The Man with the Golden Arm: Sandy Koufax
In questa prima puntata del nostro speciale sui lanci parleremo della four-seam fastball, lancio base per qualsiasi lanciatore. E' opinabile, ma pochi lanci sono spettacolari come una high-fastball a 100 MPH che mandi a vuoto il battitore, e molti lanciatori nella storia del baseball sono diventati famosi grazie ai missili che recapitavano al loro catcher. Ogni generazione, fin dagli albori di questo antico sport, ha avuto i suoi “fireballer”: cerchiamo di parlare, purtroppo in poche righe, della fastball e dei suoi storici maestri.
La storia della four-seam fastball comincia di pari passo con quella del baseball, che nacque come sport a tutti gli effetti nella metà del diciannovesimo secolo.
Non lasciatevi ingannare da foto e filmati d'epoca, in cui sembra che i lanciatori dei primi anni del '900 fossero completamente privi di tecnica e somiglino più a dei bambini che lancino per gioco dei sassi: il baseball è uno sport che è cambiato poco da allora, e la velocità media di una fastball è grosso modo la stessa di cento anni fa. Basta dire che la velocità di Cy Young (che giocò dal 1890 al 1911) non è mai stata cronometrata, ma in base a testimonianze e paragoni con altri lanciatori, si ipotizza lanciasse nelle “mid-90's” (94-96 MPH). Alcuni poi fanno risalire il nickname Cy(clone), ciclone, ad un aneddoto: pare che Young, cercando la massima velocità durante un allenamento, recapitò un bolide sugli spalti, spaccando il supporto di una fila di sedie e facendole crollare: sembrava fosse passato un ciclone!
Alla generazione immediatamente successiva appartengono due famosissimi power pitcher: Walter Johnson e “Smokey” Joe Wood.
Walter Johnson è ritenuto il lanciatore più veloce della sua generazione (i primi trent'anni del '900), anche se in un'intervista affermò che “Nessun uomo può lanciare una palla da baseball più veloce di Joe Wood”, opinione confermata dal grande Satchel Paige. Joe Wood deve il suo soprannome “Smokey” (fumante) proprio alla sua infuocata fastball.
In questo caso abbiamo finalmente un dato certo cui appellarci riguardo Walter Johnson: 99.7 MPH. Johnson infatti nel 1914 fu condotto agli “Aberdeen Proving Grounds” (lì dove fu testata anni dopo la velocità di Steve Dalkowski, di cui parleremo tra un po'), dove un apparecchio per rilevare la velocità dei veicoli a motore fu modificato per registrare la velocità dei suoi lanci.
Un altro lanciatore celebrato per la sua velocità fu testato nella medesima installazione: si tratta di Bob Feller, grande protagonista degli anni '30, '40 e '50. Egli però raggiunse “solo” le 98.6 miglia orarie, 1.1 miglia sotto Johnson quindi.
Feller affermò di essere stato cronometrato in altre occasioni a 104 MPH, ed addirittura a 107.9 MPH in una dimostrazione allo storico Griffith Park. Evento giustamente considerato apocrifo, ma una cosa è sicura: il ragazzo era veloce, eccome…
Dopo Feller, il titolo di “Lanciatore più veloce della sua generazione” rimase vacante per un pò, anche se pare ci fosse un “re senza corona”, un lanciatore misconosciuto che mai raggiunse le Big Leagues, ma ben noto agli addetti ai lavori per la sua strabiliante velocità : Steve Dalkowski. Questi è da alcuni ritenuto il lanciatore più veloce della storia del baseball, e se in questi “alcuni” campeggiano i nomi di Cal Ripken Sr. e Ted Williams, possiamo avere il ragionevole dubbio che possa anche essere vero.
Chiunque l'abbia visto lanciare affermò che era in grado di superare costantemente le 100 MPH, alcuni dissero addirittura le 110, anche se questa è evidentemente un'esagerazione. Unico dato certo sono le 93.5 MPH che raggiunse ai soliti “Aberdeen Proving Grounds”, che comparate alle 99.7 di Walter Johnson e 98.6 di Bob Feller sono ben poca cosa. O meglio, “sembrano” ben poca cosa. Dalkowski fu testato il giorno dopo aver lanciato in partita; non ebbe il beneficio di un monte (di cui usufruirono Johnson e Feller), e riuscì a centrare il dispositivo solo dopo 40 minuti di tentativi. Si ipotizza che questi fattori abbiano abbassato la sua reale velocità di 10-12 MPH… a voi le conclusioni.
