Manny Being Manny

Manny Ramirez, nel momento più alto della sua storia coi Red Sox: il titolo del 2004

Manuel Aristides Ramirez nasce il 30 maggio 1972 a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana. La famiglia si trasferisce presto a New York nel quartiere prevalentemente latino di Washington Heights. Manny gioca a baseball al liceo nella locale George Washington High School di New York.
Scelto da Cleveland al primo giro del draft 1991 (tredicesima scelta assoluta) esordisce tra i professionisti della Rookie League ed in 59 partite batte .326-19 (HR) -63 (RBI), mostrando subito la sua potenza ed il suo istinto nel "vedere i lanci". L'anno seguente (1992) in classe A+ va .278-13-63. Nel 1993 la definitive esplosione: tra AA, AAA ed 53 AB in MLB (esordio il 2 settembre 1993 con un doppio) combina per andare .317-33-120, numeri che per lui saranno, negli anni successivi, una specie di media stagionale.

Una nota sul doppio battuto nella sua prima at bat. I radiocronisti degli Indians lodano subito Manny commentando la sua potenza favolosa, ma dicono che spesso sembra mancare di concentrazione. Manny non fa nulla per smentire facendosi prontamente cogliere fuori dal cuscino di seconda base.

Nel 1994 [.269-17-60] gioca, a 22 anni, 91 partite per gli Indians e si vede che il talento mostrato nelle leghe minori è più che sufficiente per quelle maggiori. Finisce secondo, dietro Bob Hamelin, nelle votazioni per il Rookie dell'anno. Nel 1995 è già  il Manny che conosciamo oggi [.308-31-107]; porta gli Indians alle World Series dove la squadra di Cleveland perde con gli Atlanta Braves una serie molto combattuta. Nel 1996 [.309-33-112] la definitiva conferma. Un'altra stagione solida nel 1997 [.328-26-88] ed un nuovo approdo alle World Series; questa volta la sconfitta degli Indians viene per mano dei sorprendenti Florida Marlins in un'altra serie da infarto.

Nel 1998 i numeri di Manny dicono: .294-45-145 (da allora non scenderà  mai sotto .290-30-100 e siamo al nono anno in fila!). Nel 1999 probabilmente la sua stagione migliore: .333-44-165 con 96 BB e .663 nello slugging. Nel 2000, ultimo anno a Cleveland, .351-38-122, ma giocando solo 118 partite e con lo slugging più alto in carriera, un “ruthiano” .697. Sono due annate spaventose che lo lanciano in modo prepotente sul mercato dei free agent nell'inverno 2000-2001.

Dopo la stagione 2000 quindi Manny diventa free agent (si parla di qualche dissapore con la dirigenza, anche se tra i compagni di squadra è amato e rispettato) e firma un contratto di 8 anni per 160 milioni di dollari con i Boston Red Sox dell'allora GM Dan Duquette. Nel contratto ci sono anche due opzioni da 20 milioni di dollari l'una per le stagioni 2009 e 2010 (un possibile 10-200 quindi). A Boston, nonostante la pressione immensa della stampa e dell'inseguimento della vittoria delle World Series che dura fin dal lontano 1918, le prestazioni di Ramirez non cambiano; anzi diventa ancor più selettivo nel riconoscere i lanci e nel 2006 riceverà  ben 100 BB. Ma parleremo dopo delle cifre di Manny a Boston.

Ramirez è un battitore destro e a Boston gioca da esterno sinistro (a Cleveland giocava invece esterno destro). In carriera ha una media battuta di .314 con 470 fuoricampo (HR) e 1516 punti battuti a casa (RBI). E' ormai sicuro che finirà  nella Hall of Fame e sarà  per sempre ricordato per essere stato uno dei pilastri dei Boston Red Sox nella vittoria delle World Series del 2004 e per aver formato e continuare a formare una coppia ineguagliabile di sluggers con David Ortiz nel cuore del lineup della franchigia del New England. Solo Lou Gehrig e Babe Ruth hanno numeri comparabili a quelli di Manny e Big Papi per un periodo di tempo altrettanto lungo.

