Diciamoci la verità : mai come quest'anno gli appassionati di basket sparsi per tutto il mondo si aspettavano l'atteso scontro tra i Los Angeles Lakers e i Cleveland Cavaliers, in quello che è il palcoscenico più elettrizzante, più epico, più spettacolare di questo sport. Le NBA Finals.
Uno scontro atteso dal lontano 2007, ma che ad oggi non è mai avvenuto e chissà se mai avverrà . Uno scontro che, qualora si fosse materializzato, avrebbe avuto così tanti motivi di interesse da far impallidire, sulla carta, qualsiasi altra Finale NBA dell'ultimo decennio ed oltre.
LeBron James contro Kobe Bryant, ovvero i due massimi esponenti della pallacanestro. Uno alla caccia del primo titolo, l'altro campione già affermato e in cerca di un posto nella leggenda (che già ha ottenuto, bisognerà vedere solo quanto sarà prestigioso).
Due fuoriclasse a capo di due squadre profondamente diverse per storia, per tradizione, per risultati. Per non parlare della marcatura a uomo di Ron Artest, il miglior difensore della Lega, su James, o dello scontro a distanza tra lo stesso Bryant e Shaquille O'Neal, eterni amici/nemici entrambi con 4 anelli al dito e con la possibilità , finalmente, di mostrare al mondo chi dei due sia il più vincente.
Ebbene, tutto questo non ci sarà .
I Lakers hanno rispettato le attese nei loro confronti, e da squadra affiatata, piena di talento ed abituata ai palcoscenici che contano, sono arrivati alla battaglia decisiva.
I Cavaliers, invece, pur venendo additati come i più forti hanno dovuto lasciare il passo ai Boston Celtics, i quali nello scontro diretto hanno dimostrato semplicemente di essere superiori ai propri avversari.
Abbiamo parlato di quanto fascino potesse avere una sfida tra Lakers e Cavaliers: ebbene, sostituite a questi ultimi i Celtics e avrete comunque una serie di grande impatto, una serie storica, tra le due franchigie più titolate di sempre, forti dei loro 32 titoli (17 Boston, 15 Los Angeles).
Ma della storia, e delle 11 (!!!) serie finali giocate l'una contro l'altra da queste due squadre, poco ci importa, anche perchè sul sito trovate già un esauriente racconto dei confronti passati.
Ci troviamo a poche ore dalla palla a due di Gara-1, e il nostro intento è quello di capire quali saranno le chiavi della serie e i motivi di interesse che le varie partite nascondono. Difesa, attacco, mosse e contromosse dei due allenatori…c'è molto di cui parlare. Partiamo, quindi!
Finals 2010 = Finals 2008? No!
Come ben sapete, queste due squadre si affrontarono in Finale per l'ultima volta soltanto due anni fa. Sono stati fatti molti paralleli, addirittura qualcuno ha detto che non ci dovremo aspettare grosse novità , dal momento che i protagonisti sono più o meno gli stessi.
In realtà non è così, e sono almeno 3 i motivi che ci spingono a dire che queste Finali rischiano di essere profondamente diverse rispetto a quelle del 2008. Ecco quali sono:
1) Lakers più difesa, Celtics più attacco: i Lakers, rispetto a due anni fa, si sono rinforzati in quello che era il loro aspetto più debole: la difesa. Questo grazie all'acquisizione di Artest e ad una maggiore consistenza difensiva di Gasol. Attenzione, però. Lo spagnolo dovrà dimostrare di non temere 1) il clima di trasferta e 2) la marcatura di Garnett, che riuscì a limitarlo.
I Celtics, da parte loro, hanno aggiunto un ottimo attaccante come Rasheed Wallace e hanno a propria disposizione un Rajon Rondo nettamente migliorato, e che si è innalzato insieme a Paul Pierce come il trascinatore della sua squadra. Insomma, se nel 2008 i Lakers erano una squadra prettamente offensiva e i Celtics basavano la propria forza sulla difesa, ora le due squadre appaiono più equilibrate.
