Il draft Nfl è partito con il primo giro nella scorsa nottata.
E spettacolo fu.
Diciamocelo, il draft Nfl non delude mai a livello di aspettative, ci sono sempre un sacco di movimenti, trades, prese pazze, e tempo tra una scelta e l'altra per provare a capire quale sarà la mossa della squadra successiva, modificata in base alle possibili variabili fornite da chi chiamava prima.
Il nuovo format introdotto dal presente anno ci ha regalato un primo round molto divertente, ricco di colpi di scena, con giocatori scelti molto più in alto del loro presunto valore, ragazzi che si credevano sicuri del primo giro che sono rimasti a bocca asciutta davanti allo sguardo impietoso delle telecamere prontamente allestite nelle abitazioni di chi ha declinato l'invito per il viaggio a New York, mentre ad altri è stato possibile leggere in faccia qualche espressione di reale stupore, specialmente per chi si attendeva di essere preso sì al primo round, ma non così in alto.
Tra questi non c'era Sam Bradford, quarterback di Okalhoma finalmente approdato a St. Louis con la prima ed oramai scontata chiamata come primo assoluto: la parola finalmente viene utilizzata con un fine specifico, in quanto la salita sul palco con conseguente prima stretta di mano al commissioner ha posto fine ad un paio di mesi che immaginiamo essere stati fonte di grande stress per la giovane speranza di sangue Cherokee dei Rams, che si è sentito abbinare alla sua nuova squadra ed a mille altre destinazioni fino a poche ore dall'inizio della cerimonia.
Pareva un draft scontato, per quanto ha riguardato le prime sette scelte, e la tensione che aleggia nell'aria davanti ad eventi come questo, che ha portato un buon numero di italiani a farsi la nottata quasi intera, pareva essere svanita di fronte all'ovvietà nello svolgimento della parte alta delle selezioni. Dopo Bradford, puntuali come mock draft svizzeri, erano sfilati i due defensive tackles più forti del lotto, Ndamukong Suh e Gerald McCoy, rispettivamente abbinati, come da copione, a Detroit e Tampa Bay, in cerca di un urgente e duraturo rinforzo per una linea difensiva disastrata.
L'unica vera emozione, era stata la sorpresa, assolutamente non celata, colta nel viso di Trent Williams alla notizia della sua prossima destinazione, Washington, che ha preferito lui al collega di ruolo Russell Okung in quella che dovrebbe divenire una sorta di ristrutturazione a lungo termine della linea offensiva sotto il nuovo corso di Mike Shanahan, il quale gradirebbe vedere Donovan McNabb steso a terra il meno possibile, e riteneva Williams atletico al punto giusto per il suo famoso zone blocking scheme.
Niente colpi ad effetto, niente magie dell'ultimo minuto, forse i Redskins sono rinsaviti, e la nuova dirigenza/coaching staff, forse hanno davvero capito come si possa traghettare questa gloriosa franchigia verso una resurrezione che in città è attesa fin da troppo tempo.
Okung non ha dovuto comunque attendere troppo essendo finito a Seattle due posizioni più tardi, andando a colmare quello che sarà il vuoto lasciato da un grandissimo interprete del ruolo di left tackle, ovvero quel Walter Jones che sembra essere prossimo al ritiro. Con Eric Berry a prendere il volo per Kansas City, e Joe Haden chiamato ad aiutare le secondarie di Cleveland, l'assenza di eccitazione sembrava essere divenuta eccessiva, ma proprio in quel momento sono cominciati i fuochi d'artificio che hanno reso la nottata memorabile.
Chi ha seguito gli ultimi draft dei Raiders non poteva che essersi definitivamente convinto della pazzia di Al Davis, un amante dei giocatori dominanti alla scouting combine che non ha mai nascosto la sua sfrontatezza nel credere nelle proprie convinzioni, salvo venire prontamente smentito dai risultati sul campo (se JaMarcus Russell e Derrius Heyward-Bey vi dicono qualcosa, siete sulla strada giusta"). E quando tutti erano pronti a farsi una grassa risata, il vecchio ha tirato fuori un possibile colpo da maestro, chiamando un linebacker di grandi potenzialità come Rolando McClain, asso della difesa di Alabama che, come previsto, non è sfuggito dalle prime dieci chiamate, ed andrà ad ancorare per un bel po' il centro di una difesa che ha ancora bisogno di tanti ritocchi.
