Nfl Draft: i giudizi sulle squadre (I)

Il draft dei Seahawks, è stato tra i migliori del 2010. Ecco Russell Okung ed Earl Thomas.

Un'altra costante del Draft Nfl, è quella di stabilire quale sia stata la squadra più abile nel muoversi per prendere giocatori di necessità  e/o talento, e chi invece abbia preso qualche potenziale granchio.
Non è sempre facile (e corretto) giudicare il lavoro manageriale di un team che ha perseguito le proprie scelte, che si sia magari trovato a doverle cambiare al volo perché il prospetto deciso era stato soffiato da qualcuno che chiamava appena prima.
Si parte pur sempre dal presupposto che il futuro non è conosciuto da nessuno, e che quindi, il giudicare, lo si esegue rimanendo nel campo delle ipotesi, non potendo realmente sapere quale traiettoria precisa prederanno le carriere dei giocatori che, il fine settimana scorso, hanno realizzato il sogno di avere la possibilità  di far parte un roster Nfl.

Premesso questo, e premesso che quanto segue è stato elaborato con giudizi personali e discutibilissimi sulla base della corrispondenza tra le chiamate fatte e le effettive esigenze di squadra, senza dimenticarsi di includere l'impatto di veterani che sono stati presi scambiando scelte di quest'anno, proviamo a vedere con quali risultati le 32 squadre della National Football League hanno rinvigorito le proprie formazioni.

Le vincenti

Non fatevi ingannare dal titolo del paragrafo, non abbiamo già  cambiato idea rispetto a quanto espresso sopra. Ci sono vincenti e perdenti, naturalmente da valutare sulla carta, in quanto risulta evidente che, pure a bocce ferme, qualche squadra si è mossa meglio di molte altre.

Una di queste sono senza dubbio i Seattle Seahawks, che hanno avuto, tra le altre cose, un po' di fortuna nel vedersi recapitare tra le braccia alcuni giocatori di loro interesse.
La squadra della città  della pioggia e del grunge ha centrato con successo l'obbiettivo di ringiovanire alcuni ruoli chiave del roster, sfruttando il fatto che i Redskins abbiano deciso di andare su Trent Williams alla 4 lasciando libero Russell Okung, il probabile sostituto del grande Walter Jones, potendo aggiungere più tardi il safety Earl Thomas con l'altra selezione di primo giro, e piazzando un potenziale bel colpo prendendo il wide receiver/ritornatore Golden Tate alla chiamata 60.
Due defensive ends, E.J. Wilson e Dexter Davis, aumenteranno la disponibilità  in rotazione per un ruolo che ha subito la perdita di Patrick Kerney, mentre con l'arrivo di LenDale White per un tozzo di pane e di Leon Washington, in un solo colpo Pete Carroll ha rifatto il viso al backfield tanto problematico della sua squadra. Messa così, la serie di operazioni del weekend, non può non essere definita eccellente.

Per anni Al Davis ha sorpreso, chiamando giocatori in posizioni assurde, passando via talenti molto più sicuri, e proprio quando ci si aspettava la stessa identica mossa alla 8, d'un tratto sono rinsaviti tutti ad Oakland.
Rolando McClain è stata una scelta azzeccata, può essere il cuore della difesa per tanti anni ed assicura ai Raiders un ragazzo serio, che ama il gioco e lo studia assiduamente. La necessità  di un tackle difensivo è stata colmata con il sottovalutato Lamarr Houston, autore di grandi cose in quel di Texas, sono arrivati rinforzi (futuri) per entrambi i lati delle linee, con Bruce Campbell pervenuto al quarto giro e Jared Veldheer al terzo, due offensive tackles che avranno tempo per affinare la tecnica e formare, possibilmente, una coppia di protettori del quarterback di alto livello.
Attraverso le trades è arrivato, con la scelta di Jacksonville nel quadro dell'affare Kirk Morrison, il velocista Jacoby Ford, un'arma molto pericolosa che potrà  essere piazzata a piacimento nello schieramento offensivo, mentre a lato del Draft, per un quarto giro futuro, è giunto in città  Jason Campbell, regista giovane e professionista di sicura serietà , a differenza di JaMarcus Russell.

Scendere può rivelarsi saggio.

Lo sanno a Baltimore, dove, visti sfumare i principali prospetti d'interesse, sono scesi direttamente al secondo giro portando a casa la pass rush di Sergio Kindle, caduto per dubbi su un ginocchio che potrebbe far ricredere molti, ed affidato alle cure migliori che potesse avere, quelle del grande Ray Lewis.
Sono giunte altre libbre da mettere contro le corse per una difesa già  forte, quelle di Terrence Cody, che farà  coppia con Haloti Ngata formando un muro difficile da valicare, ed il messaggio nei riguardi della salute di Todd Heap è arrivato forte e chiaro, attraverso la selezione di due tight ends con capacità  di ricezione, Dennis Pitta e Ed Dickson, due ulteriori armi che, assieme ad Anquan Boldin, serviranno per l'ulteriore progresso di Joe Flacco.

