La lotta ai rimbalzi ha visto Horford e i suoi Hawks dominare.
Come da pronostico Atlanta porta a casa Gara7 alla Philips Arena contro Milwaukee.
Lo fa giocando una buona partita, soprattutto difensivamente, proteggendo benissimo la propria area e il proprio tabellone chiudendo l'incontro sul 95 a 74.
I Bucks non hanno ripetuto l'impresa di Gara5, quando hanno sbancato Atlanta e si sono portati sul 3 a 2. Troppo grande la differenza di talento con gli Hawks per riuscire ad avere la meglio degli Hawks in una Gara7.
E oggettivamente non bisogna cadere nell'errore di criticare troppo la squadra di coach Skiles per aver perso l'occasione di passare il turno. I cerbiatti hanno infatti fatto molto più di quanto si potesse immaginare in questa serie, portando gli Hawks a Gara7 senza il loro miglior lungo e con la star della squadra, Michael Redd, assente da mesi.
La partita è durata sostanzialmente 2 quarti, senza però essere mai in discussione. Atlanta ha infatti iniziato a 5 minuti dalla fine del primo quarto, quando Milwaukee segna il canestro del vantaggio sul 13 a 11. Da quel momento Atlanta mette un vetro sopra il canestro e nonostante l'assenza di Josh Smith, autore di 2 falli a inizio gara, non fa più segnare l'attacco Bucks, chiudendo il quarto sul 20 a 13 grazie anche ai 7 rimbalzi offensivi raccolti nella frazione.
Il secondo quarto continua sullo stesso binario del primo, e grazie ad un parziale di 13 a 3 Atlanta allunga sul più 20, mettendo in mostra un Al Horford ispiratissimo e già in doppia doppia di punti e rimbalzi a 3 minuti dall'intervallo. Milwaukee, con Jennings e soprattutto Salmons sottotono, non riesce a trovare la via del canestro, e sotto le plance subisce troppo la fisicità di Atlanta, andando sotto alla voce rimbalzi per 28 a 14.
Con un sussulto d'orgoglio tra la fine del secondo quarto e l'inizio del terzo i Bucks si riescono ad avvicinare nel punteggio, arrivando anche a meno 10 grazie ai rimbalzi offensivi di Ilyasova (saranno 6 alla fine per lui) e a qualche spunto di Jennings.
Troppo poco però per impensierire i padroni di casa, che continuano a macinare il proprio gioco e mantengono costantemente in doppia cifra il vantaggio senza permettere ai Bucks di ricucire lo strappo.
Nell'ultima frazione i Bucks cercano di affrettare i tempi e attacca in modo poco ragionato. Il risultato è che i tiri continuano a non entrare e le incursioni in area sono facilmente chiuse dai lunghi di Atlanta, che in attacco continua invece a segnare con regolarità .
Ci si trascina quindi fino al meno 20 che a 4 minuti dallo scadere sancisce la fine anticipata della sfida. A 3:39 dalla sirena infatti coach Skiles alza bandiera bianca e mette in campo la panchina, dando il via al Garbage Time e risparmiando ai titolari l'umiliazione di stare in campo fino al termine.
Jennings e soci tornano in panchina con lo sguardo basso e la consapevolezza di aver perso l'occasione di vincere la serie in Gara6 in casa. Horford e i suoi compagni invece possono raccogliere l'applauso della Philips Arena e prepararsi ad affrontare Orlando nella semifinale della Eastern Conference.
Cosa ha funzionato
Per Milwaukee c'è stato un buon supporto da parte delle seconde linee. Mbah a Moute e Ilyasova hanno fornito una prestazione solida in una serata da dimenticare per i Bucks.
Il primo ha segnato 13 punti e preso 6 rimbalzi, in una delle partite più positive della serie.
Il turco invece ha segnato 13 punti e preso 11 rimbalzi, di cui 6 offensivi che hanno tenuto in corsa la squadra nel terzo quarto.
Atlanta ha invece dimostrato una grandissima solidità difensiva.
Alla fine per i falchi ci saranno 8 stoppate, numero dà l'idea della difficoltà di Milwaukee di arrivare a conclusioni facili in area.
E anche con Smith fuori con problemi di falli, Atlanta ha trovato un ottimo Pachulia, che ha fornito punti, rimbalzi, e un'ottima intimidazione, grazie alle 2 stoppate rifilate. Oltre alla buona difesa, Atlanta ha trovato anche un'ottima serata al tiro.
Il 47,4% complessivo dal campo, seppur sporcato un po' da un Joe Johnson in controtendenza con il suo 4 su 14, è indice di quanto siano stati buoni i tiri trovati dagli Hawks, con un apporto degli esterni molto importante, a partire da Bibby, autore di 15 punti, e da Crawford, che con i suoi 22 punti a referto ha dimostrato di essere entrato in clima playoff.
