Milwaukee sbanca la Philips Arena

I Bucks hanno lottato su ogni pallone…

Quello che in pochi avevano avuto l'ardire di prevedere è accaduto.
I Milwaukee Bucks, orfani del loro centro titolare Andrew Bogut hanno il più ghiotto dei Match Point a disposizione, quello tra le mura amiche e contro una squadra che non fa delle vittorie in trasferta il suo punto di forza.

E al Match point la banda di Skiles ci arriva meritatamente, grazie alla vittoria di questa notte alla Philips Arena di Atlanta per 91 a 87.

Vittoria come detto meritata, frutto di un ultimo quarto giocato al massimo delle potenzialità  e anche oltre. I primi due quarti dell'incontro sono stati di sostanziale equilibrio, con Atlanta che cercava di prendere un vantaggio e i Bucks che lottavano ad ogni azione per rimanere attaccati agli avversari.

Nel primo quarto l'eroe verdeviola è stato Brandon Jennings, che con 14 dei 24 punti di squadra ha permesso ai suoi di chiudere i primi 12 minuti sopra di 1, nonostante dall'altra parte ci fosse un Marvin Williams finalmente incisivo e più convinto nell'andare al ferro.

La partita in alcuni frangenti si è fatta anche fisica, con Pachulia che ha provato a mandare un messaggio a Jennings con un fallo duro sul finire del tempo sanzionato con un Flagrant di tipo 1. Messaggio che però non ha intimidito molto il rookie, che ha segnato i due liberi e ha continuato a giocare alla sua maniera per tutta la partita.

Nel secondo quarto ad aumentare è stata l'intensità  delle difese, soprattutto nel pitturato. Le squadre si sono dovute quindi affidare molto ai jump shot dalla media e lunga distanza, con le squadre che si sono sostanzialmente equivalse, chiudendo all'intervallo sul 46 a 43 per i padroni di casa.

Il terzo quarto è stato invece il quarto dove Atlanta ha tentato l'allungo. Un parziale di 17 a 4 firmato da Horford, Johnson e Williams, portava infatti gli Hawks al massimo vantaggio sul 67 a 54. I Bucks però non ci stanno e aumentando l'intensità  difensiva riescono a forzare 3 palle perse ad Atlanta e a ridurre il passivo a 8 lunghezze.

Il quarto quarto è la foto della situazione di Atlanta. Che gli Hawks fossero una squadra capace di bruciarsi punti di vantaggio nell'ultima frazione era cosa risaputa, ed era anche successo in Gara1, conclusasi poi lo stesso con la vittoria degli uomini di Woodson.

Quanto però successo questa notte è qualcosa di preoccupante e rischia di essere un brutto viatico per Gara6. Fino a 4 minuti dalla conclusione della partita, infatti, gli Hawks hanno guidato la gara con un vantaggio sempre superiore ai 5 punti.

Sull'82 a 73, però, si sono completamente bloccati, in primis psicologicamente e hanno lasciato ai Bucks un parziale di 14 a 0, con Delfino autore di un'altra tripla fondamentale a dare un vantaggio di due possessi ai suoi e con Woodson e il suo staff incapaci di trovare una soluzione all'emorragia nemmeno dopo i 2 timeout chiamati, un po' tardivamente a mio parere, per svegliare la squadra trovatasi anche senza Joe Johnson fuori per falli nei minuti conclusivi.

Si è così arrivati a 33 secondi dal termine della gara con Milwaukee avanti 87 a 82. Horford è l'unico dei suoi a sembrare determinato e a prendere l'iniziativa segnando 5 punti di fila, inclusa una bomba per lui decisamente inusuale, ma il suo essere l'unico con un po' di determinazione dei suoi veniva vanificato dalla precisione di Jennings ai liberi.

Il suo 4 su 4 finale dalla linea della carità , oltre ad aumentare il suo bottino personale a 25 punti era quello che chiudeva la partita e permetteva ai cerbiatti di festeggiare il match point.

Cosa ha funzionato

Milwaukee ha continuato a giocare come nelle gare al Bradley Center, e questo gioco ha dato i suoi frutti anche in trasferta. Si pensava che in casa propria i lunghi di Atlanta potessero essere decisivi come successo in Gara1 e Gara2, e che quindi i Bucks fossero costretti ad adeguarsi e a trovare molte più soluzioni per contenerli in difesa. Invece questa previsione si è avverata solo in parte, perchè è vero che Horford ha avuto una gran produzione offensiva e ha avuto ben 21 tiri a disposizione, però è stato limitato molto bene Josh Smith, vero castigatore dei primi due incontri, che si è potuto prendere solo 4 tiri nei primi tre quarti.

Il fatto che Kurt Thomas, comunque decisivo a fine gara, abbia avuto problemi di falli non è stato penalizzante per la squadra di Skiles, che ha giocato maggiormente con il quintetto piccolo e Ilyasova da centro. Strutturazione, questa, che ha permesso ai Bucks di essere molto più pericolosi sul perimetro e di non dare punti di riferimento in area ai lunghi di Atlanta.