Dicevamo battitore destro, uno dei più attenti, precisi, selettivi e potenti battitori della storia. Come difensore è "adeguato", specie nel piccolo campo sinistro di Fenway Park, ma ha un buon braccio ed è accurato (ha, per ben cinque volte in carriera, raggiunto le 10 assistenze dalla posizione di esterno, lo ha fatto sia a Boston che a Cleveland). Spesso a Boston finge di essere distratto nell'osservare il volo delle palle verso il grande Mostro Verde (il muro che si erge a proteggere il campo sinistro) per poi trasformare un singolo lungo contro il muro in un out in seconda base facendo credere al corridore di potercela fare facilmente a completare un doppio.

Come tifoso ed ammiratore dei Boston Red Sox ho avuto, specie nei primi anni, emozioni contrastate sul fatto che Manny fosse arrivato a Fenway Park. Innanzitutto il contratto: una cifra "folle", al limite della sostenibilità  economica per la sanità  dell'intero payroll della franchigia. E poi l'attitudine: all'arrivo a Boston Manny fu subito molto disponibile con la stampa. La cosa durò relativamente poco (circa un anno) e Manny decise di cadere (quando in spogliatoio o comunque a contatto con i giornalisti) in uno stato che veleggia tra il coma ed il silenzio stampa; al momento non rilascia quasi più interviste. Parla ed ha parlato spesso soltanto attraverso compagni di squadra, a turno ed in momenti diversi i "ri-trasmettitori" delle sue idee sono stati: Kevin Millar, Enrique Wilson, Big Papi, Julian Tavarez, più raramente qualcun'altro.

Alla fine sono stato e sono tutt'ora estremamente felice delle scelta di Dan Duquette e non ho mai pensato o avuto la sensazione che i Red Sox abbiano mai perso per colpa di Manny, mentre so per certo che molto, molto spesso, hanno vinto per merito suo. Anzi col passare degli anni e con l'aumento della pressione mediatica sul giocatore sono sempre più convinto che ormai a Manny il fattore stampa-TV-giornalisti non faccia più molto effetto.

Dico questo perchè, francamente, non c'è paragone tra ciò che Manny ha dato ai Red Sox in questi sei anni e quello che, almeno secondo la stampa, ha commesso, in termini di crimini sportivi, di mancanza di impegno, di comportamento svogliato, quello che in pratica Manny ha tolto. Manny, in effetti, si allena moltissimo, spesso più di tutti e passa ore intere nella gabbia di battuta a perfezionare il giro di mazza ed in palestra a rinforzare gambe e polpacci in particolare. Durante l'inverno lavora con allenatori personali per arrivare in forma allo Spring Training.

La stampa, le televisioni ed i giornalisti sportivi di Boston, città  in effetti molto "liberal" e generalmente ricca di persone cordiali, sono infatti estremamente opprimenti, soprattutto nei confronti dei Red Sox e si appigliano a qualunque cosa pur di fare notizia, pur di andare in prima pagina. Ogni dettaglio della vita sportiva e non dei giocatori, degli allenatori, dei dirigenti della squadra viene analizzato, controllato, inquisito ed inquadrato in una specie di eterna "conspiracy theory", un continuo presunto doppio gioco di qualcuno nei confronti di qualcun'altro. Ogni gesto o comportamento che poi vada appena al di fuori delle righe (e l'italiano che è dentro di me sbotta: ma che andassero a vedersi i Portland Trailblazers o i Cincinnati Bengals!) viene stigmatizzato nella più radicata tradizione puritana, tipica più della cittadina di Salem e delle "ragazze-streghe" bruciate nel 1692 che della vicina capitale del Massachussetts.

E se alle volte è gustoso scoprire tutti i dettagli delle telefonate intercorse tra Theo Epstein e Scott Boras per completare l'affaire Matsuzaka, fare invece la telecronaca minuto per minuto della ricerca dell'orecchino con diamante da 15,000 dollari incastonato perso da Manny nei pressi della terza base del McCoy Stadium di Pawtucket, Rhode Island, (o forse era allo stadio di Syracuse?) durante una partita di AAA (contro gli Skychiefs) nel periodo di riabilitazione dalla frattura all'indice della mano sinistra (avvenuto a Seattle l'11 maggio 2002) mi sembra decisamente esagerato. Per la cronaca il diamante non fu mai trovato ed avete due terze basi da cercare!

