Artest all’ultimo secondo

Partita da sconsigliare alle persone particolarmente impressionabili, la quinta sfida fra i Lakers ed i Suns, giocata allo Staples Center di Los Angeles, tutta giocata con il cuore in gola, decisa a meno di un secondo dalla sirena.

Questo è il bello dei play off NBA, nel tempo di un respiro si può passare dalla disperazione all'esaltazione, una partita spettacolare e combattuta può essere decisa da una giocata estemporanea ed imprevedibile, effettuata proprio da un giocatore che aveva commesso un errore che stava per costare alla sua squadra una partita veramente decisiva.

E così Ron Artest a 56" dalla fine, con la sua squadra sopra di tre punti e 20" per scegliere con calma un buon tiro, effettua una forzatura notevole, prendendosi un tiro da tre punti senza logica alcuna, viste le pessime percentuali tenute fino a quel punto.

Il rimbalzo sull'inevitabile errore viene preso da Channing Frye, che prova subito un tiro da tre, in meno di 7", in ossequio alla migliore tradizione dei Suns, sbagliando. Sul ribaltamento di fronte palla a Kobe Bryant, il quale centralmente si alza in sospensione e va ad un tiro forzatissimo, con le mani di due difensori in faccia.

Contro tutte le previsioni la palla però non parte verso il canestro, ma si dirige dolce e precisa verso le mani di Pau Gasol che stava tagliando benissimo. Splendido davvero l'assist di Kobe, Gasol si alza per una schiacciata che sembrava destinata a chiudere definitivamente la partita.

Incredibilmente però lo spagnolo schiaccia sul ferro e Jason Richardson apre immediatamente per Steve Nash, che va subito al tiro da tre, sbagliandolo, palla di nuovo a J-Rich che sbaglia pure lui, nuovo rimbalzo di Frye che cede immediatamente ancora a Richardson che mette la tripla del pareggio, la prima ed unica della sua partita.

Time out a 3" dalla fine, rimessa per Kobe Bryant, affiancato da Fisher ed Odom liberi, ma anche dalle mani di due difensori che gli rendono molto difficile il tiro. Kobe è pur sempre il Mamba, pensare che nell'ultimo minuto rinunci due volte al tiro per un assist è una illusione, così il tiro parte, con il giocatore in posizione difficile, fuori equilibrio, marcato, come era inevitabile il pallone non tocca nemmeno il ferro.

Tempi supplementari? Neanche per idea. Ron Artest, l'autore del brutto errore che ha dato il via a questa emozionante sfida all'ultimo canestro nell'ultimo minuto, capisce che il tiro sarebbe inevitabilmente finito corto, il suo marcatore, proprio l'autore della tripla del pareggio, Richardson, si distrae a guardare la parabola, Artest afferra il pallone e scocca il tiro nel più breve tempo possibile.

Il suono della sirena accompagna nel canestro la parabola di questo ultimo, incredibile tiro, per la vittoria dei Lakers, con il punteggio di 103 a 101.

Giusto partire dalla descrizione di questo ultimo palpitante minuto, che potrebbe aver deciso la serie. Ingiusto però dimenticare 47' di partita spettacolare ed equilibrata, quasi sempre condotta dai Lakers, ma con i Suns sempre a stretto contatto.

Dopo un primo quarto equilibrato, nel secondo quarto i Lakers hanno provato a stringere i tempi avvantaggiandosi, sospinti dal solito Bryant e da un ritrovato Lamar Odom. Le seconde linee dei Suns stavolta non hanno retto il confronto, ma ci hanno pensato Stoudemire, Hill e Richardson a tenere i Suns a contatto.

Nel terzo quarto ancora i Lakers hanno provato a prendere il largo, arrivando ad avere un vantaggio di 18 punti. Kobe Bryant sugli scudi, autore di canestri a raffica, ma stavolta, contrariamente alle sue abitudini in questi play off, ha esagerato un poco, monopolizzando troppo la palla e prendendosi qualche tiro di troppo.

Frye e Dudley sono così riusciti ad effettuare un parziale positivo riportando i Suns ai soli 6 punti di distacco di fine terzo quarto. Nell'ultimo quarto i Lakers hanno sbagliato qualche canestro, ma stringendo le maglie in difesa sembravano poter tenere senza troppi patemi.

Sembrava fatta per i gialloviola, ma pare che nessuno si sia ricordato di avvisare Steve Nash, che ha preso in mano la situazione, accelerando il più possibile, realizzando 9 punti e fornendo assist molto belli. Due canestri del canadese hanno riportato i Suns a soli tre punti all'inizio dell'ultimo minuto, per quell'incredibile finale sopra descritto.

I Lakers tutto sommato hanno meritato di vincere una partita in cui sono stati quasi sempre avanti nel punteggio, hanno dato più volte l'impressione di poter piazzare il parziale decisivo ma anche una partita che stavano per lasciarsi sfuggire di mano.

Nel parquet casalingo i lunghi sono tornati a disputare una buona prestazione, con Odom sul livello delle prime due partite della serie. Lui e Gasol hanno messo in due 38 punti, catturando 22 rimbalzi, di cui 9 offensivi, riuscendo a tenere costantemente sotto pressione gli avversari in entrambi i lati del campo.

