Per Rashard Lewis un'altra ottima partita.
Orlando domina Atlanta anche a domicilio, portando la serie sul 3 a 0 grazie a una facile vittoria per 105 a 75.
Gli Hawks paiono una squadra svuotata di energie, che non riesce a venire a capo di una serie che li ha visti sotto dalla prima palla a due.
Orlando è squadra forte, con una difesa di alto livello e molte soluzioni offensive. Se poi non la si mette in difficoltà in nessun aspetto del gioco ovviamente ha la possibilità di prendere fiducia e di giocare con tranquillità , risultando ancora più forte.
Gara 3 doveva essere la partita in cui Atlanta, in casa, faceva capire ad Orlando che le avrebbe reso la vita difficile e che avrebbe lottato fino alla fine per allungare la serie.
Invece fin dal primo quarto l'impronta della gara è chiara, con Atlanta che pare voler impostare la partita sul tiro da 3 provando 5 volte la soluzione da oltre l'arco.
I dividendi però sono pochi e Orlando, pur con Howard in difficoltà per falli, riesce a piazzare il primo parziale di 11 a 2 e a prendere la testa della gara grazie a un ottimo contributo da parte di Barnes e Lewis. Josh Smith è uno dei pochi dei suoi a giocare con aggressività e dopo meno di tre minuti di gara ha sul suo scout 4 rimbalzi, di cui 3 offensivi.
Troppo poco però per impensierire i Magic, che chiudono i primi 12 minuti sul 28 a 18.
Il secondo quarto continua sulla stessa lunghezza d'onda del primo, con Orlando in pieno controllo della gara e Atlanta che soprattutto offensivamente fatica a trovare la via del canestro. Orlando invece fa della fluidità offensiva la sua arma principale.
I secondi 12 minuti sono dedicati al tiro da tre, con risultati però più efficaci rispetto agli avversari. Con un ottimo 5 su 11 dal perimetro Lewis e compagni aumentano il proprio vantaggio chiudendo il primo tempo sopra di 19.
I due quarti successivi sono il segnale di resa da parte di Atlanta, che non riesce più ad avvicinarsi nel punteggio. Ogni parziale di tempo vede Orlando vittoriosa sugli Hawks e oltre al punteggio i Magic legittimano la vittoria con il gioco.
Crawford è l'unico che prova a contrastare gli avversari, ma nonostante i 22 punti finali non riesce ad attenuare la delusione della sconfitta ai suoi, che diventa ancora più grave con l'ultimo parziale in chiusura di incontro.
Il 12 a 2 con cui Orlando chiude l'incontro serve infatti ancor più a sotterrare la fiducia di Atlanta.
Cosa ha funzionato
Orlando tira ancora una volta sopra il 50% dal campo e domina a rimbalzo grazie ai 51 raccolti contro i 34 di Atlanta. Con questi numeri viene difficile perdere una partita contro una squadra che basa molto il suo gioco sui jumper.
In una serata in cui Carter si è presa una vacanza i Magic hanno avuto una gran serata da parte di Pietrus, Barnes e soprattutto Rashard Lewis, autore di 22 punti finali e che ha messo in costante difficoltà gli avversari e che è sempre più il giocatore che Orlando sperava, soprattutto ai Playoff.
Shard è stato bravissimo infatti a variare il suo gioco, come vuole Van Gundy, tirando bene da tre (4 su 7 alla fine) e andando anche in post nei momenti in cui la squadra ha dovuto fare a meno di Howard con problemi di falli. La difesa di squadra è stata oltretutto l'arma più efficace.
Atlanta ancora una volta ha tirato con basse percentuali, sotto il 35%, e i Magic l'hanno costretta a prendersi quel poco che lo script della gara gli ha consentito. E' vero che la strutturazione offensiva della squadra di coach Woodson aiuta la difesa, però anche quando gli Hawks hanno provato a essere aggressivi i Magic hanno chiuso l'area e hanno regalato 5 stoppate e tanti tiri difficili.
Per Atlanta l'unica nota parzialmente positiva è stata Jamal Crawford. Il sesto uomo dell'anno è stato l'unico a mettere in difficoltà i Magic, anche se lo scarto nella partita fa capire che la difficoltà sia stata relativa, ed ha chiuso con 22 punti e un buon 6 su 13 al tiro.
Il problema è che come al solito sono arrivati non grazie a una buona circolazione di palla ma con isolamenti in punta che hanno mosso poco la difesa.
Cosa non ha funzionato
A costo di essere ripetitivi, bisogna segnalare che i problemi di Atlanta siano i soliti delle altre gare. Gli Hawks infatti non hanno mai provato a muovere la difesa di Orlando, cercando sempre soluzioni di isolamento e cercando di stare in partita con i jumper e con i tiri da tre.
E se già come soluzione non è tra le migliori, avere nei migliori interpreti di quest'attacco un Joe Johnson completamente fuori dalla serie che tira con percentuali bassissime (3 su 15 per lui e soli 8 punti) fa risultare il gioco totalmente inadeguato.
