Schiantati i Blazers, ora Amar'e pensa agli Spurs.
Non ci sarà gara-7, Phoenix espugna per la seconda volta il Rose Garden e guadagna l'accesso al secondo turno.
Due costanti di questa serie: chi conduce all'intervallo ha poi vinto la partita, quando Jason Richardson è il top scorer dei Suns, la difesa dei Blazers non regge. A metà partita Phoenix era già avanti in doppia cifra (53-41) e l'atleta del Michigan ha terminato l'incontro con il game-high di punti (28).
J-Rich ha tirato davvero benissimo da fuori area e ha creato molte opportunità per noi. È stato una grande addizione per questa squadra e un aiuto fondamentale per i playoffs, speriamo di continuare a vedere queste sue grandi giocate anche nella prossima serie.
Sono le parole di Amar'e Stoudemire, l'uomo contro il quale McMillan ha costruito l'intera difesa e su cui ha messo Marcus Camby come un'ombra. Nonostante ciò in gara-6 ancora 22 punti per il più frequente schiacciatore della Lega, che chiude la serie con 20.5 di media ed il 54% dal campo.
Proprio le attenzioni riservate alla coppia Stoudemire-Nash ha imposto che l'uomo della serie per i Suns uscisse dal supporting cast e questa è stata la serie di Jason Richardson (23,5 punti di media), come ha spiegato lui stesso.
Tutti sanno cosa può fare Steve, e cosa può fare Amar'e. Io sto solo cercando di essere la wild card, il terzo realizzatore, per aiutare la squadra a fare più strada possibile nei playoffs.
Il terzo violino dei Suns ha messo 14 punti nel primo quarto dando il via alla fuga della squadra dell'Arizona ed è poi stato decisivo quando ai padroni di casa è riuscita la grande rimonta, culminata con il punteggio impattato a quota 76. Nel successivo parziale di 11-2 a favore dei Suns, 7 punti a referto portano la firma di Richardson.
Portland non è mai riuscita a mettere la testa avanti. Nella pessima serata di Andre Miller (2/10 al tiro, 2 assist e 3 turnover) e con Roy decisamente limitato atleticamente dalla recente operazione, i Blazers hanno vissuto il loro momento di speranza quando si sono affidati ai loro cecchini di lungo raggio.
Martell Webster (19) e Rudy Fernandez (16) si sono infiammati nella terza frazione di gioco. Con otto bombe su dieci tentativi hanno tenuto a galla la franchigia dell'Oregon, prima che la coppia Richardson-Nash rispondesse con tre triple che hanno prontamente riportato il vantaggio in doppia cifra.
Portland non ha saputo approfittare di un Nash in cattive condizioni fisiche, tanto che era stata messa in dubbio la sua partecipazione alla sfida. Il canadese ha faticato per tutta la partita, chiudendo con un modesto 2/7 dal campo e solo sei assist, mentre altrettante sono state le sue palle perse nel solo primo quarto. Eppure la tripla del +10 a pochi minuti dalla fine è stato il colpo del ko.
Meno di trenta minuti di gioco per il due volte mvp, sostituito molto bene da Goran Dragic e preferito (ormai stabilmente) a Barbosa come vice-Nash.
Sempre poco appariscente ma straordinariamente efficace la prestazione di Grant Hill. Una prova da vero all-around: 3 punti, ma ben 12 rimbalzi, 4 assist, 2 recuperi e 2 stoppate. Hill è il collante di questi Suns, l'unico giocatore in grado di fare tutto su entrambe le metà campo.
Premio miglior attore non protagonista del First Round.
Ci sono voluti 14 anni di carriera all'ex Pistons per vedere la sua squadra vincere un turno di playoff. Messo da Gentry in marcatura su Andre Miller dopo la disfatta nell'opener della serie, ha reso improvvisamente sterile la prosperità del gioco offensivo dei Blazers, rovesciando di fatto il verdetto di gara-1.
Ora i Suns sono alla prova del nove: se la vedranno ancora una volta con quei San Antonio Spurs che più volte ne hanno annullato le ambizioni. Phoenix tenterà di rompere la tradizione negativa forte del fattore casa. Per riuscirci dovrà confermare il giudizio di coach Gentry in conferenza stampa.
Alla fine della sera, i Blazers hanno tirato con il 38%. Secondo me, questo va a credito delle nostra difesa. Nessuno davvero ne parla, ma noi ne siamo molto soddisfatti.
Portland invece va in vacanza con molti pensieri per il futuro, ma anche senza troppi rimpianti per la stagione conclusa.
Sono orgoglioso dei ragazzi, – ha esordito coach McMillan. – Abbiamo lottato per tutto l'anno. Con tutto quel che abbiamo dovuto passare, tutti gli infortuni che ci sono capitati, non è per accampare scuse, ma i ragazzi hanno avuto una stagione davvero dura e sono riusciti comunque ad emergere.