messo i Lakers nella condizione di dover vincere al TD Garden per poter stare in vita nella serie, prendendo quanto di buono emerso nella partita della scorsa notte.
Celtics Pride
Dopo una Gara1 in cui i veri demeriti dei giocatori di Boston sono stati quelli di non aver mai dato la sensazione di giocarsi la partita fino in fondo, e di aver mostrato al mondo una difesa distante anni luce da quella a cui< ci avevano abituato, nella seconda puntata della saga contro i Lakers i Celtics hanno tirato fuori il loro rinomato orgoglio, dimostrando di voler lottare su ogni pallone e di voler difendere su ogni possesso. Il termometro che maggiormente dimostra la gran voglia di lottare da parte della squadra del Massachussets sono i rimbalzi. Se in Gara1 in questa voce statistica i verdi sono stati surclassati dai gialloviola a cui son stati concessi ben 16 punti da seconde opportunità , nella gara di domenica notte ad uscire vincitori dal duello sotto i tabelloni sono stati i Celtics per 44 a 39, merito soprattutto della second unit dei lunghi, Glen Davis e Rasheed Wallace che con 7 rimbalzi a testa hanno dato una mano sostanziosa sotto le plance a… Rajon Rondo che con i suoi 12 rimbalzi (4 dei quali offensivi) è stato il miglior rimbalzista della serata, e come detto da Pau Gasol nel post gara “Se il miglior rimbalzista della partita è un playmaker, allora c'è qualcosa che non funziona”.
A funzionare decisamente meglio rispetto alla partita precedente è stata la difesa sugli esterni. Se infatti i lunghi di Los Angeles hanno ancora fatto decisamente male alla difesa di Boston, la difesa ha saputo contenere maggiormente le penetrazioni degli avversari, concedendo agli esterni dei Lakers un complessivo 15 su 48, annullando completamente l'apporto di Brown e Farmar, due che in Gara1 avevano dato una grossa spallata alla partita.
Miglioramenti dunque evidenti dal lato difensivo, anche perchè come spiega Coach Rivers: “Per dare molto Rondo deve poter correre, e non si può correre se concediamo tiri liberi o seconde chances agli avversari. Il nostro attacco è direttamente correlato alla nostra difesa. Se fermiamo l'attacco avversario allora possiamo ripartire subito ed essere pericolosi”.
Ray of Light
Dopo aver passato Gara1 a guardare gli altri giocare e a cercare di entrare in ritmo, non riuscendoci, Ray Allen è uscito prepotentemente fuori in Gara2 e ha tirato fuori una prestazione vintage con 32 punti e record annesso di 8 triple a bersaglio in una finale NBA.
Che Ray dovesse essere un fattore nella serie era opinione abbastanza comune, avendo sulle sue tracce Fisher. Che però riuscisse a fare una prestazione come quella della scorsa notte era di difficile previsione.
Nel primo tempo il numero 20 è stato addirittura immacolato da oltre l'arco, con un 7 su 7 da tre che ha dell'eccezionale. Nella seconda parte di gara, anche se il suo contributo a tabellino è calato, è stato importantissimo nel mandare fuori giri Kobe Bryant, che nel frattempo lo aveva preso in consegna in difesa, caricandolo di falli e costringendolo a stare in panchina per parte della partita.
I complimenti a Ray sono ovviamente arrivati copiosi, e quello più genuino è stato proprio quello del suo coach, Doc Rivers che ha dichiarato: “Quando Ray gioca in questo modo mi fa sembrare un allenatore migliore”.
Plays of the game
Due sono state le giocate fondamentali della gara. Una è stata sicuramente la stoppata di Rondo da dietro nei confronti di Fisher. Dopo averlo fatto saltare con una finta, il play di Los Angeles immaginava di vedere la retina muoversi e la sua bomba che a 2:14 dalla fine dell'incontro a segno avrebbe portato il punteggio sul 93 pari.
Rajon invece è scattato come una molla ed è riuscito a mettere la mano sulla palla e a fermare la conclusione, dando il via all'azione offensiva dei Celtics e il parziale di 10 a 4 che ha chiuso definitivamente la sfida.
Rondo, autore alla fine di una tripla doppia con 19 punti, 12 rimbalzi e 10 assist, raccoglie i complimenti sinceri del suo allenatore: “E' stato incredibile stasera. Ha fatto di tutto, è stato davvero speciale. La sua giocata migliore però è stato il tiro dal gomito a fine gara. Voglio sempre che prenda quei tiri con fiducia”.
