Howard ha dominato sotto canestro con 5 stoppate nei primi 2 quarti.
Orlando vince facilmente Gara1 della serie si Semifinale contro Atlanta, e lo fa con il secco punteggio di 114 a 71 maturato grazie ad una grande prestazione dei padroni di casa e alla complicità della squadra di coach Woodson.
La Gara dura appena un quarto, il primo, durante il quale vediamo subito le prime mosse tattiche dei due allenatori. Van Gundy parte subito con Barnes su Joe Johnson e Carter in marcatura su Marvin Williams, per tenerlo più fresco nella metà campo offensiva.
Dall'altra parte le marcature sono speculari, anche se paiono meno definite, con Woodson che accetta tutti i cambi difensivi che la situazione gli propone, con spesso Bibby accoppiato a Barnes e Johnson a occuparsi di Nelson.
Le due squadre si studiano e si equivalgono per i primi 12 minuti, con Atlanta che mostra la sinistra tendenza a voler basare il suo gioco offensivo sui jump shot rispetto alle entrate. Dopo il primo quarto, chiuso sul 25 a 23 per i Magic, saranno infatti 14 i primi e 9 le seconde.
Il secondo quarto, e la partita nel suo complesso, dura appena 2 minuti, ovvero fino a quando Marvin Williams mette il jumper del 27 pari. Da quel momento, infatti, parte il monologo Magic, che piazza un parziale di 17 a 0 in poco più di 5 minuti tenendo in campo solo Howard del quintetto e ottenendo punti e soprattutto energia importanti da Pietrus e Reddick.
Atlanta nei 12 minuti perde ben 7 palloni, che fruttano il bottino pieno di 14 punti agli avversari. Ci si aspetta una reazione da parte degli Hawks, che seppur con il quintetto base in campo non riesce a tamponare l'emorragia offensiva e nemmeno dopo il parziale riesce a recuperare qualche punto agli avversari, mettendo a referto solamente 10 punti nel quarto. Si va al riposo sul più 20 Orlando, e la sensazione è che sia solo l'inizio della grandinata.
Nel terzo quarto infatti rientrano gli stessi Hawks visti nei 12 minuti precedenti. Howard sotto canestro continua a fare indisturbato quello che vuole, ben coadiuvato da un Carter autore di 12 punti, uno in più di tutti gli avversari messi insieme. Atlanta non riesce in alcun modo a contrapporre un po' di gioco alla mareggiata Magic, subendo 32 punti e segnandone appena 11.
Il parziale è impetuoso. 85 a 44 per la squadra di Van Gundy e un più 41 che è lo specchio della differenza di valori vista in campo questa notte.
Nel quarto quarto si svuotano le panchine e rimangono 12 minuti di Garbage time molto spinto, con Gortat a dettare legge sotto i tabelloni e Atlanta che non vede l'ora di tornare in hotel a rimuginare su una sconfitta così pesante.
Cosa ha funzionato
Orlando è parsa girare con il pilota automatico. Howard, Nelson e Carter hanno combinato per 60 punti in totale, non mettendo più piede in campo da fine terzo quarto, quando i punti di squadra segnati erano 85.
I tre si sono confermati immarcabili per gli Hawks, soprattutto DH12 che nel primo tempo ha dominato i tabelloni e con le sue 5 stoppate nel solo primo tempo ha sconsigliato le già rare entrate degli esterni Hawks.
Il tiro da tre, arma sulla quale si basa molto il gioco di Van Gundy, ha funzionato correttamente, e i 23 tiri presi, con la percentuale del 39%, sono stati molto utili per allargare il gioco e per permettere ancora più libertà d'azione nel pitturato. A fine gara infatti i punti in area di Orlando sono stati 56, praticamente il 50% dei punti totali.
In difesa Orlando ha dato il meglio. Gli avversari sono stati troppo remissivi e non hanno provato ad esplorare delle soluzioni differenti rispetto ai tiri dalla media per metterla in difficoltà , però se Atlanta si è dovuta accontentare di stare lontana dall'area è gran parte merito dei lunghi della Florida.
