Personalmente ero molto curioso di vedere come sarebbe proseguita questa serie spostandosi a Phoenix. I Lakers avevano dato a casa loro una impressione di superiorità , ma non così schiacciante da dare garanzie di essere mantenuta anche a Phoenix.
In Arizona infatti i Suns sono riusciti a salire di livello e vincere la prima partita, portandosi sul 2 ad 1. Un 118 a 109, ottenuto grazie ad un eccellente ultimo quarto, che testimonia di una partita molto equilibrata.
A soli 8 minuti dalla fine i Lakers infatti erano avanti, seppur di un solo punto.
In partenza partita subito veloce, con i Lakers che sono riusciti ad ottenere un minimo vantaggio. Nel secondo quarto però sono entrate le seconde linee, e la differenza si è dimostrata abissale.
Non che dalla panchina dei Suns si siano alzati Magic e Bird, per carità , anzi, possiamo parlare tranquillamente di rendimento deludente, ma si sono alzati comunque Amudson, Dragic, Dudley, che hanno almeno garantito intensità e difesa, più Frye e Barbosa, tutto sommato inconsistenti.
Dalla panca dei Lakers si sono alzati i soli Brown, volitivo ed atletico, e Farmar, piuttosto impalpabile. In più un Bynum teoricamente partito in quintetto, ma ormai ai margini delle rotazioni, davvero deludente, specialmente pensando al suo ricco contratto. Il suo recupero è vitale per i Lakers, non tanto in questa serie, che possono sperare di vincere anche senza il monumentale centro ventiduenne, ma soprattutto per una eventuale finale contro i Celtics, ma segni di risveglio davvero non se ne vedono.
Anzi, stavolta Bynum è andato ancora peggio del solito. Nonostante la prestazione non eccelsa della panchina dei Suns, mescolando questi giocatori con i vari Nash, Hill e Lopez nel secondo quarto i Suns sono riusciti a scavare un primo solco, chiudendo la prima metà della gara con un vantaggio di 7 punti.
Nel terzo quarto i Lakers hanno cercato di stringere i tempi e prendere il largo, ma hanno trovato la fiera opposizione di Amarè (o Amar'è, come ama scrivere lui da qualche tempo) Stoudemire, il quale, innescato splendidamente da Steve Nash, ha perforato la retina dei Lakers a ripetizione, sia con il tiro in sospensione dalla media distanza sia attaccando il ferro in penetrazione.
Phil Jackson ha provato ad opporgli soprattutto Lamar Odom, ma Lamarvelous è uscito totalmente sconfitto dal confronto con Stat. Nemmeno è stato possibile per i Lakers raddoppiare, in quanto i Suns hanno trovato un altro buon terminale offensivo in Robin Lopez.
Vedendolo giocare un anno fa sarebbe stato impossibile immaginarlo, ma quel rozzo lungangone volonteroso ed attento in difesa è diventato un vero giocatore di basket. Per carità , Jabbar probabilmente aveva una mano lievemente più sensibile, ma 20 punti con un 8 su 10 al tiro rappresentano comunque un buon bottino.
L'ultimo quarto è iniziato con i Suns avanti di due punti ed uno Stoudemire caldissimo, che continuava a rappresentare un rebus per la difesa dei Lakers. I campioni in carica inizialmente hanno tenuto botta, fino ad 8 minuti dalla fine, quando due liberi di Lamar Odom li hanno portati in vantaggio per 90 ad 89. A quel punto però tre palle perse di fila di Brown, Artest ed Odom, errori forzati da Lopez e Richardson, hanno permesso a Stoudemire di conquistare il vantaggio decisivo.
I Lakers si sono disuniti, cercando a tutti i costi conclusioni da tre che continuavano a sbagliare, mentre i Suns potevano correre, guidati dal solito, eccellente Nash e con un Amarè sempre più infallibile nelle conclusioni. Quei cambi che erano sembrati inutili nei primi due quarti, in quanto nessuno dei giocatori della panchina dei Suns è sembrato davvero all'altezza, hanno fruttato invece benissimo, in quanto in quest'ultimo quarto i Suns sembravano avere una condizione nettamente migliore degli avversari.
118 a 109 il risultato finale per i Suns, che ora, sul due ad uno, sperano di poter pareggiare la serie nella prossima partita casalinga.
