Orchestra Jazz nello Utah

La grinta di Boozer: Utah è avanti 3-1 !

Una partita decisiva quella disputata alla Energy Solutions Arena di Salt Lake City, una partita che probabilmente risulterà  decisiva per la serie. In caso di vittoria dei Nuggets, questi sarebbero tornati a Denver con il vantaggio del campo ed un'inerzia recuperata, in caso di vittoria dei Jazz la serie sarebbe andata sul 3 ad 1, ben tre match point per la squadra di casa, di cui uno da giocarsi nello Utah.

Affermazione piuttosto banale e risaputa, ma anche probabilmente veritiera. Di sicuro la condivideva Carmelo Anthony, il quale è sceso in campo con il piglio di colui che vuole condurre i suoi compagni alla vittoria, si è preso un mucchio di responsabilità  ed ha subito creato un discreto margine per la sua squadra, lottando con il coltello fra i denti, dimostrando però una volta ancora di non aver compreso bene la lezione delle prime tre gare, oppure che la sua squadra non era in grado di recepirla.

Se è vero che alcuni giocatori sono mancati, ed altri erano addirittura assenti, la vera differenza fra le due squadre non è stata nel rendimento dei singoli, ma nel gioco di squadra.

Una circolazione di palla attenta, precisa e paziente, volta a cercare sempre l'uomo nelle migliori condizioni possibili, di fronte ad una lunga serie di isolamenti, di cui molti non solo evitabili ma anche pretenziosi, un raddoppio sistematico degli avversari più pericolosi, un aiuto costante e tempestivo ai compagni più in difficoltà  contro una serie di marcature distratte.

I Nuggets senza dubbio hanno un maggiore talento individuale, ma i Jazz stanno dimostrando di essere una squadra più forte.

Già  nel primo quarto c'è stata una risposta pronta alla sfuriata iniziale di Melo, con tiri e canestri divisi piuttosto equamente fra i giocatori di casa, che hanno fatto più punti degli avversari, come pure nel secondo e nel terzo quarto, chiuso con i Jazz in vantaggio di ben 18 punti.

Sull'orlo della sconfitta i Nuggets hanno avuto un moto d'orgoglio, recuperando 7 punti, ma ovviamente non è stato sufficiente, così la partita è stata vinta dai Jazz per 117 a 106.

Proprio quell'ultimo quarto dovrebbe aver dimostrato ai giocatori della franchigia del Colorado qual'è l'unico mezzo che hanno per provare a ribaltare una situazione ormai disperata per loro: infatti hanno smazzato ben 6 assist sui 13 che complessivamente sono riusciti a servire in tutto l'incontro, hanno fatto circolare un poco meglio la palla ed hanno trovato soluzioni più logiche, anche quando a poco meno di 4 minuti dal termine hanno dovuto fare a meno di Chauncey Billups.

Dall'altra parte invece i Jazz hanno trovato sempre soluzioni ottimali, se il tiro da tre non voleva entrare, nonostante buone soluzioni, hanno trovato eccellenti soluzioni da due punti, come dimostra l'ottima percentuale.

Sembra quasi un peccato citare il rendimento dei singoli in un simile contesto, ma forse è giusto quel paragone che fanno negli States, dove paragonano un'ottima squadra ad una ottima orchestra, in cui la perfetta esecuzione avviene grazie all'armonia dei musicisti, ma c'è sempre un primo violino che eccelle.

Il primo violino di questa ottima orchestra, colui che ha eseguito alla perfezione gli assoli decisivi, è stato senza dubbio Deron Williams. Non è stato il miglior realizzatore, e neanche colui che ha tirato con la miglior percentuale, il suo avversario diretto, Billups, tutto sommato non ha demeritato, ma al di la delle cifre Deron è stato l'anima della sua squadra, ha giocato alla perfezione con i ritmi, rallentando e facendo circolare la palla con pazienza quando i Nuggets si riorganizzavano, accelerando quando li vedeva in difficoltà , riuscendo sempre a trovare il compagno libero quando c'era, facendo girar palla quando la difesa avversaria chiudeva gli spiragli, prendendosi responsabilità  in proprio quando serviva.

Una prova perfetta, la dimostrazione di come deve giocare una point guard oggi, probabilmente la migliore interpretazione del ruolo al momento, in entrambi i lati del campo. Bisogna infatti sottolineare che il suo avversario non era uno dei tanti razzenti penetratori in giro attualmente, ma un play vero, capace di tirare se non pressato, bravo a far girar palla e nei giochi a due, soprattutto uno dei più celebrati difensori nel ruolo, Chauncey Billups.

Ebbene, Mr. Big Shot, colui che ha guidato i Pistons al titolo nel 2004, quindi alla finale persa contro gli Spurs nel 2005 ed ad altre tre finali di Conference nel 2006, 2007 e 2008, non ha demeritato, come già  detto, ha limitato i danni, ma è stato costretto appunto a limitare i danni senza poter dare un vero aiuto alla sua squadra che stava lentamente affondando.