In una nidiata non troppo generosa di running backs, i protagonisti sono stati quelli attesi: C.J. Spiller è caduto tra le braccia dei Bills in una posizione tutto sommato giusta, che naturalmente la sua impazienza verso una telefonata che non arrivava mai tendeva comunque a non giustificare.
Fossimo stati in lui, ci saremmo anche accontentati, visto che la sua caduta avrebbe potuto essere verticale, mentre non ci ha sorpreso affatto il notevole balzo in avanti dei Chargers, che si sono accaparrati l'oggetto dei loro desideri, Ryan Mathews, presentandosi alla 12 al posto dei disinteressati Dolphins (probabilmente scesi dopo aver perso McClain) sacrificando, tra le altre cose, una seconda scelta che a loro volta avevano ottenuto dalla cessione del backup quarterback Charlie Whitehurst, in quello che sembra essere stato complessivamente davvero un ottimo affare.
Di tutti i presenti, difatti, Mathews era senza ombra di dubbio il corridore di potenza che serviva al backfield dei californiani per iniziare l'era post Tomlinson.
Abbastanza di stucco hanno lasciato le trade up di San Francisco e Philadelphia: nel primo caso i Niners sono saliti di due posizioni per assicurarsi l'offensive tackle Anthony Davis, che avrebbero comodamente trovato, a nostro avviso, anche rimanendo dove stavano prima, mentre nel secondo gli Eagles sono saliti di parecchio per quella che sembrava la sicura acquisizione di Earl Thomas, il secondo miglior safety disponibile poi finito a Seattle (con suo sommo dispiacere, vista la faccia") per poi sorprendere tutti e prendere Brandon Graham, prospetto che pareva essere più idoneo ad una 3-4 che non ad una 4-3 come quella di Phila.
Nel mezzo della pazzia collettiva sono arrivate, quasi in silenzio, chiamate molto sensate: Pittsburgh è stata fedele al suo piano ed ha dato una bella sterzata alla linea offensiva prendendo il centro/guardia Maurkice Pouncey, mentre Atlanta si è presa Sean Weatherspoon, eccelso placcatore proveniente da Missouri, che nella loro 4-3 andrà ad occupare lo spot di weakside linebacker affiancandosi a Curtis Lofton, un'altra macchina da tackles. Non è una buona notizia per chi dovrà giocare in attacco nella Nfc South l'anno venturo"
Due squadre hanno, a nostro avviso, tirato fuori delle decisioni discutibili, quasi al limite dello sconcerto. Jacksonville dovrà spiegare per anni che cosa abbia mai portato la dirigenza a scegliere Tyson Alualu con la decima chiamata assoluta quando il ragazzo non figurava come talento da primo giro da nessuna parte, fatto che lascia tuttora a bocca aperta almeno metà degli scout Nfl.
Denver, invece, si è presa un bel rischio, doppio.
La mossa della serata, molto pubblicitaria, è arrivata con la selezione di Tim Tebow, divenuto misteriosamente nel giro di un mesetto un quarterback con una tecnica di lancio da primo round, ma ha fatto molto discutere la presa di Demaryius Thomas, primo ricevitore scelto in assoluto che a detta di molti non sa correre una traccia con disciplina, preferito a quel Dez Bryant che rischia seriamente di aumentare le chances di Dallas di giocarsi un Super Bowl in casa.
Sotto a chi tocca, questa notte si ricomincia: finalmente terminerà l'agonia di Jimmy Clausen, che molti davano per sicuro tra i primi 10, e che invece se ne va al secondo giro, probabilmente presso quei Vikings usciti dal primo giro per dare la possibilità ai Lions di assumersi i rischi infortunistici del fenomeno Jahvid Best (manovra che, se funziona, potrebbe pagare importantissimi dividendi), e si sentiranno i nomi dei grandi esclusi, ovvero i Carlos Dunlap, i Sergio Kindle, i Taylor Mays ed i Golden Tate, tutti giocatori da primo giro presuntuosamente certo, che hanno dovuto passare una notte da incubo e che in queste ore si preparano a conoscere la loro nuova destinazione.
Con un giorno di ritardo"