E con il turco che ha fornito un'altra solida prestazione da 7 punti e 7 rimbalzi, ci si è potuti giocare la partita restando a contatto con i falchi nella parte centrale dell'incontro.

Atlanta ha finalmente trovato un gioco interno, frutto sì della buona prestazione da parte di Horford, ma anche di una strutturazione di gioco che permettesse di servire Al in post, soprattutto nella parte finale di secondo quarto e in quella centrale del terzo, quando con in campo Gadzuric e Brezec sono aumentati i rifornimenti per l'ex Gator.

Cosa non ha funzionato

Per Atlanta, ancora una volta, la cosa che ha funzionato di meno è Mike Woodson. Non è plausibile che un coach alla sua quinta stagione sulla panchina di una squadra con questo talento si faccia trovare così impreparato a studiare le contromosse da attuare per cambiare i piani della partita all'avversario.

Da questo punto di vista infatti il coach di Atlanta è stato portato a scuola da coach Skiles, autentico dominatore della serie. Un parziale di 14 a 0 nei 4 minuti conclusivi di una partita è qualcosa che dovrebbe far riflettere, e dare solo la colpa ai giocatori, per quanto poi siano loro che devono difendere e fare canestro, sarebbe ingiusto.

Probabilmente una soluzione tecnica a quel punto sarebbe stata difficile, perchè il problema, come detto, è parso più psicologico, con una sorta di paura di vincere che è emersa abbastanza chiara nelle menti degli Hawks.

Forse allora non sarebbe stata così peregrina l'idea di mandare un messaggio agli avversari, magari con un fallo un po' più duro, per far capire che tutto sommato gli Hawks erano a casa loro e avrebbero venduto cara la pelle invece che subire così passivamente gli eventi e gli avversari.

Invece si andrà  nel Wisconsin con una squadra mentalmente fortissima e a questo punto convinta di poter portare a casa la serie tra le mura amiche, e un'altra che oltre ai suoi problemi strutturali legati al giocare fuori, avrà  lo spettro di questa rimonta ad aleggiare sopra la propria testa.

Questa volta ai ragazzi di coach Skiles non si può trovare un difetto. Forse si è troppo abbagliati dalla rimonta e dall'essere sul 3 a 2 quando tutti, me compreso, prevedeva al massimo 2 vittorie nella serie per loro.

Però in questa gara, nonostante qualche problema di falli di Thomas, si è trovato la soluzione giusta, anche quando Atlanta andava sopra di 13 nessuno ha forzato conclusioni o si è messo in proprio per cercare di riprendere la gara, e pur essendo battuti in area da Horford hanno continuato a giocare con la loro intensità  e a limitare gli altri lunghi.

Chiave dell'incontro

Nel momento cruciale della gara, c'è stata una giocata che forse ha cambiato le sorti dell'incontro. A 2:15 dalla fine con Atlanta ancora sopra di un punto, Joe Johnson tentando un'entrata ha trovato sulla sua strada Kurt Thomas in perfetta posizione difensiva.

Fallo in attacco e sesto fallo personale per JJ costretto a uscire dalla partita e Atlanta che si è dunque trovata a giocare i momenti decisivi senza il go to guy designato.

Mai come questa volta però è stata la voglia di vincere di un'intera squadra a portare al successo. I Bucks, soprattutto nell'ultima frazione sembravano una squadra in missione. Ilyasova con 2 rimbalzi offensivi negli ultimi minuti ha surclassato i lunghi di Atlanta, molto più fisici di lui, di pura voglia.

Delfino, con la sua bomba dell'86 a 82 ha fatto vedere che quando la palla pesa si può contare su di lui. E proprio l'argentino è l'immagine di questi Bucks.

Con il cronometro a 55 secondi dalla fine, in una palla vagante a rimbalzo difensivo, si buttava a terra per prendere il possesso, con Williams che gli rovinava addosso e gli cadeva con tutto il peso sul ginocchio. Carlos, pur urlante dal dolore non mollava la presa e riusciva ad ottenere la palla a due, e dopo il timeout tornava in campo a contendere il possesso a Williams e difendendo nuovamente forte su di lui.

Aggiustamenti per Gara6

A questo punto l'inerzia è tutta dalla parte dei Bucks, che hanno una ghiotta occasione di portare a casa la serie. Coach Skiles dovrà  solo cercare di mantenere alta la concentrazione dei suoi ed evitare che gli Hawks prendano il largo ad inizio partita, dato che molto probabilmente arriveranno a Milwaukee decisi a imporsi fin dalle prime battute.

Per il resto la squadra sembra sapere perfettamente cosa fare e non ci sarà  troppo bisogno di dare motivazioni a un gruppo che ha dimostrato di avere quelli che si chiamano gli occhi della tigre.

