Ha ragione Roy, Blazers inguardabili.
I boo del Rose Garden accompagnano le due squadre negli spogliatoi all'intervallo e dicono tutto sulla prestazione dei Blazers.
La sfida inizia con una buona notizia: Nicolas Batum è regolarmente in campo, pur indossando un tutore alla spalla destra. Fa in tempo a mettere una schiacciata a due mani, ma un contatto nella propria metà campo riaggrava le condizioni della spalla. Finisce con solo nove minuti sul parquet la partita del francese e non mi stupirei se fosse conclusa anche la sua stagione.
Il game plan difensivo di McMillan non cambia rispetto alle precedenti uscite: riempire l'area, raddoppiare sistematicamente Stoudemire. Amar'e dopo gara-1 dichiarò di non aver mai visto 5 giocatori pronti a chiudere ogni spazio nel pitturato come i Blazers, interpretando questo come un grande segno di rispetto nei suoi confronti.
Viceversa Jason Richardson non si è fatto pregare per punire la mancanza di stima che la difesa avversaria gli ha riservato negli ultimi due episodi della serie.
In uscita dai blocchi mi ritrovavo ogni volta libero con spazio, e hanno continuato così per tutta la partita, – ha raccontato la guardia dei Suns. – Loro sono stati totalmente concentrati su Amar'e lì sotto e noi sapevamo che sarebbe andata così di nuovo e che avremmo avuto molte opportunità di prendere buoni tiri da fuori.
Così, dopo aver messo in ginocchio Portland nella prima frazione della seconda sfida in Arizona, si è ripetuto in Oregon con un crescendo imbarazzante: infila otto triple e chiude con 42 punti. Phoenix sfiora il 90% di vittorie quando l'ex Warriors mette a referto almeno 20 punti, figuriamoci se lo metti nelle condizioni di gongolare per la sua prova davanti ai giornalisti: questa è la mia miglior partita da professionista.
Tornando a Stoudemire, il suo contributo è stato quasi lo stesso fin qui: 18 punti nell'opener, 18 in gara-2 e 20 ieri notte. Ma se nella gara persa da Phoenix gli sono serviti 19 tiri guadagnando solo tre liberi, nelle due successive sfide ha saputo selezionare con pazienza le conclusioni – 10 e 14 tiri dal campo – ed ha costretto gli avversari a spendere più falli per fermarlo – 8 e 9 opportunità a cronometro fermo.
Coach Gentry ha insomma trovato il modo per ottimizzare il rendimento del suo primo violino. Affondando sotto i colpi di Richardson i Blazers hanno gradualmente allargato la difesa ed i Suns ne hanno approfittato per servire il giocatore che ha prodotto più canestri nel pitturato nella regular season appena terminata.
I Suns hanno imparato dalla lezione di gara-1.
Fantastici nel gioco in transizione e nella circolazione della palla, sanno prendere il miglior tiro che gli avversari concedono, facendo apparire troppo corta la coperta difensiva di McMillan. A metà gara sono ben oltre il 60% dal campo e con il punteggio sul 66-37 il secondo tempo è un lungo garbage-time.
Phoenix ha dominato nelle ultime due partite su entrambe le metà campo. L'efficacia offensiva dei Suns nasce soprattutto dall'attacco imbarazzante dei Blazers da quando Gentry ha messo Hill su Miller.
Il play di Portland chiude con 11 punti con altrettanti tiri. Rudy Fernandez, un fantasma fino all'intervallo, è l'artefice della timida rimonta con cui i padroni di casa si riavvicinano (-11) nella frazione conclusiva. Ma tira solo da sette metri.
LaMarcus Aldridge è il top scorer tra i Blazers con 17 punti, ma la sua serie fin qui registra un modesto 16/42 dal campo. Anche in gara-3 commette subito due falli che lo spediscono in panchina e quando rientra la sua squadra è sotto di venti punti. Senza Roy e con Miller braccato dopo l'esplosione di gara-1, Aldridge non è riuscito ad alzare il proprio rendimento, anzi ha giocato una partita molto soft e con poca personalità .
Portland ci sta capendo davvero poco, è un pugile suonato che ha perso lucidità e che ha sentito, anche in questi playoff, la pressione della prima al Rose Garden. Inquientante il 16/28 nei tiri liberi.
Questa notte eravamo troppo tesi, specie nel primo tempo, – ha sostenuto McMillan in conferenza stampa. – Poi abbiamo iniziato a giocare a basket, abbiamo iniziato a lottare ed abbiamo vinto gli ultimi due quarti. In qualche modo dobbiamo trasferire quella combattività e quella ruvidità anche nella prima metà gara.
Portland deve ritornare ad essere efficace in attacco, altrimenti sarà sempre difficile contenere il gioco in transizione di Nash e compagni. Più di ogni altra cosa, i Blazers dovranno trasformare gara-4 in una prova d'orgoglio.
Quest'anno i Blazers ha dimostrato molte volte di poter reagire, sia alle brutte prove che agli infortuni che l'hanno privata di giocatori essenziali. Orgoglio e cattiveria saranno componenti fondamentali per provare a dare una gioia ai tifosi che da 113 spettacoli riempiono ogni singola poltrona del Rose Garden.
La serie però sembra sempre più a senso unico.