Lakers: ritorno al passato

Ci eravamo lasciati parlando della grande intensità  dei Lakers, delle loro motivazioni, della loro voglia di vincere, a fronte dei Celtics che in gara 1 erano sembrati sazi, paghi degli ottimi play off disputati fino a quel momento e chiedendoci se questo spartito avrebbe potuto cambiare nelle partite successive.

La risposta è stata pronta, chiara e tonante. Quel timido gruppo di ragazzine verdi intimidite dagli omoni gialloviola è tornato ad essere una squadra vera e cattiva come era abituato ad essere in passato.

Anche stavolta, ci sono molte possibili analisi tecniche e tattiche da fare, e qualcuna proveremo ad accennarla, ma ancora una volta possiamo trovare delle motivazioni che vanno al di la dell'analisi della partita.

Quale mago della panchina, prendendo a lavagna e disegnando i suoi x e le sue o, potrebbe mai disegnare una tattica che porti un giocatore a segnare 7 triple su 7 in un tempo?

Nel secondo tempo infatti quel superbo giocatore di tripla ne ha messa una sola su 4 tentativi, dimostrando di essere umano anche lui. I Lakers eppure hanno difeso su Ray Allen come sempre hanno fatto, e ricordiamo che "He got the game" raramente ha inciso davvero nelle sfide fra Celtics e Lakers, anche nelle finali del 2008 era stato il giocatore che aveva destato più perplessità  fra i leaders dei Celtics.

Oltretutto i Lakers, con i loro esterni alti e grossi ed i loro cambi sui blocchi, mentre soffrono da matti le point guard veloci e forti in penetrazione, di solito se la cavano bene contro gli ottimi tiratori da tre. Tutto ciò per rimarcare ulteriormente la prestazione di Ray Allen, davvero incredibile.

L'altro giocatore trasformato, che ha elevato tantissimo il suo livello di gioco, dimostrando carattere, grinta e voglia di vincere, è stato l'altro celtico che si era salvato in gara 1, e cioè Rajon Rondo.

Ancora una volta i Lakers sono riusciti a limitarlo un poco in penetrazione, ma stavolta la point guard biancoverde ha tirato un meglio e, soprattutto, è riuscito a sfruttare il fatto che gli avversari lo marcassero a distanza per bloccargli la via del canestro ed obbligarlo a tiri in sospensione di cui non sempre era convintissimo per aggirare il marcatore ed avventarsi sui rimbalzi. 12 in totale, 4 offensivi. 15 rimbalzi fra lui e Allen, 10 fra Bryant e Fisher, 6 la differenza di rimbalzi catturati a favore dei Celtics.

11 canestri da 3 realizzati dai Celtics, a fronte dei soli 5 (su 22 tentativi) realizzati dai Lakers. 28 assist dei Celtics a fronte dei soli 18 dei Lakers, testimonianza di una circolazione di palla molto peggiore di quella esibita in gara 1 dai gialloviola. I numeri della vittoria dei Celtics sono serviti.

Esattamente come in gara 1, anche in gara 2 vedo più meriti dei vincitori che demeriti degli sconfitti, non credo che sia mai accaduto nella storia dell'NBA che una squadra fosse capace di tirare ai play off da 3 con il 68% con 16 tentativi ed abbia perso la partita, ma visto che stiamo esaminando la serie dal punto di vista dei tifosi dei Lakers andiamo ad esaminare anche quali sono i difetti emersi e dove dovrà  lavorare Phil Jackson.

Abbiamo già  visto che il lavoro sulle motivazioni del coach Zen è stato eccellente, solamente Lamar Odom sembra a tratti quasi assente, ma ora il lavoro dovrà  per forza di cose vertere su altri aspetti.

In primo luogo quella circolazione di palla che aveva ben funzionato in gara 1 è mancata in gara 2. In linea puramente teorica la differenza dei punti dovrebbe dipendere dai rimbalzi, 3 rimbalzi in meno, 8 punti in meno rispetto a gara 1, ma le cose non sono così semplici.