2) Esperienza, esperienza, esperienza: i giocatori di entrambe le franchigie hanno fatto dei passi in avanti enormi sotto il profilo dell'esperienza. Tutti i giocatori chiave, da Bryant a Pierce passando per Gasol, Odom, Allen e via dicendo (eccezion fatta per Rondo) hanno superato la soglia dei 30 anni. E tutti loro hanno vinto un titolo, tranne che Artest. Non è un'eresia dire che si fronteggeranno i due roster più esperti dell'intera NBA.
3) Fattore-campo rovesciato: I ragazzi di Phil Jackson, forti di 7 vittorie in più nella stagione regolare, avranno il fattore campo dalla propria parte. Non è un vantaggio di poco conto.
Le cinque chiavi della serie
Da quali fattori dipenderà la vittoria di una squadra e la sconfitta dell'altra? Quali saranno gli scontri individuali più importanti? E quali le chiavi tattiche della serie? Noi abbiamo scelto cinque temi, cinque "chiavi" per cercare di capire a priori quello che succederà in campo:
1) Artest su Pierce: Chi meglio di Ron Artest per marcare il più pericoloso degli attaccanti avversari? Tutti ci ricordiamo la splendida serie di Finale giocata da Pierce contro i Lakers nel 2008, che gli valse il trofeo di MVP. D'altro canto, tutti sappiamo quanto Artest si esalti quando deve marcare campioni di questo tipo.
In apparenza, il numero 37 giallo-viola sembra il giocatore ideale per marcare il capitano dei bianco-verdi. I due sono alti uguali, Pierce non ha una velocità tale da poter mettere in difficoltà il suo avversario né ha una stazza fisica superiore. Insomma, l'unica arma che gli rimane è la sua immensa classe, e il lavoro che faranno i compagni per concedergli tiri comodi.
2) Chi ferma Rondo?: Non è esagerato affermare che da qui passa gran parte della serie. Se Artest sulla carta può benissimo marcare Pierce, non altrettanto si può dire di Fisher su Rondo. "Da Fish" ha esperienza e una buona tenuta fisica, ma Rondo è letteralmente scatenato e sono pochissimi i playmaker che possono reggere il confronto con lui in quanto a velocità .
Jackson potrebbe anche rischiare Bryant su Rondo, dirottando Fisher su Allen, ma anche questa mossa rischia di non pagare. Rondo non è Westbrook, ha molta più personalità , e potrebbe non "subire" psicologicamente una marcatura di Kobe.
3) Gasol-Garnett, che scintille!: Pau Gasol fu molto criticato per il suo atteggiamento contro i Boston Celtics di due anni fa, definito "soft", ovvero morbido, molle. Lo spagnolo si è rifatto un anno più tardi, limitando alla grande Dwight Howard e risultando come una delle chiavi della vittoria dell'anello.
Ora ritroverà Garnett. Più probabile che non escano vincitori da questo duello, tuttalpiù un annullamento reciproco. Ad ogni modo, saranno due sorvegliati speciali.
4) Bynum, se ci sei batti un colpo: sicuramente Andrew Bynum ha giocato dei play-off migliori rispetto all'anno scorso, quand'era sempre gravato da problemi di falli. Ha un ginocchio che continua a dargli fastidio, ragion per cui nei momenti decisivi gli verrà preferito Odom. Certo è che Bynum, pur migliorato, non ha entusiasmato nessuno, e rischia di soccombere di fronte ad un abile difensore come Perkins.
5) Le panchine: last but not least, gli uomini che entreranno a partita in corso. Occhi puntati principalmente su Odom da una parte e Wallace dall'altra, ma non solo. Anche Brown può rivelarsi un'arma importante contro le guardie Celtics, mentre Robinson può essere la variabile impazzita da utilizzare in momenti di crisi per l'attacco di Boston.
A conti fatti, è ovvio, sarà la sfida dei super-campioni… Bryant e Gasol vogliono confermare di essere un duo vincente, i Big Three hanno già dimostrato di essere tutt'altro che superati e non avranno alcuna intenzione di fermarsi, visto che la prossima fermata si chiama "anello".
Bene, abbiamo finito questa presentazione delle Finali NBA del 2010, ora non resta che metterci seduti e goderci lo spettacolo…come dite? Manca il pronostico? Ok, ok, non mi sottraggo…vincono i Boston Celtics in 7 gare.
Buone Finals a tutti!