E se JJ sta giocando male fin dalla prima palla a due di questi playoff, chi ieri non ha dato l'apporto sperato è stato Al Horford. Il centro di Atlanta, autore di una gran prova in Gara2 non si è saputo ripetere e ha chiuso la terza sfida con solo 11 punti frutto di un deludente 5 su 13 e 5 rimbalzi. Al, che doveva essere colui il quale avrebbe dovuto mettere in difficoltà i lunghi di Orlando è stato poco aggressivo e non ha permesso ai suoi di esplorare il gioco interno, relegando l'attacco a stagnare sul perimetro.
L'ex Florida non è stato incisivo in attacco ed anche in difesa ha dato poco, regalando alla coppia di centi avversari un totale di 23 punti e ben 22 rimbalzi, patendo la fisicità di Howard e Gortat. Altro illustre assente in questa serie è Milke Bibby.
Il play di Atlanta avrebbe dovuto mettere in difficoltà Nelson con il gioco sul perimetro, facendolo stancare in difesa. Il numero 10 invece sta giocando poco (18,7 minuti contro i 27,4 in stagione) e male, tirando con percentuali basse sia complessivamente (35,7% contro il 41,6% della Regular Season) che da tre (33,3% in semifinale di Conference, 38,9% in stagione).
Nelson avendo quindi vita facile in difesa può dedicarsi maggiormente all'attacco, dove tira con il 54,3%, che è una percentuale irreale per un piccolo.
Chiave della partita
Orlando è stata costruita per accoppiarsi difensivamente contro le grandi squadre, Cavaliers in primis, avendo velleità di Finale.
Logico quindi che si siano strutturati per affrontare un tipo di gioco basato sugli isolamenti e le penetrazioni di Lebron James e un gioco esterno molto statico basato sugli scarichi del prescelto. Logico quindi che quando si trova ad affrontare una squadra che gioca in modo simile (isolamenti e gioco statico sul perimetro) ma con interpreti più contenibili rispetto a LBJ, abbia vita facile difensivamente.
Questo è quello che sta succedendo in queste tre gare, con Atlanta che ancora non ha fatto aggiustamenti per attaccare in modo diverso e più efficace i Magic.
Fino a quando non cambierà l'approccio, solo una grande prestazione balistica di gran parte degli interpreti potrà portare a una vittoria la squadra di coach Woodson, ancora troppo esposta a subire parziali difficilmente recuperabili.
Aggiustamenti per Gara4
I Magic hanno dalla loro l'inerzia della serie ovviamente, il record di vittorie in una serie per chi è sopra 3 a 0 è 88-0. La media degli scarti nelle tre gare fin qui giocate poi è di 29 punti per loro.
Potrebbe quindi essere possibile un rilassamento da parte della squadra, che deve ancora affrontare gli Hawks a casa loro. Van Gundy però punterà tutto sul motivare i suoi nell'avere nuovamente una lunga pausa tra questa serie e quella di finale di Conference, aspettando la vincitrice tra Boston e Cleveland.
Atlanta invece è con le spalle al muro. La serie pare irrimediabilmente compromessa e ormai la stagione pare essere vicina al capolinea. Uscire però con un 4 a 0 e con sconfitte così secche però potrebbe essere devastante per la crescita della squadra.
C'è quindi da puntare sull'onore dei giocatori e sulla loro voglia di dimostrare di non essere così inferiori agli avversari. Coach Woodson dovrà quindi contare sulle motivazioni dei suoi, convicendoli che non avendo più nulla da perdere dovranno essere molto più aggressivi rispetto alle prime tre gare, cercando di ripetere quanto di buono fatto intravedere in Gara2, possibilmente senza pericolosi balckout che potrebbero costare l'ulteriore, e decisiva, sconfitta.
Quotes of the game
Coach Woodson non trova spiegazioni ad una sconfitta così netta: “Vorrei sapere perchè. Sono molto deluso, dopo aver giocato tre quarti meravigliosi a casa loro pensavo di giocare ad alto livello a casa nostra rimettendoci nella serie. Invece eravamo totalmente piatti”.
Joe Johnson non cerca attenuanti: “E' imbarazzante. I ragazzi si aspettano da me che li guidi. Ma se gioco così è quasi impossibile per noi vincere”.
Matt Barnes trova la chiave della serie: “E' semplicemente un fatto di accoppiamenti. Con loro ci accoppiamo molto bene. Ci abbiamo giocato contro molto bene in Regular Season quindi se giochiamo secondo i piani che ci da il coach, arriviamo a buone vittorie”
Josh Smith si associa alla visione dell'avversario: “Rotazioni, mismatch.. le abbiamo pagate per tutta la partita. Siamo stati lenti nelle rotazioni e troppo poco incisivi nei raddoppi su Howard”.