Gli Hawks festeggiano. Si va a Gara7 grazie anche alle 4 stoppate di Josh Smith
Atlanta è ancora viva. Sfruttando una prestazione sottotono dei Bucks riescono a vincere Gara 6 per 83 a 69.
Il clima al Bradley Center è di festa e c'è voglia di impresa.
All'esterno dell'Arena migliaia di tifosi seguono sul maxischermo la gara, all'interno, The Star Spangled Banner viene intonato da Jerry Stackhouse in una grandiosa interpretazione, a voler essere maligni la migliore della serie.
I giocatori in campo però sentono la pressione e le star offensive della squadra non riescono a contribuire come ci si aspetta da loro nei primi due quarti. Dall'altra parte Atlanta non fa meglio, e dopo 24 minuti si va all'intervallo lungo con il punteggio bassissimo.
Il 34 a 31 per Milwaukee infatti è più frutto del gioco contratto da ambo le parti più che di difese sopra le righe. Jennings e Salmons sentono molto il peso della responsabilità di chiudere la serie in casa, e tirano complessivamente un 2 su 11, con 6 punti in totale, decisamente sotto media rispetto ai 40 punti che la combo ha garantito in questi playoff.
A tenere vivi i Bucks ci pensa un Delfino sopra le righe ed autore di 13 punti nei primi due quarti. Anche per gli Hawks la situazione non è brillante, con il solo Horford che ha una percentuale del 50% ma prendendosi solo 4 tiri e Joe Johnson unico falco in doppia cifra a 10 punti ma con 10 tiri presi.
Il terzo quarto è però il momento della svolta della gara, e probabilmente dell'intera serie. Dopo il primo canestro del quarto ad opera di Delfino, infatti, Milwaukee non muoverà il punteggio per ben 8 minuti e mezzo, e tirando fino a 2 minuti dalla sirena 2 su 16 dal campo, ha lasciato andar via gli avversari, che trovando un po' di ritmo offensivo hanno dato luce ad un parziale di 27 a 4 e creato il break alla fine decisivo.
Distinguere tra i meriti della difesa di Atlanta e i demeriti dell'attacco di Milwaukee non è impresa semplice. Le 6 palle perse nel quarto da parte dei cerbiatti sono in parte forzate dalla difesa interna di Josh Smith e Horford, e in parte dalle decisioni troppo confusionarie degli esterni Bucks, che tentando troppo la penetrazione hanno favorito le chiusure dei lunghi di coach Woodson.
Il parziale del terzo quarto di 29 a 11, veniva reso meno pesante alla fine della frazione grazie a una tripla di Jennings e al 4 su 4 ai liberi di Salmons, svegliatisi però probabilmente troppo tardi.
Nell'ultimo quarto Milwaukee ha anche provato a riagganciare gli Hawks, grazie a un parziale di 10 a 0 che li ha portati fino al meno 7. All'interno del parziale, un gioco da 4 punti in collaborazione tra Stackhouse, con una bomba a segno e Thomas, che da bloccante ha subìto un fallo da Bibby che l'ha portato in lunetta.
Atlanta però non si è fatta prendere dal panico come le è successo altre volte e ha messo in mostra il secondo miglior difensore della lega, Josh Smith. J-Smoove con 2 stoppate (saranno 4 alla fine in totale) ha infatti fermato l'emorragia difensiva della sua squadra e ha chiuso il canestro, delegando offensivamente Crawford e Johnson autori di 13 (6 il primo e 7 il secondo) dei 14 punti che hanno chiuso l'incontro e permesso ad Atlanta di giocarsi in casa la gara decisiva.
Cosa ha funzionato
Atlanta ha vinto meritatamente, giocando però una partita tutto sommato non eccezionale. Un dato su tutti, nelle ultime 3 stagioni gli Hawks in trasferta nella post season hanno vinto 1 gara su 10 segnando una media di 80 punti e subendone una media di 100. Offensivamente quindi non è stato fatto nulla di più delle scorse gare, perdenti nel 90% dei casi.
L'incontro è stato portato a casa perchè i punti subiti sono stati decisamente sotto media. E' stata la difesa quindi a dare agli Hawks quel qualcosa in più necessario a portare la serie al settimo match. Nel momento decisivo dell'incontro Atlanta è riuscita a chiudere l'area, soprattutto grazie a Josh Smith, che oltre alle 4 stoppate ha dato la solita intimidazione e il suo solito apporto a rimbalzo.
Da segnalare inoltre un'altra buona prestazione del sesto uomo dell'anno. Jamal Crawford con i suoi 24 punti ha segnato più punti di tutta la panchina avversaria e, altro dato interessante, fino a questo momento le gare sono state vinte dalla squadra che ha avuto il contributo maggiore dalle second unit.
Milwaukee ha invece trovato un Delfino sempre più calato nella parte di salvatore della patria. Dopo le difficoltà delle prime gare, l'argentino ha dimostrato di saper essere un fattore per questi Bucks su entrambi i lati del campo, segnando punti importanti e difendendo bene su Marvin Williams e su Joe Johnson quando è andato su di lui.