Mentre in gara 1 nel momento cruciale, un terzo quarto in cui i Lakers hanno preso il largo, la circolazione di palla dei Lakers è stata perfetta e le scelte di tiro tutte ottimali, stavolta nel momento della verità , l'ultimo quarto, i Lakers erano sopra di 3 punti, 90 ad 87, a 5 minuti dalla fine ed hanno segnato il canestro successivo dopo ben 11 punti di fila dei Celtics, lasciandosi intimidire dall'aggressività  degli avversari e sbagliando a raffica, con un Bryant che in quegli ultimi 5' ha sbagliato 4 tiri ed ha perso un pallone, davvero una prestazione inusuale per lui, troppi palloni per un Artest che non ha la mano per gestire simili finali e solamente un tiro a testa per Fisher (fra l'altro stoppato da Rondo) e Gasol, tiri non costruiti ma scagliati disperatamente da tre punti, allo scadere dei 24" il primo e negli ultimi secondi della partita il secondo.

La soluzione scelta dal coaching staff dei Celtics per contenere Kobe non è stata quella che tutti ci aspettavamo, quella di dirottare su di lui Pierce, invece è stato lasciato Allen a tentare di limitare l'avversario più pericoloso, facendolo però aiutare spesso da un lungo dopo avergli permesso di iniziare la penetrazione. Soluzione che ha funzionato inaspettatamente per tutti, tranne gli allenatori dei Celtics.

Kobe, raddoppiato, ha spesso passato la palla, ma non nell'ultimo quarto, in cui si è intestardito in difficili soluzioni personali che hanno portato a bloccare l'attacco ed ad una marea di rimbalzi biancoverdi.

Bryant ovviamente non può essere additato come il responsabile unico della sconfitta, in fin dei conti era stato lui, con un ottimo terzo quarto, a riportare in partita i Lakers, ma in quegli ultimi 5' abbiamo assistito al ritorno non gradito ai tempi di Kobe più un supporting cast, stile di gioco con cui abbiamo visto che i Lakers escono al primo turno contro i Suns, di sicuro non vincono un titolo. Pau Gasol ed Andrew Bynum hanno giocato davvero bene, segnando rispettivamente 25 e 21 punti, costringendo gli avversari ad una marea di falli, catturando 8 e 6 rimbalzi, rifilando 6 e 7 stoppate.

Come è possibile che due giocatori in tale stato di grazia nell'ultimo quarto siano stati ignorati?
Un solo tiro a testa, di cui uno una preghiera da tre punti scagliata da Gasol a soli 17" dalla fine?

Su questo fatto principalmente Phil Jackson dovrà  parlare a lungo con i suoi giocatori. Garnett e Perkins hanno giocato male per tutta la partita, erano oltretutto carichi di falli, Davis arriverà  si e no alle ascelle dei due lunghissimi lunghi gialloviola, il solo Wallace stava davvero giocando bene.

Ed allora perchè, avendo oltretutto a disposizione un sistema come la triangolo, che pare perfetto per far girare rapidamente la palla e puntare sui punti deboli degli avversari, i Lakers si sono adagiati sul tiro in sospensione di Bryant, spesso scoccato con una selva di mani in faccia?

Paradossalmente in fase difensiva i Lakers sono dispiaciuti meno, hanno subito 104 punti da avversari che hanno tirato benissimo, alla fine pure un Allen in quelle condizioni è stato ben assorbito, ricordiamo che nonostante gli 8 canestri da 3 realizzati da Ray i Lakers erano rimasti in partita, erano addirittura sopra nel punteggio, in quei fatidici 4' in cui hanno subito il parziale che ha deciso la gara i gialloviola non hanno subito alcun canestro da 3 punti. Rondo è stato per quasi tutta la gara obbligato ad esibirsi nel tiro in sospensione e poche volte ha avuto strada libera verso il canestro, ha trovato la strada libera per 2 appoggi indovinate quando?

