C'è odore di "sweep" a Boston. Il dominio di gara 3 è più di un indizio, la fragilità mentale di Orlando la pura dimostrazione. La difesa di Boston, un semplice clinic.
La partenza di Orlando è la peggiore della serie.
4 errori e 4 palle perse nei primi 4 minuti con Boston che prende subito il largo con un 7-0 di parziale con le solite firme di Pierce e Rondo. La squadra di Van Gundy ha il merito di restare calma e ricuce il mini-divario con 3 canestri consecutivi e con un Rashard Lewis finalmente parte integrante del sistema d'attacco.
Il tempo di rientrare in partita ed Orlando si scava a suon di palle perse e tiri falliti (9 dei primi 12), un'altra buca. La pala (e la palla) è nelle mani di Allen che trascina i suoi verso un altro parziale di 9-0 che regala una primitiva ma meritata doppia cifra di vantaggio dopo soli 9' di gioco.
La tripla di Pierce ed il canestro di Garnett dilatano il parziale a 14-0 con i Magic fermi a 6 punti segnati e con i Celtics che scappano sul +15 ed un gara che appare già segnata, decisa e chiusa.
L'attacco di Orlando stenta a riconoscersi con un Howard che sbaglia ogni tiro ed un Vince Carter totalmente amorfo. Sull'altro fronte, Rondo è il miglior direttore di un orchestra che suona a meraviglia con Wallace che s'iscrive a gara 3 con un alley-oop gentilmente offerto dalla quarta assistenza di casa Rondo. Dopo 12', Boston avanti di 15.
All'inizio del secondo quarto, il palcoscenico viene preso in affitto da un Rajon Rondo ai limiti del fantastico. Prima un gioco da 3 punti con disorientamento totale del povero Gortat e subito dopo un incredibile recupero da dietro su Jason Williams ed il conseguente facile appoggio del 36-17 con il Garden in evidente visibilio.
L'unica giocata che riesce con continuità ad Orlando è una sola. Il time-out.
Dopo 16' filati il playmaker dei Celtics va a rifiatare mentre Glen Davis inizia il suo bombardamento nel canestro dei Magic con tre giocate consecutive che proiettano Boston sul massimo vantaggio di 24 lunghezze (43-19).
Orlando sembra già nello spogliatoio ma nel momento della disperazione esce fuori la freddezza di Nelson (2 triple) ed un canestro difficilissimo di Redick che mettono un po' di acqua ossigenata sulla lacerante e profonda ferita inflitta dai Celtics.
Boston rallenta il ritmo ed il suo attacco se risente ma di contro i Magic non riescono ad eseguire due buoni attacchi consecutivi e s'arrendono alle 11 sanguinose palle perse che vanificano un buon primo tempo dall'arco (5/12) e delle buonissime difese negli ultimi 2'.
Orlando si ferma a 34 punti in 24'. Boston scollina sopra i 50 con la gara saldamente nelle proprie esperte mani.
La perentoria e troneggiante stoppata di Howard su Garnett apre un secondo tempo che inizia all'insegna dei Magic con la giocata difensiva di "Superman", il 4° fallo di Perkins ed il canestro dall'angolo dello sfuggente Lewis.
Orlando sembra ancora viva ma Ray Allen vede sulle proprie piste Carter e gli infila il jumper che smorza la piccola inerzia da poco acquista con l'attacco degli ospiti che s'affida alle scorribande solitarie di Carter e alle triple di Nelson.
Boston è più compatta, esegue meglio in attacco e trova nuovamente il +20 con la tripla di Pierce e sfrutta l'ennesima persa dei Magic con il canestro di Garnett ed i liberi di Davis.
L'assist al bacio di Rondo per Garnett pesca il massimo vantaggio (+25) con Davis che è più di un fattore con i suoi continui viaggi in lunetta ed il suo tasso d'attività sempre costante sotto canestro.
Orlando è all'angolo. Allen infila altri due canestri, compresa la tripla del +28 con Boston che limita gli avversari a soli 13 punti in un quarto emblematico per punteggio (24-13), significato ed energia. Il 4° quarto è apparecchiato per un lungo ed inatteso garbage time.
E' uno strazio per i Magic. Una piscina dove può sguazzare felice un Rasheed Wallace che infila la retina da ogni angolo. 3-0 Celtics. Finals in arrivo.
Le Chiavi del Match
DIFESA
Imbarazzante la facilità con la quale i Celtics disarmano l'attacco a due teste degli Orlando Magic. Intimidazione, concentrazione, fisicità , aggressività . In una sola parola, difesa.
Doc Rivers vede la sua Boston sempre più familiare a quella del 2008, che faceva la differenza nella propria metà campo, imponendo ritmo e superiorità mentale e l'impressionante risultato dei soli 47 punti subiti nei primi 36' di gioco, ne è una fedele e limpida dimostrazione. Non è stata una giornata storta di Orlando, è stata semplicemente una favolosa prestazione (non la prima, non l'ultima) del granitico sistema difensivo dei Boston Celtics.