Il tiro a cui si riferisce il coach è stato preso da Rondo poco dopo la stoppata data a Fisher, con cui il numero 9 ha punito l'ennesima difesa troppo a distanza da parte dei Lakers, come giustamente sottolineato proprio da Rondo: “Mi concederanno quel tiro per tutta la serie”.
L'altra giocata chiave della gara è stata ancora più determinante, ed è stata fatta dal coach dei Celtics a 1:26 dalla fine, quando i suoi erano in procinto di commettere una sanguinosa infrazione di 8 secondi per il passaggio della metà campo.
Con ancora un secondo a disposizione prima che arrivasse il fischio, Doc è scattato in campo come ai tempi in cui era giocatore a New York e San Antonio, e ha attirato l'attenzione dell'arbitro per farsi fischiare un time out.
La giocata fa capire come per portare a casa una gara di finale anche i piccoli particolari contino, e si debba sempre essere attenti ad ogni aspetto del gioco, anche se come ha fatto notare il suo avversario Phil Jackson “Non so se lo potesse fare o meno di entrare così in campo. Sembrava fosse scattato dai blocchi allo sparo dello starter”
Il Bigliettino
Punzecchiato dai media dopo una Gara1 decisamente sotto il par mediante la trascrizione un po' forzata di una dichiarazione di Pau Gasol, che diceva che “Kevin ha perso un passo, ad un certo punto della carriera, con gli anni che passano, il suo gioco si è trasformato e ora si basa molto più sui jumper”, Garnett era chiamato in Gara2 a far vedere di non essere in crisi.
Come aveva anche dichiarato il suo compagno di squadra Rajon Rondo prima della partita “Sono impaziente di vedere la sua risposta alle critiche in Gara2” e con lui tanti altri analisti e addetti ai lavori della lega si aspettavano la reazione del Bigliettone.
La reazione però non è arrivata e Kevin, con problemi di falli, è rimasto in campo solamente 24 minuti, segnando 6 punti e prendendo 6 rimbalzi, cifre che KG era solito mettere in un quarto di gioco solo fino a un paio di anni fa.
Rimane quindi d'attualità la domanda (ovviamente forzata) di Gerry Callahan sulle pagine del Boston Herald “Possono i Celtics portare a casa la serie nonostante Garnett stia giocando come se stesse testando il nuovo modello di scarpe da basket in ghisa dell'Adidas?”
Per fortuna dei verdi quest'anno a cambiare KG è arrivato Rasheed Wallace, nella sua versione concentrata, che riesce a dare un contributo importante alla squadra. Però è necessario che Garnett, magari stando meno in campo riesca ad essere più incisivo, riprendendo da dove ha finito Gara2, con un'azione difensiva (l'unica degna di nota) che ha causato una palla persa a Gasol, fin lì dominante nel duello.
Si vola a Boston
Il capitano dei Celtics, Paul Pierce, ha iniziato a mettere pressione sui Lakers con le sue dichiarazioni: “Non torneremo a Los Angeles”. Come accaduto nelle serie precedenti, quando dopo Gara5 ad Orlando vinta dai padroni di casa ha salutato il pubblico della Florida con un perentorio “Ci vediamo l'anno prossimo” certo di chiudere i conti in casa in Gara6, oppure con i Cavs di LeBron James, quando dichiarò “Non voglio tornare a Cleveland” e chiudendo poi la serie nuovamente in casa, anche questa volta The Truth ha voluto caricare i suoi con dichiarazioni che servono ad aumentare la convinzione.
Certo non sarà facile vincere tre partite consecutive contro i Lakers, ma Boston ha il dovere di provarci, dopo essere riuscita a ribaltare il fattore campo.
La prima delle tre gare, che si giocherà questa notte, sarà probabilmente la più adatta a Boston, dato che storicamente nelle serie 2-3-2 la Gara3 è favorevole ai padroni di casa.
Però c'è bisogno di trovare nuovamente qualche grande prestazione da parte di uno dei Big Three più Rondo e che la difesa sia quantomeno la stessa di domenica notte, altrimenti i Lakers hanno tutte le carte in regola per fare il colpaccio in trasferta, mettendo Boston con le spalle al muro.