Per la seconda volta negli ultimi tre anni e per la ventunesima volta nella propria storia, i Boston Celtics staccano il biglietto per le Finals dove cominceranno la serie in trasferta.
Per i tifosi presenti al Garden non vi è alcun dubbio su chi sarà l'avversario (i "Beat L.A." dicono tutto) ma per adesso, ai campioni della Eastern Conference, non interessa consci del fatto di aver scritto una pagina importante della loro storia e del ciclo che ha portano il 17° titolo nel 2008.
Orlando torna a casa consapevole di aver compromesso la serie nelle due sconfitte casalinghe consecutive.
Recap
La buona partenza dei Boston Celtics ha un nome e cognome: Rajon Rondo. Il playmaker firma 8 dei primi 10 punti dei suoi e sfrutta quella transizione che è completamente mancata nelle gare 4 e 5. Orlando sbaglia 2 liberi e s'affida alla garanzia Howard che schiaccia 3 volte in meno di due minuti e ristabilisce l'equilibrio sul 10 pari.
Garnett non si smentisce e commette ancora una volta due falli prima del 6° minuto del match mentre l'attacco di Boston appare molto più fluido con Pierce e Allen che sparano due triple intervallate da 5 punti di un aggressivo Rashard Lewis.
Per un giocatore che sembra rinato (Lewis), uno che appare sempre più in crisi (Carter). Nelson nel tentativo di metterlo in ritmo ed in partita, lo serve ma perde il primo pallone del match dei Magic e lancia il terrificante contropiede di Boston con Rajon Rondo che arriva in doppia cifra con ancora 3 minuti sul cronometro del 1° quarto.
La difesa in transizione della squadra di Van Gundy è insufficiente per aggressività , posizione e tempi di rientro mentre Boston toglie completamente il tiro da 3 agli avversari. Tutto ciò è la causa del parziale di 13-3 dei padroni di casa. Questa volta il quarto da 30 punti è dei Boston Celtics e dopo 12 minuti i Magic sono già a -11.
Il brutto colpo alla schiena di Rondo subito sull'ultima penetrazione libera Nate Robinson dalla panchina e l'ex Knicks da un'impronta al match con un eccellente inizio di 2° quarto nel quale serve un grande assist a Davis (che spreca malamente) e realizza la tripla del massimo vantaggio (35-23).
Nel momento nel quale servirebbe il sistema che ha portato Orlando fin qui, arrivano 3/4 isolamenti consecutivi per Carter che fermano l'attacco dei Magic. Sull'altro fronte, l'indiavolato Nate Robinson domina il match sui due lati del campo e trascina i Celtics sul +17 con la collaborazione di Garnett.
La partita prende la strada di Boston con la settima palla persa di Orlando che lancia ancora Robinson che subisce tutta la frustrazione di Nelson che commette un evitabile flagrant foul. Risultato: +21 Celtics.
Neanche le raccomandazioni di Doc Rivers riescono a fermare Nate "The Great" che assomiglia a quello dei 40 punti di Atlanta ed arriva alla personale doppia cifra. Il Garden non crede ai suoi gioiosi occhi. Rondo può restare ancora per un pò allungato con il ghiaccio.
Passano i minuti e Robinson (9 minuti, 7 tiri, 13 punti) è sempre più il "go to guy" di Boston mentre Orlando dopo 21' di gioco infila la prima tripla della sua gara con Jason Williams che colpisce in transizione. Il canyon è ancora profondo 16 lunghezze.
Nel finale di questo pazzo 2° quarto, le giocate di Vince Carter (13 punti) diventano efficaci e determinanti per una mini-rimonta dei Magic che senza Howard e Nelson (3 falli a testa) riescono in qualche modo a chiudere un brutto primo tempo sul -13.
Si riparte con i Celtics che mettono da subito la partita nel binario giusto con il solito favoloso Ray Allen che segna due triple in fila e con il divario che si allarga nuovamente. Per "He got game" è la terza tripla della serata, per i Celtics sono già sette.