Esattamente, in quei 4', ed un momento prima, sul punteggio di 85 ad 88 per i Lakers, ne aveva realizzato un altro. La difesa su Rajon Rondo ed i troppi rimbalzi lasciati agli avversari (13 i rimbalzi offensivi dei Celtics), in parte figli comunque del primo problema, sono i due aspetti su cui Jackson dovrà  lavorare in fase difensiva.

Personalmente però il principale problema su cui lavorerei è proprio la circolazione di palla, sempre lenta, stucchevole nell'ultimo quarto. Una circolazione buona se si vuol dare palla a Lebron James e sperare che lui risolva in isolamento, ma vorrei ricordare che la squadra che ha provato un sistema simile contro i Celtics non ha ottenuto risultati particolarmente buoni.

Ancora personalmente non spererei che il Mamba faccia meglio del Prescelto, cercherei piuttosto di giocare in modo diverso, di squadra, armonicamente, in modo da rendere difficile il lavoro della difesa dei Celtics, come è stato fatto molto bene in gara 1.

Ricordiamo anche che se i Celtics in genere vincono quando tengono gli avversari sotto i 100 punti, in genere perdono quando permettono ai punteggi di alzarsi sopra a tale quota. Diventa quindi fondamentale aggiustare l'attacco e cercare di effettuare scelte di tiro più logiche.

Ovviamente di diverso tono rispetto a gara 1 i commenti: "Ho avuto problemi di falli, specialmente due falli di fila contro Pierce, di fatto ho potuto contribuire solo per 14'!"
Sarà  anche vero, carissimo Lamar Odom, ma non è che in quei 14' tu sia sembrato esattamente un altro Jabbar, ed in ogni caso i lunghi biancoverdi nell'ultimo quarto avevano il tuo stesso problema, eppure hanno mostrato un'attitudine differente.

"Abbiamo giocato in modo stupido, eravamo 90 ad 87 ed abbiamo perso 4 palloni. Serve che io e Pau possiamo giocare più palloni": Bynum punta il dito sulla pessima circolazione dell'ultimo quarto.

Phil Jackson invece, come suo solito, ha spostato l'attenzione e cercato di togliere pressione ai suoi parlando di arbitri. In parte ha ragione, l'arbitraggio è stato pessimo, non tanto per gli errori, che sono comunque stati troppi, ma perchè abbiamo assistito ad un arbitraggio da regular season, con tanti fischi e tanta protezione di chi penetrava, anziché al solito arbitraggio da play off, in cui si tollerano di più i contatti e si permette un gioco più fisico.

Oltretutto Stern dovrebbe spiegarci come si possono giudicare correttamente tanti contatti minimi quando si gioca a questa velocità , con tanta intensità  ed aree così piene. Una rimessa invertita sul 93 a 90 per i Celtics ha poi fatto inviperire quasi tutti i tifosi losangelini.

Se vogliamo essere onesti però l'impressione è che in entrambe le gare, sia gara 1 che gara 2, abbia vinto la squadra che più ha meritato e solo un miracolo avrebbe potuto permettere a Kobe e soci di ribaltare il risultato.

Ed ora una gara 3 che diventa decisiva.
Da quando 25 anni fa Auerbach convinse l'NBA a cambiare il formato delle finali, passando all'attuale 2-3-2, tutte le volte che si è arrivati al punteggio di 1 ad 1 la squadra che ha vinto gara 3 ha poi vinto la serie.

Per carità , simili serie sono fatte per essere prima o poi superate da una eccezione, ma questo fa capire quanto sia importante per i Lakers recuperare subito il vantaggio del campo vincendo la prima nel New England.

I gialloviola da queste prime due partite possono trarre la consapevolezza che con il loro stile di gioco, puntando sui loro punti di forza, possono sconfiggere gli avversari, ma sanno anche che se non riusciranno a giocare come hanno spesso dimostrato di saper fare difficilmente riusciranno a battere questi Celtics.

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