Le cifre e lo stile di gioco di Deron Williams difficilmente gli permetteranno di essere candidato al premio di MVP della stagione regolare, ma davvero oggi sembra il miglior interprete del suo ruolo in senso assoluto.

Ottimo anche Carlos Boozer, autore di ben 31 punti conditi da 13 rimbalzi catturati, ma molto buone anche le prestazioni di C.J. Miles, Wesley Matthews e Paul Millsap, anche su Fesenko occorre fare il solito commento, cifre poverissime ma una presenza fisica importante nel pitturato, soprattutto in difesa, certo, ma anche in attacco i suoi blocchi marmorei hanno aiutato non poco le iniziative di Deron Williams.

Difficile dare colpe specifiche nel campo avverso, detto che Billups ha limitato i danni bisogna dire che Carmelo Anthony ha lottato come un leone, segnando ben 39 punti e catturando 11 rimbalzi, con percentuali tutto sommato buone, ma forse si è troppo intestardito nel suo ruolo di realizzatore principe ed a volte ha dimenticato di essere parte di una squadra.

Le 9 palle perse a fronte di un solo e misero assist, servito quando i giri dell'orologio erano quasi al termine, nel tabellino di un giocatore sistematicamente raddoppiato, a volte triplicato, non sono un perfetto esempio di come si dovrebbe condurre la squadra.

Aggiungiamo poi che il suo avversario diretto, C.J. Miles, un giocatore che paga dazio fisicamente ed in stagione regolare è abituato a segnare 9,9 punti, ha messo bel 21 punti ed ecco che qualche dubbio sull'interpretazione della partita da parte di Melo sorge.

I lunghi infine hanno reso meglio che nelle partite precedenti, ed infatti il conto complessivo dei rimbalzi è a favore dei Nuggets, e tutto sommato qualche punto l'hanno pure messo, ma in difesa non sono riusciti a limitare Boozer e Millsap.

"Ho fatto del mio meglio per battere i Jazz, ma non posso far tutto da solo. Non sto accusando nessuno, ma ho bisogno di più aiuto per vincere" ha dichiarato Anthony a fine partita, aggiungendo, riferendosi alle difficoltà  del compagno Nenè: "Fesenko? Non fraintendetemi, sta giocando bene, con fiducia, ma stiamo davvero perdendo contro Fesenko?"

"Se tu giochi in modo egoista perdi in modo egoista" ha ribattuto J.R.Smith "e poi mia madre prima di ogni partita mi dice solo: gioca duro, niente scuse!"

Che dire? Ricordo una vecchia intervista di Julio Velasco, un classico che circolava molto anni fa. Sostanzialmente diceva che in genere se lo schiacciatore sbagliava (ovviamente parlava di pallavolo) si girava verso l'alzatore perchè aveva alzato male, l'alzatore si girava verso il ricevitore perchè aveva ricevuto male, il ricevitore si girava e non vedeva nessuno, allora accusava chi aveva fatto il muro o, se aveva ricevuto una battuta, dava la colpa alla traiettoria strana della palla.

Se Velasco sentiva una dichiarazione del genere, allora spediva il giocatore in panchina, perchè non voleva minimamente sentir dire ad un giocatore in cosa aveva sbagliato il suo compagno, ma solo come avrebbe potuto giocar meglio il punto successivo e come avrebbe potuto aiutare i compagni in difficoltà , solo così si poteva metter su una squadra vincente.

Ecco, il povero George Karl, che indubbiamente ha pensieri più importanti, ma un'occhiata alla partita l'avrà  pur data, farebbe bene a martellare i suoi giocatori con la registrazione di questa intervista, altrimenti sarà  ben difficile venire a capo di questa serie.

Quella registrazione invece non serve ai Jazz, che sembrano una squadra davvero unita ed armonica, come anche dimostrato dalle dichiarazioni.

"La mia partita? Quello che conta è che la serie si sta mettendo bene per noi!" ha detto Deron Williams.

"Ci mancano due giocatori del quintetto base? Abbiamo comunque ottimi giocatori in campo, dobbiamo solo pensare a lottare tutti insieme e giocare una buona pallacanestro" ha replicato Boozer.

"Mi sono accorto che stavamo finendo il fiato, ma ero sicuro che i miei ragazzi avrebbero chiuso bene la partita" ha chiosato Sloan.

Certo, effettuare dichiarazioni simili dopo una partita ben giocata e vinta, mentre sei in vantaggio per 3 ad 1 nella serie è facile, ma c'è da dire che i Jazz hanno messo in pratica sempre e comunque quel che hanno dichiarato, meritandosi in pieno la situazione in cui si sono messi.

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