Nello sweep di Orlando brillano le percentuali dal campo di Howard: 84,4%
Dopo solo 4 gare abbiamo già la prima finalista di conference ad Est.
E' Orlando, che domina anche Gara4 e non concede ad Atlanta nemmeno il punto della bandiera.
Il punteggio finale, 98 a 84 rispecchia a malapena quanto si è visto in campo in questa gara e in generale nella serie.
I Magic partono infatti già a spron battuto nel primo quarto, chiuso in doppia cifra di vantaggio e segnando ben 34 punti, frutto di un'ottima circolazione di palla e di 5 tiri da tre a segno e mettendo in mostra un Nelson imprendibile autore nei primi 12 minuti di 10 punti e 5 assist.
Nel secondo quarto Atlanta prova a ricucire lo svantaggio, ma sono di nuovo le triple, tre consecutive di un infuocato Pietrus, a scavare il primo solco a favore di Orlando che sale a più 14. Con le spalle al muro Johnson e Crawford provano a farsi notare dopo un avvio piuttosto lento, e riescono a portare i falchi fino al meno 6 che permette di andare all'intervallo con un uno scarto sotto la doppia cifra.
Come spesso accaduto anche all'interno delle partite precedenti però, al rientro dagli spogliatoi chi parte forte è Orlando, con Atlanta che invece che essere aggressiva subisce il gioco degli avversari.
Arriva così il parziale che dà una vigorosa spallata alla partita, un 11 a 2 che getta nel baratro le speranze di coach Woodson, che sentendosi con più di un piede fuori dalla post season prova un'ulteriore reazione con Crawford che in un minuto e 38 segna 8 punti che portano i suoi ancora una volta a contatto sul meno 9.
L'ultimo quarto però inizia con il solito incubo per Atlanta, che non riesce a trovare la via del canestro per più di tre minuti, permettendo un altro break ai Magic, che con un parziale di 9 a 0 volano a più 18 e sostanzialmente chiudono incontro e serie.
Il vantaggio infatti rimane intorno ai 20 punti fino al garbage time finale, quando Orlando smette praticamente di attaccare e Atlanta arriva a contenere il passivo su un più onorevole meno 14, quando ormai i buoi erano ampiamente lontani dalla stalla.
Cosa ha funzionato
Orlando ha giocato benissimo tutta la serie, su entrambi i lati del campo, con Atlanta che non ha mai trovato canestri facili.
In questa gara, però, ancor più delle altre i Magic hanno saputo far girare la palla ottimamente, facendo trovare sempre un tiro facile alle molte bocche da fuoco a disposizione. Per una squadra che gioca molto oltre l'arco, oltretutto, gli extra pass diventano un aspetto fondamentale del gioco.
E a veder la partita di questa notte si può ammirare di come i Magic abbiano sublimato quest'arte, fondamentale per tirare dal perimetro con oltre il 43%.
Jameer Nelson è stato un fattore nel primo quarto e ha giocato molto bene per tutto l'incontro, fatturando a fine gara 16 punti e 9 assist, Carter ha avuto un'altra serata da 22 punti con 7 su 12 al tiro, Lewis nuovamente coinvolto e autore di 17 punti, 6 rimbalzi e 5 assist, Pietrus con 4 su 8 da tre ha spaccato la partita con i suoi 9 punti in fila, Howard ha tirato 5 su 5 e chiuso la serie con il record di percentuale dal campo dell'84,4%, aggiungendo anche 4 stoppate.
Anche i numeri dicono di come tutti abbiano dato un supporto importante nella vittoria di questa gara e in generale nella serie. La forza di Orlando è proprio questa: non dipendere da un solo giocatore, ma mettere ogni uomo in campo nelle migliori condizioni di far bene. E questo è quello che sostanzialmente ha permesso ai Magic di schiantare gli Hawks, che non hanno avuto armi a sufficienza per fermare tutti.
