Patrick Marleau ha realizzato la rete della vittoria nella decisiva Gara 5
È passato solo un minuto dall'inizio di Gara 4 e Johan Franzen, la cui concentrazione forse non è ancora focalizzata del tutto sulla partita, scavalca la balaustra e atterra sul ghiaccio senza guardare dove si trova il compagno che gli deve dare il cambio. L'arbitro alza immediatamente il braccio, sono due minuti di penalità contro i Red Wings per cambio scorretto. Un pessimo inizio di un incontro che le ali rosse non possono perdere.
Mike Babcock non fa sconti e a muso duro fa capire al gigante svedese che è meglio togliersi il pigiama. Dieci minuti dopo, Johan Franzen ha realizzato tre gol e fornito un assist a Todd Bertuzzi, in un massacro (7 a 1) che si concluderà con quattro reti e due assist a favore del numero 93.
Una partita di questo genere, con una prestazione assolutamente fantascientifica da parte della linea composta da Henrik Zetterberg, Johan Franzen e Todd Bertuzzi, lascia la sensazione che l'impresa riuscita solo due volte nella storia della NHL, rimontare un 3 a 0 nella serie, sia alla portata di questa squadra. L'impressione è che se una squadra può farcela, sono i Detroit Red Wings. E invece no. I San José Sharks lasciano nel Michigan l'amarezza della batosta subita e si ripresentano sul ghiaccio di un HP Pavilion in ebollizione con la giusta determinazione.
Ci sono interessanti novità negli schieramenti. Per motivi diversi, entrambi i coach decidono di schierare un difensore in più e un attaccante in meno. Todd McLellan ributta nella mischia dopo molto tempo Niklas Wallin. L'esperto terzino svedese, che giocherà dieci minuti scarsi, è una presenza tranquillizzante per una squadra che evidentemente comincia a essere attanagliata dalla classica paura di vincere.
Anche la scelta dell'allenatore dei Red Wings si rivela corretta, ma incomprensibilmente non viene messa in atto in modo coerente: Brad Stuart, uscito malconcio da Gara 4 per un problema a un legamento del ginocchio, rischia di non farcela, e Mike Babcock convoca Brett Lebda come salvagente in caso di emergenza. E ha ragione. Brad Stuart è visibilmente sofferente, fatica a chiudere sull'avversario di turno e un'entrata scomposta gli costa una penalità che Joe Thornton sfrutta per riportare gli squali in parità al quinto minuto del secondo tempo. Il problema è che lo stesso Stuart concluderà la partita con quasi diciannove minuti di ghiaccio sul groppone, mentre Brett Lebda, che non è il grande Bobby Orr ma per lo meno è sano, non arriva a tre minutini.
L'incontro è intenso, forse il più bello della serie. Entrambe le formazioni si sfidano praticamente a tre sole linee, con brevi e fugaci apparizioni di Justin Abdelkader e Kris Draper da una parte e di Scott Nichol e Jamie McGinn dall'altra. Per il resto, sono i grossi calibri che conducono le danze.
Ed è proprio uno di loro, Patrick Marleau, che decide di chiudere la faccenda a tredici minuti dalla sirena conclusiva. Alla fine dell'ennesimo cambio devastante di una linea tornata ai livelli eccelsi della Regular Season, il numero 12, l'unico oltre a Evgeni Nabokov a vestire ancora la maglia degli Sharks dall'ultima apparizione nella finale di Conference nel 2004, raccoglie un perfetto assist di Joe Thornton dopo efficace lavoro alle balaustre di Dany Heatley e fa secco imparabilmente Jimmy Howard.
Il tentativo dei Detroit Red Wings di raggiungere per la quarta volta consecutiva la finale della Western Conference, e magari per la terza di fila la finalissima, si arena sulle spiagge californiane. Per la franchigia diretta dal General Manager Ken Holland potrebbe essere la fine di un ciclo a dir poco straordinario. Certo, fuoriclasse come Henrik Zetterberg e Pavel Datsyuk sono nel pieno della maturità agonistica e non si muoveranno dalla Joe Louis Arena, ma altri, come Tomas Holmstrà¶m e Nicklas Lidstrà¶m, sono a scadenza di contratto. Il terzino svedese, in particolare, ha dichiarato recentemente che valuterà se continuare o no un'altra stagione.
Sull'altro fronte, i San José Sharks, dopo aver sofferto contro i Colorado Avalanche, si sono liberati con grande personalità dei vicecampioni in carica. Il fatto che tutte le quattro vittorie siano giunte con una sola rete di scarto la dice lunga sulla loro capacità di volgere a loro favore le partite più combattute. Ora aspettano il prossimo avversario, ma la sensazione è che mai come quest'anno gli squali siano pronti per nuotare fino alla coppa.