I tiri da 3 a bersaglio diventato otto con la firma di Paul Pierce mentre l'attacco di Orlando è letteralmente intimidito dalla difesa di Boston che presidia il pitturato. Howard è l'unico giocatore di Van Gundy che sembra cavalcare l'onda di gara 5 ma i Celtics raggiungono fin da subito i 5 falli subiti ed estendono il proprio vantaggio con continuati viaggi in lunetta di Allen e Pierce.
Il tiro dall'arco dei Magic continua ad incrociare il ferro mentre l'ennesima schiacciata di Howard è solo un sussulto nel silenzio del gioco dei Magic che sembrano arrendersi all'ultimo giocata del 3° quarto del solito Paul Pierce che deposita il suo 6° canestro per il +21 dei Celtics.
La tripla di Pierce in apertura di 4° quarto spegne emotivamente i Magic con Doc Rivers che ha il solo e non facile compito di gestire Nate Robinson e la sua incondizionata voglia di tirare.
Howard non vuole lasciare Boston se non dopo aver sputato sangue e continua a lavorare duro sotto i tabelloni ma la sua encomiabile volontà spira come il cronometro dei 24 secondi quando la quarta tripla di un signor Paul Pierce che fa partire il coro "Beat L.A." dalle tribune del TD Garden con il pubblico in trepidante attesa della fine del match e dell'inizio delle Finals.
Redick con la tripla e lo splendido assist per Nelson garantisce un'ultimissima e latente speranza (-14) ma il primo canestro del secondo tempo di Rondo riposiziona le giuste coordinate. Sono quelle delle ventunesime finali della storia dei Boston Cetlics.
La firma è di uno straordinario Paul Pierce.
Chiavi del match
La difesa di Boston è stata superlativa. Da un punto di vista tattico abbiamo assistito alla miglior perfomance di questa fantastica post-season dei Celtics.
L'aggressività e la durezza mentale sono le basi di un sistema che nel primo tempo ha completamente disarmato l'attacco dei Magic, che ha fatto scomparire quelle triple in campo aperto che hanno fatto malissimo sia in gara 4 che in gara 5. Orlando ha infilato il primo tiro dall'arco dopo 21' di gioco prendendone solo 6 nei primi 24'. In gara 5 a metà primo quarto, i tentativi da lontano della squadra di Van Gundy erano già 8.
Merito di tempistici e perfetti close-out dei lunghi di Boston, di una migliore difesa sul pick 'n roll di Nelson e della aggressività che Rondo ha dato alla gara nel 1° quarto. Le ottime difese dei Cetlics hanno snaturato (come successo nei primi tre episodi della serie) il gioco dei Magic e quando Orlando non gioca da Orlando, il risultato è facilmente intuibile.
Il secondo quarto di Nate Robinson è non stata l'unica chiave del primo tempo. Negli stessi 12' nei quali l'imprevedibile folletto di Seattle ha incendiato la gara, i Boston Celtics hanno catturato ben 6 rimbalzi offensivi che hanno garantito, insieme alle TO di Orlando, ben 11 tiri in più.
La stessa medesima situazione si è ripresentata, a parti inverse, nel 3° quarto con la squadra di Van Gundy che ha tirato 22 volte contro le undici dei Celtics. La differenza sta nel ritmo dell'attacco. Boston non ha mai forzato (neanche con la palla in mano a Nate) mentre Orlando è sempre stata alla continua ricerca di un tiro che potesse far entrare in ritmo i vari Lewis, Redick, Nelson e compagni.
Dopo 3 quarti di gioco, il conto assist/TO di Jameer Nelson, vero termometro dell'attacco Magic, era abbastanza eloquente: 2 assist e 4 palle prese. Dimmi come distribuisce il gioco il tuo playmaker e ti dirò quale è il tuo destino.
Il dominio dei Boston Celtics parte anche e soprattutto dal +10 a rimbalzo e dai 20 punti segnati in contropiede.
Il primo quarto di Rajon Rondo è da un'ampia dimostrazione con i Celtics che hanno subito preso le redini dell'incontro da un punto di vista tattico, tecnico e mentale. In tutta la serie, Orlando si è sempre dimostrata una mediocre squadra da rincorsa, che fatica ad imporre la propria pallacanestro sotto un certo di pressione, sia a livello di punteggio che a livello fisico. E' la gara 6 ha seguito questo trend.