Manny, che aveva già  smesso di parlare con la stampa bostoniana, fu cordialissimo con lo staff, i giocatori ed i tifosi dei PawSox e firmò centinaia di autografi in quei giorni.

Comunque per soddisfare la curiosità  ecco l'elenco delle "malefatte" di Manny. Malefatte che hanno portato alla nascita della saga: Manny Being Manny (MBM), ovvero Manny che fa Manny, che è quello che è, “prendetemi per come sono”.

Nel 2001 Manny va .306-41-125 al suo esordio a Boston. In dicembre (a fine stagione) qualche lamento riguardo alle dimensioni dello spogliatoio e del layout della zona interviste di Fenway viene risolto con qualche lavoretto edile.

Nel 2002 le cose vanno abbastanza bene (relativamente parlando) fino quasi alla fine della stagione. La stampa aspetta al varco, ma generalmente non ci sono episodi controversi, a parte la storia dell'orecchino. E' verso la fine del secondo anno nel New England che il "vero" Manny esce allo scoperto. Il 2 settembre la richiesta della canzone "Good Times" by Styles P prima di andare a battere scatena molte critiche. Il testo contiene oscenità  e riferimenti all'uso della marijuana. Il 9 settembre Manny batte una palla lenta. Invece di correre in prima, si gira e va a sedersi in panchina. E' un out sicuro, ma "every batted ball must be run out". La cosa non va bene. E', tra tutti, secondo me, l'episodio più grave. Certo potrebbe essere dettato esclusivamente da frustrazione per aver sprecato una palla buona, ma bisogna sempre correre, se non altro per mettere pressione alla difesa. Il manager, Grady Little, rimprovera Manny, ma non lo toglie dalla partita. E' forse un'occasione sprecata di dare un messaggio migliore al giocatore ed alla squadra.
Alla fine del 2002 le cifre dicono .349-33-107, quando Manny riduce drammaticamente il numero di strikeout subiti e vince il titolo per la miglior media battuta dell'AL.

Il primo vero episodio della saga MBM avviene alla fine dell'agosto del 2003. Il 29 agosto, in un'intervista alla ESPN, Manny dice che gli piacerebbe giocare per gli Yankees. La cosa sembra restare lì sospesa nel nulla: un giocatore dei Sox che dice che gli piacerebbe giocare per gli Yankees? Irreale. Ma dopo aver saltato alcune partite per una faringite (la stessa che aveva messo ko Pedro Martinez la settimana prima), Ramirez viene notato nel bar di un hotel di Boston vicino al palazzo dove risiede. E' al banco con l'amico Enrique Wilson, interno dei New York Yankees, la squadra che sta giocando proprio in quei giorni una serie con i Red Sox. Mentre a nessuno viene in mente che forse Enrique è semplicemente andato a trovare Manny, la stampa monta subito il caso (Wilson un paio di anni dopo dirà  che Manny si è trattenuto solo pochi minuti e che poi è rientrato in casa). E' sabato sera e mi sembra impossibile che i due si siano incontrati per caso. Il giorno seguente, domenica 31 agosto, al mattino, Manny manca ad un appuntamento col dottore. Il primo settembre la squadra vola, con Manny, a Philadelphia per giocare una partita di recupero e quando Grady Little, il manager dei Red Sox, chiede a Manny di andare a battere come pinch hitter Ramirez declina, dicendo che non si sente bene. La gente pensa alle parole del 29 agosto. Con i Sox sotto 9-7 nella parte alta del nono, un out e le basi piene è perciò l'immortale Lou Merloni, che era entrato nell'inning precedente come corridore per Big Papi, ad andare alla battuta. Merloni batte valido e manda a casa l'8-9; dopo la base su ball a Kevin Millar (ma quante BB decisive si è preso in quei tre anni!) Trot Nixon batte un clamoroso Grande Slam per il definitivo 13-9.

E' uno dei momenti più drammatici dell'intera stagione. Siamo in piena pennant race.