Anche a Detroit sembra che si siano messi a fare le cose sul serio, e dalle 6 scelte a disposizione sono stati coperti buchi su posizioni importanti: Ndamukong Suh sarà  il nuovo defensive tackle titolare di una linea perlopiù nuova, l'azzardo di salire di posizione per Jahvid Best potrebbe pagare dividendi interessanti e la dice lunga sulle condizioni di Kevin Smith, il running back titolare, mentre potrebbero passare sotto il radar le acquisizioni del cornerback Amari Spievey, perfetto per lo schema a zona di Detroit, e dell'offensive tackle Jason Fox, che all'università  di Miami era titolare inamovibile.

Quindi i Patriots, che del Draft sono sempre considerati i maghi.
Il management non ha cambiato il comportamento delle recenti e passate edizioni, scendendo ed accumulando scelte più basse, che hanno assicurato due nuovi tight ends, Rob Gronkowski ed Aaron Hernandez, entrambi specialisti nel ricevere, ed hanno potenzialmente risolto il problemi del settore lineabackers, con l'arrivo a Boston del tandem ex Florida composto da Brandon Spikes e Jermaine Cunningham, l'uno per l'interno, l'altro per l'esterno.
L'esigenza per un ricevitore è stata raggiunta attraverso Taylor Price, velocista da Ohio e pericoloso ogni qualvolta gli si metta il pallone tra le mani, mentre con la prima scelta Belichick è andato di puro talento, prendendo il cornerback Devin McCourty, guardando al miglior giocatore disponibile al di là  delle necessità  di squadra. Occhio al settimo giro Zac Robinson, che potrebbe divenire il backup di Tom Brady.

Un gradino sotto, ma pur sempre un ottimo lavoro

Molto buono il lavoro di Mike Singletary e soci a San Francisco, che hanno evidenziato le loro volontà  selezionando ben due uomini di linea offensiva al primo giro, la guardia Mike Iupati ed il tackle Anthony Davis, quest'ultimo alle prese con problemi caratteriali che collidono con il grande talento, ma che siamo sicuri poter essere risolti dal rigore imposto dal suo nuovo head coach.
La decisione di perseguire un gioco di corse pesante è stata rappresentata dalle scelte di Anthony Dixon, running back di 233 libbre, e dal sesto giro Nate Byham, tight end specializzato nei blocchi, mentre la caduta di Taylor Mays si è fermata proprio ai Niners, che di un safety aggressivo anche se da disciplinare, aveva proprio bisogno. Un bel colpo.

A Tampa sembrano aver compreso l'importanza di possedere dei defensive tackle d'impatto istantaneo e del fornire armi aggiuntive per sviluppare il potenziale del quarterback Josh Freeman, ed hanno agito di conseguenza. Gerald McCoy sarà  titolare dal primo giorno nel mezzo della trincea, ed a fargli compagnia potrebbe presto esserci Brian Price, tackle da Ucla di stazza, in una difesa che ha aggiunto la versatilità  del cornerback Myron Lewis ed uno special teamer con potenzialità  da futuro starter come il weakside linebacker Dekoda Watson, settimo giro preso dalla locale Florida State.
Per l'attacco, sembrerebbero ottimali la statura di Arrelious Benn e la velocità  di Mike Williams, ricevitori rispettivamente approdati da Illinois e Syracuse, che hanno coronato una solida sessione di scelte.

Bene anche i Rams, che hanno privilegiato quarterback e linea offensiva tralasciando l'esigenza per un defensive tackle, selezionando, come noto, Sam Bradford alla prima assoluta, e Roger Saffold, offensive tackle di Indiana, con la prima selezione del secondo giro.
La pesca di Mardy Gilyard, talentuoso wide receiver da Cincinnati, potrebbe essere ottimale essendo arrivata al quarto giro (Gyliard potrebbe essere starter prima di fine stagione), ed attenzione al settimo giro George Selvie, pass rusher di South Florida che ha visto cadere verticalmente le proprie quotazioni, ma che ha talento per mettere le mani sul quarterback.

Sopra la media

Di questo elenco fanno parte quelle franchigie che hanno centrato la maggior parte dei loro obbiettivi lasciando qualche vuoto a roster di non rilevante importanza, pur avendo fatto discutere con qualche mossa.