La funzionalità di Vince Carter nell'oliato sistema di Van Gundy sarà uno dei temi di questa calda, caldissima estate NBA. Con la chiusura della stagione dei Magic, potremmo dare un senso al paragone tecnico con Hedo Turkoglu ma risulta assai molto più stimolante analizzare nel dettaglio il solo l'impatto di Carter.
Il secondo quarto di gara 6 è stata la fedele fotografia di quello che è Vince. Uno splendido e fiammeggiante realizzatore che ha bisogno di isolarsi ed isolare la squadra.
Sono stati funzionali quei 13 punti prodotti nel 2° quarto?
Quante volte ha fatto toccare la palla ai compagni prima di ogni penetrazione?
In che misura incidono le sue (mediocri) percentuali a livello playoff nel sistema di Orlando?
Sono domande che la mancata finale NBA potrebbe catalogare come legittimi dubbi e fondate perplessità . Resta il fatto che la filosofia di gioco di Van Gundy, Carter o non Carter, si è dimostrata ancora una volta tanto affascinate quanto fragile. Il destino dipende sempre da un tiro che entra o che esce.
Boston Celtics
RONDO 7 - Domina il primo quarto con tanta transizione in campo aperto. Subisce una bruttissima botta alla schiena che lo limita per i restanti minuti di gara 6.
R.ALLEN 7.5 - Ha il merito di (ri)chiudere il match con due triple consecutive. La sua pulizia cestistica è da applausi. 20 punti e la solita garanzia dall'arco.
PIERCE 9 (MVP) - Le cifre sono clamorose. 31 punti, 13 rimbalzi, 5 assist, 4/5 da 3. Una partita da consumato campione che trascina Boston alla finale. Sarà lui il condottiero.
GARNETT 6.5 - Si toglie dalla gara dopo soli 4' con un 2° fallo stupido e figlio di un isterismo infondato. Nella ripresa è decisivo con rimbalzi e jumper dalla media.
PERKINS 6.5 - Nullo in attacco mentre in difesa ha il merito di evitare ricezioni facili e vicine a canestro ad Howard
ROBINSON 8 - Nel 2° quarto somiglia a quello del quarantello di Atlanta. Posseduto dal demomio e clamorosamente efficace in attacco. 13 minuti, 13 punti. Da applausi la sua difesa su Nelson.
DAVIS 7 - Non molto utilizzato (17') ma di una concretezza disarmante. 6 punti e 7 rimbalzi.
WALLACE 6 - Si avvia verso un'altra finale della sua carriera. Chiude con 0/5 dal campo ed una grande giocata difensiva su Howard.
Orlando Magic
NELSON 5 - Patisce il carattere di Robinson che gli entra sottopelle. Non sfrutta al meglio il pick 'n roll e chiude con 4 assist e 5 TO ed un pesante -23 di plus/minus.
CARTER 6.5 - Tiene a galla i suoi con un 2° quarto da 13 punti. Ma il vero Carter si ferma lì.
BARNES 4 - 0 tiri in 21'. In difesa soffre tantissimo la fisicità di Pierce.
LEWIS 5.5 - L'enigmatica serie di Rashard si chiude con un'altra enigmatica gara. Parte alla grande con 5 punti, rimbalzi, presenza e recuperi ma si eclissa inaspettatamente con il passare dei minuti. Stecca dall'arco.
HOWARD 7.5 - E' l'ultimo che lotta, che gioca, che non molla. La sua maturità è cresciuta esponenzialmente nelle ultime gare. Non bastano 28 punti e 12 rimbalzi per trascinare la squadra a gara 7.
REDICK 6 - Aldilà del suo 2/7 dal campo, difensivamente è il miglior Magic per distacco. Concede qualcosa ad Allen in situazioni "inside" ma gli nega (per tutta la serie) il tiro da 3.
WILLIAMS 6.5 - Pochi assist (1), pochi canestri (2) ma la squadra gira
un po' meglio con lui in cabina di regia (+11).