Non solo Howard, ma anche Lewis e a tratti anche Ryan Anderson hanno difeso molto bene lo spazio. Gli esterni, poi, hanno coperto bene i tentativi di penetrazione dei vari Johnson e Crawford, specialmente con Pietrus e Barnes, quest'ultimo sebbene poco coinvolto in attacco molto positivo in difesa.
Per Atlanta l'unico big che ha dato qualcosa alla causa, anche se è un parziale contentino, è stato Josh Smith, che fino a quando è stato in campo, nonostante l'aver subito a rimbalzo e nonostante aver commesso 4 falli in poco tempo, è stato l'unico a tirare con il 50% dal campo, segnando 14 punti e provando con il suo atletismo a penetrare l'area avversaria di forza.
Cosa non ha funzionato
Per Atlanta è facile dire che nulla si sia anche solo avvicinato al funzionare. La cosa probabilmente più grave è stata la continua ricerca dei jumper, anche dopo aver visto che la serata non avrebbe regalato percentuali tali da poter portare a casa la partita. E se offensivamente le difficoltà sono state palesi, anche difensivamente la situazione è stata particolarmente difficile.
Sotto le plance Horford ha subito Howard all'inverosimile e anche sugli esterni tutti i cambi difensivi accettati hanno generato troppi mismatch favorevoli e troppi tiri con spazio ai Magic.
Sarebbe forse il caso di rivedere un po' la gestione delle marcature per evitare di subire così sistematicamente Carter e Nelson, che sono temibili sia in penetrazione che con il tiro dalla distanza.
Per Orlando, Lewis è partito bene, con 5 dei suoi nuovi punti totali segnati ad inizio primo quarto, poi si è un po' spento ed è stato un po' ai margini dell'attacco, anche se a dirla tutta vista la serata delle altre tre star di Orlando la sua poca partecipazione è stata solo una parentesi marginale.
Probabile però che nelle prossime partite debba essere più coinvolto.
Chiave della partita
Alla fine la pallacanestro è un gioco semplice. Vince chi mette più volte la palla nel canestro avversario e segna un punto in più.
Difficile quindi pensare di portare a casa una gara di Playoff segnando solamente 21 punti in due quarti di gioco. A maggior ragione se lo fai affrontando una contender come Orlando, che difficilmente vive momenti di blackout durante la partita, ma è abbastanza costante all'interno di una partita. Costanza che purtroppo manca ad Atlanta, che rischia di pagare ogni momento di difficoltà come successo questa notte.
Aggiustamenti per Gara2
Per Coach Van Gundy non sarà difficile, conoscendolo, preparare mentalmente la sua squadra a sottovalutare l'impegno di Gara2 nonostante la roboante vittoria di questa notte. Già a chiusura partita il coach avrà strillato con tutta la sua voce di non pensare a questa serie come già chiusa.
L'obiettivo è quello di andare fino in fondo, e non sarà il risultato di Gara1 ad appagare la voglia di far bene dei Magic. Woodson dovrà invece essere bravo a recuperare i suoi mentalmente. La sua squadra dovrà dimenticare in fretta la scoppola presa e guardare alla prossima gara come a una nuova opportunità per prendersi il vantaggio campo nella serie.
Lui e il suo staff però dovranno anche essere bravi a trovare qualche accorgimento tattico alla serie. In gara1 l'unica idea che si è vista è stata mettere Collins a metà del primo quarto per mettere il fisico contro Howard, con il risultato che lo stesso ha commesso subito due falli sul lungo avversario e gli ha concesso di prendere ritmo senza infastidirlo minimamente. Francamente troppo poco per poter impensierire Van Gundy.
Quotes of the Game
Dwight Howard: “In questi 8 giorni abbiamo parlato molto sul fatto che quando prendiamo un vantaggio sugli avversari dobbiamo puntare a dominarli per non dare loro nessuna opportunità di riprenderci”.
Stan Van Gundy prepara mentalmente i suoi alla prossima partita: “Adesso la sfida è restare con la testa giusta per Gara2, perchè nei playoff non conta il margine di vittoria”.
Mike Bibby volta pagina: “Per passare il turno bisogna vincere 4 gare, e questa era solo una delle quattro. Giovedì abbiamo un'altra opportunità e saremo pronti”.