Run baby run

J-Rich on fire ed i Suns tornano da corsa.

Non si è fatta attendere la reazione dei Suns che nella notte hanno fatto a pezzi i Blazers nel secondo match della serie: il punteggio finale, 119-90, non ammette repliche.

Marcus Camby lo aveva detto prima che la serie iniziasse: chi passerà  il turno non avrà  dimostrato che la propria filosofia di gioco sia quella vincente, ma semplicemente che ha saputo esprimere al massimo livello il proprio credo cestistico.

Domenica notte è stata la difesa dei Blazers a meritare gli elogi, in gara-2 Phoenix è riuscita a tornare a correre con costrutto, ritrovando ritmo e fluidità  offensiva, sorprendendo gli avversari.

Troppo importante riportare in parità  la serie ed i Suns, evidentemente più motivati, entrano in campo molto più aggressivi e determinati rispetto alla sfida d'apertura. Coach Alvin Gentry aveva chiesto ai suoi un avvio brillante per imporre da subito il passo preferito, ed è stato accontentato.

Dopo la pessima figura fatta domenica, Jason Richardson risponde con 15 punti nel solo primo quarto, che diventano 29 alla sirena finale. È il top scorer della gara e la prima arma offensiva dei Suns, è in serata di grazia dalla lunga distanza (4/5) e svincolato dal più gravoso assegnamento difensivo.

Infatti ad incoronare MVP di gara-2 è lo stesso Richardson.
Non so come Grant sia riuscito a marcarlo, ha fatto un lavoro eccezionale su di lui ed ha pure fatto 20 punti. Io no ne sono stato capace.

Grant Hill ha fatto dieci canestri prima di registrare l'unico errore della notte, ma soprattutto si è preso cura dal primo minuto di limitare Andre Miller, l'uomo che aveva fatto impazzire la difesa di Phoenix due giorni prima. Il play dei Blazers è stato contenuto a 12 punti (con 4/11dal campo) e 3 assist.

Perfetto l'aggiustamento tattico di coach Gentry, che ha messo su Miller un avversario più alto, ha spesso raddoppiato il top scorer di gara-1 e lo ha costretto a prendere tiri più lontano dal canestro. La pressione su Miller è stata a tutto campo e Portland ha faticato anche a far partire l'azione al suo playmaker, finendo spesso per fare portare palla a Rudy Fernandez.

Nonostante Phoenix sia passata dai 4 punti in contropiede di domenica ai 17 di questa notte, coach Gentry puntualizza: non è tanto importante che abbiamo giocato in velocità  e fatto alcuni punti in fast-break , quanto il fatto che siamo riusciti a correre e trovare tiri facili. Non gli abbiamo dato la possibilità  di posizionarsi in difesa e loro non sono secondi a nessuno in NBA quando possono arroccarsi in una difesa a metà  campo.

Lettura confermata anche dal collega sull'altra panchina: Grant Hill e Jason Richardson sono stati molto aggressivi da subito, hanno attaccato il pitturato prima che riuscissimo a raddoppiarli.

Inutile dire che Steve Nash è stato fondamentale nel mettere i compagni in grado di affossare la difesa avversaria: va volare Phoenix con 9 assist nel solo primo quarto, concludendo con 16 passaggi vincenti in meno di 30 minuti di gioco. Riposo extra per il canadese, un lusso meritato dopo aver mandato la partita in garbage-time già  nella terza frazione.

Ritornando alla prova magistrale di Grant Hill, il coach dei Suns sottolinea anche come i miglioramenti nella propria metà  campo abbiano inciso sulla brillante prestazione offensiva della squadra di casa.

Siamo riusciti a correre dopo averli fermati. Non sono riusciti a prendere buoni tiri ed ovviamente è più facile andare in transizione dagli errori degli avversari piuttosto che dai loro canestri.

Inizia ora una serie al meglio delle cinque in cui Portland ha il fattore campo, ma è la squadra dell'Oregon ad avere ora maggiori pressioni e soprattutto a dimostrare di aver imparato dalla propria sconfitta.

We'll be alright, dice Miller guardando alla prossima sfida al Rose Garden. Non dobbiamo preoccuparci troppo del nostro attacco, dobbiamo pensare a difendere meglio. L'attacco verrà  da sé se riusciamo a bloccarli.

A tal proposito McMillan ha però dei bei grattacapi da risolvere. Primo fra tutti il problema legato a Nicolas Batum.

Il francese, di certo non tra i peggiori in campo questa notte, è uscito a fine terzo quarto dopo un contatto con Steve Nash. E non è più rientrato. La risonanza magnetica in giornata chiarirà  l'entità  del danno alla spalla destra del miglior difensore perimetrale dei Blazers. È la stessa spalla operata ad ottobre e che gli ha fatto saltare 45 partite di regular season.

Due falli in cinque minuti mandano in panchina Batum sul +1 Phoenix, uscito Nic Portland non ha retto l'impatto degli avversari. L'eventuale assenza di Batum non peserebbe (enormemente) solo in difesa, ma anche in attacco dove il suo contributo è diventato tutt'altro che marginale: 18 punti in gara-1 ed altri 12 prima di abbandonare il campo stanotte.

Portland non è riuscita ad essere efficace in difesa ed ha perso la sfida a rimbalzo, concedendo ben 24 punti nelle cosiddette seconde opportunità  e 58 punti nel pitturato.

Ma dovrà  anche trovare nuove soluzioni in attacco, dove ha tirato con un infimo 38%. Senza Roy e con osservato speciale Miller, Aldridge non è riuscito a caricarsi la squadra sulle spalle, finendo invece con lo sparire letteralmente dalla partita e finendo con tre canestri su appena otto tentativi dal campo. Nella serie il presunto go-to guy dei Blazers sta tirando con il 39,3% con 3,5 rimbalzi di media!

Ed anche le penetrazioni di Bayless questa volta non hanno sorpreso la difesa dei Suns e Jerryd ha finito con più falli (6) che canestri e assist combinati (2+2). Il solo Martell Webster ha disputato una buona partita offensiva, partendo dalla panchina e finendo miglior realizzatore dei suoi con 16 punti.

Phoenix non perde due partite in fila in casa da dicembre e alle ultime nove sconfitte di regular season ha sempre risposto con una vittoria nel match successivo. Gentry ha saputo trovare le giuste soluzioni alla dolorosa sconfitta nell'opener, ora tocca a McMillan la mossa in questa complicata ma divertente partita a scacchi.

Sperando che gli infortuni non gli limitino ulteriormente le opzioni.

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