Il giorno dopo, a Chicago, Little sbatte in panca Manny. I Sox vincono di nuovo con Gabe Kapler, all'esterno sinistro al posto di Manny, che ruba un home run fatto a Paul Konerko e che ne batte uno a sua volta, per il decisivo 2-1 finale.

Alla fine Manny, tra faringite e panchinite, salta 5 partite. Ovviamente dal giorno dopo Manny ritorna nel lineup ed i Sox finiscono la stagione 15-8 con il nostro eroe che batte .375 con 6 HR e 14 RBI. Sarà  altrettanto decisivo nei playoffs, specie contro gli Yankees (.310-2-4 nella serie) ed arriverà  con i Sox a Gara 7 delle finali dell'American League. A quel punto Grady Little non saprà  mettere in panchina un chiaramente stanco Pedro Martinez. Per i Sox ci sarà  da aspettare ancora un anno. La stagione di Manny ha detto .325 (il compagno di squadra Bill Mueller vincerà  il titolo di battitore con .326) -37-104, ma alla luce di questi eventi il front office di Boston decide una mossa clamorosa: piazzare Manny Ramirez sugli waivers irrevocabili. In pratica la squadra che lo vuole ha 48 ore per prenderselo, gratis. Deve soltanto onorare il suo contratto (del quale restano ancora 5 anni e 104 milioni di dollari). Nessuno ha la volontà  di assumersi un tale onere, o forse il coraggio"

Manny resta a Boston e, a seconda delle diverse opinioni, a) ha ricevuto un segnale forte dalla squadra, b) non ha più fiducia e non renderà  mai al meglio.
Manny come al solito ha il suo modo di vedere le cose e si chiama .308-43-130, squadra vincente alle World Series per la prima volta in 86 anni e titolo di MVP delle stesse. Nel 2004 inoltre Manny e Big Papi diventano i primi compagni di squadra ad andare .300-40-100 da Ruth-Gehrig nel 1931. Per ben sei volte vanno fuoricampo back-to-back eguagliando il record stagionale di altre due coppie: Hank Greenberg e Rudy York (Detroit Tigers) e Frank Thomas e Magglio Ordà³à±ez (Chicago White Sox).

Nell'All-Star Game, affrontando Roger Clemens nella parte alta del primo inning, Ramà­rez batte una bomba da due punti che reagala alla selezione dell'American League un vantaggio di 3-0. In quell'inning lui (HR), Derek Jeter (singolo), Ichiro
Suzuki (doppio) ed Ivà¡n Rodrà­guez (triplo) batteranno per il "cycle"!

E' l'ora di due racconti sulla difesa.
Il 21 luglio un clamoroso "Manny moment" difensivo. Sulla gran battuta del giovane David Newhan dei Baltimore Orioles si avventa Johnny Damon. Damon recupera la palla che sta rimbalzando tra muri, portoni, terra rossa, mentre Newhan corre sulle basi, Manny trotterella verso il campo interno. Damon tira la palla verso casa base, Manny (forse anche pensando che Johnny non ha mai avuto questo gran braccio) intercetta il tiro permettendo a Newhan di battere quello che si chiama "inside-the-park-home-run". Il "cut off", in quella circostanza, non ha senso, Manny più tardi, in spogliatoio, non spiega nulla.
Fast forward. Siamo alle Serie Mondiali. Gara 1. Tensione a mille. Immaginabile.
Parte alta dell'ottavo, Sox avanti 9-7 sui Cardinals. Manny è andato 3-5 con due RBI.
Con un out e due uomini sulle basi Terry Francona chiama il suo closer, Keith Foulke, a lanciare per chiudere la vittoria. Sul singolo di Renteria Manny combina un pasticcio.
Entra un punto. Sulla volata successiva di Larry Walker, Manny commette un altro errore, inciampa nell'erba bagnata del campo di gioco e si catapulta, piedi in aria, testa sotto, si impianta un ginocchio nel terreno come fosse una zappa, Walker salvo, entra il pareggio (invece del secondo out) e, dopo l'ovvia intenzionale ad Albert Pujols le basi sono piene. Il miracolo deve farlo Foulke costringendo Scott Rolen ad una candela infruttuosa e mandano strikeout Jim Edmonds preservando il 9-9. Nella parte bassa dell'ottavo sarà  il drammatico two-run homer di Mark Bellhorn, che sbatte contro il Pesky Pole e che segna il definitivo 11-9 finale, a regalare a Boston l'1-0 nella serie ed a salvare Manny, che negli spogliatoi dirà : "Sono caduto perchè mi ha sparato un cecchino".

