L'ultimo tiro di Pierce, che consegna la partita, ed in pratica la serie, ai Celtics
Paul Pierce con la palla in mano per l'ultimo tiro: esattamente quello che lui voleva, quello che i Celtics volevano. L'avevano preparato nel time-out, creando manovre di disturbo, prevedendo di muovere molto tutti i giocatori in campo, ma l'obiettivo era solo uno. Dare la palla a Paul Pierce, esattamente come hanno fatto. E The Truth non ha tradito, ancora una volta, segnando il suo classico tiro e dando ai Celtics, sulla sirena, la vittoria in trasferta e un comodo vantaggio nella serie.
Lui lo commenta così, a fine partita: "E' un tiro che ho segnato un sacco di volte in regular season e nei playoffs. Ho detto agli allenatori di darmi la palla sul lato destro, sono andato nella mia mattonella, ho controllato che non rimesse più tempo sul cronometro ed ho segnato". Anche Wade semplifica l'ultima azione in poche parole: "Un grande giocatore ha segnato un grande tiro. Non ho visto molto dell'azione, ma ho di sicuro visto la palla che entrava nel canestro".
A volerlo guardare meglio però questo tiro comunque fantastico, senza voler niente togliere a Pierce, le scelte di Miami sono state da un punto di vista tattico un po' discutibili: come lo stesso coach Spoelstra ha ammesso a fine gara, gli Heat avevano pensato (non avendo ancora raggiunto il bonus) di fare fallo su Pierce. E ci sarebbe stato tutto il tempo visto che il numero trentaquattro di Boston ha ricevuto la palla quando ancora mancavano 11.7 secondi alla fine della gara.
Ma Miami ha scelto di non fare fallo, permettendo a Pierce di prendersi tutto il tempo di cui aveva bisogno per costruirsi il suo tiro. E alla fine, visto il risultato, non si può non pensare che magari un fallo avrebbe potuto rompergli il ritmo.
Boston quindi si ritrova in una situazione invidiabile: a una partita dal passaggio del turno, con la possibilità di chiudere il conto già domenica, ottiene tutto quello che vuole. Non solo vincere, ma vincere rapidamente, in modo da conservare le preziose energie che,a detta di tutti gli addetti ai lavori, sono il punto debole più evidente di questi Celtics che, a livello di talento e coesione di squadra, non hanno niente da invidiare a nessuno.
Se poi si pensa che nelle ultime due stagioni nessuna serie di playoffs giocata dai Celtics è durata meno di sei gare (quattro di queste sei sono finite in sette partite), chiudere questa il più in fretta possibile è fondamentale, come dice Pierce: "Siamo una squadra più vecchia, a volte abbiamo bisogno di riposo, per questo era una partita così importante per noi. Vincendo gara 3, gli potevamo togliere la spinta. Credo che abbiamo imparato molto dal passato, in particolare dalla serie con Atlanta: puoi essere avanti 2-0 ma non puoi rilassarti, non è ancora finita".
Per quanto riguarda Miami, ora la situazione è veramente senza speranze: nessuna squadra ha mai rimontato da uno svantaggio di 0-3 in una serie di playoffs. E' certo che gli Heat vorranno almeno, nella partita di domenica, conquistare una vittoria di orgoglio, per non chiudere la serie con uno sweep.
Certo non sarà facile, anche perché il buon Wade sta iniziando a dare segni di cedimento: in gara 3, a quattordici secondi dalla fine, probabilmente cadendo sul piede di Ray Allen, si è infortunato al polpaccio. Ha anche avuto problemi di disidratazione sia durante la gara, cambiando maglietta perché stava sudando troppo, che dopo, visto che hanno dovuto fargli una flebo di liquidi.
La cosa paradossale e più preoccupante per gli Heat è data dal fatto che, come chiave di questa serie dal punto di vista di Miami, si è sempre messa in evidenza la necessità del resto della squadra di salire di livello e diventare un supporting cast degno di questo nome per Wade.
Dopo due gare a dir poco opache a Boston, in questa partita gli "altri" di Miami avevano finalmente risposto presente all'appello. Oltre a Wade (34 punti), ci sono altri quattro giocatori in doppia cifra: Beasley con 16 (di cui otto nel quarto periodo), Wright con 15 e Chalmers e Haslem con 10.
E anche Spoelstra a fine partita è comunque soddisfatto per la gara dei suoi: "E', ovviamente, una sconfitta durissima, ma non c'è dubbio che abbiamo lottato e portato la giusta intensità in questa gara. Da questo punto di vista, non potevo chiedere di più".
Infatti sono arrivati a giocarsela fino all'ultimo, con un quarto periodo di botta e risposta, battuti solo da una grande tiro di Pierce. Ma, nonostante sia proprio Pierce a dire, molto più scaramanticamente che altro, che questa serie non è ancora finita, il problema per Miami è che ormai resta poco in questa stagione, al massimo una vittoria per evitare il cappotto.
L'occasione di riaprire la serie, l'anno persa ieri notte.