Coach Woodson, invece, oltre a farsi un profondo esame di coscienza, dovrà  cercare di coinvolgere molto di più Smith nell'attacco. Perchè si rischia, non coinvolgendolo nella metà  campo offensiva, di avere da lui meno intensità  anche in difesa, utilissima nelle prime due gare soprattutto in aiuto.

Se entrambi i lunghi riusciranno a ricevere palloni profondi, Atlanta rimane ancora la favorita della serie, in caso contrario, ci si prepara all'upset.

Quotes of the Game

Kurt Thomas sullo sfondamento preso contro Johnson: “Immaginavo che volesse aggredirci, per cui ho cercato di mettermi sulla linea di penetrazione. Mi sono preoccupato di star fuori dal semicerchio e di non muovermi. Per fortuna è arrivato il fischio”.

Carlos Delfino e l'ennesima tripla importante della serie: “L'azione non era disegnata per un tiro da tre, ma doveva portare a un layup di Ilyasova a sfruttare il mismatch con Bibby. Però il tempo stava scadendo e ho dovuto tirare”.

Joe Johnson analizza la situazione: “Hanno giocato con più intensità  di noi su entrambi i lati del campo e hanno fatto le piccole cose che non abbiamo fatto noi. Ma non è ancora finito e può succedere di tutto fino a che non suona l'ultima sirena”.

Coach Woodson ammette che qualcosa non ha funzionato: “Abbiamo perso la calma e li abbiamo subiti. Loro andavano a canestro e noi gli concedevamo troppi liberi. Siamo stati terribili in difesa”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Informativa cookie

Per far funzionare bene questo sito, a volte installiamo sul tuo dispositivo dei piccoli file di dati che si chiamano "cookies". Anche la maggior parte dei grandi siti fanno lo stesso.

Cosa sono i cookies?

Un cookie è un piccolo file di testo che i siti salvano sul tuo computer o dispositivo mobile mentre li visiti. Grazie ai cookies il sito ricorda le tue azioni e preferenze (per es. login, lingua, dimensioni dei caratteri e altre impostazioni di visualizzazione) in modo che tu non debba reinserirle quando torni sul sito o navighi da una pagina all'altra.

Come utilizziamo i cookies?

In alcune pagine utilizziamo i cookies per ricordare:

  • le preferenze di visualizzazione, per es. le impostazioni del contrasto o le dimensioni dei caratteri
  • se hai già risposto a un sondaggio pop-up sull'utilità dei contenuti trovati, per evitare di riproportelo
  • se hai autorizzato l'uso dei cookies sul sito.

Inoltre, alcuni video inseriti nelle nostre pagine utilizzano un cookie per elaborare statistiche, in modo anonimo, su come sei arrivato sulla pagina e quali video hai visto. Non è necessario abilitare i cookies perché il sito funzioni, ma farlo migliora la navigazione. è possibile cancellare o bloccare i cookies, però in questo caso alcune funzioni del sito potrebbero non funzionare correttamente. Le informazioni riguardanti i cookies non sono utilizzate per identificare gli utenti e i dati di navigazione restano sempre sotto il nostro controllo. Questi cookies servono esclusivamente per i fini qui descritti.

Che tipo di cookie utilizziamo?

Cookie tecnici: Sono cookie necessari al corretto funzionamento del sito. Come quelli che gestiscono l'autenticazione dell'utente sul forum.

Cookie analitici: Servono a collezionare informazioni sull'uso del sito. Questa tipologia di cookie raccoglie dati in forma anonima sull'attività dell'utenza. I cookie analitici sono inviati dal sito stesso o da siti di terze parti.

Quali sono i Cookie di analisi di servizi di terze parti?

Widget Video Youtube (Google Inc.)
Youtube è un servizio di visualizzazione di contenuti video gestito da Google Inc. che permette a questa Applicazione di integrare tali contenuti all'interno delle proprie pagine. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook (Facebook, Inc.)
Il pulsante "Mi Piace" e i widget sociali di Facebook sono servizi di interazione con il social network Facebook, forniti da Facebook, Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante +1 e widget sociali di Google+ (Google Inc.)
Il pulsante +1 e i widget sociali di Google+ sono servizi di interazione con il social network Google+, forniti da Google Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Tweet e widget sociali di Twitter (Twitter, Inc.)
Il pulsante Tweet e i widget sociali di Twitter sono servizi di interazione con il social network Twitter, forniti da Twitter, Inc. Privacy policy

Come controllare i cookies?

Puoi controllare e/o verificare i cookies come vuoi - per saperne di più, vai su aboutcookies.org. Puoi cancellare i cookies già presenti nel computer e impostare quasi tutti i browser in modo da bloccarne l'installazione. Se scegli questa opzione, dovrai però modificare manualmente alcune preferenze ogni volta che visiti il sito ed è possibile che alcuni servizi o determinate funzioni non siano disponibili.

Chiudi