Un altro dato interessante è che in molti riferirono che i bolidi di “White Lightning” Dalkowski si impennavano prima di raggiungere il guantone del catcher. Un fenomeno (poichè definirlo un vero e proprio lancio sarebbe errato) chiamato “Rising Fastball”, fastball che sorge, si alza; Andy Etchebarren, suo catcher nelle minors, disse che sembrava che la sua fastball arrivasse alle ginocchia del battitore, per poi passare all'altezza degli occhi.
Un lanciatore celebre per la sua rising fastball è Sandy Koufax. E' stato detto che la sua 4-seamer si impennasse di 15 cm, che sfidasse le leggi della fisica, che sembrava avesse degli acceleratori incorporati che si accendevano poco prima di raggiungere il piatto.
La rising fastball è generalmente considerata un'illusione ottica, dovuta al fatto che percepiamo maggiormente la velocità e la traiettoria di un oggetto che ci arrivi incontro solo al suo approssimarsi. Il tutto combinato al sapiente uso di off-speed pitches quali cambi e curve e anche di fastball identiche alle altre ma più lente. Alcuni esperti però, analizzando lo stile di lancio “overhand” di Koufax (dall'alto verso il basso, perpendicolare al terreno), hanno proposto che egli imprimesse alla pallina una rotazione perfettamente verticale, che permetteva al lancio di impennarsi: una sorta di curva al contrario.
Altri lanciatori noti per questo lancio sono Dwight Gooden e Tom Seaver, e molti “submariners”, i quali lanciano dal basso verso l'alto.
A proposito di lanci sottomarini, parliamo di lanciatori in grado di “mascherare” la propria reale velocità .
Chad Bradford, rilievo dei New York Mets, lancia fastball sottomarine la cui velocità è 86-88 miglia… dando l'impressione di lanciare intorno alle 94 MPH: questo grazie al fatto che il battitore veda bene la palla solo alcuni metri dopo, essendo rilasciata a pochi centimetri da terra… in poche parole Bradford “accorcia” la distanza col piatto di casa base.
Anche Randy Johnson, già velocissimo di suo, è ancora più efficace grazie alle sue lunghissime braccia: chi l'ha affrontato riferisce che sembra rilasci la pallina davanti la tua faccia.
Altro maestro in quest'arte è Keith Foulke, la cui fastball da 90 MPH (ben poche per un closer) sembra molto più veloce comparata al suo circle-change, considerato uno dei migliori cambi in circolazione e ben mixato alla palla veloce.
Anche Jamie Moyer, la cui fastball risiede addirittura nelle low-80's, sembra più veloce in combinazione col suo circle-change.
Ad oggi, grazie alle nuove tecnologie, siamo in grado di misurare con grande precisione la velocità dei lanci, dalle 100.9 MPH di Nolan Ryan nel 1974, alle 103 di Mark Wohlers nello spring training 1994 e di Joel Zumaya quest'anno, al McAfee Coliseum.
Si è parlato esaurientemente di velocità , ma bisogna sempre tenere a mente che per quanto utile, una fastball di fuoco non basta a fare un lanciatore. Parleremo in seguito della famiglia delle “breaking-fastballs” (sinker, cutter, 2-seamer ecc…), ma vi sono lanciatori che riescono ad imprimere movimento anche alle loro 4-seamer, Pedro Martinez su tutti. Egli ha coniugato la velocità ad un movimento esplosivo: la sua moving fastball viaggia intorno alle 95 MPH, con un tale spin da far sembrare la palla “viva”.
Abbiamo percorso, purtroppo in poche righe, più di un secolo di storia della fastball. Ma qual'è il suo futuro? Come già detto, il baseball è cambiato poco o nulla negli ultimi decenni, e scienziati e fisici sostengono che la barriera delle 100\103 MPH non sia oltrepassabile dall'uomo.
Nonostante tutto, si parla ancora di gente come Steve Dalkowski o Bob Feller che si dice abbiano superato e di parecchio le 105 MPH, quindi possiamo sperare che compaia ancora qualcuno con un braccio simile, che provi che i limiti umani per un lanciatore non sono ancora stati superati.