Parliamo di magia.
Solo per la cronaca e per coloro che credono in certe coincidenze e superstizioni Manny viene anche indicato da alcuni come colui che, il 31 agosto del 2004 (esattamente un anno dopo la chiacchierata con Enrique Wilson), ha spezzato la maledizione del Bambino, quella fantasiosa nuvola nera portatrice di sconfitte che veleggiava sopra Fenway Park dal 3 gennaio 1920, giorno in cui Babe Ruth fu venduto agli Yankees. E come si spezza una maledizione? Con il sangue, ovviamente, a detta degli esperti in materia. Ed è stato il sangue del 16enne Lee Gavin a scorrere purificatore quando una palla foul battuta da Manny Ramirez nella calda sera del 31 agosto è volata tra il pubblico ed è finita sulla faccia del povero ragazzo seduto nella Sezione 9, Box 95, Fila AA facendogli pure saltare un paio di denti. Il ragazzo, dopo essere stato medicato, è ritornato al suo posto ed ha rivelato al mondo che non solo Manny è il suo giocatore preferito, ma pure che lui vive a Sudbury, Massachussetts. E vive proprio in quella fattoria di Sudbury un tempo posseduta da un certo signor George Herman Ruth Jr., meglio noto come Babe Ruth. Tutto torna ed infatti, lo stesso giorno gli Yankees subiscono la loro peggior sconfitta di tutti i tempi, un umiliante 22-0 per mano dei Cleveland Indians. La maledizione è finita"

Quindi un 2004 eccezionale per Manny nel bene e nel male.

Ma prima del favoloso 2004 facciamo un passo indietro: la saga ha un altro capitolo fondamentale. Dopo averlo messo a disposizione di tutte le altre franchigie dopo la stagione 2003 i Red Sox tentano di scambiare Ramirez. L'obiettivo è nientemeno che l'unico giocatore che guadagna più di lui, Alex Rodriguez, allora interbase dei Texas Rangers. Se c'è una squadra che può assorbire il mega-contratto di A-Rod quella è Boston, nel contempo liberandosi di Manny e del suo di super-contratto. Ed allora, da novembre 2003 fino a gennaio 2004 Boston e Texas tentano il "blockbuster deal", lo scambio del secolo, Manny per A-Rod. E' una telenovela interminabile, con continue svolte, conferme e smentite. Il commissioner viene coinvolto. Concede a tutte le parti coinvolte tempo e mezzi per trovare l'accordo. Manny ad un certo punto della trattativa dice: "Mi sento nove dita dei piedi in Texas".
E quando alla fine tutto sembra risolto è il sindacato giocatori ad opporsi alla proposta di ristrutturazione del contratto di Rodriguez. Quello che la franchigia di Boston tenta di fare non è permesso dalle regole. E così l'affare, il megascambio, va definitivamente in fumo. Il tormentone continua anche dopo che tutti gli ultimatum sono scaduti.
Continua in pratica fino a che Aaron Boone (prospettato in terza base per gli Yankees nel 2004) decide di farsi male giocando a pallacanestro. E così sono di nuovo gli Yankees a soffiare il "regalo" a Boston. A-Rod finisce a New York a fare il terza base e "the rest as they say is history".

Manny si presenta agli allenamenti primaverili con emozioni, si dice, contrastate ma torna a Boston e da vero professionista gioca una grande stagione. L'abbiamo detto, un grandissimo 2004.

E per concludere la stagione il 30 ottobre 2004, prima della parata che avrebbe celebrato la vittoria delle Serie Mondiali, ad una specifica domanda di un giornalista durante la conferenza stampa organizzata ufficialmente dai Red Sox: "Manny, ma se sei davvero contento a Boston, perchè queste continue richieste di essere scambiato?" Manny replicava: "That's just Manny being Manny." e dava il via alla saga MBM.

