Sullo 0-2, Gara3 può rappresentare un punto di non ritorno, forse il match più cruciale dell'intera stagione, da affrontare col sostegno del pubblico tra le mura amiche.
Dopo aver perso due equilibrate partite a Los Angeles, i Jazz hanno in ballo l'intera serie in un bel duello punto a punto.
L'ultima azione ha visto Phil Jackson risfoderare la fidata rimessa che serba per i possessi finali, quella con la fila indiana sulla lunetta (quest'anno l'abbiamo già vista qui e qui, sebbene, video sconsigliato ai tifosi Spurs, la più famosa sia questa).
Tuttavia, stavolta la rimessa risulta vanificata da un malinteso tra il rimettitore Artest ed il ricevitore Fisher (oltre che dalla difesa aggressiva dei Jazz).
Palla dunque ai Jazz, per la vittoria e per riaprire la serie: 111-110 Lakers e 4.4 secondi sul cronometro.
Jazz: 1-Williams, 2-Matthews, 3-Korver, 4-Miles, 5-Boozer.
Lakers: 1-Fisher, 2-Bryant, 3-Artest, 4-Odom, 5-Gasol.
Come capitò l'anno scorso alla guardia-rookie Lee in Gara2 delle Finals, anche Matthews sbaglia sfortunatamente un colpo ravvicinato che avrebbe affondato i Lakers e, proprio come Lee, il giovane Wes ha comunque il merito di aver approfittato egregiamente della distrazione difensiva di Bryant, in entrambi i casi concentrato sul plausibile go-to-guy tanto da concedere troppa libertà al proprio uomo.
Infatti, mentre tutti restano incantati dalla parabola del tiro di Williams, lo sveglio Wes scatta a rimbalzo, scegliendo saggiamente di andare sul lato sinistro del ferro dato che sul destro ci sono già Boozer e Gasol; la scelta viene premiata con un tap-in da sotto al quale gli dei del basket negano però la loro clemenza. Se fosse entrato, avremmo qualche indice da puntare su Bryant e sull'appisolato Odom"
Da notare la posizione di Gasol: sin dall'inizio è già spostato sul lato forte (rispetto a Boozer), può così aiutare Fisher a coprire sul taglio di Korver, senza tuttavia allontanarsi troppo dal pitturato, potendo poi tornare prontamente al centro per dissuadere Williams dal penetrare, conformandosi ad una sorta di 1-3-1 (con Fisher incollato al cecchino Korver in angolo) che pone una diga di maglie viola a protezione della difesa in punta di Artest.
Un'alternativa al tiro frontale di Deron, valutando la collocazione ed il tipo di pezzi sulla scacchiera, sarebbe potuta essere un lob al ferro per Boozer: con Gasol impegnato a sbarrare la strada sulla lunetta, c'erano tempo, spazio e linea di passaggio (considerando la caratura del passatore) per servire dentro Carlos, o per un alley oop o per un appoggio.
La posizione di Pau è circa a metà strada tra i due e si sarebbe quindi trovato in corrispondenza della parte alta della parabola dell'eventuale lob e, a giudicare dalla sorpresa che il suo corpo tradisce quando si gira per andare a rimbalzo, non è certo che avesse piena coscienza della ghiotta posizione occupata da Boozer"
Tutta la difesa losangelina si aspetta infatti l'assolo di Deron e cerca di ostacolarlo; un lob avrebbe probabilmente colto di sorpresa gli ospiti gialloviola e avrebbe garantito al contempo un tiro ad alta percentuale.
Va riconosciuto che non si tratta chiaramente di una soluzione facile né di una soluzione alla Jerry Sloan, ma poteva rappresentare un'opzione interessante e meno prevedibile.
Comunque il tiro di Deron è stato ben eseguito ed ha fallito il bersaglio per poco; la difesa dei Lakers, invece, ha rischiato di dar vita alla gaffe dell'anno"