LaMarcus abbraccia Brandon: è di nuovo Portland!
Disperati.
I Blazers erano letteralmente a pezzi dopo gara-3, umiliati in casa dai Suns e senza apparenti soluzioni che potessero riaprire la serie.
Così disperati che Brandon Roy ha detto a McMillan: hey coach, penso che dovrei giocare. E Portland è tornata a vincere.
Otto giorni dopo l'operazione al ginocchio il franchise player torna ad indossare la divisa #7 e – solo in America – le note del tema musicale del film Rocky ne accompagnano la presentazione, quando viene annunciata la formazione dei Blazers.
In termini di impatto emotivo e fiducia nella vittoria, il suo ritorno è stato devastante.
Roy è partito dalla panchina, per la terza volta in carriera, e guardando il boxscore non sembrerebbe aver dato un contributo così determinante: 10 punti con altrettanti tiri, un rimbalzo e un assist in meno di 27 minuti. Ma nel momento decisivo è stato un fattore, come la tripla del +6 a cinque primi dalla fine, il primo cuscinetto dopo una lunga fase in cui le due squadre continuavano a restare incollate nel punteggio.
La difesa dei Suns non può più fare alcune delle cose che ha fatto finora, – ha sostenuto LaMarcus Aldridge dopo la sirena finale. Ed è stata proprio l'ala dei Blazers il primo a beneficiare della presenza in campo di Roy. – Appena è entrato in campo ho avuto il mio primo tiro completamente libero, non c'era proprio nessuno a marcarmi. La prima cosa che ho pensato è stata 'Grazie a Dio è tornato'.
Sarebbe fin troppo facile liquidare così la miglior partita di post-season di Aldridge: 31 punti, 11 rimbalzi, dodici tiri liberi guadagnati. La sua prova è stata d'alto livello fin dal tipo-off. Prima ancora che gli concedessero dei jumper dalla sua mattonella preferita, l'elegante scorer ha messo sul parquet una grinta ed una rabbia agonistica decisamente superiore a quella vista in questi anni di carriera. Nel primo quarto è stato lui il trascinatore dei padroni di casa ed ha punito gli avversari alternando eleganti fade-away a movimenti in avvicinamento a canestro.
La sua è stata soprattutto una risposta orgogliosa alle critiche di essere un giocatore soft, che non ama lottare sotto i tabelloni e che sparisce nei momenti importanti.
Brandon Roy ha accorciato i tempi di rientro anche perché nei test del giorno prima non ha avvertito dolore al ginocchio. A Nicolas Batum, invece, la spalla fa male eccome, ma anche lui ha deciso di continuare a giocare finché ce n'è: it's playoff time! Con due triple e una schiacciata nel primo quarto del match il francese ha infiammato il pubblico del Rose Garden ed è stato co-protagonista del buon avvio di gara dei Blazers.
Gara-4 è stata la più bella sfida della serie fino a qui ed il merito va anche ai Suns. In un clima infuocato, contro una squadra motivatissima e che ha disputato una grande partita (26 assist su 37 canestri per i Blazers!), i ragazzi di coach Gentry se la sono giocata punto a punto fino ad un paio di minuti dal termine.
Per noi la differenza l'ha fatta l'energia, quella che avremmo dovuto mettere in campo per battere questa squadra. All'inizio il ritmo della gara era quello che serve a noi, ma nel secondo tempo abbiamo fatto solo 37 punti. E così questa squadra non la batti.
Le parole in corsivo sono quelle di coach Gentry e sono una buona chiave di lettura della partita. Ora quello che negli States definiscono momentuum è tutto a favore di Portland, ma Phoenix non ha fatto un passo indietro nel gioco tanto mortificante rispetto ai tre precedenti. Ad esempio per metà gara ha dimostrato di riuscire ad essere efficace anche quando non ha corso, riuscendo a battere la difesa a metà campo dei Blazers con un'ottima circolazione di palla.
Jason Richardson ha fattore vedere i sorci verdi a Miller per qualche minuto, quando in uscita dai blocchi riusciva a infilare tiri dal perimetro con il veterano play dei Blazers in netto ritardo. Nash ha disputato un ottimo primo tempo, segnando bei canestri e servendo assist ai compagni, ma alla fine i passaggi vincenti saranno solo 2 più delle numerose palle perse (8 e 6).
Amar'è ha registrato il suo picco realizzativo nella serie con 26 punti ed è stato il migliore dei suoi nella metà campo offensiva.
Inoltre non deve passare in sordina una prestazione difensiva dei Suns a tratti eccezionale. A cavallo tra la terza e la quarta frazione Portland non ha infilato un canestro per oltre otto minuti, sbagliando dodici conclusioni consecutive.
Infine, bisognare anche sottolineare che tutte le decisioni arbitrali difficili e dubbie sono state in favore dei padroni di casa, compreso un fallo netto non fischiato a favore di Amar'e quando i Suns cercavano di riportare punto a punto un emozionante e nervoso finale di gara.
Come ha detto Charles Barkley, Phoenix è una squadra superiore e alla fine vincerà la serie. Ma ogni considerazione partiva dalla premessa che Brandon Roy non avrebbe messo piede in campo nel First Round.
Ora ogni pronostico è lecito.