Cosa non ha funzionato
Per Milwaukee ancora una volta la delusione è stata la premiata ditta Salmons – Jennings autori in coppia di 26 punti generati da uno scarso 11 su 36 al tiro e subendo anche 3 stoppate a testa. E se altre volte a dare un supporto ai due era stato Carlos Delfino, questa sera anche l'argentino ha steccato segnando solo 3 punti con 1 su 8 dal campo.
La percentuale al tiro non è stata negativa solo per i tre sopra citati. Tutta la squadra ha tirato con il 32,6% e soprattutto ha dimostrato di non essere ancora pronta a gestire i momenti di siccità offensiva. In queste occasioni infatti troppo spesso ci si è ridotti a buttarsi dentro fino in fondo senza prima muovere la difesa e senza cercare l'uomo libero sul perimetro.
Il risultato è stato il gran numero di stoppate ricevute e il numero di tiri difficili presi, quasi sempre dovendo alzare la parabola per superare il difensore o tirando con il difensore addosso. Il difetto era ovviamente preventivabile, dovendo giocoforza affidarsi agli esterni in fase offensiva, data la mancanza di Bogut, e lasciando il gioco in mano a un play ventenne che sebbene abbia giocato ad alti livelli, era sempre alla sua prima esperienza NBA.
Per Atlanta l'unica nota negativa della serata è stata la necessità di ricorrere alla panchina a causa dei falli commessi da Josh Smith già a inizio gara. In altre occasioni la mancanza del miglior difensore della squadra sarebbe potuto essere molto più pericolosa.
Chiave della partita
Di sicuro Atlanta era squadra più pronta ad affrontare una Gara decisiva di playoff, essendo alla terza Gara7 in tre anni. L'esperienza quindi a giocare sotto pressione e il vantaggio di affrontare la partita in casa è stato determinante ai fini del risultato finale.
Quello che però ha garantito agli Hawks la vittoria è stata la differenza sotto canestro. A fine gara il conto dei rimbalzi è stato di 55 a 34 per la squadra della Georgia, con Horford mattatore grazie ai suoi 15 Rodmans, che uniti a 16 punti hanno reso il centro di Atlanta determinante per la vittoria finale.
Con 21 rimbalzi in più è ovvio che le possibilità di rimediare ad eventuali errori aumentino, soprattutto offensivamente dato che già dal secondo quarto, quando Atlanta ha preso il vantaggio che poi ha mantenuto fino a fine match, il vantaggio di Atlanta ai rimbalzi offensivi era imbarazzante. E le seconde opportunità sono state quelle che hanno permesso alla squadra di casa di segnare punti comodi.
Il futuro
Ora Atlanta andrà a giocarsi le sue chance contro gli Orlando Magic, squadra sulla carta più ostica di Milwaukee e con un allenatore altrettanto pronto a mettere in evidenza le lacune degli Hawks.
Per Milwaukee invece ci sarà un'estate in cui pianificare al meglio la prossima stagione. C'è da recuperare al meglio Andrew Bogut, che deve confermarsi ai livelli di quest'anno, e c'è da capire cosa sarà di Michael Redd, che potrebbe non tornare mai ai livelli di prima dell'infortunio ma che è all'ultimo anno di contratto e quindi appetibile a franchigie in ricostruzione.
Lo spazio salariale non sarà elevatissimo, ma ci saranno diversi giocatori in scadenza, e si cercherà di capire se rifirmarli o se cercare di scambiarli per migliorare il roster. La base di partenza è più che buona.
L'asse play-centro è tra i migliori e futuribili della lega, e il coach ha dimostrato di lavorare molto bene con il materiale a disposizione. La lunga serie contro Atlanta è stata utile a fare esperienza, con la speranza di mantenere questo livello e di continuare a migliorarsi.
Quotes of the Game
Brandon Jennings: “La volontà sarebbe quella di andar via tristi da Atlanta, ma dobbiamo uscire a testa alta perchè ci mancavano due giocatori importanti e abbiamo fatto il meglio che potevamo”.
Jamal Crawford: alla sua prima esperienza ai Playoff ha passato il primo turno “E' stato molto bello. E' come camminare a tre metri da terra”.
Carlos Delfino: parla dell'assenza di Bogut “Possiamo parlare di tutti i se. E' vero, ci è mancato Andrew in area, ma bisogna fare i complimenti a tutti i ragazzi che hanno lottato fino alla fine. Abbiamo dato il massimo fino alla fine”.