La principale differenza rispetto alle due partite giocate a Los Angeles è stata rappresentata soprattutto dalla straordinaria prestazione di Amarè Stoudemire, piuttosto timido in California, devastante in Arizona. 42 punti, 14 su 22 al tiro, 14 liberi messi, 11 rimbalzi. I freddi numeri in questo caso bastano a commentare la prestazione di Stat.
Questa prestazione però non sarebbe stata sufficiente da sola, se i Lakers avessero continuato a far circolare la palla ed a tirare da 3 con la stessa precisione delle prime due gare. 17 palle perse pesano davvero sul risultato finale, come pure il 28% da tre punti.
La difficoltà nella circolazione è stata dovuta in parte ad una minore sicurezza esibita, in parte alla maggiore pressione offensiva dei Suns, che hanno messo in evidenza un Grant Hill straordinario. 5 punti con 4 tiri, 3 assist, giusto qualche rimbalzo, sembrerebbero i numeri di una partita anonima.
Invece Hill è stato l'anima della squadra, difendendo con attenzione, grinta ed intensità e giocando in attacco da umile gregario, cosa non comune per un giocatore con il suo status. Richardson, Lopez, persino un Dudley pessimo in fase offensiva hanno migliorato molto le proprie prestazioni difensive, riuscendo a mettere pressione sugli avversari, che quindi hanno perso parte della propria sicurezza nella circolazione di palla.
Anche da questo è derivata la pessima percentuale da 3 punti, in quanto quei tiri relativamente semplici che i gialloviola trovavano con facilità nelle prime due gare non sono stati trovati stavolta.
Nonostante tutto forse sarebbe bastato un Lamar Odom all'altezza delle ultime prestazioni perchè i Lakers riuscissero a portare a casa la partita. Lamarvelous invece ha stentato parecchio sia in difesa, non riuscendo a tenere Stoudemire, sia in attacco, dove ha realizzato soli 10 punti con pessime percentuali e molte scelte non ottimali.
Ora che Bynum stenta, e presumibilmente tornerà in anticipo a Los Angeles per provare a recuperare un minimo di condizione, l'apporto di Odom è davvero decisivo per i Lakers e lui sarà importante quanto Bryant e Gasol nella prossima gara 4.
Suns eccellenti, con Stoudemire sugli scudi, ma anche Nash, Richardson, Hill e Lopez davvero molto positivi, solo dalla panca possono sperare un minimo di apporto in più. Lakers tutto sommato accettabili, ma con parecchie cose su cui lavorare, infatti solo i soliti Bryant e Gasol hanno compiuto fino in fondo il loro dovere, 36 punti ed tripla doppia mancata per un solo rimbalzo per Kobe, 23 punti e 9 rimbalzi per Pau, Artest, Fisher e Shannon Brown sufficenti e nulla più, Odom e Farmar negativi, gli altri sono stati pessimi o non hanno giocato.
Tante palle perse, qualche distrazione di troppo a rimbalzo, pessime percentuali da 3.
“Abbiamo iniziato giocando in modo ben differente da come volevo io, ed abbiamo chiuso nello stesso modo!” ha detto un Phil Jackson piuttosto contrariato.
“Hanno attaccato il ferro in continuazione, mentre noi ci ostinavamo tirare da 3 punti, mentre Stoudemire e Lopez ci hanno tagliato a fette!” al coach Zen questa sconfitta proprio non è andata giù.
“Sapeva di aver giocato male a Los Angeles, e si è voluto prendere una rivincita” ha commentato coach Gentry parlando di Amarè Stoudemire.
Ha poi proseguito, parlando della partita: “Quando hanno iniziato a tirare molto, noi siamo passati a difendere a zona. Nelle prime due partite non ha funzionato, stavolta si, perchè siamo stati più aggressivi!”
Quando in una serie una squadra gioca davvero bene ed una fatica, ma la partita risulta equilibrata e la squadra che fatica è in vantaggio, per la squadra che gioca in modo eccellente i segnali sono negativi.
Ma attenzione, la stessa cosa in teoria avremmo potuto dirla nelle due serie precedenti, i Suns hanno dimostrato di saper giocare vicino al proprio massimo per tanto tempo e parte delle perplessità suscitate dai Lakers si devono al fatto che i Suns hanno saputo giocare sui loro punti deboli.
I campioni in carica restano favoriti, ma potremmo avere finalmente una serie vera, aperta a qualsiasi risultato.