Amare sta ritrovando la forma, e la gioia di giocare…
"Batti un paio di squadre che dovresti battere e ti inganni pensando che sei forte perché l'hai fatto o perché hai vinto dodici partite consecutive - affermava un più che mai serio Steve Nash – Ma la nostra squadra ha davvero bisogno di rendersi conto del lungo percorso che abbiamo di fronte, dei miglioramenti che dobbiamo fare per essere una squadra campione. In questo momento, credo ce lo siamo dimenticati".
I Suns sanno già cosa vuol dire vincere la Pacific Division, sanno già cosa vuol dire avere il miglior record in Regular Season, sanno anche cosa significa arrivare alla finale di conferenza, ma sanno anche che questo ormai non basta più, come testimoniano le parole del capitano Nash, arrivate dopo una sofferta e, per certi versi fortunata, vittoria contro Portland.
Anche Coach D'Antoni, come sempre in sintonia col suo pupillo, aveva da ridire: "Siamo stati fortunati stasera. Abbiamo giocato male. E così non basta a raggiungere gli obbiettivi che ci siamo prefissati. Dobbiamo sviluppare una mentalità vincente e non possiamo farlo ad Aprile, dobbiamo farlo ora".
Avevamo già anticipato nella "Preview" che una delle grandi sfide per i Suns questa stagione era convivere con l'etichetta di favoriti. Non è una cosa semplice. Non per una squadra abituata e, in un certo senso, comoda nel ruolo di "outsider". Giocare senza pressione, senza avere nulla da perdere, senza dover zittire nessuno è "facile".
La vera sfida è giocare sapendo che tutti gli occhi sono puntati su di te e che, stavolta, non ci saranno scuse che tengano. Questa forse è davvero la chiave di questa stagione, al di là di tutte le altre (il reinserimento di Amaré, la convivenza con Diaw e Marion), la chiave è far capire a tutti che per vincere c'è bisogno di fare un passo in più, il passo più importante.
"Siamo 31-8, è vero. Ma vincere partite di Regular non basta più - dichiarava James Jones - dobbiamo continuare a spingere per migliorarci". Quale sarebbe il miglior modo per assicurarsi che tutti davvero si rendono conto che non bisogno rilassarsi? Perdere forse? "Non sarebbe certo un male, anzi - ammetteva Nash - forse è proprio ciò che ci vorrebbe".
Guarda a caso, proprio oggi, gli uomini di D'Antoni affrontano l'ultimo "ammazza-serie positiva": Gilbert Arenas, che, riferendosi ai Suns e alla promessa di castigare D'Antoni e McMillan con 50 punti a testa, ha dichiarato: "Non mi preoccupano, li ho già sistemati. Ora tocca a Portland". Washington sarà la prima di quattro fermate nel lato Est del paese: New York, Milwaukee e Cleveland. Se sopravvivono ad "Agent Zero", sulla carta gli altri impegni sono fattibili e diventa davvero difficile prevedere quando finirà questa striscia positiva che è arrivata, dopo la vittoria contro Minnesota, a tredici.
La cattiva notizia ha nome e cognome: Kurt Thomas. Proprio quando avevamo intitolato l'ultimo report: "L'Ottavo Sole", uno degli otto si infortuna e riapre le iscrizioni per il posto libero. "Potremmo utilizzare un piccolo (Banks), uno medio (Jumaine Jones) o uno grande (Pat Burke) - spiegava Mike D'Antoni - è il vantaggio di essere versatili". Non deve avere le idee molto chiare il coach, in realtà , visto che la partita successiva all'infortunio ha schierato in campo soltanto sette uomini, i soliti sette meno Thomas.
"Non sono ancora sicuro - ammetteva subito dopo la difficile vittoria contro i Rockets - e non mi piace sperimentare se questo vuol dire perdere una partita". Contro Portland è toccato a Jumaine Jones provarci in soli quattro minuti e contro i Wolves, vista la poca difficoltà della partita, il "garbage time" ha permesso vari esperimenti che non danno ancora indicazioni chiare sulla scelta del tecnico. Riempire il buco che lascia in difesa sarà compito di Stoudemire, che sta aumentando progressivamente il minutaggio e così la sua fiducia (42 e 9 a Memphis in una esibizione di schiacciate), ma non sarà facile.
"E' un peccato - sosteneva Steve Nash, commentando l'infortunio che terrà il centro fuori da quattro a sei settimane - Kurt stava giocando davvero bene e può essere importante per noi ai Playoff". Ricordiamo che la difesa dei Suns l'anno scorso dopo l'uscita di scena dell'ex Knicks era praticamente collassata, la speranza è che i miglioramenti difensivi di Stoudemire bastino a mettere una pezza per un po'.
Around the Valley
Piccola curiosità per cominciare. Avrete notato che Nash ultimamente fa sfoggio di una evidente barba? Il motivo? Scaramanzia. "Non me la taglio finchè non perdiamo", spiegava. Pare che il passaggio dal nostro amato paese, tradizionalmente famoso per le superstizioni, abbia reso tutti scaramatici a Phoenix (ricordatevi della giacca che non si poteva lavare).
Piatto forte questa volte è un bellissimo articolo scritto da Bill Simmons su ESPN.com. Se masticate un minimo di inglese leggetelo perché vale davvero la pena, anche se, devo ammetterlo, è un po' esagerato (come c'è da aspettarsi, del resto, per lo stile di Simmons).
C'è un'altra chicca dal web per concludere questo corto report, per cui mi scuso, ma i tempi non permettevano molto altro dato che sono in partenza per New York. Cercherò di farmi perdonare scrivendo un Blog appena dopo la partita al Madison. Tenete d'occhio la colonna dei Blog nella homepage.
Tornando alla chicca, non è altra che questo magnifico video.
Un saluto a tutti e l'appuntamento è sul Blog: "Live From New York"!