E nell'inverno che segue chiede di essere ceduto!

La storia della trade a quel punto prende una sua vita indipendente. Quasi settimanalmente ci sono rumors su possibili scambi che coinvolgano lo slugger.
E' lui che lo chiede? E' la squadra che non lo sopporta più? E' la stampa che inventa?

E siamo al 2005.
Il 15 maggio c'è il fuoricampo numero 400, il 5 luglio il Grande Slam numero 20. Il 12 luglio indossa occhiali da sole Oakley collegati ad un MP3 Player, durante la partita.

Il 18 luglio uno dei momenti più esilaranti dell'anno. Momento che, senza dubbio, resterà  nella storia di Fenway Park: Manny scompare dentro al Mostro Verde durante una visita sul monte del pitching coach Dave Wallace (due out nella parte alta del sesto).
Solita scenetta: due paroline al lanciatore di turno (Wade Miller) che è in difficoltà , l'arbitro che pressa per riprendere a giocare, gli interni che confabulano, qualche pacca sulla spalla e l'allenatore che rientra nel dugout. Ma Manny non è in campo. Dopo poco riappare in campo sinistro (quasi un fantasma da "Field of dreams"). Uno così, secondo me, è già  nella leggenda, è nell'Arca della Gloria! Lui l'arca la compra, la guida e passa anche col rosso!

Si dice che gli scappasse la pipì, ma non ci sono bagni dentro il Mostro Verde, ma tant'è"
Manny tornerà  spesso dentro “Wally” nell'anno e mezzo successivo, spesso durante i cambi di lanciatore, ma sarà  sempre presente in campo per la ripresa del gioco.
"Tito, cosa pensi quando Manny sparisce dentro al Mostro Verde?"
"Mah, spero solo che riappaia."

Ed arriva il 31 luglio, puntuale, alla trading deadline, un nuovo possibile scambio. Questa volta coinvolgerebbe Tampa Bay Devil Rays e New York Mets. Ma 54 minuti dopo le 4 del pomeriggio (il termine ultimo per gli scambi) Manny si alza dalla panchina, va a fare il pinch-hitter (era stato in panchina per un paio di partite vista la situazione assurda creatasi per il possible scambio) e naturalmente, con la mente libera da ogni problema batte la valida vincente. Standing ovation prima e dopo la battuta.
Dopo la partita viene riferita la seguente frase "Forget about the trade, man. This is the place I want to be, man. They want to win, I want to win too. I'm back."

Il 24 agosto 2005 batte in un doppio gioco e non corre in prima. E' la seconda volta in carriera (forse?) che commette lo stesso peccato, peccato che nel baseball è grave. E qui non lo scusiamo.

I playoff 2005 non vanno bene per i Red Sox e Ramà­rez chiede di essere ceduto. Minaccia di non presentarsi allo Spring Training se il GM Theo Epstein non soddisferà  la sua richiesta e mette pure in vendita il suo appartamento al palazzo Ritz-Carlton di Boston.
Questa volta i rumors circolano abbondanti e le squadre coinvolte sono i Baltimore Orioles e nuovamente i New York Mets. Mentre nessun accordo sembra ancora vicino quando il 5 gennaio 2006 Manny cambia idea, dichiarando a ESPN Deportes che non vuole essere ceduto. I suoi agenti, nel frattempo, dichiarano il contrario.

La stagione inizia e Manny è al suo posto. Il primo luglio c'è la valida numero 2000 e dal 15 luglio al 12 agosto c'è una striscia di 27 partite con almeno una valida che lo porta a battere .325.
Dal 21 agosto al 29 settembre salta 28 partite per una tendinite patellare al ginocchio destro. Un simile "infortunio" costò la carriera all'interno John Valentin (Boston 1992-2001, NY Mets 2002). Ma sono sottigliezze, per la stampa Manny sta montando soltanto scuse ed in mezzo a tanti altri infortunati (la stagione 2006 è stata nera in questo senso, catastrofica a dir poco per i Red Sox) è lui quello, l'unico, ad aver finto. Non commento neppure.

