Finalmente attenzione e cattiveria a rimbalzo, in modo da limitare al massimo le
transizioni dei Suns, ed un McDyess finalmente presente ed incisivo sembravano
armi in grado di limitare gli avversari e permettere la prima vittoria alla
squadra texana.
Nel secondo quarto poi con ulteriori accelerazioni firmate da Parker e Ginobili
il divario ha raggiunto addirittura i 18 punti, i Suns sembravano allo sbando ed
ormai preda degli avversari. Non è stato invece così.
Qualche errore di Parker ha permesso a Stoudemire e Barbosa di ridurre lo
svantaggio, ed a quel punto i Suns hanno deciso di giocare il tutto per tutto,
accelerando e difendendo al massimo delle loro capacità , riuscendo a mettere in
seria difficoltà gli avversari. Popovich le ha provate tutte, i tre leaders in
campo insieme, time out, ma senza risultato, ed i Suns si sono rifatti sotto,
chiudendo il quarto a meno 6.
Quel che più è da sottolineare è che a quel punto l'inerzia della partita era
cambiata, i Suns avevano capito che gli avversari erano alla loro portata e come
fare per batterli.
Nella seconda metà la partenza è stata lenta, con difese attente ed attacchi che
hanno commesso qualche errore, poi abbiamo visto ancora una volta una partita
equilibratissima ed ancora una volta i Suns prevalere, seppur di poco.
Il vantaggio accumulato dagli Spurs nel primo quarto è stato totalmente eroso ed
alla fine del terzo quarto era ridotto ad un solo punto. Alvin Gentry però non
era convinto. Forse ha visto qualche giocatore in affanno, forse ha avuto timore
del ritorno degli avversari nel quarto decisivo, e ha deciso di prendersi dei
rischi pazzeschi, dei rischi che lo avrebbero messo sul banco degli imputati in
caso di sconfitta.
Tanti, tantissimi minuti in campo per Channing Frye, Leandro Barbosa e,
sorprendentemente, per il giovane sloveno Goran Dragic, un secondo anno
promettente ma ancora poco considerato. Ovviamente inamovibile Grant Hill quando
la partita si decide, a grande sorpresa Richardson, Stoudemire e Nash in panca,
e solamente l'ex MVP è stato richiamato in campo, a partita ormai decisa.
Il pubblico era perplesso, i commentatori pure, gli Spurs anche, i giocatori dei
Suns evidentemente no. La freschezza atletica, la rapidità , se vogliamo anche la
convinzione in difesa dei nuovi ha fatto la differenza, una differenza
impensabile ad inizio quarto.
Dragic e Barbosa sono risultati imprendibili per gli avversari, hanno tagliato a
fette la più celebre difesa dell'NBA, tirando con precisione da 3, aprendo il
campo e punendo gli avversari con penetrazioni se pressati, facendo tutto con
una rapidità impressionante.
Alzi la mano chi ha mai visto subire agli Spurs 39 nell'ultimo quarto di una
partita decisiva dei play off in casa loro. Popovich era sempre più furente,
alternava Hill, Parker e Ginobili, spediva in aiuto Duncan, provava un buon
Bonner, un Blair decorosissimo ed un Jefferson deludentissimo fino ad ora, ma
non c'è stato nulla da fare.
Quando a pochi minuti dalla fine Nash ha rilevato un eccellente Barbosa la
partita era decisa, con Stoudemire e Richardson ancora impegnatissimi a
sventolare asciugamani. Credo che nessuno si sarebbe potuto aspettare una cosa
simile.
110 a 96 per i Suns il risultato finale, con un Popovitch ed i giocatori simbolo
degli Spurs increduli, a rimuginare su quella che, a meno di clamorosi colpi di
mano in estate, potrebbe aver rappresentato la conclusione del loro incredibile
ciclo.
Duncan e Ginobili hanno ormai qualche annetto ed un fisico in parte minato da
tanti infortuni, ricordiamo che nei due anni passati Ginobili ha dovuto saltare
le sfide decisive dei play off, Hill e Blair sembrano acerbi e forse non saranno
mai all'altezza dei loco più celebri compagni, McDyess ha qualche annetto di
troppo, Jefferson avrebbe dovuto rappresentare l'addizione decisiva ma al
momento rappresenta la maggiore delusione dell'anno.
Diciamo la verità , nelle due stagioni passate dopo l'eliminazione degli Spurs
c'era una fiducia molto maggiore nei mezzi di questa squadra e nel suo futuro. I
Suns di Gentry invece hanno finalmente trovato quello che a Mike D'Antoni era
sempre mancato: prima di tutto degli Spurs abbordabili, con qualche punto
debole, poi una difesa decorosa e qualche giocatore che mancava, cioè un lungo
idoneo al sistema in grado di giocar bene in coppia con Amarè Stoudemire, e cioè
Channing Frye, un giocatore duttile, dalla grande intelligenza e visione di
gioco come Grant Hill e, soprattutto, un cambio credibile per Steve Nash.
Dopo aver incredibilmente sperperato le scelte che si sono tramutate in Rondo,
Rodriguez e Fernandez i Suns hanno pescato questo ragazzino sloveno, fra l'altro
rilevato proprio dagli Spurs, Goran Dragic, che inizialmente ha faticato
tantissimo ad adattarsi al gioco NBA, ma più passa il tempo e più sta
convincendo nel suo rendimento, fino a risultare decisivo nella più importante
partita della serie contro gli avversari di sempre.
Diciamo la verità , che i Suns sarebbero stati più forti con Frye che con
Shaquille O'Neal e che Grant Hill avrebbe reso meglio di Marion qualcuno lo
immaginava, ma i più lo ritenevano un'eresia, che Dragic già ora avrebbe avuto
questo impatto forse non lo immaginava nemmeno lui.
“La più incredibile prestazione di un singolo giocatore che io abbia mai
visto nell'ultimo quarto di una partita di play off!”: e se lo dice Grant
Hill, che ne ha viste parecchie, c'è da credergli.
“Si tratta della mia arma segreta” ha scherzato Alvin Gentry.
“Qualsiasi cosa provavamo si rivelava un fallimento, è stato davvero
demoralizzante. Adesso dobbiamo disputare solo gare perfette”: un Manu
Ginobili così depresso si è visto davvero di rado.
Ed ora attendiamo gara 4, con la consapevolezza che da una situazione come
quella in cui si trovano gli Spurs sarà quasi impossibile tirarsi fuori,
soprattutto se contro c'è un Nash, forte come quando ha vinto i due premi di
MVP, ed a dargli man forte c'è un ragazzotto sloveno che a tratti sembra forte
come lui.