Cosa non ha funzionato
Probabilmente avete già letto quanto sto per scrivere, ma le statistiche del primo quarto parlano di 16 jump shot presi e solo un tentativo di arrivare al ferro. Jump shot che oltretutto, come accade sempre, sono arrivati in condizioni di isolamento, senza minimamente provare a muovere la difesa dei Magic per arrivare a una conclusione con spazio.
E se in attacco non ci si trova di fronte a nulla di nuovo, bisogna segnalare un peggioramento dell'approccio difensivo della squadra di coach Woodson. Le rotazioni sono state più lente delle gare precedenti, forse per mancanza di convinzione nel portare a casa la partita, e i tiri da tre subiti sono stati poco contestati dagli Hawks.
Ci si aspettava Joe Johnson, che fin qui era stato a livello ectoplasma, ma JJ non è arrivato. Ancora una volta ben marcato da Barnes e Pietrus il leader degli Hawks non è riuscito a trovare il bandolo della matassa e non è mai riuscito ad attaccare con decisione.
Il risultato è stato un pessimo 5 su 15 dal campo e un'etichetta di inconsistente che qualcuno sta iniziando ad appiccicargli addosso dopo aver tirato sotto il 30% dal campo e poco più del 17% da tre.
Chiave della gara
Un dato balza agli occhi subito in questa gara. su 36 canestri segnati dal campo, 27 sono arrivati tramite assist. Vuol dire una percentuale del 75%. Tre canestri su quattro sono dunque frutto di circolazione di palla, un'enormità se confrontato con gli isolamenti di Atlanta.
Questa caratteristica di trovare l'uomo libero e il tiro facile è quella che ha permesso di dominare la partita, di non subire mai parziali davvero pericolosi da parte degli avversari, perchè all'interno di una serie di attacchi il buon tiro arrivava sempre.
Il futuro
Orlando si prepara a godere di qualche giorno di riposo in cui studiare la sua avversaria in Finale di Conference, che uscirà dallo scontro tra Boston e Cleveland, attualmente sul 2 pari. L'aspettano consapevoli della propria forza e del fatto che gli accoppiamenti con entrambi i team non sono così sfavorevoli, anche considerando i precedenti in stagione che li vede in vantaggio contro Boston e in perfetta parità contro Cleveland.
Per Atlanta invece ci si presenta davanti ad un'estate bollente. Dopo 5 anni sarebbe forse il caso di capire quali sono i reali obiettivi della franchigia, e se questi obiettivi sono raggiungibili con l'attuale guida tecnica, che ha dimostrato in questi playoff, ma anche nei precedenti, di non saper dare un valore aggiunto alla squadra e di non sapersi adattare agli avversari all'interno di una serie.
Questa è inoltre l'estate in cui scade Joe Johnson, deludente sì in questi playoff ma chiaramente l'uomo in grado di fare la differenza e di portare gli Hawks ad un livello superiore. Stanno aumentando le voci che lo vogliono lontano dalla Georgia, con Knicks, Bulls e altri interessati alla questione.
Tutto dipenderà ovviamente dalla volontà del giocatore e da quanto intende chiedere. Per tenerlo però oltre a coprirlo di dollari, Atlanta dovrà anche dimostrare di puntare più in alto, a cominciare dalla guida tecnica.
Quotes of the Game
Coach Woodson se la prende con l'attacco: “Loro hanno tirato bene, noi abbiamo sbagliato molti tiri in questa serie. Non me lo sarei mai immaginato perchè durante la stagione siamo andati molto bene in attacco”.
Joe Johnson non dimentica la buona Regular Season: “Non ho mai pensato a una fine come questa. Vorrei che i ragazzi guardassero avanti. Non abbiamo giocato una buona serie, ma la stagione è stata molto positiva ugualmente. Bisogna dare i giusti meriti a Orlando, difensivamente e offensivamente”.
Coach Van Gundy guarda avanti: “L'anno scorso Cleveland è arrivata alle finali con 2 sweep, poi li abbiamo eliminati. La cosa che bisogna capire nei playoff è che la partita prima o la serie prima è passato e bisogna guardare avanti. Penso che i ragazzi lo abbiano capito e abbiano capito che ogni giorno è un nuovo giorno”.