Per questa gara non è stato sufficiente per la vittoria finale, ma è importante sapere di poter ormai contare a occhi chiusi su di lui in vista di Gara7.
Cosa non ha funzionato
Atlanta pur vincendo la partita ha avuto brutte percentuali al tiro. Johnson ha tirato infatti 8 su 24, Smith 4 su 11, tornando inoltre dopo a farsi vedere da oltre l'arco, sicuramente non la specialità della casa come testimonia lo 0 su 2.
Alla fine per Atlanta la percentuale sarà del 38,3% che non assicura, in genere, la vittoria di una partita di playoff. C'è oltretutto l'enigma Williams. Marvin è infatti troppo discontinuo e alterna buone prestazioni come quella di Gara5 ad altre pessime come quella di stasera o quella di Gara4.
Per la prossima partita ci sarà bisogno anche di lui per arrivare in Semifinale di Conference. La panchina inoltre è stata decisamente negativa. A parte Crawford nessun altro giocatore è andato a referto, con Pachulia decisamente troppo nascosto, quando dovrebbe approfittare dei momenti in cui si trova contro i lunghi di riserva degli avversari.
Milwaukee invece ha dimostrato tutti i suoi limiti, sia di esperienza che tecnici.
Jennings e Salmons hanno tirato complessivamente 6 su 28 concludendo con 12 e 8 punti, esattamente la metà dei punti che nelle precedenti 5 gare hanno garantito alla squadra.
E se in una squadra con evidenti limiti offensivi in alcuni elementi del quintetto (principalmente i lunghi) le stelle preposte a segnare latitano, viene difficile pensare di poter vincere una Gara6. Le scelte offensive poi sono state quasi sempre sbagliate.
Come nelle prime due gare e parte della quarta, non appena si trovano le prime difficoltà a trovare la via del canestro si smette di giocare in modo ragionato e si cercano soluzioni più improbabili. Nel terzo quarto si sono viste entrate a canestro a difesa completamente schierata, o tiri da 3 senza ritmo e con il difensore attaccato.
Difficile che coach Skiles non abbia fatto notare ai suoi che questa tendenza li potrà portare a vanificare tutto quanto di buono fatto fino ad ora.
Chiave dell'incontro
Atlanta ha fatto la gara difensiva che doveva fare, e offensivamente, pur non facendo cose eccelse, ha sfruttato quello che la difesa ha concesso. La vera chiave però è stato il gioco sotto i tabelloni. A fine incontro il conto dei rimbalzi dice 45 per Milwaukee e 62 per Atlanta, di cui 15 offensivi contro 8. Questo vuol dire 7 possibilità di attacco in più che pesano molto nell'economia di un incontro, soprattutto se a punteggio basso come quello di questa notte.
Tutti infatti abbiamo ancora negli occhi i 2 rimbalzi offensivi consecutivi durante il parziale dei Bucks in Gara5 e fondamentali per prendere il possesso della partita.
Aggiustamenti per Gara7
Ora l'inerzia della serie si è nuovamente girata dalla parte di Atlanta, che ha la possibilità di giocarsi Gara7 tra le mura amiche. Coach Woodson sa che in una gara decisiva potrà contare su un Joe Johnson in gran spolvero e dovrà continuare a mettere Smith nella condizione di essere il lungo in aiuto per chiudere l'area.
I Bucks, invece, sono nella condizione in cui non hanno nulla da perdere. Sono partiti da sfavoriti in una serie che li ha visti arrivare a Gara7. Sono partiti con il pronostico contro in Gara5 ad Atlanta, portandola a casa giocando un gran quarto quarto. Ora sono nella stessa situazione.
Skiles dovrà liberare la mente dei suoi, che hanno pagato lo scotto di giocare stanotte da favoriti. Se li convincerà a giocare cercando sempre l'uomo libero e a non trovare soluzioni personali complesse, potrebbe fare il colpaccio e passare questa serie.
Quotes of the Game
Coach Woodson: “Sono molto soddisfatto. E' stata una gara dura. Abbiamo giocato molto bene in difesa e faticato in attacco, ma bisogna dar credito ai Bucks. Hanno giocato molto bene in difesa”.
Scott Skiles parla della possibilità che la sua squadra abbia sentito la pressione in Gara6 essendo per la prima volta nella serie i favoriti: “E' possibile che l'abbiano sentita. Io spero di no”..
Poi analizza la partita: “Anche se all'intervallo eravamo sopra di tre, non eravamo aggressivi come prima. Siamo stati un po' troppo fermi ad aspettare e a guardarci l'un l'altro”
Josh Smith: “Abbiamo dimostrato a tutti che ci siamo. Tutti ci davano per battuti, meno noi in spogliatoio. Ci siamo parlati e abbiamo giocato di squadra, aiutandoci in difesa e essendo altruisti in attacco. Questo è quello che succede quando siamo al nostro meglio”.