IL RITMO DI ORLANDO
Nelle prime 3 partite di questa serie, i Magic non hanno mai dato l'impressione di eseguire con i loro tempi, di selezionare un buon tiro, di costruire un buon attacco, di prendere la conclusione preparata a tavolino.
Se ne parlava come di un attacco atomico, di come gli avversari avrebbero avuto, in ogni caso, la coperta difensiva troppo corta ed invece la crescita mentale di Perkins e la svogliata tecnica di Howard hanno consentito a Boston di avere le migliori predisposizioni tattiche per limitare i tiratori di Van Gundy. Rashard Lewis ha sbagliato 12 triple delle 13 tentate. E' colpa di Lewis o è merito di Garnett? Barrare B, please.
ASSIST/TO
Boston nei primi 36' di gioco ha perso la pochezza di 4 palloni a fronte di oltre 20 assist. Orlando in un tempo ne persi 11 di palloni. Un numero non può fare la differenza ma di certo ci può aiutare a capire i perchè di una sconfitta, le radici di una pessima prova o di una ottima gara.
Orlando commette errori banali, di impostazione e di circolazione della palla. Boston esegue. Con la consapevolezza di dare ritmo all'attacco cominciando dalla difesa. Molto dipende dall'intelligenza dei giocatori di capire il momento della gara e sfruttarlo in dipendenza delle proprie caratteristiche.
Basta interpretare la gara di Ray Allen. Contro Carter, è stato lo splendido tiratore che è. Contro Redick (che tende a soffrire) si è ricamato come playmaker (5 dei 6 assist a referto). Per soddisfare la sola curiosità statistica, ecco le ratio assist/TO delle due squadre in questa gara 3 e nella serie.
BOSTON
GM3: 23/9 (2.55) - Serie: 67/38 (1.83)
ORLANDO:
GM3: 10/17 (0.58) - Serie: 38/49 (0.75)
Boston Celtics
RONDO 7.5 - Non la miglior giornata al tiro ma è protagonista dei due possessi che chiudono mentalmente gara 3. 12 assist di pura scuola Rondo. Condottiero silenzioso.
ALLEN 7.5 - Si accende nel momento del bisogno. Smista assist (6) come caramelle e gira la chiave del 3-0 sul finire del 3° quarto. 14 punti con 2 triple. Essenziale.
PIERCE 7 - C'è Barnes su di lui ma poco cambia. 15 punti con la bellezza di 9 rimbalzi a completare una serata in ufficio senza troppe scartoffie da sbrigare.
GARNETT 7 - Meno della metà del match in campo. 10 punti, 3 recuperi e soli 6 tiri presi. In difesa blocca Lewis e limita Howard. In forma scintillante.
PERKINS 6.5 - I falli continuano ad essere un cronico problema. Non costringe mai la difesa a raddoppiare su Howard. Una tendenza che alla fine paga i dividendi (anche) con la sua ottima difesa.
DAVIS 7.5 (MVP) - Il suo secondo quarto è degno del miglior PJ Brown. In attacco è devastante, in difesa ci mette l'anima. Numerosi viaggi in lunetta (9) che spezzano il ritmo ad Orlando. Decisivo.
WALLACE 6.5 - E' uno dei 6 giocatori di Rivers a finire in doppia cifra. Fa il suo e apre il fuoco nel garbage time.
Orlando Magic
NELSON 5.5 - Almeno garantisce un po' di punti (15). Molto male a livello playmaking qualitativo e capacità di far girare la squadra. In 32' solo un assist e 4 perse.
CARTER 5 - I due liberi falliti nel finale di gara 2 lasciano il segno. 15 punti isolati e frutto di isolamenti. Non il miglior modo di trascinare la squadra.
BARNES 4 - La vera delusione della serie. Difensivamente è lontano anni luce dal suo stardard. Nervoso e con un minutaggio ridotto (15').
LEWIS 4.5 - Continua a litigare con il ferro (0/4 da 3, 1/13 nella serie). 15 punti in 3 gare con l'adesivo Garnett che non si stacca. Si fa notare per le due stoppate ma anche per le 4 perse (0 assist).
HOWARD 4 - Non trova mai ritmo. 10 tiri in 40'. -29 di plus/minus e tanta fatica a trovare posizione sotto canestro. Esce molto ridimensionato da questo probabile "sweep".
REDICK 6.5 - In attacco dovrebbe prendersi più iniziativa privata. E' l'unico che sembra crederci (difensivamente).
PIETRUS 5.5 - Utilizza il 4° (inutile) quarto per dare senso alla sua gara e alla sua partita.