Le voci di uno scambio e di trattative continuano da ottobre 2006 fino a qualche minuto fa"

Ma per il momento Manny Ramirez fa parte dei Boston Red Sox.

10-volte All-Star (1995, 1998-2006)
World Series Champion (Boston, 2004)
World Series MVP Award (2004)
2-volte Hank Aaron Award (1999, 2004)
9-volte Silver Slugger Award (1995, 1999-2006)
American League batting champion (2002, .349)
Perennemente nei top 10 di tante classifiche individuali

Manny Ramirez nelle classifiche tutti i tempi:
.314 - 75esimo
470 HR - 27esimo
1516 RBI - 44esimo
.411 OBP - 35esimo
.600 SLG - ottavo
924 XBH - 44esimo
1.011 OPS - nono
154 IBB - 35esimo

Buon 2007, Manny!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Informativa cookie

Per far funzionare bene questo sito, a volte installiamo sul tuo dispositivo dei piccoli file di dati che si chiamano "cookies". Anche la maggior parte dei grandi siti fanno lo stesso.

Cosa sono i cookies?

Un cookie è un piccolo file di testo che i siti salvano sul tuo computer o dispositivo mobile mentre li visiti. Grazie ai cookies il sito ricorda le tue azioni e preferenze (per es. login, lingua, dimensioni dei caratteri e altre impostazioni di visualizzazione) in modo che tu non debba reinserirle quando torni sul sito o navighi da una pagina all'altra.

Come utilizziamo i cookies?

In alcune pagine utilizziamo i cookies per ricordare:

  • le preferenze di visualizzazione, per es. le impostazioni del contrasto o le dimensioni dei caratteri
  • se hai già risposto a un sondaggio pop-up sull'utilità dei contenuti trovati, per evitare di riproportelo
  • se hai autorizzato l'uso dei cookies sul sito.

Inoltre, alcuni video inseriti nelle nostre pagine utilizzano un cookie per elaborare statistiche, in modo anonimo, su come sei arrivato sulla pagina e quali video hai visto. Non è necessario abilitare i cookies perché il sito funzioni, ma farlo migliora la navigazione. è possibile cancellare o bloccare i cookies, però in questo caso alcune funzioni del sito potrebbero non funzionare correttamente. Le informazioni riguardanti i cookies non sono utilizzate per identificare gli utenti e i dati di navigazione restano sempre sotto il nostro controllo. Questi cookies servono esclusivamente per i fini qui descritti.

Che tipo di cookie utilizziamo?

Cookie tecnici: Sono cookie necessari al corretto funzionamento del sito. Come quelli che gestiscono l'autenticazione dell'utente sul forum.

Cookie analitici: Servono a collezionare informazioni sull'uso del sito. Questa tipologia di cookie raccoglie dati in forma anonima sull'attività dell'utenza. I cookie analitici sono inviati dal sito stesso o da siti di terze parti.

Quali sono i Cookie di analisi di servizi di terze parti?

Widget Video Youtube (Google Inc.)
Youtube è un servizio di visualizzazione di contenuti video gestito da Google Inc. che permette a questa Applicazione di integrare tali contenuti all'interno delle proprie pagine. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook (Facebook, Inc.)
Il pulsante "Mi Piace" e i widget sociali di Facebook sono servizi di interazione con il social network Facebook, forniti da Facebook, Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante +1 e widget sociali di Google+ (Google Inc.)
Il pulsante +1 e i widget sociali di Google+ sono servizi di interazione con il social network Google+, forniti da Google Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Tweet e widget sociali di Twitter (Twitter, Inc.)
Il pulsante Tweet e i widget sociali di Twitter sono servizi di interazione con il social network Twitter, forniti da Twitter, Inc. Privacy policy

Come controllare i cookies?

Puoi controllare e/o verificare i cookies come vuoi - per saperne di più, vai su aboutcookies.org. Puoi cancellare i cookies già presenti nel computer e impostare quasi tutti i browser in modo da bloccarne l'installazione. Se scegli questa opzione, dovrai però modificare manualmente alcune preferenze ogni volta che visiti il sito ed è possibile che alcuni servizi o determinate funzioni non siano disponibili.

Chiudi