I Philadelphia Eagles hanno fatto un lavoro egregio, come al solito, nell'accumulare diverse selezioni (vedi la trade per McNabb) per aggiungere più talento possibile, anche se resta l'impressione che abbiano scommesso con azzardo.
Il risultato delle decisioni sarà  il rendimento di Brandon Graham, per il quale Andy Reid è salito di diverse posizioni quando ogni indicazione dava Earl Thomas, safety di cui Phila aveva bisogno, sostituito dal secondo gitro Nate Allen, pari ruolo di South Florida.
E' stata quindi preferita la pass rush di un giocatore che pareva ideale per una 3-4, schema non praticato dagli Eagles, nonostante la dirigenza si fosse mossa attraverso degli scambi per portare veterani nello stesso ruolo.
La ricerca di un cornerback è arrivata fino al quarto giro, tramite Trevard Lindley di Kentucky, sono stati aggiunti altri due defensive ends al terzo ed al quinto giro (Ricky Sapp, Clemson, da osservare attentamente) per sottolineare la necessità  di avere una solida rotazione, mentre pare interessante la selezione di Riley Cooper, wide receiver, al quinto giro.

Chi è salito parecchio è stata San Diego, che ha scommesso tutto sul running back Ryan Mathews, a detta di qualcuno pagando un prezzo eccessivo.
Il ruolo che apparteneva a Whitehurst, backup di Rivers, potrà  essere di Jonathan Crompton, quarterback di Tennessee arrivato al quinto round, mentre la sorpresa potrebbe diventare Cam Thomas, nose tackle di stazza su cui si punterà  per la parziale sostituzione di Jamal Williams.

Parziali sorprese sono pervenute da Miami, che è scesa smentendo chi la voleva ferma alla 12 ed ha preso Jared Odrick, versatile uomo di linea difensiva che pare molto leggero per occupare la posizione di nose tackle (gli mancano una trentina di libbre buone) ed ha passato senza remore Sergio Kindle per Koa Misi, ibrido end/linebacker che dovrà  contribuire per sostituire Joey Porter. Buona la pesca di John Jerry per la linea offensiva al terzo round, trattandosi di una guardia grossa, come da gusti di Bill Parcells.

Se Eric Berry è stato discusso a lungo perché un safety, si dice, non dovrebbe essere scelto nei primi cinque assoluti (ma chi l'ha detto?!?), i Kansas City Chiefs sono stati messi sotto osservazione per la chiamata un po' alta del folletto velocista Dexter McCluster, Mississipi, in grado di fare danni potenziali ma dotato di un fisico pronto a rompersi al primo impatto, descrizione non corrispondente ad un secondo giro. Al terzo, invece, Scott Pioli è andato su Javier Arenas, asso degli intercetti e dei punt returns, secondo qualcuno anch'egli chiamato troppo presto.

Positive pure le due squadre dell'Ohio, Cleveland e Cincinnati: il primo Draft di Mike Holmgren e del nuovo corso dei Browns è stato misto di emozioni, nel senso che Joe Haden alla 7 era pressoché obbligatorio, T.J.Ward e Montario Hardesty al secondo round sono probabilmente da considerarsi troppo alti, mentre un lavoro migliore apre essere stato fatto dal terzo round in giù, quando sono arrivati Colt McCoy, una scommessa per il futuro che se vinta cambia le carte in tavola, e Clifton Geathers, sesto giro che calza a pennello con la 3-4 qui utilizzata.

I rivali Bengals, invece, hanno rinforzato l'attacco con il tight end Jermaine Gresham, il quale sperano possa essere la soluzione a lungo termine che cercavano per il salto di qualità  offensivo, sono arrivati a Jordan Shipley, produttivo ex destinatario dei passaggi di McCoy a Texas, ma hanno completamente dimenticato il ruolo di safety, che andava migliorato come qualità , preferendo scegliere il problematico defensive end Carlos Dunlap dopo aver perso d'un soffio Taylor Mays.

Restando nella Afc North, molto buono è stato pure il weekend degli Steelers, andati ad aggiungere alla linea offensiva carente un prospetto di sicuro impatto come Maurkice Pouncey, centro/guardia di Florida molto tecnico, che può giocarsi subito un posto da titolare, rimpolpando nel contempo il reparto linebackers con gli arrivi del pass rusher Jason Worlids, Virginia Tech, del piccolo ma competitivo Stevenson Sylvester, ottimale quinto giro da Utah, e con l'ibrido Thaddeus Gibson, quarto round da Ohio State che suona come un affare, visto che era spesso stato tra i migliori 100 giocatori disponibili in assoluto. Pittsburgh ha speso una sesta scelta su Jonathan Dwyer, decaduto runnig back di Georgia Tech, che si trova in una situazione che potrebbe giovare alla sua carriera, vista la stazza e lo stile di corsa.

"continua"

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