Negli ultimi minuti però sono mancati clamorosamente, con un paio di errori al tiro, fra cui l'incredibile schiacciata sbagliata da Gasol, ed hanno permesso ai Suns di catturare qualche pallone di troppo, fra cui i tre rimbalzi consecutivi che hanno permesso il pareggio, prima del canestro decisivo di Artest.

Ottimo il lavoro di Artest in difesa, su Jason Richardson, meno buono in attacco, dove prima del tiro decisivo aveva realizzato solo un canestro su ben otto tentativi.

Bryant ha dei numeri monumentali, 30 punti, 11 rimbalzi e 9 assist, solo il più volte descritto errore di Gasol gli ha precluso la tripla doppia, ma anche qualche perplessità  sulle scelte e sulla lettura del gioco, perplessità  che non c'erano state nelle precedenti 4 partite.

Kobe infatti ha tirato forse troppo, 27 tiri sui ben 91 tiri complessivi dei Lakers, ma soprattutto ha attaccato poco il canestro, accontentandosi troppo del tiro dalla media e facilitando così il lavoro della zona difensiva dei Suns.

C'è da dire che in tutti i momenti positivi dei Lakers, quando i gialloviola hanno provato ad avvantaggiarsi, c'è stato sempre e comunque lui a guidare la carica.

Al solito ordinato Fisher, che raramente delude in queste partite, ha realizzato 22 punti con ottime scelte, ancora una volta parzialmente deludenti gli altri. Bynum è stato inesistente in attacco, ma almeno ha preso qualche rimbalzo offensivo ed ha piazzato 4 stoppate, facendo sentire un minimo il proprio fisico nell'area. Troppo poco, ma un progresso deciso rispetto alle prestazioni precedenti.

Positivo finalmente Vujacic, seppur per poco, ma è stato l'unico a fornire un minimo di apporto dalla panchina. La panchina era stata l'arma decisiva dei Suns a Phoenix, stavolta l'apporto delle seconde è stato scarso per quasi tutta la partita, tolto un buon Frye che però è partito dalla panca, si, ma ha giocato tantissimo, come uno del quintetto a tutti gli effetti.

I vari Barbosa, Amudson, lo stesso Lopez che pure è partito in quintetto, persino Dragic che è stato l'uomo decisivo di gara 4 hanno faticato molto ad entrare in partita. Il solo Dudley è stato efficace come Alvin Gentry si aspettava.

Occorre però dire che l'uso della panca è stato importante anche in questa partita per i Suns, che con le seconde linee in campo hanno accorciato le distanze alla fine del terzo quarto ed hanno tenuto il confronto all'inizio dell'ultimo quarto, con il risultato che al momento decisivo i vari Nash, Stoudemire, Richardson hanno avuto una maggiore freschezza e più lucidità  degli avversari, potendo accelerare decisamente per provare a vincere una partita che sembrava già  persa.

La copertina non può che andare al trentaseienne play canadese Steve Nash, il quale ha messo a referto ben 29 punti, con buone percentuali, ed ha servito 11 assist. Oltre ai numeri, Nash è stato molto attento, compiendo spesso scelte completamente inattese ma efficaci, ha messo in continuo imbarazzo la difesa dei Lakers cambiando modo di giocare ogni volta che gli avversari si adeguavano ed iniziavano a difendere.

"Siamo mancati solo nella chiusura della partita. Non ho rimpianti, tutti hanno compiuto il loro dovere fino in fondo. Abbiamo compiuto un ottimo lavoro anche sull'ultimo tiro di Kobe, peccato solo per il rimbalzo": coach Gentry ha preso la sconfitta con filosofia, e probabilmente ha ragione.

Quasi tutti incentrati su Artest i commenti dei Lakers: "Dal'inizio dell'anno si sacrifica per adattarsi al nostro sistema, merita questa soddisfazione" ha detto Fisher.

"Ha un istinto per le giocate decisive" ha detto un Phil Jackson, la cui faccia al momento del tiro sbagliato da Ron Ron ad un minuto dalla fine diceva cose piuttosto diverse.

"Sono contento per lui, è un bel colpo. Quando ho rilasciato la palla l'ho visto ed ho sperato che ce la facesse in tempo, e c'è riuscito!" ha commentato Bryant.

"Quando Kobe ha tirato, ho visto che ha subito fallo, così ero sicuro che la palla sarebbe stata corta, e per fortuna lo è stata!" ha commentato lo stesso Artest.

Ed ora prepariamoci ad una gara 6 a Phoenix, interessante e decisiva come non mai.
I Lakers hanno dimostrato di poter vincere in Arizona se riusciranno a giocare al meglio, ma finora per un motivo o per l'altro, senza sottovalutare in questo i molti meriti degli avversari, non ci sono riusciti.

Fondamentale per i Lakers portare a casa almeno una vittoria in trasferta, abbiamo appena visto come potrebbe essere incerta e pericolosissima una eventuale gara 7, anche se giocata a Los Angeles, contro avversari che non mollano mai e trovano ogni volta chiavi di gioco e giocatori decisivi differenti.

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